#Articolo18: campagna di #CasaPound con striscioni in cinquanta città
Dalla Fiat di Torino alla Fincantieri di Palermo, passando per la Zuegg di Verona e l’Ansaldo Breda di Pistoia, striscioni contro la ‘’cura Monti’’ e la riforma dell’articolo 18, ‘’che punta a ridurre i lavoratori in schiavitù’’ sono comparsi nella notte in una cinquantina di città italiane. A rivendicare la protesta Blu, Blocco lavoratori unitario, il sindacato nato in seno a CasaPound Italia, che aveva già messo a segno azioni contro i licenziamenti dell’azienda di autotrasporto trentina Arcese e della Omfesa, le Officine meccaniche ferroviarie del Salento.
‘’Art. 18: lavoratori licenziati, mercati deliziati’’, ‘’Art. 18: lavoratori pezzenti, mercati contenti’’, ‘’Art. 18: lavoratore disperato, mercato rassicurato’’, ‘’Art. 18: lavoratore schiavo, spread in calo’’ sono i messaggi lanciati dagli striscioni, comparsi su muri, cavalcavia e davanti alle sedi di industrie, centri per l’impiego e zone commerciali di città e piccoli centri dal nord al sud del paese per protestare contro una riforma che, si legge sul volantino diffuso dal sindacato, ‘’vuole avvicinare le condizioni dei lavoratori italiani a quelle dei lavoratori del terzo mondo’’. Ma, secondo Blu, ‘’peggiorare la condizione dei lavoratori non porterà nuovi investimenti in Italia e certamente non impedirà alle imprese di delocalizzare alla ricerca di lavoratori low cost’’.‘’Non saremo mai competitivi con i lavoratori del terzo mondo che lavorano per pochi euro, senza sicurezza, senza orari, senza tutele – spiega il volantino - finché non saremo schiavi anche noi’’. Per questo, si legge, ‘’non crediamo alla riforma del lavoro, non crediamo che rendere più facili i licenziamenti porterà sviluppo per il paese e di conseguenza più lavoro. Il lavoro in sé non è indice di benessere: la qualità del lavoro, la sicurezza sul lavoro, la giusta retribuzione per il proprio lavoro sono benessere’’.Secondo il sindacato di CasaPound Italia, ‘’nessuna fabbrica verrà aperta in Italia grazie a questa riforma il cui unico obiettivo è rendere appetibili agli speculatori internazionali i Buoni del Tesoro italiani’’. ‘’E gli speculatori – sottolinea Blu - comprano Bot solo se vengono convinti che qui in Italia il mercato ha campo libero e i lavoratori la testa china e la coda tra le gambe’’. Soprattutto, evidenzia il Blocco unitario lavoratori, ‘’vendere Bot agli speculatori non vuol dire sviluppo ma solo altro debito pubblico e consegnare la Nazione agli strozzini internazionali’’.
