Mario Vattani accetta il rito del processo mediatico e si difende bene
"Mi sembra evidente che vengo trattato come un criminale, mentre in passato la Farnesina si è comportata con molta più tolleranza nei confronti di colleghi macchiatisi di reati comuni, gente che si vendeva visti e passaporti, che faceva contrabbando di opere d'arte, che ha provocato incidenti mortali omettendo poi il soccorso. Ricordo anche il caso di un ambasciatore che si travestì da arabo per entrare illegalmente alla Mecca e fu smascherato. Rimase tranquillamente al suo posto, fino alla fine del mandato. Non mi sembra di aver fatto nulla del genere".
(umt) Alla fine, anche Mario Vattani cede al rito del processo mediatico e a mio giudizio fa bene, visto che la decisione del consiglio di disciplina della Farnesina tarda a venire mentre le condanne a mezzo stampo fioccano. L'ultima l'ha anticipata qualche giorno fa Maurizio Caprara, dalle colonne del Corriere della Sera: il giovane diplomatico salverà il posto ma perderà qualche mese di stipendio.
La linea difensiva scelta per l'intervista all'Espresso è di una negativa intelligente:
Il Fronte della Gioventù? Il mio capo era Fini. E poi Alemanno
Il saluto romano dal palco? Guardate bene. E' il cinque degli anni di cui parla la canzone (certo non avrebbe mai pensato di smentire ammettendo la tamarrata di dare il cinque agli spettatori)
L'esaltazione di Salò? Cito Pansa e Longanesi.
CasaPound? C'è andata pure un sacco di gente di sinistra.
Il fascio-rock? Trovate un solo verso omofobo, razzista o antisemita nei testi dei Sottofasciasemplice.
Alla fine, gratta gratta, si scoprirà che la vera contestazione d'addebito è il suo cognome, un piccolo, burocratico regolamento di conti in terza persona, avente come bersaglio reale il non più potentissimo papà Umberto. E al culo tutto il resto
Insomma la classica difesa italiota già in vigore durante tangentopoli, "Perchè punite me, quando gli altri fanno peggio" come se questo fosse un merito di Vattani, non un demerito della Farnesina e uno stimolo ad un maggior rigore a livello globale.
RispondiEliminaPoi sui testi dei SFS stendiamo un velo pietoso.
Anonimo, non stendere alcun velo è pubblicali i versi di SFS... caro anonino (a proposito di usanze italiote tra cui il più ignobile è senza dubbio quello di essere anonimi nello sparare cazzate...
RispondiEliminala questione è che allo stato attuale non risulta proprio che Vattani abbia commesso reati, mentre si è bellamente passati sopra ai reati commessi dai suoi predecessori. Non è fare meglio o peggio, è proprio portare avanti una discriminazione politica verso uno la cui colpa è stata indicata nell'aver militato nel Fronte della Gioventù.
RispondiEliminaCi mancherebbe che l'Italia che ancora non si arrende faccia passare in cavalleria un simile abominio.
non capisco l'ironia sul "dare il cinque agli spettatori"... non è che stava dicendo "give me five", faceva quel gesto per mimare il ritornello di "bandiera nera"
RispondiEliminanon capisco quest'ultimo commento: è esattamente quello che è scritto qui.
RispondiEliminaquindi Vattani è contro pure al saluto romano oltre che all'antisionismo, beh daltronde l'hanno cresciuto Fini e Alemagno...
RispondiEliminadue esempi di coerenza.
@ fascinazione: tu hai scritto "ammettendo la tamarrata di dare il cinque agli spettatori". Tamarrata? Dare il cinque?
RispondiElimina@ anonimo zizzanioso: se tu avessi letto l'intervista per intero, se tu avessi a cuore la verità e non il ribollio della tua bile, avresti capito che Vattani non è contro il saluto romano ma nega di averlo fatto in quell'occasione. Ecco la frase testuale:
""Non dico che nella vita non ho mai fatto un saluto romano. Dico che sul palco a CasaPound non l'ho fatto. Guardi il video, non i fotogrammi ritagliati ad arte. Si vede chiaramente che faccio, a mano aperta, il segno "cinque" nel chorus della canzone che dice "...tra cinque anni...". Infatti nell'ultima memoria di accusa del ministero mi si contesta di aver fatto non il saluto romano, ma "gesti evocativi del saluto romano""."
No io ho scritto: non avrebbe mai pensato di smentire ammettendo la tamarrata di dare il cinque agli spettatori.
RispondiEliminaE siccome tu invochi la citazione integrale in polemica con l'anonimo zizzanioso sei profondamente scorretto nei miei confronti.
Io sostengo che per Vattani è impensabile potersi giustificare invocando il gesto del cinque per la semplice ragione che è notoriamente assai polemico con l'american style. E tu, tagliando a metà la frase, mi attribuisci l'esatto contrario.
Giuro che continuo a non seguirti, quindi o tu sei poco chiaro o io sono un po' rimbambito: tu sostieni o non sostieni che Vattani abbia "dato il cinque" secondo l'american style o che si sia giustificato dicendo di averlo fatto?
RispondiEliminaFacciamo a metà: io non sono chiarissimo e tu sei un poco poco rimbambito. Scherzi a parte. Vattani si difende sostenendo che il gesto della mano tesa indica il numero 5 di cui parla la canzone (tra cinque anni a primavera sventolerà la bandiera nera o giù di lì). Io affermo che non poteva fare altrimenti. Se avesse detto che batteva il 5 nessuno gli avrebbe creduto:
RispondiEliminaperché non è un tamarro;
perché è notoriamente antiamericano;
perché è ferocemente critico di riti e simulacri della cultura di massa.
Va bene, ora?
Si ma la giustificazione rimane comunque nella sfera delle minchiate per non ammettere l'ovvio...
RispondiEliminaE qual è l'ovvio?
RispondiEliminaE' talmente ovvio...
RispondiEliminainsomma, stiamo parlando del classico reato d'opinione.
RispondiElimina