Con Alemanno o senza, gli ex di An vogliono allearsi con Storace
Dalla rassegna stampa di Jonghi Lavarini, un articolo de Il Tempo con un'interessante analisi sulle dinamiche innescate dal successo della manifestazione di Storace tra gli ex di An, ma anche in alcune cerchie democristiane, che spingono per una maggiore distinzione tra centro e sinistra.
Il successo della manifestazione di Storace scuote il Pdl. I colonnelli puntano a un nuovo partito. Ma pesa la frattura con Alemanno. Il trattino, tra centro e destra, è stato rimesso sabato pomeriggio, quando al corteo de La Destra di Storace hanno partecipato circa ventimila persone. Una prova di forza che ha risvegliato gli animi (non solo degli ex An) e indicato forse la via: una nuova destra che sappia ritrovare il coraggio dell'identità. E il "giorno dopo" sono in molti, forse anche in troppi sottolinea qualcuno, a incensare il successo di Storace. Qualcosa però, in un momento in cui si registra il picco più basso della politica, è accaduto. E qualcosa, forse di ancora più grande, accadrà. Non a caso a porre una riflessione seria sono gli ex An e soprattutto quelli romani. «Chi fosse tentato, dopo la manifestazione romana de La Destra, di derubricare il movimento guidato da Francesco Storace come residuale e irrilevante si sbaglierebbe di grosso - osserva acutamente il parlamentare Pdl Gennaro Malgieri - sbaglierebbero soprattutto gli ex missini ed ex An che, smarriti in una crisi identitaria, non hanno ancora compreso che la ricomposizione di antiche fratture è il contributo migliore che potrebbero dare al rafforzamento del centrodestra. Sbaglierebbe anche il Pdl, ondivago e giustamente preoccupato per le difficoltà che deve affrontare, se non tenesse nel giusto conto quanto La Destra oggi rappresenta e il contributo, non solo elettorale, che può dare. Spero che tutte le forze del centrodestra, e in particolare chi ha fatto parte di An, si impegni per ricominciare un cammino unitario non certo nel segno del nostalgismo, ma di una proposta innovativa».
Una proposta innovativa dunque che non può non passare per Roma e per un nuovo rapporto tra il leader de La Destra, Storace e il sindaco Gianni Alemanno. Un messaggio chiaro, quasi un appello, che si è levato dagli ex An capitolini. «Bisogna lavorare per recuperare un clima di collaborazione tra il sindaco e la Destra di Storace - ha detto il senatore Andrea Augello - malgrado qualche spruzzo di nostalgia e qualche simbolo retrò di troppo, la piazza di Storace rappresenta la premessa di potenziali conseguenze di qualche rilevanza per i rapporti di forza nel centrodestra, stante la difficoltà con cui il Pdl continua ad attraversare l'attuale fase politica».
Primo punto allora, recuperare un rapporto con Alemanno degenerato soprattutto negli ultimi giorni, quando il sindaco si è rifiutato di far entrare nella sua giunta la figlia di Almirante. Un ingresso che avrebbe sancito l'alleanza elettorale del 2013. Un'alleanza che, all'indomani del corteo che dopo anni è riuscito a portare in piazza il "popolo della destra" - quella «che Fini non è riuscito ad ammazzare», fa notare Storace - viene vista oggi con occhi completamente diversi. Uno sguardo che va addirittura oltre l'apparentamento e punta alla nascita di un nuovo partito in grado di rimarginare le vecchie ferite, superare i rancori personali e dare all'Italia quella proposta innovativa di cui parla Malgieri. Il messaggio arriva anche dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini che ha onorato l'alleanza elettorale con La Destra facendone classe di governo. «Storace ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di parlare alla gente. Nel Lazio La Destra è un alleato solido e concreto che sta contribuendo al governo della Regione - sottolinea la Polverini - al di là delle diverse prese di posizione sul governo Monti, la voce di dissenso che Storace ha saputo raccogliere non va ignorata, rappresentando un momento di espressione democratica e di partecipazione nel Paese».
Importante poi il passaggio del deputato Fabio Rampelli, alla guida della forte corrente dei Gabbiani. Secondo lui la manifestazione de La Destra «deve indurre il Pdl a equilibrare le sue talvolta eccessive attenzioni verso il centro di Casini e Cesa. Esiste in Italia una forte domanda di destra, di chiarezza, di coraggio, di coerenza, di politica che trova consensi nel partito di Storace e in genere nell'ex elettorato di An, così come al nord nella Lega di Bossi. Non esistono solo i partiti di derivazione democristiana. Storace ha dimostrato che c'è una domanda di cambiamento della politica che viene da destra». Lo stesso ex ministro, Giorgia Meloni, avverte: «Lo sbilanciamento al centro rischia di diventare una trappola». Gli ex di An insomma vorrebbero un'alleanza a destra, o meglio, tornare a rappresentare quella destra uscita a pezzi da Futuro e Libertà. Non solo loro però. Gli ex democristiani che orbitano nell'area Pdl guardano con favore a un ricompattamento della destra e un centro, all'interno di un unico partito composto da loro. Il presidente dei Cristiano popolari, Mario Baccini punta proprio a questo. «L'invito rivolto agli ex An a non flirtare con i democristiani pone le basi per mantenere identità distinte che sappiano camminare insieme verso il Popolarismo europeo». L'invito al Pdl a tener conto de La Destra è arrivato anche da Gianfranco Rotondi. Una "sottigliezza" afferrata dal vicepresidente del Lazio ed esponente di spicco dell'Udc, Luciano Ciocchetti «come è sua consuetutine Storace non si è nascosto dietro un dito. È evidente che una manifestazione politica molto partecipata come quella di Storace, non può passare inosservata». Alemanno però tace. L'unico commento del sindaco è stato quello a fine corteo, quando rispondendo a Storace su un'alleanza per Roma ma con un candidato diverso, ha detto: «Sono pronto a sfidarlo alle primarie». I "colonnelli" però si sono messi in moto: l'alleanza con Storace, soprattutto a Roma, s'ha da fare. Con o senza Alemanno.
