#Stragi #fasciste: Smerilli ci racconta qualche storia di Ordine nero in Abruzzo
Alessandro Smerilli รจ un "vecchio compagno" abruzzese, protagonista dell'esperienza di controinformazione nei ranghi di Lotta Continua. In qualche occasione รจ intervenuto direttamente sul blog (ad esempio sul caso Sofri-Campanile). In questo caso commenta su una pagina facebook, in cui avevo postato l'intervento di Staiti, offrendoci un contributo memorialistico di notevole rilievo sulle attivitร di Ordine nero in Abruzzo ...
di Alessandro Smerilli
Intervengo per fatto personale. Intanto riporto due brani della sentenza Zorzi (Gianpaolo ovviamente), per chi si fosse commosso delle rimostranze di Murelli, sicuramente degne di una miglior causa.
โRognoni (lo si รจ visto) รจ stato il leader del gruppo ordinovista "La Fenice", responsabile per sua stessa ammissione ("Fu una decisione presa nell'ambito della Fenice": Fald. D13", f. 566) dell'attentato (quaIificato come strage) del 7.4,73 al treno Torino-Roma: leader e massimo responsabile dunque di un gruppo di stragisti (se quell'ordigno fosse esploso - come programmato - sotto una delle gallerie del tratto ligure del percorso del treno, si sarebbe verificata una strage immane, come precisato a chiare lettere nella sentenza 25.6.74 della Corte d'Assise di Genova); gruppo cui - fra gli altri - aderirono o attorno al quale gravitarono personaggi quali Battiston Pietro (giร menzionato per l'esplosivo trovato il 14.12.73 nel garage "San Remo"), Azzi Nico, ovviamente (l'attentatore del 7.4.73), Marzorati Mauro, De Min Francesco (implicati anch'essi nell'attentato), Di Giovanni Mario (arrestato con Zani a Casciago il 27.10.74 con 3Kg. di dinimon), Ferri Cesare (quello dell'attentato al P.S.l. di via Crescenzago del 3.3.73), De Amici Marco e Pagliai Pierluigi (quelli dell'esplosivo di Parma finito chissร dove), Ferrari Silvio (quello dell' "incidente sul lavoro" di Piazza del Mercato).โ
oltre a Murelli anche Esposti era un tipo lamentoso, infatti Zorzi parla delle
โ... lagnanze espresse da Giancarlo Esposti in ordine all'imperizia manifestata da Beppe Ortenzi nel maneggio degli esplosivi, ed in particolare in occasione di un fallito attentato ferroviario (trattasi della mancata strage di Silvi Marina [vicino Pescara, ndr] del 29.1.74, la prima delle programmate quattro stragi di quell'anno cruciale), episodio che - secondo il racconto dell'Esposti, riferito separatamente dalle due fonti, ma anche secondo le risultanze obiettive agli atti: v. Fald. "O"-1 - vide l'impiego di un fustino di Dixan quale contenitore della carica esplosiva (del peso di oltre dieci chili); il progetto dell'Esposti - che ritroviamo in termini straordinariamente uniformi nelle parole del Viccei (Fald. "D/2", f.1259) e del Danieletti (Fald. "D/2", ff.1238-39) - avente ad oggetto un attentato da eseguire in due tempi, ma in rapida successione (facendo un primo botto di modesta entitร , tale perรฒ da richiamare sul posto le Forze dell `Ordine e gli artificieri; e facendo poi esplodere, a quel punto, con un congegno a tempo o un telecomando, un secondo e ben piรน potente ordigno). E sempre a titolo d'esempio, vaI la pena di ricordare - da ultimo - che il Viccei ebbe a dichiarare (v. interr. 