Galmozzi: ma la Resistenza fu un fenomeno di piccole bande
Una riflessione disincantata sul mito della Liberazione scritto da uno che il suo personale tributo alla pratica dell'antifascismo militante l'ha pagato. E che, intervenendo a caldo sulle polemiche innescate dal suo intervento rilancia con una chicca preziosa:
di Enrico Galmozzi
Passata la Festa si può provare a tenere separati le passioni e i movimenti del cuore dalla ragione storica e politica. Non dirò nulla di stravagante, solo cose che tutti sanno ma nessuno dice perchè in Italia la sinistra, TUTTA la sinistra, da Bersani ai giovanotti del più incazzato dei centri sociali, è stata forgiata dalla scuola e dalla mentalità togliattina secondo i cui dettami non si dice mai la verità ma solo quello che è “utile alla causa” cioè alla linea del Partito.....)
1) Il nazi-fascismo è stato sconfitto dall’esercito e dal popolo sovietico con il decisivo contributo degli anglo.americani. Solamente in Yugoslavia la Resistenza ha avuto un ruolo militare significartivo e infatti gli yugoslavi si sono liberati da soli. In Italia la Resistenza armata fu un fenomeno di elites.A chiunque interessi può facilmente consultare i ruolini delle bande armate dai quali si rileva la reale consistenza (poche centinaia di uomini) delle bande stesse. Va poi detto che esiste un ulteriore scarto fra gli effettivi nominali delle bande e i combattenti. Primo perchè numerose bande erano attestate sulle posizioni cosiddette “Attendiste”, secondo perchè fino a quando gli inglesi non si decisero a effettuare i lanci anche nelle bande che avrebbero voluto combattere c’erano più uomini che armi. Le bande partigiane si ingrossarono negli ultimi mesi sostanzialmente per via di quanti evadevano i bandi di arruolamento della RSI oltre che per evidenti fenomeni di trasformismo di massa....
2) Il mito di una Resistenza Rossa, e quindi di una Resistenza tradita, è stato inventato dal movimento studentesco della statale di Milano e successivamente alimentato soprattutto da Lotta Continua. All’interno della resistenza il PCI non ha mai assunto posizioni rivoluzionarie e di classe e in ogni caso l’egemonia politiaca e culturale all’interno della resistenza era appannaggio di Giustizia e Libertà, cioè un movimento “gran borghese”.
3) La resistenza si è risolata in una gigantesca immissione delle masse popolari nel tessuto istituzionale democrtico borghese. Per altro con evidenti limiti anche a questo livello per via della mancata epurazione (su questa e sul ruolo di Togliatti e del PCI ci sarebbe molto da scrivere...) e quindi del fatto che tutto l’apparato di stato (prefetti, questori, commissari ecc ecc rimase quello precedente. Con i risultati che poi si sono visti: tutta la storia dell’Italia democratica è una storia di stragi di operai e contadini, di repressione e migliaia di anni di carcere. Gli unici spazi di libertà in Italia si sono aperti a partire dai cicli di lotta del ’68 e degli anni ’70. Per il resto anche sul piano general generico culturale c’era più libertà nei GUF (non a caso tutto il gruppo dirigente comunista si è formato nei GUF...) che nell’Italia democratica democristiana o del compromesso storico.
4) Con tutto il rispetto per i pochi che hanno combattuto e ci hanno creduto in buonafede, dal punto di vista di classe e popolare non vi è stata alcuna “liberazione”
5) Da Lotta Continua in poi l’antifascismo è stato usato dalla sinistra rivoluzionaria come grimaldello, sostanzialmente per immettere nel dibattito e nella pratica politica la questione della violenza e dell’armamento applicandola a un contesto che si supponesse consentire un elevato grado di legittimazione sociale...la cosa non ha mai funzionato...e continuare oggi a riproporla rappresenta un clamoroso sviamento degli obiettivi e dei contenuti necessari oggi.
1) Il nazi-fascismo è stato sconfitto dall’esercito e dal popolo sovietico con il decisivo contributo degli anglo.americani. Solamente in Yugoslavia la Resistenza ha avuto un ruolo militare significartivo e infatti gli yugoslavi si sono liberati da soli. In Italia la Resistenza armata fu un fenomeno di elites.A chiunque interessi può facilmente consultare i ruolini delle bande armate dai quali si rileva la reale consistenza (poche centinaia di uomini) delle bande stesse. Va poi detto che esiste un ulteriore scarto fra gli effettivi nominali delle bande e i combattenti. Primo perchè numerose bande erano attestate sulle posizioni cosiddette “Attendiste”, secondo perchè fino a quando gli inglesi non si decisero a effettuare i lanci anche nelle bande che avrebbero voluto combattere c’erano più uomini che armi. Le bande partigiane si ingrossarono negli ultimi mesi sostanzialmente per via di quanti evadevano i bandi di arruolamento della RSI oltre che per evidenti fenomeni di trasformismo di massa....
