Resa dei conti nel Pdl, la giovane postfascisteria occupa la sede di Perugia
di Marco Petrelli
Ventiquattro
anni, di Pistrino (borgo alle porte di Città di Castello), Enea studia
Giurisprudenza all’Università degli Studi di Perugia. Ai libri e agli
esami affianca un’attività che, da quasi dieci anni, accompagna le sue giornate,
la militanza nella destra giovanile, prima Azione Giovani ora Giovane
Italia.
Desideroso di
riconquistare spazi in un ateneo e in una città dichiaratamente schierati a
sinistra, due anni fa, insieme ad altri coetanei, è ideatore di un progetto
politico destinato ad affermarsi negli organi di rappresentanza
universitari.
Rinascita
Universitaria è una comunità studentesca sì, ma anche un gruppo umano variegato,
eterogeneo. Diversità che arricchiscono e non dividono: alle iniziative d’ateneo
è affiancato un programma di incontri e dibattiti su temi culturali, di
attualità, sociali. Libri, bioetica,
storia, identità. A Dicembre, in una sezione colma di militanti e simpatizzanti,
Rinascita presenta il volume La Rivoluzione Impossibile di Marco Tarchi
(edita per la Vallecchi); a Perugia, nei locali del Consiglio regionale, un
docente dell’UniPg partecipa ad un evento dedicato al tema della terribile
pulizia etnica perpetrata da Tito in Istria e Dalmazia; a Marzo convegno di
bioetica all’Università, un mese dopo Mario Michele Merlino racconta ad una
Spoleto attenta e curiosa l’epopea dei ‘neri’ a Valle Giulia.
Il 31 Maggio
Rinascita e Giovane Italia occupano la sede del PdL perugino: di fronte
all’indebolimento del contenitore dopo appena quattro anni di vita e ritenendo
importante la partecipazione dei giovani alla sua ricostruzione, si sceglie una
via semplice e pacifica per richiamare l’attenzione di iscritti, elettori e
dirigenza sui problemi del partito. Per anni la
realtà militante è stata tagliata fuori dalle scelte della dirigenza nazionale
prima di AN, poi del PdL. Eppure i ragazzi di destra, di quella destra,
conoscono bene il tessuto sociale delle città e delle scuole nelle quali
lavorano costantemente, ogni giorno, mossi dalla passione non da altri
interessi. Gente che sa, che vede e soprattutto che ascolta. A non ascoltarli
sono invece i vertici PdL, che presumibilmente non colgono l’opportunità e la
fortuna di poter disporre di un bagaglio culturale e di conoscenza che potrebbe
solo arricchire il partito, consentendone magari anche un rilancio.
Quando hai
iniziato a militare?
Il mio percorso
militante è iniziato a 14 anni, quando frequentavo il 4° ginnasio e ho avuto
modo di conoscere i ragazzi di Azione Giovani, circolo "Ezra
Pound" di Città di Castello, una Comunità militante che poi ho avuto l’onore di
rappresentare.
Come e perché
nasce Rinascita Universitaria?
RU nasce da una
ventina di ragazzi che decisero coraggiosamente di combattere davvero per i
diritti degli studenti universitari, lasciandosi alle spalle vecchi e
arrugginiti sistemi di politica universitaria e proponendo un nuovo modello di
sindacalismo all'interno dell'Ateneo perugino. Da quella ventina di ragazzi che
nel 2010 intrapresero questo cammino, oggi Rinascita è diventata il punto di
riferimento per tutti gli studenti che non votano Udu.
Che impatto ha
avuto nella realtà politica giovanile?
Rinascita ha
provocato uno sconvolgimento nel giovanile: ai ragazzi che
aderirono con spontaneo entusiasmo si contrapposero elementi che fecero di tutto
per farci passare da eretici. Francamente, alla luce dei risultati ottenuti, ha
vinto il nostro essere eretici e ribelli.
Cosa ne pensi
dell'esperienza PdL?
L' esperienza
Pdl ? Di positivo mi resta il ricordo delle speranze di un grande partito
all’atto della sua nascita. Quattro anni dopo dico che il Partito debba
comprendere ed accettare i motivi di quell’area del mondo giovanile che chiede
rinnovamento, identità e partecipazione: altrimenti rischierà di commettere
errori passati e di arenarsi del tutto. Certo che la scelta è anche in mano ai
nostri dirigenti nazionali.