fonte ufficio stampa cpi
‘’Art. 18: lavoratori licenziati, mercati deliziati’’, ‘’Art. 18: lavoratori pezzenti, mercati contenti’’, ‘’Art. 18: lavoratore disperato, mercato rassicurato’’, ‘’Art. 18: lavoratore schiavo, spread in calo’’ sono i messaggi lanciati dagli striscioni, comparsi su muri, cavalcavia e davanti alle sedi di industrie, centri per l’impiego e zone commerciali di città e piccoli centri dal nord al sud del paese per protestare contro una riforma che, si legge sul volantino diffuso dal sindacato, ‘’vuole avvicinare le condizioni dei lavoratori italiani a quelle dei lavoratori del terzo mondo’’. Ma, secondo Blu, ‘’peggiorare la condizione dei lavoratori non porterà nuovi investimenti in Italia e certamente non impedirà alle imprese di delocalizzare alla ricerca di lavoratori low cost’’.‘’Non saremo mai competitivi con i lavoratori del terzo mondo che lavorano per pochi euro, senza sicurezza, senza orari, senza tutele – spiega il volantino - finché non saremo schiavi anche noi’’. Per questo, si legge, ‘’non crediamo alla riforma del lavoro, non crediamo che rendere più facili i licenziamenti porterà sviluppo per il paese e di conseguenza più lavoro. Il lavoro in sé non è indice di benessere: la qualità del lavoro, la sicurezza sul lavoro, la giusta retribuzione per il proprio lavoro sono benessere’’.Secondo il sindacato di CasaPound Italia, ‘’nessuna fabbrica verrà aperta in Italia grazie a questa riforma il cui unico obiettivo è rendere appetibili agli speculatori internazionali i Buoni del Tesoro italiani’’. ‘’E gli speculatori – sottolinea Blu - comprano Bot solo se vengono convinti che qui in Italia il mercato ha campo libero e i lavoratori la testa china e la coda tra le gambe’’. Soprattutto, evidenzia il Blocco unitario lavoratori, ‘’vendere Bot agli speculatori non vuol dire sviluppo ma solo altro debito pubblico e consegnare la Nazione agli strozzini internazionali’’.
fonte ufficio stampa cpi
Capisco la non urgenza della questione sull'articolo 18, però schierarsi con la sinistra marxista in questa battaglia è dimostrare di non volere comprendere il problema del mercato del lavoro in Italia. Abbiamo una legislazione da Stato socialista, in cui il datore di lavoro non può neanche licenziare se il dipendente sta ad oziare tutto il tempo. Per questa ragione le stesse aziende preferiscono il precariato all'assunzione a tempo indeterminato, proprio per non correre questo rischio. E' un tema articolato che non si può ridurre a slogan con la rima degni dei liceali dei collettivi.
RispondiEliminaDevo dire che Cpi più che 'avanguardia' sempre più si connota come 'scoppiazzatrice', ovviamente in modo puramente strumentale (in quanto poi si alleano con gente come Sacconi e Berlusconi) di idee e tematiche portate avanti da altri, come gli autonomi nazionalisti di Resistenza Nazionale, del network anticapitalista e dei socialisti nazionali. Solo nella giornata di sabato a livello europeo sono state portate avanti azioni anticapitaliste in diverse città d'Italia ed in tutta Europa ad opera del Network Anticapitalista ACN/AKN (qua la prova: http://resistenza-nazionale.blogspot.it/2012/04/m31-giornata-dazione-contro-il.html e http://resistenza2012.blogspot.it/2012/04/report-m31.html) e pochi giorni dopo ecco spuntare l'attività clone di cp, gli alleati del pdl!
RispondiEliminaDire che Cpi copia dal "Network Anticapitalista ACN/AKN" - di cui scopro ora l'esistenza, così come immagino il resto dei militanti e dei dirigenti di Casapound - è come dire che Kubrick ha copiato il filmino della cresima girato da mio zio...
RispondiEliminaMa le modifiche alla legge lo sapevano che erano state fatte? Forse era tardi per annullare il tutto e si son detti, già che ci siamo...
RispondiEliminama la gente lo sa che i lavoratori dipendenti reintegrati grazie all'art 18 sono pochi ma così pochi ma così pochi da rendere così ridicola questa battaglia morale contro la sua abolizione??? I problemi del mercato del lavoro sono decisamente altri
RispondiEliminaIn questo momento - giovedì 5 aprile, ore 23.22 - su repubblica.it leggo: "Il ddl soddisfa la Cgil, mentre il Pdl, in parallello alla "minaccia" di Emma Marcegaglia sui contratti a rischio rinnovo, annuncia "modifiche e miglioramenti" al Senato del nuovo testo".
RispondiEliminaPensa un po', neanche Repubblica ha capito quello che solo anonimo delle 19.12 ha capito: che ormai quel che è fatto è fatto, la legge è passata, tutto è perduto, è proprio kali yuga...