3.10.85, Fald. "D/2", f. 1136) di avere appreso (da discorsi dell'Esposti, del Marini e dell'Ortenzi) di ripetute sortite in quel di Ascoli da parte di Angelo Angeli (noto come il "bombardiere nero", condannato unitamente all'Esposti e ad altri per gli attentati S.A.M. del 1972 a Milano, e che -guarda caso - di almeno una di tali sortite vi รจ traccia obiettiva in una segnalazione in data 1.6.1973 della Questura di Ascoli a quella di Milano (v. ordin.-sent. G.l. Teramo cit., pag. 15).โ
Da un anno prima del fatidico 1974, Ferri (e Zani) frequentavano sia pure in incognito quella zona del centro sud. Zani una volta riportรฒ in treno da Lanciano a Milano due valigie piene di esplosivo Anfo. Casualmente, nel febbraio 1973, in concomitanza con lโarrivo di Ferri da Milano, la sede di Lotta Continua di Lanciano fu devastata da una bomba ad alto potenziale. Per fortuna era notte, non cโera nessuno e non ci furono vittime. Vennero gli avvocati Giuliano Spazzali e Sandro Canestrini (lโamico di Mauro Rostagno) che si trovavano a Pescara per un processo. Spazzali raccolse i frammenti della bomba, stilรฒ una perizia e la consegnรฒ in commissariato. Probabilmente lโhanno buttata nel cesso non appena ci hanno visto uscire. Sempre per caso qualche giorno dopo, nella tarda serata del 17 febbraio , Ferri e altri mi aspettarono allโuscita di un cinema. Scampai per un pelo e riuscii a far arrestare uno della banda, sprovvisto di documenti che fu trattenuto in caserma e interrogato dai carabinieri che quindi ebbero contezza della presenza di Ferri. Il giorno dopo in pieno giorno fui aggredito da Ferri e altri, ne scaturรฌ un parapiglia al termine del quale 13 persone furono denunciate per rissa e dopo qualche anno condannate, tra i quali ovviamente Ferri e io.
Adesso Ferri fa il filosofo.Su consiglio di Michele Bontempi ho visto su youtube la registrazione di una recente presentazione a Pescara di un suo libro, ospite dellโorganizzazione casaPound. Ha citato Nietzsche, Cioran e il mistico Milarepa. Ha detto anche che se una donna decide di lasciare un uomo lo fa. Insomma un vero filosofo. La parte piรน interessante della discussione รจ comunque scaturita dallโintervento del responsabile regionale della cultura di casaPound , un certo Di Cuollo mi pare, che lo ha presentato con queste parole (testuali) ยซ..il nulla รจ quello che in un certo modo riassume poi la tematica portante di tutta la sua produzione letterariaยป. Una tematica portante senzโaltro interessante anche se un poโ eterea.
di Alessandro Smerilli
Intervengo per fatto personale. Intanto riporto due brani della sentenza Zorzi (Gianpaolo ovviamente), per chi si fosse commosso delle rimostranze di Murelli, sicuramente degne di una miglior causa.