2) Il mito di una Resistenza Rossa, e quindi di una Resistenza tradita, è stato inventato dal movimento studentesco della statale di Milano e successivamente alimentato soprattutto da Lotta Continua. All’interno della resistenza il PCI non ha mai assunto posizioni rivoluzionarie e di classe e in ogni caso l’egemonia politiaca e culturale all’interno della resistenza era appannaggio di Giustizia e Libertà, cioè un movimento “gran borghese”.
3) La resistenza si è risolata in una gigantesca immissione delle masse popolari nel tessuto istituzionale democrtico borghese. Per altro con evidenti limiti anche a questo livello per via della mancata epurazione (su questa e sul ruolo di Togliatti e del PCI ci sarebbe molto da scrivere...) e quindi del fatto che tutto l’apparato di stato (prefetti, questori, commissari ecc ecc rimase quello precedente. Con i risultati che poi si sono visti: tutta la storia dell’Italia democratica è una storia di stragi di operai e contadini, di repressione e migliaia di anni di carcere. Gli unici spazi di libertà in Italia si sono aperti a partire dai cicli di lotta del ’68 e degli anni ’70. Per il resto anche sul piano general generico culturale c’era più libertà nei GUF (non a caso tutto il gruppo dirigente comunista si è formato nei GUF...) che nell’Italia democratica democristiana o del compromesso storico.
4) Con tutto il rispetto per i pochi che hanno combattuto e ci hanno creduto in buonafede, dal punto di vista di classe e popolare non vi è stata alcuna “liberazione”
5) Da Lotta Continua in poi l’antifascismo è stato usato dalla sinistra rivoluzionaria come grimaldello, sostanzialmente per immettere nel dibattito e nella pratica politica la questione della violenza e dell’armamento applicandola a un contesto che si supponesse consentire un elevato grado di legittimazione sociale...la cosa non ha mai funzionato...e continuare oggi a riproporla rappresenta un clamoroso sviamento degli obiettivi e dei contenuti necessari oggi.
si potrebbe avere l'indirizzo della fonte?
RispondiEliminaGrazie
Mi dispiace ma sul punto 5 non ci siamo proprio.
RispondiEliminaL'antifascismo militante fu una triste necessità dovuta alle varie aggressioni fasciste dall'assalto di Almirante all'università di Roma in poi. Perfino i bordighisti dovettero difendersi a colpi di chiave inglese dai fascisti.
A riprova di ciò lo stesso Galmozzi e compagni giustiziarono quel cane bastardo di Pedenovi non in quanto fascista ma in quanto responsabile organizzativo delle varie squadracce del MSI responsabili di numerosi e gravi attacchi contro i compagni.
Semplice, preciso, lineare e di grande spessore storiografico.
RispondiEliminaSe la ricostruzione della guerra civile in Italia fosse stata fatta con questa onestà intellettuale , forse non avremo avuto neanche un neo-fascismo, chè si è nutrito a sua volta di una contro-mitologia della sconfitta, per opporsi alla storiografia delle frottole costruita argutamente dai " soliti " vincitori ...
Saremmo andati tutti ben oltre ....
Complimenti per l'intrevento.
Infatti aut, il problema non e' sulla pratica Dell antifascismo militante, che io stesso ho fatto per anni per esigenze prevalentemente difensive - il mio liceo era a duecento metri dalla federazione missina - ma sull uso politico che pci e gruppi di destra della sinistra rivoluzionaria come il ms-mls ne hanno fatto
RispondiEliminaBentornato francesco
RispondiEliminaGrazie Ugo, è un po' che manco e faccio silenzio,
RispondiEliminaper problemi di vita ordinaria.
A volte il silenzio pero' aiuta a capire gli altri e anche te stesso.
Un caro saluto.
Sempre ottimo Galmozzi.
RispondiEliminaE, come (quasi) sempre, concordo con Francesco Mancinelli.
(ma la storia degli internati militari italiani?)
RispondiEliminaaut ... il tuo intervento è gradevole come una scarica di diarrea
RispondiEliminaappartenendo tu alla schiatta degli infelici inferiori, probabilmente l'augurio ti ...eppure l'auspicio è che il "cane bastardo"al momento opportuno ti riconosca.
è sempre la solita storia, incendiari da giovani, pompieri da vecchi... prima antifascisti esasperati e sfegatati perchè il pci non lo era abbastanza e ora anti-antifascista perchè l'antifascismo in fondo era solo una favoletta? mah!
RispondiEliminaLa fonte è verosimilmente la bacheca di Murelli, sulla quale noto invece non ci sia nessun post dedicato alle iniziative per Carlo, Sergio ed Enrico.
RispondiEliminaE poi ci sono i maligni che parlano di "intelligenza con il nemico" ....
la fonte è la bacheca facebook di galmozzi. non coltivate il pensiero paranoico
RispondiEliminaPoche nozioni, per giunta maldigerite, apprese dal falso revisionismo, quello che va sotto il nome di "giampaolopansismo".
RispondiEliminahttp://andreacarancini.blogspot.it/2012/04/veri-e-falsi-revisionismi.html
RispondiEliminahttp://andreacarancini.blogspot.it/2010/04/resistenza-e-revisionismo-qualche.html
RispondiEliminaper l'ANONIMO di giovedì 26 aprile 20:27:00
RispondiElimina----------------------------------------------
Certo l' "intelligenza con il nemico" non potrà mai essere un'accusa a Suo carico.