Una proposta innovativa dunque che non può non passare per Roma e per un nuovo rapporto tra il leader de La Destra, Storace e il sindaco Gianni Alemanno. Un messaggio chiaro, quasi un appello, che si è levato dagli ex An capitolini. «Bisogna lavorare per recuperare un clima di collaborazione tra il sindaco e la Destra di Storace - ha detto il senatore Andrea Augello - malgrado qualche spruzzo di nostalgia e qualche simbolo retrò di troppo, la piazza di Storace rappresenta la premessa di potenziali conseguenze di qualche rilevanza per i rapporti di forza nel centrodestra, stante la difficoltà con cui il Pdl continua ad attraversare l'attuale fase politica».
Primo punto allora, recuperare un rapporto con Alemanno degenerato soprattutto negli ultimi giorni, quando il sindaco si è rifiutato di far entrare nella sua giunta la figlia di Almirante. Un ingresso che avrebbe sancito l'alleanza elettorale del 2013. Un'alleanza che, all'indomani del corteo che dopo anni è riuscito a portare in piazza il "popolo della destra" - quella «che Fini non è riuscito ad ammazzare», fa notare Storace - viene vista oggi con occhi completamente diversi. Uno sguardo che va addirittura oltre l'apparentamento e punta alla nascita di un nuovo partito in grado di rimarginare le vecchie ferite, superare i rancori personali e dare all'Italia quella proposta innovativa di cui parla Malgieri. Il messaggio arriva anche dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini che ha onorato l'alleanza elettorale con La Destra facendone classe di governo. «Storace ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di parlare alla gente. Nel Lazio La Destra è un alleato solido e concreto che sta contribuendo al governo della Regione - sottolinea la Polverini - al di là delle diverse prese di posizione sul governo Monti, la voce di dissenso che Storace ha saputo raccogliere non va ignorata, rappresentando un momento di espressione democratica e di partecipazione nel Paese».
Importante poi il passaggio del deputato Fabio Rampelli, alla guida della forte corrente dei Gabbiani. Secondo lui la manifestazione de La Destra «deve indurre il Pdl a equilibrare le sue talvolta eccessive attenzioni verso il centro di Casini e Cesa. Esiste in Italia una forte domanda di destra, di chiarezza, di coraggio, di coerenza, di politica che trova consensi nel partito di Storace e in genere nell'ex elettorato di An, così come al nord nella Lega di Bossi. Non esistono solo i partiti di derivazione democristiana. Storace ha dimostrato che c'è una domanda di cambiamento della politica che viene da destra». Lo stesso ex ministro, Giorgia Meloni, avverte: «Lo sbilanciamento al centro rischia di diventare una trappola». Gli ex di An insomma vorrebbero un'alleanza a destra, o meglio, tornare a rappresentare quella destra uscita a pezzi da Futuro e Libertà. Non solo loro però. Gli ex democristiani che orbitano nell'area Pdl guardano con favore a un ricompattamento della destra e un centro, all'interno di un unico partito composto da loro. Il presidente dei Cristiano popolari, Mario Baccini punta proprio a questo. «L'invito rivolto agli ex An a non flirtare con i democristiani pone le basi per mantenere identità distinte che sappiano camminare insieme verso il Popolarismo europeo». L'invito al Pdl a tener conto de La Destra è arrivato anche da Gianfranco Rotondi. Una "sottigliezza" afferrata dal vicepresidente del Lazio ed esponente di spicco dell'Udc, Luciano Ciocchetti «come è sua consuetutine Storace non si è nascosto dietro un dito. È evidente che una manifestazione politica molto partecipata come quella di Storace, non può passare inosservata». Alemanno però tace. L'unico commento del sindaco è stato quello a fine corteo, quando rispondendo a Storace su un'alleanza per Roma ma con un candidato diverso, ha detto: «Sono pronto a sfidarlo alle primarie». I "colonnelli" però si sono messi in moto: l'alleanza con Storace, soprattutto a Roma, s'ha da fare. Con o senza Alemanno.
Sono stato missino ( ex:? - mai AN )e non mi sono mai sentito in crisi identitaria..forse in crisi sarà stato lui, il Malgieri che quando veniva in sezione fdg ( in libera uscita dal collegio La Salle di Benevento ) declamava a memoria i discorsi di Adolfo ,tanto da meritarsi l'appellativo di " piccolo hitler "..che noia questi politologi dei miei gabasisi, sempre pronti a pontificare dall'alto delle postazioni, parlamentari e non solo, garantite loro dal potente di turno ..prima il sionista fini e poi dal satiro di arcore...ma andassero a c...re, se ancora hanno libero il buco !
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