โRognoni (lo si รจ visto) รจ stato il leader del gruppo ordinovista "La Fenice", responsabile per sua stessa ammissione ("Fu una decisione presa nell'ambito della Fenice": Fald. D13", f. 566) dell'attentato (quaIificato come strage) del 7.4,73 al treno Torino-Roma: leader e massimo responsabile dunque di un gruppo di stragisti (se quell'ordigno fosse esploso - come programmato - sotto una delle gallerie del tratto ligure del percorso del treno, si sarebbe verificata una strage immane, come precisato a chiare lettere nella sentenza 25.6.74 della Corte d'Assise di Genova); gruppo cui - fra gli altri - aderirono o attorno al quale gravitarono personaggi quali Battiston Pietro (giร menzionato per l'esplosivo trovato il 14.12.73 nel garage "San Remo"), Azzi Nico, ovviamente (l'attentatore del 7.4.73), Marzorati Mauro, De Min Francesco (implicati anch'essi nell'attentato), Di Giovanni Mario (arrestato con Zani a Casciago il 27.10.74 con 3Kg. di dinimon), Ferri Cesare (quello dell'attentato al P.S.l. di via Crescenzago del 3.3.73), De Amici Marco e Pagliai Pierluigi (quelli dell'esplosivo di Parma finito chissร dove), Ferrari Silvio (quello dell' "incidente sul lavoro" di Piazza del Mercato).โ
oltre a Murelli anche Esposti era un tipo lamentoso, infatti Zorzi parla delle
โ... lagnanze espresse da Giancarlo Esposti in ordine all'imperizia manifestata da Beppe Ortenzi nel maneggio degli esplosivi, ed in particolare in occasione di un fallito attentato ferroviario (trattasi della mancata strage di Silvi Marina [vicino Pescara, ndr] del 29.1.74, la prima delle programmate quattro stragi di quell'anno cruciale), episodio che - secondo il racconto dell'Esposti, riferito separatamente dalle due fonti, ma anche secondo le risultanze obiettive agli atti: v. Fald. "O"-1 - vide l'impiego di un fustino di Dixan quale contenitore della carica esplosiva (del peso di oltre dieci chili); il progetto dell'Esposti - che ritroviamo in termini straordinariamente uniformi nelle parole del Viccei (Fald. "D/2", f.1259) e del Danieletti (Fald. "D/2", ff.1238-39) - avente ad oggetto un attentato da eseguire in due tempi, ma in rapida successione (facendo un primo botto di modesta entitร , tale perรฒ da richiamare sul posto le Forze dell `Ordine e gli artificieri; e facendo poi esplodere, a quel punto, con un congegno a tempo o un telecomando, un secondo e ben piรน potente ordigno). E sempre a titolo d'esempio, vaI la pena di ricordare - da ultimo - che il Viccei ebbe a dichiarare (v. interr. 3.10.85, Fald. "D/2", f. 1136) di avere appreso (da discorsi dell'Esposti, del Marini e dell'Ortenzi) di ripetute sortite in quel di Ascoli da parte di Angelo Angeli (noto come il "bombardiere nero", condannato unitamente all'Esposti e ad altri per gli attentati S.A.M. del 1972 a Milano, e che -guarda caso - di almeno una di tali sortite vi รจ traccia obiettiva in una segnalazione in data 1.6.1973 della Questura di Ascoli a quella di Milano (v. ordin.-sent. G.l. Teramo cit., pag. 15).โ
Da un anno prima del fatidico 1974, Ferri (e Zani) frequentavano sia pure in incognito quella zona del centro sud. Zani una volta riportรฒ in treno da Lanciano a Milano due valigie piene di esplosivo Anfo. Casualmente, nel febbraio 1973, in concomitanza con lโarrivo di Ferri da Milano, la sede di Lotta Continua di Lanciano fu devastata da una bomba ad alto potenziale. Per fortuna era notte, non cโera nessuno e non ci furono vittime. Vennero gli avvocati Giuliano Spazzali e Sandro Canestrini (lโamico di Mauro Rostagno) che si trovavano a Pescara per un processo. Spazzali raccolse i frammenti della bomba, stilรฒ una perizia e la consegnรฒ in commissariato. Probabilmente lโhanno buttata nel cesso non appena ci hanno visto uscire. Sempre per caso qualche giorno dopo, nella tarda serata del 17 febbraio , Ferri e altri mi aspettarono allโuscita di un cinema. Scampai per un pelo e riuscii a far arrestare uno della banda, sprovvisto di documenti che fu trattenuto in caserma e interrogato dai carabinieri che quindi ebbero contezza della presenza di Ferri. Il giorno dopo in pieno giorno fui aggredito da Ferri e altri, ne scaturรฌ un parapiglia al termine del quale 13 persone furono denunciate per rissa e dopo qualche anno condannate, tra i quali ovviamente Ferri e io.
