CasaPound difende il suo candidato: "Palladino prigioniero politico"
(umt) L'ostinazione con cui la magistratura romana persegue Alberto "Zippo" Palladino, a cui ancora una volta è stata negata la scarcerazione, è odiosa e deprecabile. Ma l'argomentazione avanzata da CasaPound in difesa del suo dirigente (così gli si impedisce di raccogliere consensi per la tornata elettorale del 2013), per usare , per usare un'espressione cara ai "ragazzi di Ezra", fa ridere. Questo comunque il comunicato sull'ultimo provvedimento giudiziario negativo nei confronti di Zippo.
‘’Il gip di Roma Riccardo Amoroso ha rigettato l’istanza che chiedeva di alleggerire le prescrizioni imposte ad Alberto Palladino, il dirigente di CasaPound Italia in IV Municipio attualmente ai domiciliari dopo essere stato arrestato il 30 novembre scorso in seguito a un’aggressione denunciata da alcuni esponenti del Pd’’. Ne dà notizia CasaPound Italia in una nota, in cui sottolinea: ‘’Palladino di fatto è un prigioniero politico e questa ulteriore, immotivata decisione lo conferma. Negandogli la possibilità di comunicare con chiunque, se non i familiari stretti, impedendogli perfino di scontare i domiciliari nel suo quartiere, a Montesacro, e confinandolo invece fuori città, il gip di fatto impedisce a Palladino di raccogliere il consenso conseguente alla attività politica e di volontariato svolta per anni sul territorio, come pure sarebbe necessario in vista della sua candidatura, già annunciata, alla presidenza del IV Municipio nella lista civica di CasaPound Italia’’.
‘’Riteniamo del tutto fuori misura la decisione presa dal gip – afferma Cpi -, essendo Palladino uno studente universitario incensurato e impegnato nella vita sociale della città e non un pericoloso criminale recidivo. E la riteniamo tanto più fuori misura in quanto arriva dopo che Palladino ha già trascorso quasi 70 giorni di carcerazione preventiva: 70 giorni di detenzione, tra Regina Coeli e i domiciliari, imposti sulla base, non ci stancheremo mai di dirlo, della sola testimonianza del suo principale antagonista politico, e senza che ci fosse nessuna prova materiale del suo coinvolgimento nell’aggressione. Un comportamento che si potrebbe configurare ai limiti della tortura. Da oggi CasaPound Italia scenderà in campo con ancora maggiore determinazione per chiedere l’immediata scarcerazione di Palladino, al quale, fino a prova contraria, questo Stato ha il dovere di garantire il pieno esercizio dei diritti politici’’,
‘’Il gip di Roma Riccardo Amoroso ha rigettato l’istanza che chiedeva di alleggerire le prescrizioni imposte ad Alberto Palladino, il dirigente di CasaPound Italia in IV Municipio attualmente ai domiciliari dopo essere stato arrestato il 30 novembre scorso in seguito a un’aggressione denunciata da alcuni esponenti del Pd’’. Ne dà notizia CasaPound Italia in una nota, in cui sottolinea: ‘’Palladino di fatto è un prigioniero politico e questa ulteriore, immotivata decisione lo conferma. Negandogli la possibilità di comunicare con chiunque, se non i familiari stretti, impedendogli perfino di scontare i domiciliari nel suo quartiere, a Montesacro, e confinandolo invece fuori città, il gip di fatto impedisce a Palladino di raccogliere il consenso conseguente alla attività politica e di volontariato svolta per anni sul territorio, come pure sarebbe necessario in vista della sua candidatura, già annunciata, alla presidenza del IV Municipio nella lista civica di CasaPound Italia’’.
‘’Riteniamo del tutto fuori misura la decisione presa dal gip – afferma Cpi -, essendo Palladino uno studente universitario incensurato e impegnato nella vita sociale della città e non un pericoloso criminale recidivo. E la riteniamo tanto più fuori misura in quanto arriva dopo che Palladino ha già trascorso quasi 70 giorni di carcerazione preventiva: 70 giorni di detenzione, tra Regina Coeli e i domiciliari, imposti sulla base, non ci stancheremo mai di dirlo, della sola testimonianza del suo principale antagonista politico, e senza che ci fosse nessuna prova materiale del suo coinvolgimento nell’aggressione. Un comportamento che si potrebbe configurare ai limiti della tortura. Da oggi CasaPound Italia scenderà in campo con ancora maggiore determinazione per chiedere l’immediata scarcerazione di Palladino, al quale, fino a prova contraria, questo Stato ha il dovere di garantire il pieno esercizio dei diritti politici’’,
Sinceramente a me la voglia di ridere è passata... da un pezzo.
RispondiEliminaMaurizio, d'accordo, siamo seri.
RispondiEliminaIl diritto alla libertà personale - che Zippo ha e di cui è ingiustamente privato- non può essere rivendicato perché così gli si impedisce di fare la campagna elettorale per le municipali del 2013
Solidarietà ad un ragazzo che non conosco ma a cui comunque mi sento di darla.
RispondiEliminaSolo 1 nota:
Se meni uno del pd è ovvio che finisci al gabbio.
Il Conte
Se invece svuoti le casse ...
RispondiEliminaStrano che il PD non si sia scandalizzato per Penati come è stato per Luisi....
RispondiEliminaPensando ad Alberto, spero che presto arrivi qualcuno super partes che prenda in considerazione la negazione dei propri diritti ad un ragazzo di 23 anni, ai domiciliari per una "segnalazione" farlocca di un rivale politico tra l'altro nello stesso collegio elettorale.
ZIPPO LIBERO!
Fabrizio
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RispondiEliminaSono di sinistra, Alberto Palladino, "Zippo", non è il mio "candidato", ma l'ostinazione con cui la magistratura romana lo sta perseguitando è odiosa e deprecabile!!! Come si fa a negare la scarcerazione ad uno studente incensurato, accusato di una rissa accaduta diversi mesi fa, sottoposto a carcerazione preventiva da oltre 70 giorni sulla base di una testimonianza e non di prove certe???? Questi sono fatti che un qualunque garantista non può non rilevare!! E cmq ho avuto modo di conoscerlo personalmente, francamente non mi sembra proprio il picchiatore fascista tetro e lugubre dipinto dal Pd, gli esprimo quindi tutta la mia solidarietà.
RispondiEliminaqualche anno fa un gruppo di giovani di destra che faceva un banchetto per raccolta firme contro il caro trasporti per gli studenti ( non per ricostituire il PNF o per rivendicare i campi di sterminio) è stato aggredito da un manipolo di pseudoautonomi. Il tutto sotto la sorbìveglianza delle telecamere del comine e dei pochi polizziotti presenti. Erano stati filmati ed indentificati 6 aggressori, due aggrediti sono finiti in ospedale. Indovinate quanti aggressori sono finiti in carcere e quanti processati?
RispondiEliminaA costantini
RispondiEliminaQuello che racconti e' la normalità e non mi auspico lo stesso che gli autonomi finiscano in carcere. Se mentre fai politica ti aggrediscono o meni più forte o le pigli e stai zitto.
Per ricollegarmi a quanto detto prima...se meni un autonomo non finisci al gabbio perchè un minimo di regole ci sono e nessuno denuncia (certo se ti becca una volante nel mentre è diverso...), se meni uno del pd è ovvio che ti denunci perchè quelle regole non le segue.
UMT hai ragione, a Zippo gli conveniva svuotargli casa al giovinotto del pd :-)
Il Conte