Pallavidini, Indymedia, Stalin e la dottrina Tassinari
(umt) La scorsa settimana Indymedia ripiglia un articolo di Linkiesta sul professor Pallavidini, titolandolo "Renato Pallavidini STALINISTA ANTISEMITA PAZZO". A leggersi il testo però ci si accorge che dell'identità politica e culturale originaria del docente torinese, da noi ricostruita dettagliatamente, non c'è traccia. Ha quindi qualche fondamento il lungo e dettagliato commento di tale "Bardo" che prende spunto dalla questione per riconoscere la fonte, criticare il mio progetto culturale (che semplifica e banalizza oltre misura) e poi regolare dei conti interni agli utenti del portale, sul sempre più frequente uso del termine stalinista come insulto. La questione, dal mio punto di vista, è che ovviamente fascismo e comunismo non sono uguali ma sono una coppia oppositiva iscritta nel secolo breve. Fa certamente piacere, invece, che di talune intricanti simmetrie se ne cominci a parlare in giro. Come il commento di Massimiliano Panarari, Banchieri usurai, il nemico global, esplicitamente sottotitolato Da CasaPound a Negri e pubblicato qualche giorno su "Europa".
Ma non sono soltanto l’estrema destra che si vuole sociale e il neofascismo del terzo millennio a picchiare duro contro la finanza e a innalzare le cosiddette “ragioni dei sconfitti”. All’altro capo dell’arco politico antisistema, eterno ritorno di una storia già vista e vissuta, c’è chi, sicuramente antifascista, non vuole essere secondo a nessuno in quanto ad antiliberismo, che si traduce, molto più prosaicamente, nell’ennesima versione, riveduta e corretta, dei soliti antiliberalismo ed anticapitalismo. E, così, dalla difesa del “popolo italiano” e della nazione passiamo direttamente alla lotta delle moltitudini in marcia contro l’Impero e le sue multinazionali, rimanendo sempre dalle parti di un vitalismo che oggi chiamiamo biopolitica, ma che, a inizio Novecento, sarebbe piaciuto parecchio a personaggi come il teorico dell’anarcosindacalismo Georges Sorel (...)
Per quel che mi riguarda la cinghiamattanza e tutta l'estetica della violenza che CasaPound evoca (come hanno spiegato benissimo i due sociologi autori di "Dentro CasaPound) ha una fortissima analogia con i giochi di simulazione praticati dai disobbedienti. Ma ora vediamo che cosa esattamente scrive Bardo:
Siccome Ugo Maria Tassinari ha definito Renato Pallavidini "non un nazista ma piuttosto uno stalinista..è stato un rifondatore comunista della prima ora e ha frequentato intensamente un dirigente di lungo corso come Armando Cossutta." allora noi che facciamo? Seguiamo Ugo Maria Tassinari fino alla conclusione a cui palesemente ci vuole portare, cioè quanto il comunismo sia equiparabile, se non uguale, al nazismo e quanto quindi sia sempre sbagliato l'antifascismo?
E cosa c'era di meglio di questo professore paranoico che impazzisce e diventa un militante nazista per indurre a questa conclusione a cui Tassinari ci vuole portare? (fascismo=comunismo, fascisti e antifascisti uguali, fascismo e comunismo stesse radici e pratiche per cui possono benissimo convivere in una persona)
E cosa c'era di meglio di questo professore paranoico che impazzisce e diventa un militante nazista per indurre a questa conclusione a cui Tassinari ci vuole portare? (fascismo=comunismo, fascisti e antifascisti uguali, fascismo e comunismo stesse radici e pratiche per cui possono benissimo convivere in una persona)
Teniamo sempre a mente che Ugo Maria Tassinari è uno sdoganatore di fascisti "del terzo millenio", gli stessi che non si limitano a scrivere scritti demenziali su facebook ma vanno poi in giro ad ammazzare o picchiare.
Teniamo poi sempre a mente la STORIA, troppo spesso dimenticata, distorta o revisionata da chi ha il potere economico e politico cioè dalle classi sociali privilegiate.
Pallavidini su facebook può lasciarsi andare (nella sua vergognosa parabola da comunista, seppur rifondarolo, a nazista) a tutti i deliri che vuole, può anche, fra un saluto di ringraziamento ai camerati e un insulto agli immigrati, passare dall'idolatria di Hitler e Mussolini a quella di Stalin e Lenin.
Peccato che la storia non si cambia, peccato (anche per Tassinari) che Stalin scrisse (...)
Pallavidini su facebook può lasciarsi andare (nella sua vergognosa parabola da comunista, seppur rifondarolo, a nazista) a tutti i deliri che vuole, può anche, fra un saluto di ringraziamento ai camerati e un insulto agli immigrati, passare dall'idolatria di Hitler e Mussolini a quella di Stalin e Lenin.
Peccato che la storia non si cambia, peccato (anche per Tassinari) che Stalin scrisse (...)
E' quindi veramente triste vedere apparire sempre più spesso a cazzo di cane all'interno di indy l'aggettivo "stalinista" a mò di insulto nei più svariati articoli. Rendetevi conto che quando lo fate non state facendo altro che ripetere le menzogne della storiografia revisionista borghese, che non vuole che venga cambiato nulla dell'esistente (ed è precisamente per questo motivo che esiste questo tipo di storiografia fortemente demonizzatrice verso l'Unione Sovietica vittoriosa sul nazifascismo), storiografia spesso filo-capitalista, a volte implicitamente filo-nazista, per cui si passa prima all'equiparazione Hitler=Stalin, Nazismo=Leninismo, per poi arrivare a dire che il comunismo-marxismo-leninismo era ben peggiore.