Adesso Ferri fa il filosofo.Su consiglio di Michele Bontempi ho visto su youtube la registrazione di una recente presentazione a Pescara di un suo libro, ospite dellโorganizzazione casaPound. Ha citato Nietzsche, Cioran e il mistico Milarepa. Ha detto anche che se una donna decide di lasciare un uomo lo fa. Insomma un vero filosofo. La parte piรน interessante della discussione รจ comunque scaturita dallโintervento del responsabile regionale della cultura di casaPound , un certo Di Cuollo mi pare, che lo ha presentato con queste parole (testuali) ยซ..il nulla รจ quello che in un certo modo riassume poi la tematica portante di tutta la sua produzione letterariaยป. Una tematica portante senzโaltro interessante anche se un poโ eterea.
Secondo me in questo articolo si fa un gran mischione tra atti di violenza politica e atti di stragismo, in cui si legge anche un certo risentimento nei confronti di ferri.
RispondiEliminaDetto questo non si puรฒ non quotare il ribadire con fermezza che che ne dica Murelli( che di Azzi era uno stretto camerata ) l'attentato del 7.4,73 non era un operazione dilettantesca compiuta con poco piรน che un petardo ma UN TENTATIVO DI STRAGE CHE POTEVA AVERE COME CONCLUSIONE LA MORTE DI NUMEROSI INNOCENTI.
e' verissimo.....Sono vere le entrambe le cose: una certa faziosita' e partigianeria a senso unico dello Smerilli e il tentativo di sminuire l'attentato di certi personaggi d'area che a volte inventandosi altre renterpretando a loro modo dei fatti OGGETTIVI e facilmente dimostrabili, si atteggiano a luminari onniscenti. E questo per una difesa fuori luogo e fuori tempo massimo di certi personaggi che a mio modo di vedere e' anche molto discutibile .
RispondiEliminaAgo
Scusate, a prescindere dal calderone nel quale Smerilli inserisce atti di violenza politica e stragismo rimane un dato di fatto: l'area politica, quella prettamente militante, che gravitava intorno non solo alla Fenice ma anche a San Babila non era un gruppo di "innocui bombaroli" (sic) ma era speculare a trame di carattere stragista. L'esempio di Nico Azzi parla chiaro,era un tentativo di strage e non un atto dimostrativo come qualcuno vorrebbe far credere. Del resto l'articolo di Staiti ha dato fuoco alla coda di paglia di molti anche se tale indignazione poteva esprimerla all'epoca e non rimanere in silenzio. Senza contare che il mancato stragista Azzi al suo funerale venne anche omaggiato da La Russa e non solo lui con una scena a dir poco indegna.
RispondiElimina"Adesso Ferri fa il filosofo.Su consiglio di Michele Bontempi ho visto su youtube la registrazione di una recente presentazione a Pescara di un suo libro, ospite dellโorganizzazione casaPound. Ha citato Nietzsche, Cioran e il mistico Milarepa. Ha detto anche che se una donna decide di lasciare un uomo lo fa. Insomma un vero filosofo."
RispondiEliminaBeh te credo che Ferri filosofeggia sul rapporto uomo-donna, il fatto di essere stato condannato grazie alla testimonianza della sua fidanzata deve essergli rimasto al dito.
I fatti non stanno cosรฌ. Ferri รจ stato assolto e risarcito...
RispondiEliminaA dire il vero Ferri รจ stato tirato in ballo per episodi esplosivi piรน volte dalle "sue" donne.
RispondiEliminaLa Marilisa Macchi per la strage di Brescia, la Rita Ambiveri per l'attentato al P.S.I. di Crescenzago, per cui Ferri รจ stato condannato.
Insomma se le sceglie male oppure deve essere proprio un pessimo amante.
Posso sbagliarmi ma all'atto della condanna per il Fronte nazionale Ferri risulta incensurato (era stato assolto anche per Ordine nero: a torto, a prendere per buone le tardive rivelazioni di Zani)
RispondiEliminapagina 54 e 92 da
RispondiEliminahttp://www.scribd.com/doc/79469031/SENTENZA-ORDINANZA-di-Guido-Salvini-del-1995-sull-eversione-stragista-degli-anni-70