Anonimo: io mi firmo sempre con nome e cognome, se hai qualche rimostranza da farmi, fammela con il tuo nome e cognome e porta avanti il tuo glorioso curriculum viate. Il mio è pubblico e credo di non avere proprio nulla di cui vergognarmi.
RispondiElimina@Andrea Carancini
RispondiEliminaD'accordo con te, ma, di necessità, bisogna accontentarsi, in quanto non è in gioco l'avvenire della storiografia italiana, ma solamente il riemergere dell'onestà intellettuale individuale, che, come l'olio, se non è compressa, galleggia: dal galleggiare a poter prendere il mare, ce ne passa... ma questo è un altro discorso, che, peraltro, vale per tutti: di destra e di sinistra.
Chi va con lo storpio inizia a zoppicare.
RispondiEliminaOggi si leggono Galmozzi e domani vuoi vedere che finiscono come quelli di comunitarismo arrestati per attacchi antifascisti....
Il post di Enrico, come spesso succede è molto interessante, come anche le risposte e le puntualizzazioni di altri :) dunque seguendo il suo ordine:
RispondiElimina1) è innegabile che i partigiani di moltiplicarono verso la fine della guerra, come vent'anni prima si erano moltiplicati i fascisti all'indomani della marcia su Roma, del resto come diceva Longanesi mi pare "gli italiani corrono sempre in soccorso del vincitore", ma ciò non toglie che la guerra civile fu spietata e che le bande in montagna ed in città provocarono non pochi danni al nemico, anche solo occupandolo nei rastrellamenti...cmq se furono solo poche centinaia come mai i fucilati da fascisti o tedeschi furono qualche migliaio? non dimentichiamo poi alcuni episodi come le repubbliche partigiane che non furono opera di quattro gatti, che non durarono a lungo per la scelta di inglesi e americani di lasciarle sole e non paracadutare aiuti e armi, visto che temevano la presenza comunista nella resistenza, il generale Alexander nel dicembre del 1944 invitò i partigiani ad interrompere l'attività ed aspettare l'arrivo degli alleati. 2) il mito risale a prima del 68 e ad altri settori, come Calamandrei,la volante rossa, ecc. gruppi molto minoritari dal momento che il PCI aveva fatto altre scelte in linea con quanto deciso a Yalta e con l'intenzione di evitare una guerra civile come successe in Grecia nel 1944...nel momento in cui va in crisi l'egemonia del PCI, una parte del movimento del 68 riscopre il mito e su questo sono d'accordo con te, però più che di egemonia di GL io parlerei di egemonia culturale di un PCI che non ha alcuna intenzione di fare la rivoluzione e si scopre nei fatti socialdemocratico 3)questo è vero, come è anche vero che la vera epurazione non toccò la burocrazia che aveva lavorato sotto il fascismo, ma quelli di sinistra che erano entrati in polizia e amministrazione pubblica dopo la guerra e che a partire dal 1947 ne vennero buttati fuori per fare spazio a democristiani ed ex fascisti riciclati 4)su questo sono d'accordo con te 5)la pratica della violenza, secondo me ha un altro perchè: all'inizio è autodifesa contro le violenze ed i massacri di scioperanti e contadini fatti da polizia e carabinieri negli anni 50. Le aggressioni dei fascisti c'erano ma in alcune parti d'Italia, non ovunque nello stesso modo....che poi dagli anni 70 in poi sia diventato un alibi posso essere d'accordo e che riproporlo adesso sia una stupidaggine io lo dico da anni. L'antifascismo di adesso per me è il mito incapacitante della sinistra.
errata corrige lotta studentesca non blocco studentesco
RispondiEliminaUMT ti dispiacerebbe correggere l'errore grossolano commesso nell'articolo?? l'azione contro Bottazzi è stata fatta da Lotta Studentesca!
RispondiEliminaLe tesi di Galmozzi non sono una novità in parte bordighiste e in parte derivate dalle risposte dei sostenitori delle guerriglia diffusa a chi li accusava di essere un fenomeno minoritario, portando la Resistenza come esempio di lotta armata di massa.
RispondiEliminaVenendo al punto 5 l'unica questione realmente interessante posta da Galmozzi è quella se la pratica dell'antifascismo militante negli anni 70 dasse o no un elevato grado di legittimazione sociale. Purtroppo Galmozzi non argomenta questo punto.
Però cosi a priori mi sembra una affermazione contrastata dalla realtà dei fatti, ovvero come affermato da alcuni e confermato in parte da Tassinari l'antifascismo militante era condizione sine qua non per fare politica nei quartieri e nelle scuole.
Di conseguenza chi ti levava di torno i fascisti da bar, il cui unico scopo nella vita era romperti il cazzo perchè tu eri di sinistra, automaticamente era legittimato socialmente.
Se non ci fosse stata una necessità reale della pratica antifascista dubito che ms-mls sarebbero stati tollerati a lungo, cosi come oggi non si scriverebbero libri sulla Banda Bellini, militanti di cuore ma non certo quadri politici raffinati.