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Cuori rossi vs cuori neri: 50 anni di criminalità politica in Italia

(umt) "Cuori rossi contro cuori neri" è il titolo ruffiano che si è inventato l'ufficio marketing della Newton Compton per mettere a frutto il boom editoriale dell'opera di Telese e che già aveva sfruttato per i "Cuori rossi" raccontati da Cristiano Armati. Il libro però ha più serie ambizioni: raccontare cinquant'anni di storia (segreta) della criminalità politica in Italia, dal Gobbo del Quarticciolo alla banda della Magliana, passando per Montelepre e le Brigate Rosse, la strategia della tensione e la guerriglia nera. Quanto agli autori, provengono entrambi da una militanza nella destra radicale: con uno, in particolare, Paolo Sidoni, ai tempi del forum di Pol, abbiamo avuto una aspra querelle, intorno ai "fascisti proletari" di Prati. Nella sostanza aveva ragione lui, ma abbiamo avuto modo di chiarirci. Per ora vi propongo la scheda editoriale pubblicata da Rinascita. Poi toccherà ritornare sull'opera. 

La storia della criminalità politica nell’Italia dal 1944 e nel dopoguerra. Dal bandito Giuliano alle Brigate rosse, passando per le vicende di Giangiacomo Feltrinelli e dei Nuclei armati rivoluzionari, al sequestro Moro, ricostruendo i più recenti e attuali sviluppi dell’estremismo, gli autori ripercorrono gli ultimi settant’anni di storia italiana, alla ricerca delle matrici ideologiche, politiche e culturali che hanno ispirato le bande armate rosse e nere. Un tentativo di rispondere ad alcuni inquietanti interrogativi ancora aperti: come è possibile che la passione politica degeneri in violenza aperta? Chi sono i personaggi che hanno animato le realtà sovversive? Chi, all’interno delle istituzioni, li ha appoggiati o ha taciuto?
Cinque, in particolare, gli argomenti sviluppati.
1) Sicilia anno zero - Banditi con falce e martello - La banda Rizzo-Avila - La prima strage della Repubblica - L’altro grande mistero: Portella della Ginestra - Chi era veramente Salvatore Giuliano?
2) A sud della Gotica - Napoli: una città allo sbando - Il “metodo” americano - Il ritorno della camorra - I cani sciolti.
3) Salvarezza, il Gobbo e le trame occulte nella Roma del 1944 - Storia di un baro - La destra si tinge di rosso - La banda del Gobbo - La strategia del terrore - L’anima nera del Guercio - La resa dei conti.
4) La strategia della tensione - Trento, laboratorio della lotta armata - Il caso Dotti - Le Brigate rosse - La morte di Feltrinelli - Il ritorno di Moretti - Gli “anarchici” - I Nuclei armati proletari - Il neofascismo - Il “golpe bianco” del MAR.
5) Gli anni di piombo - Movimento ’77 - Uccidete Moro - Intellettuali di piombo - Spontaneismo armato - La seconda ondata nera - Senzani, tra BR e servizi - I neri e la Magliana.

Paolo Sidoni è nato a Verona nel 1962. Documentarista e ricercatore storico, ha collaborato con l’Istituto Luce e con l’Istituto Studi Storici Europei. Ha organizzato eventi e convegni sulla storia moderna e contemporanea, e collabora con il quotidiano «Rinascita», i mensili «BBC History Italia», «Storia in Rete», «Storia del Novecento», «Area» e il bimestrale «Storia Verità».
Paolo Zanetov, nato a Roma nel 1949, laureato in lettere con una tesi sul brigantaggio politico post-unitario, continua a interessarsi al rapporto tra politica e criminalità. Già membro del consiglio di indirizzo dell’Istituto Studi Storici Europei, coordina attualmente l’osservatorio sul federalismo nazionale della Fondazione Ugo Spirito-Renzo De Felice; è presidente del Centro Studi sul brigantaggio e consulente dell’Istituto Luce, per cui ha prodotto numerosi documentari.

4 commenti:

  1. Mi dispiace ma è il titolo più brutto non solo ruffiano ma errato a livello storico, daltronde da Newton Compton ce lo si può aspettare, ricordo certe traduzioni... In compenso si narra che li si respiri meno un clima di conformismo politicamente corretto, mi ricordo una raccolta di poesie di BLAKE con dedica alla Mantini dei Nap.... In ogni caso sarà meglio del libro di Telese, che non è ne un militante ne uno studioso ma un mercenario.
    Invece se non sbaglio la querelle riguardava il fatto che nel tuo libro le fonti orali erano prevalentemente di TP e Sidoni imputava a ciò una descrizione distorta della realtà di prati, giusto o sbaglio?
    Se è cosi nella sostanza mi sembrava avesse ragione anche se la sua visione di prati di contro mi sembrava spingesse troppo dall altra parte finendo nell'apologia-agiografia. Però è passato tempo, quindi prendi le mie considerazioni con beneficio di inventario perchè non vorrei confondere le varie discussioni sul tuo libro tra di loro.

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  2. Non esattamente ma sostanzialmente sì: la mancanza di fonti dirette (abbondanti invece sul fronte Nar-Tp) fa sì che io usi solo fonti giornalistiche e giudiziarie, con oggettivi effetti di "maltrattamento" per i "prataioli". Che poi lui ricostruisse la sua storia in toni agiografici, beh, mi pare il minimo. Ne ho viste e sentite di peggiori...

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  3. beh, sono chiamato direttamente in causa ergo faccio il mio intervento.
    sulla questione del titolo, da contratto gli autori non possono pretendere nulla in merito a questo, alla grafica di copertina e al prezzo di vendita. neanche ai big della scrittura viene concessa una tale libertà. in compenso, l'editore ci ha lasciato completa mano libera per i contenuti, cosa dal mio punto di vista essenziale.
    però, caro ugo, invece di una recensione del titolo e qualche nota di colore sugli scrittori, avrebbe maggior senso la critica dei contenuti che, qualunque essa sia, aspetto con interesse. insomma: se al momento non si ha nulla di sostanziale da dire su un libro, non c'è l'obbligo di scriverne.
    sull'antica querelle, essendoci chiariti, non credo sia necessario tornare. a parte che mai ho ricostruito la mia piccola storia in toni agiografici. semplicemente non ho mai ricostruito le mie vicende, che sono poco interessanti, ininfluenti nella storia degli anni di piombo e, tutto sommato, faccende personali che mai metterò in piazza. la stessa linea ho seguito in questo lavoro, cercando - spero con successo - di rimanere distaccato quanto più possibile dagli argomenti trattati. anche se la simpatia nei confronti dei "banditi-ribelli" che mettono in gioco la propria vita per un sogno - da salvatore giuliano ai brigatisti rossi - credo traspaia, senza comunque fare sconti a nessuno.
    un saluto.
    paolo sidoni

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  4. Paolo, ho chiarito che era solo uno strillo, con l'impegno di ritornarci. La successiva pubblicazione dell'entusiastica recensione di Adinolfi non mi esonera. Semplicemente vivo e lavoro in provincia dove le librerie sono rade e mal rifornite. Rimedierò presto...

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