Ricordo delle foibe, tensione a Firenze per i cortei contrapposti
(umt) L’ex ministro della Gioventù e presidente nazionale della Giovane Italia, Giorgia Meloni, sarà presente oggi a Firenze al corteo per i martiri delle foibe organizzata dal Pdl, Giovane Italia e dal centro sociale di destra Casaggì. Un'iniziativa che vede il sostegno ampio dell'intero partito (alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il senatore Achille Todaro, il deputato del Pdl e coordinatore cittadino Gabriele Toccafondi, il consigliere regionale Nicola Nascosti, il consigliere comunale Francesco Torselli e il presidente cittadino della Giovane Italia, Marco Scatarzi). Una manifestazione contestata dall'estrema sinistra fiorentina che ha colto la palla al balzo per rilanciare la mobilitazione per la chiusura di CasaPound. Questa campagna ha trovato nuova energia dopo il duplice omicidio dei senegalesi da parte di Casseri, l'intellettuale "nero" che frequentava il movimento e ha pubblicato alcuni articoli sull'Ideodromo.
A lanciare l'appello alla mobilitazione il sito web di uno storico centro sociale fiorentino, Cpa-Firenze sud. Nei giorni scorsi sono comparse sui muri della città scritte minacciose, inneggianti alla violenza antifascista; una sorta di chiamata alle armi contro il corteo. Già lo scorso anno, fu necessario lo schieramento massiccio delle forze dell’ordine per consentire che il corteo dei giovani di destra si svolgesse regolarmente. Ciò nonostante ci furono alcuni tentativi di sfondamento dei cordoni di polizia da parte dei militanti antifascisti. Quest' anno, comunque, dovrebbe dare una mano il "generale inverno"...
Nonostante le minacce antifasciste e la presa di distanze dell'onorevole Toccafondi ("non abbiamo niente a che fare con CasaPound") i "ragazzi di Ezra" parteciperanno, come ormai di consuetudine, al corteo. "Noi ci saremo", chiarisce in una nota CPI Firenze, "come tutti gli anni per ricordare un eccidio che in molti preferirebbero rispedire nel dimenticatoio della storia. Quello che fa riflettere è che quest'anno il corteo ha dovuto subire una riduzione di percorso per le solite minacce e pseudo-contromanifestazioni della sinistra radicale ridotta ormai a manifestare soltanto contro gli altri visto che si è scordata cosa significa lottare a favore di qualcosa. Rimaniamo comunque sconcertati per il fatto che a questa gente venga ancora dato così tanto peso da parte di chi dovrebbe garantire il diritto di parola e manifestazione a tutti e che sia consentito loro di violare quelle libertà riconosciute dalla stessa Costituzione di cui si riempiono la bocca solo quando fa comodo loro".
Per ora, a rimetterci per il clima di tensione, un gruppo di nove attacchini di Casaggi, sorpresi dalla Digos ad attaccare i manifesti per il corteo ai muri del Liceo Michelangelo, ospitato da un convento trecentesco, e perciò multati per "deturpamento di edificio storico": 300 euro a testa. Un incidente già successo la scorsa estate, con le multe comunali per i manifesti in onore dei cecchini fascisti
CasaPound Firenze risponde all'organizzazione Giovane Italia-Studenti per la Libertà: "memoria condivisa solo a parole"
RispondiEliminaCasaPound Firenze prende atto, non senza meraviglia, della mancata partecipazione al corteo in memoria dei Martiri delle Foibe da parte dell' organizzazione La Giovane Italia-Studenti per la Libertà.
“La nostra sorpresa”, chiarisce in una nota CPI Firenze, “risiede nel fatto che proprio coloro che non perdono occasione per parlare di ‘memoria condivisa’ siano, poi, i primi a porre pregiudiziali ideologiche sulla loro partecipazione ad una manifestazione in memoria di migliaia di morti, peraltro citando un fatto di sangue nel quale è stato ampiamente dimostrato che CasaPound non avesse alcuna responsabilità né morale né tanto meno penale”.
“Proprio per il fatto che sia un corteo in ricordo di nostri connazionali trucidati brutalmente”, prosegue la nota di CasaPound, “riteniamo che si dovrebbero accantonare, almeno in questi momenti, le divisioni ideologiche distinguendosi da coloro che, invece, dall’altra parte vorrebbero impedire lo svolgimento della manifestazione”.
“Il corteo”, termina la nota di CasaPound, “è sempre stato caratterizzato per l’assenza di simboli di partito o politici. Il fatto che rappresentanti politici giovanili di un partito che si dichiara liberale, democratico e garantista arrivino a rinunciare alla propria partecipazione dovrebbe farli riflettere sulla reale adesione a quei principi tanto sbandierati. Soprattutto quando, paradossalmente, nella vicenda del brutale assassinio di piazza Dalmazia esponenti di sinistra, in primis il Sindaco Renzi, si sono contraddistinti per un reale e sincero garantismo anche nei concitati momenti successivi al disumano omicidio, quando cioè sarebbe stato più facile strumentalizzare politicamente l’accaduto”.
