Letture d'occasione: per la prima volta in Italia il testo integrale del Mito di Rosenberg
È del 1930 la prima edizione de Il mito del XX secolo, l’opera di Alfred Rosenberg che, tra i cosiddetti “testi sacri” del pensiero nazionalsocialista, è sicuramente tra i più famosi, tra i più contestati, tra i più citati ma spesso anche tra i meno conosciuti. Tant’è che dei tre libri che compongono il Mito nella sua interezza era stato a oggi pubblicato soltanto il primo (edito per quelli del Basilisco all’inizio degli Anni 80 e nel 2010 come monografico dell’Associazione Culturale Thule Italia). Questa lacuna viene quindi a essere oggi colmata grazie alle edizioni Thule Italia che, in un unico volume – Il mito del XX secolo. Libri II e III –, ha pubblicato la parte finora mai tradotta. Ed è proprio in questa parte inedita che si trova il cuore dell’opera: il terzo libro, dedicato al “Futuro Reich”, e che – dopo le premesse sulla visione filosofica, ideologica, artistica e culturale – rappresenta la parte più propriamente politica dell’opera di Rosenberg.
Con passaggi e visioni sulla “modernità” che ancora oggi mantengono un senso d’incredibile attualità. Un esempio su tutti, la critica fatta all’urbanizzazione selvaggia di New York: «I milioni di esseri umani che, ogni mattina, vanno dalla periferia verso New York e la sera ne sono risputati fuori, sovraccaricano la circolazione e impongono uno stile di vita molto più pesante di quanto farebbe un rigoroso contenimento e una deviazione del flusso umano... Schematicamente, oggi la nostra vita è oramai solo una linea: andata e ritorno».
Con passaggi e visioni sulla “modernità” che ancora oggi mantengono un senso d’incredibile attualità. Un esempio su tutti, la critica fatta all’urbanizzazione selvaggia di New York: «I milioni di esseri umani che, ogni mattina, vanno dalla periferia verso New York e la sera ne sono risputati fuori, sovraccaricano la circolazione e impongono uno stile di vita molto più pesante di quanto farebbe un rigoroso contenimento e una deviazione del flusso umano... Schematicamente, oggi la nostra vita è oramai solo una linea: andata e ritorno».
In questa sua opera, Rosenberg prende le mosse dalla profonda crisi che ha colpito la Germania dopo il primo conflitto mondiale e ne vede una possibile uscita non in un programma di partito convenzionale, bensì nella costruzione di un Reich, supportato da un nuovo mito. Un mito del sangue, che non è del mero “biologismo” – come spesso si usa affermare affrontando superficialmente la visione rosenberghiana – ma comprende anche la dimensione spirituale fondata sui valori eterni dell’anima nordica. Ed ecco allora il suo profondo interesse verso un nuovo ordine dei valori e alla promozione di una cultura germanica ed europea, viste come il riflesso di un ancestrale retaggio nordico-ario, in tutte le sue manifestazioni creative: nell’arte, nella politica, nella filosofia, nell’etica e infine anche nella spiritualità.
Dopo la prima pubblicazione nel 1930, il libro di Rosenberg conobbe numerose ristampe, arrivando a superare il milione di copie nel 1945. Un’opera di successo che da subito suscitò ampi consensi ma anche feroci critiche e opposizioni come da parte della Chiesa cattolica – annoverata da Rosenberg tra quelle influenze estranee che avevano avvelenato l’anima nordica. Da qui, la decisione della Chiesa di mettere l’opera nell’indice dei libri proibiti, nel febbraio del 1934.
Opera amata od odiata, contestata o esaltata, Il mito del XX secolo resta in ogni caso un documento storico di primaria importanza e uno strumento indispensabile per comprendere l’ideologia del Nazionalsocialismo. E anche per rendersi conto di quali fossero i suoi avversari.
Bruno Rendina
Il mito del XX secolo. Libri II e III, Alfred Rosenberg, Thule Italia editore – pagg. 312, euro 30
Rosenberg, come molti altri intellettuali tedeschi, è stato uno dei fondatori del pensiero nazionalsocialista. Ma ciò che ancora oggi si teme di dire è che il nazionalsocialismo ebbe tra i suoi primi sostenitori ed esponenti moltissimi ebrei che finanziarono l'impresa politica di Hitler e che andarono contro le azioni che il sionismo già compiva a danno della Germania. Costoro, infatti, conducevano una battaglia economica a danno della nazione tedesca invogliando finanzieri e capitalisti tedeschi ebrei a dedicare le loro risorse economiche e lavorative per la costruzione ( meglio dire invasione) della terra promessa di Palestina. Nel merito ci sono diversi libri che trattano l'argomento. Inoltre, ancora nessuno ammette che l'antisemitismo hitleriano non era stato creato dal cancelliere tedesco, ma già imperversava in Germania, come in Austria e nel resto dell'Europa a causa degli stessi motivi ancora oggi esistenti. Insomma, la storia scritta dai patetici ebrei scampati ben 12 volte ai campi di sterminio (vedi Wiesel), continua a mistificare e nascondere altre realtà ben diverse e contrastanti tra loro, ufficializzate solo grazie alla vittoria delle armi.
RispondiEliminaG. Martorana
Interessante, quindi questo sarebbe il vol II e III e il I è invece quello pubblicato 2 anni fa sempre da Thule con lo stesso titolo
RispondiEliminaSi, Adriano. Giusto...
RispondiEliminaIn pratica la stesura di questo libro, valse al suo autore, la condanna a morte per impiccagione,sentenza eseguita nel 1946 a Norimberga, dopo il celebre processo farsa dei vincitori. Lo scrivere un libro fu considerato una colpa imperdonabile, nonostante che Alfred Rosemberg, non avesse avuto incarichi militari, ma ricoprì solo l'incarico di amministratore dei territori occupati dell'est,tentando di restituire la terra ai piccoli proprietari che erano stati espropriati, ebbe solo un ruolo di intellettuale; considerata colpa grave,che gli valse un cappio al collo. Temistocle Vaccarella.
RispondiEliminaUn grande filosofo e una grande opera. Da leggere e comprendere, senza dare retta alla propaganda dei vincitori della guerra.
RispondiElimina