Strage di Brindisi: con la lite tra le Procure un sano ritorno al passato
(umt) La lite tra le Procure di Brindisi e Lecce (Direzione distrettuale antimafia) ha prodotto i suoi frutti: per spostare la competenza - dopo i pasticci combinati tra forzatura della conferenza stampa dei "brindisini" e la sciagurata divulgazione dei video su cui era stata rivendicata la necessità di tenerli riservati - è stata cambiata l'ipotesi di reato: rispunta così l'ipotesi della finalità di terrorismo. E il procuratore nazionale antimafia, Grasso ammette il danno consumato: "Abbiamo perso il vantaggio".
Dopo i disorientanti colpi di scena delle prime ore, tra l'annuncio della disponibilità di prove evidenti e una dichiarata voglia di trasparenza, la cosa ci rassicura perché ci riporta a un terreno che ci è abbastanza familiare. Lo abbiamo vissuto per piazza Fontana, con la polizia di Roma che indagava sugli avanguardisti e quella di Milano sugli anarchici, lo abbiamo visto con le bombe di Trento, occasione di uno scontro feroce tra guardia di finanza e carabinieri. A Brescia fecero addirittura di meglio: l'arresto del figlio di un alto magistrato, che era regolarmente accompagnato a scuola dalla scorta paterna, in qualche modo tarpò le ali alle indagini paterne contro il Mar di Fumagalli. Anche sulla strage della stazione, Roma e Bologna lavorarono in perfetta disarmonia.
Scopriamo così - al di là della netta smentita di Di Napoli - che il primo sospettato c'è stato, un ex militare di Marina: ma l'alibi regge. Abbiamo finalmente il secondo sospettato, in questo momento sotto torchio: e francamente siamo curiosi di vedere il video notturno, che avrebbe immortalato il trasporto del cassonetto pesante più di 45 chili da parte di un uomo bassino, non particolarmente robusto e con ben due difetti fisici, uno a una mano, l'altro a una gamba. In compenso abbiamo un movente: non è sessualmente frustrato (ha una compagna più giovane con una figlia di un anno) ma abita vicino alla scuola, evidentemente era stressato dal chiasso delle scolaresche che sciamano prima e dopo le lezioni o dalle difficoltà di parcheggio. Ma tutto questo cosa c'entrerebbe con il terrorismo? E poi, abitando in zona e quindi circolando liberamente, come ha fatto un tecnico tv a non accorgersi delle due telecamere che lo avrebbero inchiodato, ben visibili sotto il tetto del chiosco?
Dopo i disorientanti colpi di scena delle prime ore, tra l'annuncio della disponibilità di prove evidenti e una dichiarata voglia di trasparenza, la cosa ci rassicura perché ci riporta a un terreno che ci è abbastanza familiare. Lo abbiamo vissuto per piazza Fontana, con la polizia di Roma che indagava sugli avanguardisti e quella di Milano sugli anarchici, lo abbiamo visto con le bombe di Trento, occasione di uno scontro feroce tra guardia di finanza e carabinieri. A Brescia fecero addirittura di meglio: l'arresto del figlio di un alto magistrato, che era regolarmente accompagnato a scuola dalla scorta paterna, in qualche modo tarpò le ali alle indagini paterne contro il Mar di Fumagalli. Anche sulla strage della stazione, Roma e Bologna lavorarono in perfetta disarmonia.
Scopriamo così - al di là della netta smentita di Di Napoli - che il primo sospettato c'è stato, un ex militare di Marina: ma l'alibi regge. Abbiamo finalmente il secondo sospettato, in questo momento sotto torchio: e francamente siamo curiosi di vedere il video notturno, che avrebbe immortalato il trasporto del cassonetto pesante più di 45 chili da parte di un uomo bassino, non particolarmente robusto e con ben due difetti fisici, uno a una mano, l'altro a una gamba. In compenso abbiamo un movente: non è sessualmente frustrato (ha una compagna più giovane con una figlia di un anno) ma abita vicino alla scuola, evidentemente era stressato dal chiasso delle scolaresche che sciamano prima e dopo le lezioni o dalle difficoltà di parcheggio. Ma tutto questo cosa c'entrerebbe con il terrorismo? E poi, abitando in zona e quindi circolando liberamente, come ha fatto un tecnico tv a non accorgersi delle due telecamere che lo avrebbero inchiodato, ben visibili sotto il tetto del chiosco?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/21/strage-brindisi-primo-indagato-militare-pensione/236193/ prima si danno tutti gli elementi per identificare il sospetto poi si dice che non ci sono prove e come contorno si mette il cognome (omesso nel testo) a titolo di un video dove si intervistano i vicini che gli vogliono fare un po' la pelle...
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