L'Ufficio Stampa di CasaPound Firenze
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina1918 - Dopo la guerra, l'Italia conquista Trieste e l'Istria e inizia una dura italianizzazione del territorio: viene imposto l'italiano come unica lingua, le tradizioni locali vengono criminalizzate e negli uffici pubblici viene inviato solo personale italiano.
RispondiEliminaFASCISMO - L'oppressione da parte dell'Italia si fa più feroce. In Istria e a Fiume le leggi razziali del 1938 dividono ancor più la cittadinanza in due categorie: gli italiani "puri" e gli "inferiori". A ciò si aggiungono le violenze squadriste, le chiusure dei giornali, gli incendi delle sedi associative.
1941 - L'Italia fascista è in guerra al fianco della Germania nazista. Tedeschi, ungheresi e italiani invadono la Jugoslavia. L'Italia occupa la Dalmazia, parte del Montenegro, quasi l'intera Slovenia, e la Croazia (sotto forma di protettorato). Tutti quei territori diventano teatro di stragi, saccheggi e crudeltà. In particolare, le truppe di occupazione italiana ammazzano almeno 250 mila persone. Spedizioni di fascisti italiani e fascisti croati (gli Ustascia) torturano e uccidono centinaia di uomini, donne e bambini. Gli italiani costruiscono campi di concentramento (Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar, Rab) in cui rinchiudono quasi 30.000 persone.
1943 - L'Italia fascista è allo sbando e i fascisti si danno alla fuga. Dopo decenni di repressione e violenze, gli jugoslavi e i partigiani di Tito si rivolteranno contro i nuovi occupanti nazisti, e attaccheranno chi li aveva massacrati fino a poco tempo prima: camicie nere, gerarchi e collaborazionisti.
LE MENZOGNE DEI FASCISTI
La destra italiana ha sempre parlato di 20-30 mila italiani scaraventati nelle foibe, ma si tratta di cifre gonfiate. Gli studiosi hanno più realisticamente stimato 4-5 mila vittime.
Molti, senza dubbio (civili compresi), eliminati in tempi diversi e neanche tutti italiani.
La Storia è una cosa seria
L'esodo degli italiani e le foibe furono il tragico prodotto del fascismo, della guerra e del razzismo di stato. Le foibe erano state usate dagli stessi fascisti italiani durante l'occupazione contro la popolazione slava; poi dai tedeschi, fin dal 1941; poi addirittura dai partigiani, che non volevano lasciare i loro morti o le loro sepolture affinché i nazisti non capissero i loro movimenti. Le vittime civili meritano sempre massimo rispetto, perché testimoniano la natura assassina di tutte le guerre e di tutti gli stati. Ma tutto questo non può e non deve giustificare la retorica con cui oggi i fascisti cercano di autoassolversi dai loro crimini equiparando chi morì per la libertà con chi morì per la dittatura.
Alpha Male,sei ridicolo.per capire tutte le menzogne che hai scritto,basta vedere da dove inizi:dal 1918 con l'Italia che "conquista Trieste e l'Istria" come se prima fossero state terre slave,quando ancora da prima che nascesse Cristo erano considerate "ITALIA",quando sono sempre state parte integrante e fondamentale di Venezia,basta guardare le architetture di tutte quelle zone giu' fino a Ragusa per capire che menzogne racconti.per un breve periodo quelle terre italiche furono occupate dall'Impero austroungarico e già allora le foibe vennero usate per massacrare gli italiani.l'Impero Asburgico fece della de-italianizzazione di quelle terre una sua priorità,vi fece trasferire gente slava dalle zone interne che non aveva nessun legame con quelle terre,per contrastare l'italianità delle genti autoctone che non perdevano occasione per ribellarsi e rivendicare il loro ritorno alla Patria.inutile elencare i martiri subiti dagli italiani in quegli anni,tutti documentati storicamente.vincemmo la Grande Guerra e cosi' Venezia torno' all'Italia con tutte le sue terre.E da qui inizia il tuo elenco di falsità,tipiche di chi ha sempre voluto una storia a senso unico,tipica di chi per 50anni ha negato che ci fosse stata una pulizia etnica anti italiana in quelle zone.Gente come Napolitano,che ha sempre negato e che di colpo,con la concessione del voto agli italiani all'estero (molti dei quali discendenti degli esuli istriani)si è trovata costretta ad ammettere,costretta a celebrare un Giorno del Ricordo,loro che quel ricordo lo avevano sempre negato ed umiliato.per il resto,il tuo messaggio è una fiera delel falsità.confondi i morti della seconda guerra mondiale in quelle zone dove si combatteva,con i civili massacrati inermi a guerra finita (specialità nella quale i comunisti primeggiano nella storia,vero partigiani?),e già questo ti toglie ogni credibilità.se poi vuoi parlare di presunte violenze fasciste prima della Guerra,vatti a leggere degli asili pieni di bambini italiani fatti saltare in aria dagli slavi,ed inizia da li' a capire il meccanismo azione-reazione che causo' alcune rappresaglie.un ultimo consiglio,se proprio vuoi parlare di Storia e di documenti storici,vatti a leggere i dati dei censimenti fatti sotto l'Impero Austro-Ungarico in Istria e Dalmazia,quanti erano gli italiani e quanti gli slavi,e li' capirai di non aver capito nulla fino ad oggi.
