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Caso Azzolini, De Corato all'attacco, Adinolfi lo stoppa

Come facilmente previsto da Stefano Nazzi, De Corato è sceso giù duro sul caso Azzolini
"L'ex terrorista Maurizio Azzolini. l'uomo con la pistola ritratto in via De Amicis che spara contro la polizia e che nel corso di quegli incidenti vide la morte dell'agente Antonio Custra, non può rimanere ai vertici della dirigenza di Palazzo Marino come capo di Gabinetto del vicesindaco. Essendo questo un incarico fiduciario il vicesindaco Guida non dovrebbe averlo a suo fianco un minuto di più, altrimenti i rapporti con il Pdl e con le opposizioni in generale rischiano di compromettersi da subito e sottoporremo tutti gli atti a firma dell'ex terrorista da ora in poi ad un attento e scrupolosissimo esame. Libero l'ex terrorista di pentirsi di quella infame stagione del terrorismo e di essere diventato impiegato comunale, ma altra cosa è essere capo di Gabinetto della seconda carica istituzionale della città".
Pronta, e ampiamente condivisibile nelle conclusioni (meno nelle definizioni) la replica di Gabriele Adinolfi:
De Corato si scorda che ci furono ben quattro presidenti della Repubblica che avevano o partecipato alla lotta armata (Ciampi) o fatto parte di comandi insurrezionalisti responsabili di esecuzioni in massa (Pertini, De Gasperi, Saragat) e ciò contro lo Stato legittimo e mentre la Nazione era in guerra. La faccenda di Azzolini, oltre ad essere in linea con la tradizione repubblichettica, è dunque del tutto secondaria e semmai attesta, da parte di Pisapia, coraggio e coerenza che in molti dovrebbero imitare. Sarebbe meglio comportarsi così invece invece di restare al palo, prigionieri delle ombre del “politicamente corretto” che impone una lettura storica ottusa, a vantaggio esclusivo di chi ha vinto, pur macellando e smantellando l’Italia nella sua vittoria per conto terzi. Meno ipocrisia e più coraggio!

4 commenti:

  1. Non capisco molto l'argomentazione di Adinolfi. Credo però che una volta pagati i conti con la giustizia un cittadino torni a essere tale, con eguali diritti e doveri. Questa è una piccola, semplice regola di umanità oltre che di diritto. Vale per chi militava da entrambe le parti, e ce ne sono tanti. Lo stupore e l'indignazione di De Corato è quanto di più ipocrita si sia visto ultimamente.
    S.N.

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  2. la cosa che dà fastidio è che però un anno fa nelle controversie su Alemanno la cosa grave sembrava che fosse avere vicino ex militanti che comunque avevano pagato il loro conto con la giustizia, e non lo spreco di denaro pubblico delle assunzioni facili...

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  3. Non capisco tutta questa ipocrisia e falso moralismo,sul fatto che chi dopo aver militato da giovane, in formazioni oltranziste e commesso reati politici, viene aiutato, da chi ha responsabilità e incarichi istituzionali, a reinserirsi nella società.Lo ha fatto l'attuale sindaco di Roma, con ex appartenenti ai NAR o a Terza Posizione, lo fece Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, in collaborazione con Palmiro Togliatti, all'epoca Guardasigilli alla Giustizia, adoperandosi fin dal 1945, appena finita la guerra, per fare uscire dalla galera, ove lo aveva conosciuto, l'anarchico Giuseppe Mariani, responsabile della strage del Teatro Diana nel 1921 a Milano.Dedicato agli ipocriti e ai sepolcri imbiancati di destra ma anche di sinistra.Non tutti gli ex militanti politici degli anni di piombo, hanno avuto la fortuna di occupare poltrone e fare carriere istituzionale.Chi invece l'ha avuto questa fortuna, è giusto che non scordi i propri compagni di lotta, che invece hanno conosciuto galera ed emarginazione sociale! Temistocle Vaccarella.

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  4. Concordo con quanto ha scritto il primo intervenuto, anche perché le definizioni date da Adinolfi (da stato legittimo a commandi insurrezionalisti) sono davvero discutibili. Personalmente, però, spero che Azzolini, diversamente da altri protagonisti di quella, sgradevole stagione, si astenga dallo spiegarci come funziona il mondo

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