Header Ads


Il Foglio, il de profundis per Fini e la persistenza delle sue ragioni

Qualcosa da dire su Gianfranco Fini 
di Annalisa Terranova

Oggi su Il Foglio un’intera pagina saluta la bancarotta di Fini e dei suoi farefuturisti con due articoli, uno molto lungo di Alessandro Giuli e uno, più breve, di Pietrangelo Buttafuoco. Il secondo circola anche e abbondantemente su Fb, il primo no. Nell’articolo di Giuli si rimprovera a Fli un antiberlusconismo protervo che avrebbe rappresentato il limite della neoformazione. Vi si aggiungono critiche note a Fini (incoerenza, trasformismo, ambizioni infondate) e alle sue scelte che lo hanno adesso messo in condizioni di KO. Non può tornare con Cicchitto, non può andare verso Vendola. Insomma è finito. L’articolo di Buttafuoco si conclude con un’accusa molto pesante: “Ha gettato nel cesso della storia un mondo fatto di almeno tre milioni di italiani. È riuscito lui, con le sue cravatte sbagliate, a distruggere un partito, un ambiente, una comunità che da Bolzano a Trapani aveva superato le persecuzioni, l’ostracismo e l’indifferenza”. Il primo articolo è stato scritto per lanciare questo messaggio: Fini, non ti vuole più nessuno. L’altro è stato scritto per segnare la distanza tra Fini e il mondo di provenienza. Insieme vogliono recitare il de profundis per il “cafone corporale” (espressione di Giuli).
Ora, vorrei prima di tutto ricordare che gli errori di Fini mi sono noti, quelli passati e quelli attuali (l’avere lasciato a Casini l’esclusiva della gestione dell’aggregazione terzopolista). Sugli errori passati ho scritto su due libri relativi alla storia della destra postfascista usciti quando Fini veniva salutato dal suo mondo (mugugnante solo di nascosto) come il Traghettatore insostituibile dei missini dal ghetto alle stanze dorate del governo. L’errore più grande non è stato Fiuggi ma l’approccio a mio avviso sbagliato al tema fascismo-antifascismo. Le nostalgie fasciste andavano abbandonate senza rimpianti ma, fatto questo passo, si doveva abbandonare senza rimpianti anche l’antifascismo. Il passo doveva essere fatto in avanti, sia dagli ex fascisti sia dagli antifascisti. La pretesa di trasformare gli ex fascisti in antifascisti è stata sbagliata e non poteva funzionare. Per cui oggi ci troviamo ancora dentro quella dicotomia anacronistica. La colpa è di Fini? Solo in parte. L’altra parte di responsabilità ricade su una destra incapace di guardare al proprio tempo senza rifugiarsi in riti identitari che risultano contraffatti e caricaturali. Tra Fini e questa destra non c’è compatibilità e poiché non c’è compatibilità nemmeno tra me e questa destra, io mi trovo nella parte del campo dove si posiziona Fini, pur con i limiti che ho spiegato. Il neofascismo è sempre stato un handicap per il mondo dal quale provengo e lo pensavo già negli anni Ottanta, quando Fini non aveva maturato alcuna svolta. 
Del mondo di cui parlo penso di saperne abbastanza, sono titolata a parlarne più di Buttafuoco e più di Giuli che non ricordo particolarmente attivi in quella comunità che da Bolzano a Trapani aveva superato persecuzioni e ostracismi. Non lo dico per polemizzare con loro perché non mi interessa, lo dico perché ho degli elementi su cui basare le mie osservazioni e non faccio esercizi stilistici. Chi ha gettato nel cesso della storia quel mondo? 
Io dico che lo ha fatto soprattutto Alleanza nazionale che era guidata certo da Fini ma che si è anche ben presto trasformata in un insieme di apparati interessati solo a perpetuare se stessi. La mancanza in An di una corrente di opposizione dichiarata (passo che la destra sociale non ha mai voluto fare) ha dato modo a Fini e ai suoi colonnelli di allora (Gasparri, La Russa, Matteoli e Urso, Alemanno e Storace) di gestire il partito oscillando tra il perenne immobilismo e il vassallaggio verso lo sdoganatore Berlusconi. In tredici anni di quell’esperienza non ricordo mai una contestazione eclatante al leader Fini ma ricordo trattative serrate quando c’era da spartirsi i posti in lista. L’unico a contestare apertamente Fini fu Storace all’Ergife dopo la famosa frase sul “male assoluto” e io all’Ergife c’ero. C’ero non certo perché ritenga le leggi razziali un bene assoluto (l’antisemitismo è un’idiozia allo stato puro, una forma di inciviltà, una rozza semplificazione intellettualistica e non me ne sono mai macchiata e devo anche dire che nel Msi questo atteggiamento, per ciò che io ho potuto vedere e constatare, non era presente). C’ero perché speravo che Storace potesse formare in An quella opposizione interna senza la quale i partiti non sopravvivono. Sappiamo tutti com’è andata. 