Dopo il
'discorso del predellino', cosa è rimasto dell'identità di
destra?
Credo che la
destra sociale, nazionale, che si richiama ad una identità non sia mai morta,
anzi, è come il teatro del grande Eduardo, “vivo e vitale”.
Perché occupare
il PdL di Perugia?
Per dimostrare
che se veramente si crede in qualcosa si deve agire con coraggio. E’ stato
chiaro messaggio alla segreteria del partito, inoltre è stato un
modo efficace per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e della realtà
militante sulle nostre ragioni: abbandono del sostegno al Governo Monti,
rivedere la struttura interna al partito, basta liste bloccate, basta nominati,
liste pulite, ritorno alle preferenze, primarie interne.
Come è
andata?
Bene e ben oltre
le nostre aspettative: il presidente Berlusconi ha parlato di noi, abbiamo
conquistato una spazio sul Corriere della Sera e la maggior parte dei network
locali ha parlato della nostra protesta.
In una fase
di 'formattazione' del partito credi il movimento giovanile possa avere un suo
ruolo?
Se non il punto
cardine è uno dei punti principali della nostra azione: il movimento giovanile
deve avere il coraggio di schierarsi apertamente, parlando chiaro al partito
come abbiamo fatto noi.
Petrelli ahahahahaha ma quello che negli ultimi due anni è passato (spesso venendo cacciato) da Casapound a Forza Nuova agli Autonomi Nazionalisti fino a Giovane Italia?
RispondiEliminaStanno proprio a pezzi nel Pdl per dare anche un piccolo credito ad un guitto del genere
detto da te che non sei nessuno, letteralmente
RispondiEliminaMi spiace continui a circolare la voce della mia continua espulsione da movimenti. In realtà ne ho subita solo una nella vita, in CPI.
RispondiEliminaDagli altri movimenti me ne sono allontanato, senza mai dimenticare le persone che c'erano dentro però. Fare politica in Umbria è cosa dura non per i rossi ma per la gente che ti trovi intorno. Uno cerca spazi, alle volte è costretto a girare: cambia sì, ma almeno continua a sperare e intanto a fare esperienza.
A destra c'è una icnlinaziona al 'purismo': si marchiano a fuoco gli altri, senza mai guardare alle proprie incoerenze. E' così, lo è sempre stato e sempre lo sarà.
Mi terrò il marchio, d'altronde la Lettera scarlatta è stato sempre un romanzo (e un film) che ho amato.
Marco Petrelli
PS Non faccio parte di nulla... sono senza tessere e senza ruoli
"il presidente Berlusconi ha parlato di noi" wow che risultato... dai che magari invita pure qualche vostra militante di bel aspetto alle cene di Arcore.
RispondiEliminaPoi sarebbe interessante che Petrelli ci dicesse come mai è stato espulso da Cpi...
Ma qualcuno pensa ancora che nel Pdl ci siano spazi o terreni fertili dove inserirsi per gettare e far germogliare i valori e le istante di un pensiero socialnazionale? Suvvia, adesso basta con le barzellette, se uno vuol tentare di fare carriera lo faccia senza trovare assurdi alibi ideali!
RispondiEliminaFilippo
Che c'entra CasaPound in questa discussione?? le solite smanie di protagonismo??
RispondiEliminaNon voglio difendere Marco chè lui è capacissimo a farlo da solo(al contrario di quelli che invece hanno il piacere di portarsi dietro le truppe di supporto e il manganello stretto nella mano), vorrei solo sottolineare l'infinita tristezza di certe posizione da "destra terminale"....
Ognuno ha diritto al suo punto di vista, senza che qualche solone montato e rabbioso si metta a fargli la paternale(tantomeno su questioni personali, che poi se uno comincia a tirarle fuori tutte....), altrimenti espatriate e andate ad organizzarvi da qualche parte la vostra bella dittatura sudamericana. La carriera?? beh, non siamo tesserati, non abbiamo padroni e non facciamo il giro delle sette chiese per raccattare qualche soldo. I volantini ce li paghiamo di tasca nostra, le cene pure, e via discorrendo. Magari tutti fossero così.
Per il resto, si fa presto a fare i leoni della tastiera. Gli UOMINI VERI hanno le palle di metterci la faccia e sanno discutere e argomentare, sanno combattere con la forza delle Idee, e non con il manganello.
Fascistissimi saluti
Riccardo Merolla