Fotonotizia/La guerra dei muri-1: cancellate a Roma le scritte contro Bottazzi
(umt) Torna alla ribalta della cronaca Mario Bottazzi, il leader dei partigiani del II municipio di Roma, contestato in occasione dell'ultimo 25 aprile dagli studenti forzanovisti del liceo Avogadro. Nei giorni scorsi i muri della libreria Rinascita, a via Savoia, che ospita la sede di quartiere dell'Anpi, sono stati decorati con scritte oltraggiose: "Bottazzi frocio", "Papà Castoro muori. E' ora". Poiché l'ufficio del Decoro urbano, solitamente solerte a rimuovere messaggi politicamente scorretti, in questi giorni sarà stato distratto dal gran caldo, a ripulire i muri ci hanno pensato gli stessi militanti antifascisti.
PS: Noi comunque continueremo a ricordare il "compagno Bottazzi" (non a caso ha lo stesso cognome di Peppone, il protagonista della saga di Don Camillo: è anch'egli originario della Bassa) come il responsabile dell'organizzazione della Cgil che accompagna Luciano Lama nella Sapienza occupata dal nascente Movimento del '77 e guida le cariche contro gli studenti incazzati, un'iniziativa provocatoria che si trasforma in un clamoroso rovescio per il tracotante servizio d'ordine del sindacato...
Bravo Tassinari, hai fatto proprio bene a ricordarlo in veste di responsabile cgil, dal momento che sicuramente le scritte cui fa riferimento l'articolo hanno a che fare con quello spiacevole episodio del febbraio '77.
RispondiEliminaSicuramente tocca ristabilire alcune convenzioni linguistiche valide in questo blog.
RispondiEliminaUn post scriptum è una nota a margine, non il fuoco della notizia. Ciò chiarito, tocca ribadire che tra le diverse vicende che hanno segnato il percorso umano del "compagno Bottazzi" per me resta memorabile il 17 febbraio 1977 e non certo l'episodio dell'Avogadro o due scritte sul muro.
Il p.s. su Bottazzi e Lama ci sta tutto, semmai da correggere la parte sugli antagonisti di Bottazzi, non certo generici studenti incazzati (magari ne rossi ne neri) ma militanti di Autonomia, quelli che invece di fare i parolai come Bottazzi e cl., ricacciavano nelle fogne i fascisti, mercenari al soldo dei padroni, a colpi di molotov e revolver.
RispondiEliminaSe proprio vogliamo essere precisi, allora tocca dire che le cariche del servizio d'ordine sindacale, che poi era sostanzialmente quello del Pci, guidate da un mio tristemente noto omonimo che si fa strada a raffiche di gas dell'estintore, sono indirizzate contro gli "indiani metropolitani" che con il loro feroce sarcasmo sui "sacrifici" fanno saltare i nervi ai frustrati militanti comunisti. E' dopo questo attacco vigliacco contro la componente più pacifica, che scatta la reazione delle componenti organizzate, in cui, certo era prevalente il ruolo dei Volsci e dei Comitati comunisti.
RispondiEliminaQuanto alla frecciatina sul "né rossi né neri" 'fai pippa': chiunque ha letto uno solo dei miei libri sa che io smonto del tutto la leggenda metropolitana sulla presenza dei fascisti alla sapienza, come il 12 marzo, documentando tutte le bugie di Calore, punto per punto e ricostruendo il dispositivo del falso situazionista compiuto da Cacciola e Croppi.
RispondiElimina"il disositivo del falso situazionista"...a cosa ti (mi permetto) riferisci?
RispondiElimina