L’altro responsabile della frammentazione ormai insanabile del mondo di cui ho fatto parte è stato Silvio Berlusconi. Tutta la maturazione compiuta da quell’area, soprattutto tra i giovani, nei difficili anni seguiti alla lotta armata è stata spazzata via di colpo dal facile ricorso allo slogan, da un anticomunismo infantile e fuori tempo, da un bipolarismo malato, dalla considerazione che lo stesso Berlusconi ha sempre avuto degli ex missini come topi di fogna da lui riportati alla luce del sole. Fini non ha mai avuto rispetto a questo signore un soprassalto di dignità in nome dei tre milioni di italiani che si erano riconosciuti nel Msi. NESSUNO ha avuto un soprassalto di dignità. Né i colonnelli né i quadri intermedi né i militanti contenti che arrivasse il grande comunicatore a regalare loro le copie del libro sui crimini del comunismo nel mondo, illudendosi che con lui potevano avere la revanche rispetto al ghetto mentre hanno avuto solo Ciarrapico al Senato e i diari-patacca del Duce comprati da Dell’Utri.
Poi Fini ha rotto con Berlusconi. Come ho già detto questo mi basta. Ero presente a quella riunione e ho visto e sentito ciò che era sufficiente sentire e vedere. Quello di Fini è stato un gesto di follia (se fosse stato calcolato non si troverebbe come si trova oggi) che ha riscattato il suo decennale grigiore. Non ho visto fare gesti simili né da intellettuali blasonati, né dai tanti pontificatori di cui questo ambiente pullula né dai politici che, dopo essere stati elevati da Fini a funzioni che non erano in grado di svolgere hanno cantato con Berlusconi per festeggiare la cacciata dal Pdl dello stesso Fini e dei parlamentari che lo hanno seguito. Certo questa parte della destra, quella rimasta dalla parte “giusta”, ha imparato col tempo a mettersi le cravatte apprezzabili ma per me non è sufficiente perché li riconosca come alfieri di un ideale che hanno contribuito a distruggere con i comportamenti e con la pochezza della loro preparazione ma soprattutto con la pigrizia di chi si sente “arrivato” e non ha più voglia di sfidare se stesso. 
Ma non voglio eludere la questione attuale: il mondo da cui provengo non esiste più. Non mi interessa se si riunirà o no (se lo farà ciò accadrà ancora una volta per servire a logiche di apparato). A me interessa che quel mondo, non tutto, bensì la sua parte migliore si depuri col tempo (e ci vorrà molto tempo) dalle tossine del berlusconismo e dalla rappresentazione della destra che ne deriva. Ciò mi sembra la missione più nobile che chi ha fatto parte come me di quel mondo deve prefiggersi nelle attuali circostanze. Io Ho avversato Berlusconi perché non mi sento “rupulita” dall’interesse contingente che egli ha mostrato nei confronti del voto delle persone come me, l’ho avversato perché non si è mai comportato come un leader che avesse compreso che le persone come me potevano rappresentare un valore aggiunto per il suo partito di riciclati, per esempio allontanandolo dalle rozze pulsioni leghiste, dalla caccia all’immigrato, dalle passeggiate metaforiche con i maiali nei terreni destinati alla costruzione delle moschee, dalle candidate scelte per la partecipazione alle “cene eleganti”. Ho sempre lottato contro questa rappresentazione becera della destra ma a Berlusconi interessava solo la destra becera. Ciò che ha fatto Fini è stato esattamente comprendere che la mia, e quella di tanti altri, era la battaglia da fare. Non mi interessano le percentuali che questo tipo di operazione raccoglie. Mi interessa solo il fatto che si tratta di una battaglia giusta. Lo era ieri e lo è oggi. Il colore delle cravatte è un dettaglio che colpisce Buttafuoco. Io mi occuperò di rivoluzioni cromatiche quando non avrò altro di meglio da fare. Per ora me ne frego. 
Ribadisco, in conclusione, che Fini avrà il mio voto in ogni caso e nonostante altri errori che dovesse compiere. Riconosco che è a terra. Che probabilmente il suo destino è segnato. Me ne frego anche di questo. Sono cresciuta in un mondo dove già era considerato un grande successo avere un consigliere circoscrizionale. Alle poltrone sono allergica. Infine, se proprio all’estetica vogliamo guardare mi concentrerei più che sul colore delle cravatte su un altro aspetto: mi hanno insegnato che quando un avversario, sia pure molto odiato, è nelle condizioni dello sconfitto non si infierisce. È solo stile per carità, c’è chi ce l’ha e chi vive benissimo facendone a meno. Per questa ragione io non ho brindato nel giorno delle dimissioni di Berlusconi e ho trovato fastidiosa e indegna la gazzarra organizzata al Quirinale contro di lui. Per la stessa ragione trovo che chi oggi indulge in simili atteggiamenti nei confronti di Gianfranco Fini può richiamarsi al massimo alle alte idealità del feltrismo. Non è il caso di scomodare il fascismo né il Msi. E con questo, per me, il discorso è chiuso.
fonte: facebook

