Adinolfi replica a Grillo: le stragi le fa il potere per gestire i cambiamenti
di Gabriele Adinolfi
Grillo ha ragione nelle premesse, tranne che in un dettaglio non proprio da
poco.
In qualche modo quel dettaglio è mosso dalla proverbiale mitomania e/o
megalomania propria a tutti coloro che stanno avendo improvvisamente successo e
che credono di essere indispensabili, insostituibili e travolgenti. In qualche
modo predestinati.
Ciò detta suggestioni pericolose che finiscono con
l'inficiare la premessa dell'analisi rafforzando involontariamente l'impianto
stragista/repressivo.
Credo che gli autonomi, il 7 aprile del '79, abbiano
creduto di essere stati oggetto di un contrattacco perché facevano paura, e non
piuttosto, immolati (capro espiatorio preparato da tempo anche grazie ai loro
comportamenti pavloviani) ad un giochino di ristrutturazione. C'è anche chi, tra
i nostri, ha delirato al punto di ritenere che la strage di Bologna fosse stata
commessa dal potere per frenare l'avanzata incontenibile di Terza
Posizione!
Nulla di tutto ciò. Così come i teoremi di comodo del Pci che
hanno fatto dello stragismo un'operazione di contenimento contro il Pci e il
cambiamento sono di parte e oggettivamente sballati, anzi in parte del tutto
rovesciati.
Gli stragisti al potere non hanno affatto paura del cambiamento,
lo stanno compiendo. Va avanti così da quarantatré anni: stanno macellando
società e socialità e togliendo sovranità allo Stato per realizzare una
rivoluzione oligarchica e transnazionale prodotta dall’alto con vari mezzi, tra
i quali il terrore.
Dunque: giusto l'allarme di Grillo ma sbagliati i motivi
dell'allarme. E quando si sbagliano i motivi dell'allarme si finisce sempre con
l'aiutare - senza volerlo - gli assassini.
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