Strage di Brindisi: se il Viminale piange, la stampa non ha da ridere
(umt)Aldo Giannuli, lo storico grande esperto di terrorismo e consulente delle procure in tanti processi sulle stragi, scende ancora una volta giù duro sui clamorosi errori del Viminale sulla gestione dell'attuale emergenza:
Sia l’attentato di Genova ad Adinolfi che quello di Brindisi hanno rilanciato l’idea di una nuova stagione terroristica, fortemente enfatizzata dai media in un crescendo ansiogeno. Che questi siano episodi da non prendere assolutamente sotto gamba non ci piove. Che questi due ed altri episodi similari possano essere collegati ed avere una regia di più ampio respiro è ipotesi da vagliare con cura. Dunque, conviene alzare la guardia, ma, di qui, a farsi prendere da attacchi di panico, ne corre. Non ho mai visto un ministro dell’Interno infilare una serie di sciocchezze una di fila all’altra come in questo caso: matrici degli attentati sparate a casaccio, quando ancora le indagini devono prendere quota, misure incongrue tutte spostate sul lato difensivo, errori di analisi grossolani che mettono nello stesso sacco attentati di tipo terroristico con gli assalti alle sedi di Equitalia ecc.
Una forte autocritica, invece, sulla gestione che certa stampa ha fatto della tragedia di Brindisi è invece espressa, a chiare lettere da Guido Ruotolo, inviato della "Stampa", nell'intervista al presunto "mostro":
Il sospettato sorride spesso, come se fosse davvero un tipo solare e disarmante. Mai rancoroso, durante tutta la conversazione. Se non giustamente inviperito e addolorato perché è stato sbattuto in prima pagina come il mostro. Eh già, perché qualche giornale, qualche testata giornalistica non ha avuto remore nel presentarlo, con nome e cognome, come il colpevole arrestato. «Hanno detto addirittura che ero scappato in Albania e che poi ero stato preso tra Bari e Brindisi».
"Giustamente inviperito e addolorato". Bravo, Guido. Peccato che nell'affano di inseguire le notizie (e anche le bufale) delle indagini non hai fatto in tempo ad accorgerti che forse il primo a dare nome cognome e indirizzo dell'innocente sospettato è stato tuo fratello (gemello) Sandro su Twitter. Stavolta, almeno, ti è andata bene, perché te la sei cavata con un legittimo, umanissimo sfogo. Pensa all'altra volta, quando Francesco Bianco, dopo l'arresto di Andrea Insabato, ti prese a paccheri scambiandoti per l'inviato di Santoro.
Noto che non si è dato il dovuto risalto alla notizia della perquisizione nell'abitazione brindisina di Freda... avente esito negativo come era prevedibile. A detta del quotidiano che ha pubblicato la notizia si tratta di routine normale, però visto che già qualche esperto in trame nere, durante la conferenza stampa indetta dalla magistratura inquirente sulla tentata strage, aveva chiesto perché non era stata perquisita l'abitazione brindisina del noto editore, subito qualche inquirente è corso ai ripari.Ancora una volta la stampa è alla disperata ricerca del solito "mostro ( preferibilmente nazista) da sbattere in prima pagina" e gli inquirenti eseguono senza batter ciglia.Se è così finirà come le precedenti stragi, nessun colpevole.
RispondiEliminaNoto che continua la cattiva abitudine di fare congetture sul nulla. La notizia non ha avuto nessun risalto perché mi era sfuggita. Segnalate, segnalate e poi, dopo qualche ora, eventualmente, doletevi del "dovuto risalto non dato"...
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