Strage di Brindisi: i dubbi sul "lupo solitario" di Giannuli e Adinolfi (G.)
(umt) Sull'ipotesi prioritaria degli investigatori per la strage di Brindisi ("un gesto isolato") cominciano ad affiorare dubbi ed obiezioni. Anche stavolta rispettiamo il nostro rigoroso metodo bipartisan (uno di destra, uno di sinistra ma anche un esperto delle procure e un bersaglio delle procure)
Aldo Giannuli
In primo luogo, non è affatto chiara la dinamica del fatto: lo stesso Procuratore dice che l’ordigno è stato collocato nell’immediatezza dell’attentato, essendo troppo rischioso portarlo lì e lasciarlo per ore ed ore, a rischio di una esplosione prematura o della sua scoperta durante il passaggio della nettezza urbana. E ci possiamo credere, anche se una testimone riferisce di aver visto movimenti sospetti nella zona alle due di notte, ma questa potrebbe essere una rielaborazione a posteriori di percezioni che non hanno nulla a che fare con l’attentato. Dunque, il nostro attentatore prepara da solo il congegno elettronico (si parla di un meccanismo volumetrico), si procura cassonetto e bombole di gbl, le porta sempre da solo sul posto, innesca il tutto e resta in attesa dell’arrivo delle ragazze. Oppure, variante: prepara il tutto prima di partire, porta il cassonetto da solo sul posto, quindi si nasconde in attesa del momento adatto. E questa variante ci sembra più attendibile essendo poco plausibile che si sia messo ad armeggiare con bombole e congegni elettronici per troppo tempo e nelle prime ore del mattino. Infatti, se la cosa è stata fatta fra le 6 e le 7, in questa stagione a quell’ora c’è luce e c’è già qualche passante: troppo rischio di essere visto. Dunque non è plausibile che l’azione sia durata più di alcuni minuti, il tempo di lasciare il cassonetto già pronto ed innescare i congegni. Non sappiamo quale fosse il peso ed il volume dell’insieme di cassonetto e bombole, per cui non sapremmo dire quale potrebbe essere l’impaccio del trasporto, se esso sia stato trasportato in auto e portato a mano solo nell’ultimo pezzo del tragitto, però che tutto sia stato fatto da un solo uomo non è che risulti tanto credibile così a prima impressione. (...)
Ma, infine, non è che con la solita storia del pazzo isolato spieghiamo troppe cose? Breivik in Norvegia, Amrani a Liegi, Casseri a Firenze, Merah a Tolosa adesso “Vattelappesca” a Brindisi: per carità, tutto è possibile, ma non cominciano ad essere un po’ troppi questi pazzi isolati e in così poco tempo l’uno dall’altro? Questa del matto isolato comincia ad essere come il ripostiglio delle scope dove si mette tutto quello che non si sa dove mettere. Naturalmente è possibile che alcuni di questo casi siano affettivamente opera di persone disturbate di mente, ma proprio tutti?
Gabriele Adinolfi
L’esecutore e probabilmente l’ideatore della strage davanti alla scuola di Brindisi sembra sia stato identificato. Si tratterebbe del solito psicopatico. Un format dello stragismo del XXI secolo in Occidente dove le metodologie americane ma non solo (ci sono centrali operative nella stessa Striscia di Gaza) hanno sostituito la sistematica ricerca di political killers della fine XX° con l’arruolamento di singoli sbandati. Il primo decennio di questo secolo ha visto l’utilizzo in serie di sbandati in cura psichiatrica compiere attentati-cavia, più o meno mortali in Francia, mentre in Italia ve ne fu almeno uno di questo genere compiuto contro l’eurostar e conclusosi con il suicidio dell’attentatore/disturbato.
La piena maturità stragista è stata poi raggiunta recentemente sia in Norvegia con Breivik sia in Francia con Merah (lo stragista di Tolosa).A quello schema corrisponde anche la strage di senegalesi a Firenze nello scorso dicembre.E’ la nuova frontiera dello stragismo inteso sia nella forma classica di guerra tra potenze (Francia, Inghilterra, Israele la mossero contro l’Italia nella contesa per il Mediterraneo tra il 1969 e il 1984) sia nella forma eterodossa di sostegno alle oligarchie tramite la diffusione di un senso d’insicurezza e la mobilitazione contro il nemico-ombra . (Avvenne così nel 1974 e nel 1993).Quest’ultimo schema è quello che più preme al potere in Italia alle prese con il dissenso profondo contro lo sceriffato strangolatore, usuraio, incompetente ed incapace di comunicare. (...)
E’ del tutto verosimile che l’esecutore della strage appartenga alla tipologia degli uomini/strage manipolati dalle centrali preposte fino al punto, come anticipavamo ieri, di credere addirittura di avere ideato personalmente i propri crimini.Il che, però, presenta il tallone di Achille dell’avventatezza allucinata dell’esecutore che fronte al controllo tecnologico capillare lascia più tracce di Pollicino.La sua identificazione e il suo arresto inevitabile, se avvenissero a tempo record, rischierebbero però d’inficiare l’operato delle centrali stragiste in quanto la mobilitazione contro i fantasmi ed il serrate dietro agli sceriffi e agli apparati (ovvero gli obiettivi di questo genere di strage) funzionano un po’ meno se l’identità che si nasconde dietro Scream è quella di uno squilibrato e non di un demonio in agguato. (...)
quello che non torna di questa strage il movente Breviik e Casseri avevano un movente e un obiettivo nel primo caso i rossi, nel secondo gli immigrati.
RispondiEliminaAnche la malavita organizzata, mafia,camorra,sacra corona unita,banda della Magliana, fa politica;se del caso ricorre alle stragi.Perché escludere a priori la malavita organizzata come fanno entrambi Adinolfi e Giannuli? Furono gli americani che per sbarcare in Sicilia nel 1943 ricorsero alla mafia siculo-statunitense; fu la DC di Andreotti che governò l'isola per decenni in combutta con la mafia, senza dimenticare la stagione delle stragi mafiose avvenute di recente a Roma,Firenze,Milano.Questo attentato forse cela un messaggio recondito al potere politico,al fine di ottenere qualche scopo che all'opinione pubblica deve rimanere celato.
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