RispondiEliminaSe andate a parlare con gli abitanti anziani vicino a Basovizza, vi diranno che il monumento nazionale delle Vittime delle foibe è un’enorme invenzione della propaganda di guerra, riproposto ora e spacciato come verità. Gli storici sanno che sono state fatte ricerche, all’epoca, per rispondere alle tante dicerie e che gli alleati angloamericani non trovarono che pochi resti. Tanto è vero che poi la miniera fu riempita con camionate di materiale bellico e il tutto fu cementato con una colata di calcestruzzo per evitare che potesse essere riutilizzato. Ma qui emerge il problema dell’informazione. Abbiamo, in Italia, dei potentati che controllano i media, alcuni di questi così spudorati da essere capaci di lamentarsi impunemente di essere LORO le vittime delle campagne mediatiche. Abbiamo giornali, televisioni, convegni, che diffondono a profusione la propaganda nazionalista. E' utile ricordare che dopo il settembre ’43, nel confine “nord-orientale” c’era un regime nazista e che i militari italiani presenti erano sotto il comando militare tedesco e dovevano giurare fedeltà ad Hitler. Ricordiamo che le foibe erano usate da tutti come comodo luogo di sepoltura ed occultamento. Ricordiamo che la repressione tedesca, dopo l’insurrezione popolare del ’43, fu feroce e provocò molte più vittime di ogni altra successiva vicenda. A proposito, posso ripetere quanto dicono a Pola: ‘All’epoca i ‘nostri’ li abbiamo sepolti, quelli che non conoscevamo li abbiamo buttato in buso, perché i tedeschi li abbandonavano per strada come monito per la popolazione’.
RispondiEliminaTUTTI PRONTI A STARNAZZARE...CasaPound Firenze e il Grande Pollaio antifascista.
RispondiEliminaNon avremmo mai voluto trovarci nella condizione di dover scrivere un articolo come questo all'indomani della Giornata del Ricordo che, in una qualsivoglia Civilta', dovrebbe essere esclusivamente un momento di commozione e riflessione.
Ma purtroppo ancora volta la nostra citta', la nostra amata Firenze, ha dovuto subire l'oltraggio di veder sfilare fra le sue strade, che evocano bellezza in ogni suo particolare, l'oscena bruttezza del teatrino delle miserie umane portato volgarmente in piazza dai politici di mestiere, siano questi di destra o di sinistra. Ed e' cosi che il giorno istituito in ricordo di piu' 20.000 italiani barbaramente trucidati dai partigiani italiani e titini diventa anche il giorno nel quale coloro che si proclamano gli eredi di quei partigiani sfilano per la bella Firenze, che fa da contrasto alla loro innata bruttezza, inneggiando agli sterminatori con sempre la solita schiera di antinazionali istituzionalizzati a coprirgli le spalle in un tripudio di bandiere jugoslave e inni, appunto, partigiani. Solo qualche decina di scalmanati direte. Vero, diciamo noi, ma pur sempre liberi di gridare per le strade nella citta' che fu del Magnifico tutta la loro becera ignoranza.
E come se non bastasse il sacrilego e criminale inneggiare al boia Tito e al massacro trasversale di italiani di ogni eta' ed estrazione politica, a violare la spiritualita' di questa giornata quest'anno ci hanno pensato anche alcuni soggetti del centrodestra, perlopiu' politicanti locali alla ricerca di visibilita', che hanno innescato una falsa e strumentale polemica nei confronti di CasaPound Italia al fine di conquistarsi la tanto agognata "giornalata" fine PENultimo della loro attivita' politica (l'ultimo ovviamente sono gli stipendi da amministratori pubblici).
E a sentirli ciarlare questi politicanti, molti dei quali addirittura da casa nella loro consueta nullafacenza oppure nei cortei piu' o meno Nascosti, di chi debba o meno stare in piazza o addirittura di come ci si sta in piazza verrebbe da ridere a crepapelle se di mezzo non ci fosse il piu' tremendo eccidio della storia subìto dal popolo italiano.
Ma anche se c'e ben poco da ridere, una cosa col sorriso sulle labbra ci sentiamo in dovere di dirgliela lo stesso: a prendere le distanze NON siete voi da CasaPound ma CasaPound da voi con queste poche righe ma, soprattutto, con l'assordante silenzio e il rigoroso ordine col quale le Tartarughe hanno, per il quarto anno consecutivo, sfilato per le strade fiorentine fino a Largo Martiri delle Foibe restituendo dignita' a Firenze e la dovuta solennita' a 20.000 anime oltremodo profanate dallo starnazzare bipartisan degli antifascisti di destra e di sinistra.