10 commenti:

  1. anche io provengo da quel mondo, nè ho i titoli quanto la Terranova. Strabismo. Questo scritto della Terranova è cicero pro domo sua. L'area da cui proviene la Terranova ed l sottoscritto, è quella che sosteneva il "nuovo entrismo". "Berlusconi è utile per farci arrivare, poi "contamineremo" finalmente con le nostre tesi". Questo era il succo. Poi, invece, arrivati al dunque, il Fini ed i suoi sodali, non sono stati capaci a farlo. Punto. E va dato atto a Berlusconi, di aver detto a Fini più volte, che nessuno gli aveva chiesto di dichiararsi antifascisti. Che lo ricordi io è quasi paradossale. Ora alla fine di una storia come questa, c'è solo una incontrovertibile verità: il Fini "ha avuto culo", poi si è dimostrato un incapace, dietro gli occhiali il nulla, si diceva tanti anni fa, sotto la poltrona il niente, si dice oggi.

    RispondiElimina
  2. Fini non è mai stato credibile: in primis per le scelte discutibilissime delle consorti sul piano strettamente personale (è valso per Berlusconi, vale anche per Fini) in secondo luogo per le sue spregevolissime scelte politiche dettate da vero opportunismo.La Terranuova se la canta e se la suona da sola per quanto riguarda il resto. Un postulato ideologico irrinunciabile,che di fatto è stata l'anima irriducibile dei migliori settori militanti del MSI rimane l'avversione all'atlantismo USA-Israele. Il suo contrario non poteva che sfociare in Fini.Sediamo in riva al fiume,presto vedremo il suo cadavere passare;spero con Bocchino con Menia, ecc.ecc.

    RispondiElimina
  3. Alcune considerazioni della Terranova possono anche essere condivisibili, per amor del Cielo. La Nostra pero' evade astutamente dalla domanda di fondo: ma per essere antiberlusconiano/a e' proprio necessario stare con Fini, dato che fino a due anni or sono ne era fedele alleato??
    Vuole rimanere coerentemente nazionalpoplare e nello stesso tempo rimanere contro Berlusconi??. Semplicissimo, molto facile ( se si vuole farlo!): esca da Fli e si metta a disposizione di battaglie ideali Destra-sinistra che superino la logica degli schieramenti.
    Ma forse e' ancora troppo sacrificio.........................




    Ago

    RispondiElimina
  4. Fini ... il nostro "Chance giardiniere".

    RispondiElimina
  5. Fini è riuscito nella non facile impresa di strasformare tanti "fascisti" del Msi, in antifascisti di professione e di convenienza,dal 1994 da oggi, ed è colpevole di aver distrutto un mondo che aveva la potenzialità di oltre 3 milioni di elettori.
    Ma dal 1994 fino alla nascita di fli, dove erano i vari Alemanno, La Russa,Gasparri,Matteoli, Storace? Erano sempre pronti a dire signorsi a Gianfranco Fini, a votarlo segretario nazionale, a votare le sue mozioni, da Fiuggi a Verona, per continuare ad avere posizioni di prestigio, da ministro, sottosegretario, sindaco della capitale di Italia. Dalla scissione di futuro e libertà alla scoperta della casa di Montecarlo, questi colonnelli da quattro soldi affermano che fini è un traditore ed è un rinnegato, ma non per aver tradito il fascismo, le sue leggi sociali, la dottrina politica della destra italiana post fascista ma per aver tradito il nano di Arcore, grazie al quale continuano a fare la vita agiata che da venti anni a questa parte, alcuni pure da 30 fanno.
    Fini sarà pure un traditore, ma i colonnelli, i suoi nuovi oppositori di convenienza,sono colpevoli più di lui.
    Mario Migliore

    RispondiElimina
  6. Tanto righe buttate giù per esprimere alla fine il semplice concetto che l'antifascismo è il male (come l'anticomunismo a quanto pare) ma invece l'antiberlusconismo è un ottimo collante che dovrebbe unire tutte le anime della defunta destra nazionale per una catarsi collettiva.

    Oltre che tremendamente incoerente mi sembra perfino un po troppo autoassolutoria come analisi e conclusione.
    Quando si parla dei valori di quel mondo dei "tre milioni di italiani", si parla di ideali eterni...nulla che inizi con un "anti-" o che si macchi di becero attualismo.

    RispondiElimina
  7. Condivido in Toto l'analisi di Mario Migliore: ed anzi vorrei chiedere a quelli de "la Destra" e Fiamma Tricolore oltre che alle varie Santanche', Matteoli e Gasparri di turno .........in quale periodo e in quale governo sono state varate le leggi che consentono tutti questi poteri smisurati ad Equitalia??.......seconda domanda: in quale periodo e sempre puntualmente in quale governo e' stata messa la TASSA di 33 euro per presentore ricorso ( col chiarissimo fine di piegar la testa e Pagare......!) contro una sanzione amministrativa che si ritiene ingiusta??
    Mario Monti e' supino alle direttive degli eurocrati........va bene, lo sappiamo. Quelli che c'erano prima invece no??

    PS:.....ho dimenticato di chiedere chi ha inviato le nostre truppe in Libia, dopo aver baciato le mani (....sei mesi prima.....) ad una certa persona................




    Ago

    RispondiElimina
  8. Un articolo che dice tutto e il suo contrario. fini è morto ma io sto con fini. a parte una vocazione cimiteriale, peraltro mal argomentata, ci leggo poco altro. si, è vero: il cav. ha usato i postfascisti e lo ha fatto senza remore; si è vero che quell'ambiente si è lasciato usare in cambio di poltronaglia varia; si è vero che quell'ambiente non ha mai fatto opposizione quando fini ragliava il suo antifascismo preferendo scambiare il maldipancia con qualche incarico... vero tutto, ma perché dunque stare con fini se fini sublima ognuno di questi difetti, elevandone la potenza per dieci? l'unica risposta è l'antiberlusconismo. ma si può essere antiberlusconi senza essere pro-fini ...anche perché, per quanto il vuoto sia classicamente attraente, di suicidi questo ambiente ne ha consumati troppi. Le cravatte di fini sono metafora fallica: l'ossessione per il loro abbinamento e quel continuo maneggiare il nodo sa tanto di masturbazione...piacere, si, ma effimero e sterile. Finiano.

    RispondiElimina
  9. Che tristezza sta gente, Pro Fini o Pro Berlusconi che siano non sanno uscire dal vicolo cieco del destrismo liberal-nazionale, il bello è che non hanno capito un cazzo di cosa era il Fascismo O FORSE LO HANNO CAPITO FIN TROPPO BENE, la sua essenza anticapitalistica ed antiborghese, il suo essere nazionalista in quanto antiamericano e antiatlantico, il suo socialismo nazionale...Disprezzo le Terranova, gli Alemanno, i Granata...le Perina e i (Filippo) Rossi,i Mellone, i Fini come i Matteoli, i La Russa, i Gasparri come gli Urso e i Ronchi.....MENOMALE che almeno un Pietrangelo BUTTAFUOCO ci è rimasto! Grazie Pietrangelo di ESISTERE! VIVA IL FASCISMO, ABBASSO LA DESTRA!

    Filippo

    RispondiElimina
  10. Poi finiamola di girare intorno al problema: Fini ha dimostrato sia con la prima moglie ma soprattutto con la seconda, che razza di pasta d'uomo è. Capisco che Berlusconi, che ha fatto fortuna con la televisione (dove le super gnocche abbondano da sempre)non ha mai avuto problemi con le donne, ma Fini mi pare evidente che con la gnocca qualche problema lo ha avuto,lo ha e lo avrà in futuro. Un vero uomo politico prima di tutto è un vero uomo. Anche da questo lo si può tranquillamente giudicare per quello che è e che vale.

    RispondiElimina

Powered by Blogger.