Interpretando la storia in un certo modo, su determinati argomenti, e quindi usando una determinata fraselogia, si fa il gioco delle classi sociali dominanti e le si aiuta nel loro sfruttamento su di noi.
E' questo che volete?
Interpretando la storia in un certo modo, su determinati argomenti, e quindi usando una determinata fraselogia, si fa il gioco delle classi sociali dominanti e le si aiuta nel loro sfruttamento su di noi.
E' questo che volete?
Bardo
ED IL BARDO SENTENZIO ...!!
RispondiEliminaCerto che di paranoci e nostalgici legati questa volta all'Abisso marxista , fidelizzati a delle categorie politiche "sclerotizzate" , ce ne sono anche dall'altro lato della barricata ...
Ad es. questo " Bardo" ha letto mai qualche pagina cosi' per sbaglio , di E. Nolte a proposito di "guerra civile europea" ?
Oppure ... si è reso conto che siamo nel 2012 in piena ristrutturazione neo-capitalista mondiale, capitana da un " vision messianica e purificatrice assai nota " e da una feccia di chiara marca neo-troskista del cazzo già ampiamente rappresentata nel Bildeberg e nei progetti trilatesristi sin dal 1973 ( non vado ovviamente oltre sulla metafisica biblica da cui sono pervasi ) .. ?
E' possibile che i marxisti-leninisti duri e puri di Indymedia, ancora non abbiano letto mezza pagina ad es. Alexandre del Valle ultra-occidentalista di trincea, che mette " acutamente insieme " nello stesso calderone/prospettiva di resistenza antioccidentale, ecologisti Islamici Fascisti e Comunisti del Terzo Millennio nella critica agli stessi modelli di sviluppo imperanti ?
Quelli che Bardo declama come effetti "sorelliani bio-politici" non sono altro che le sane difese immunitarie del " pensiero e dell'azione" politica, alle pratiche complementari dello sradicamento e alla liquidità totale del sistema neo-capitalista in potenza ...
Non ci sono piu' fascisiti o comunisti nel senso letterale, dottrinario e storico . E' chiaro.
Esistono tuttavia delle mutazioni ideologiche di queste dottrine , che riadattandossi alle tossine democratico-occidentali , pervasive e distruttive di ogni organismo sociale e comunitario, oggi come allora , si battono e resistono a " quel dio morto dentro l'occidente " , e alla Sua dissoluzione liquida , contrapponendo " sorellianamente parlando " una vision antagonista e vitalista: insomma caro Bardo, un po' di sano maschile testosterone , qualche spermatozoo sanamente incattivito ...
Ugo : mi spiegherai poi che cosa intendi per ideologie oppositive del secolo breve ... quando anche il filosofo neo-marxista Eric Hobsbawm dice che stiamo ancora attraversando un "infinito 800'" nei suoi effetti dilatati, e che alcune sue contraddizioni si sono trasformate ma sono tutt'altro che finite ...
Quindi , altro che secoli brevi ...
Se Preve oggi dialoga con De Benoist e generano analisi tutt'altro che OPPOSITIVE, secondo me sinignifica che certe ideologie che sono state "CONCORRENTI" piu' che OPPOSITIVE , rispondono in una prospettiva post-moderna ad un postulato di ricomposizione " SINCRETICO E POTENZIALMENTE UNITARIO " secondo il detto : ... saper oggi pensare congiuntamente quello che fino a ieri veniva pensato contraddittoriamente.
Un saluto
Francesco Mancinelli
Ma possibile che l'antifascismo militante sia ancora la chiave di questi bardi beoti e gonzi che non hanno capito cosa sia successo negli ultimi 30-40 anni ?
Ho notato di aver fatto un errore : il vitalismo bio-politico sorelliano nasce dall'analisi di M. Pananari e non al "Bardo inquisitore di Indymedia" .
RispondiEliminaIl succo del discorso non cambia ...
Ben venga "Sorel" ben vengano , spermatozoi pensanti e reattivi , ieri " concorrenti ed oppositivi ", oggi sincretici , e che iniziano a pensare , reagire e marciare congiuntamente ...
andate su indymedia ...e' diventata estremista di destra oggi
RispondiEliminapensavo che in quanto alle solite frasi e le solite banalita' Aldo cazzullo fosse nettamente in testa, bene questo Bardo credo che lo superi nettamente......
RispondiEliminaQuanto poi al pensiero che il revisionismo mirai a stabilire lo staus quo questa poi e' veramente una goffagine e un'ipocrisia in malafede esponenziale. Scopo del revisionismo (non negazionismo!) e' proprio l'ESATTO contarioo!. Riscrivere la storia scritta e obbligataci dai vencitori per rivederla e aggiornarla proprio sulla base dei documenti STORIci, quindi oggettivi e VERI che prima ci era invece proibito di verificare. infine ma sono proprio sicuri questi qua che il "(termine storico mai esistito) sia stato scofitto dall'Urss?? Ah Bardo ripigliati, i tempi delle frasi fatte e delle cazzate sono finiti, finalmente alcune verita' stanno saltando fuori e voi rosicate perche' vi da' fastidio!!
Ago
"Fa certamente piacere, invece, che di talune intricanti simmetrie se ne cominci a parlare in giro."
RispondiEliminaInsomma, non è esattamente che "se ne cominci" ora a parlare.
E' la solita strategia retorica (ma certo anche ideologica) che fu del PCI ("gli opposti estremismi" etc.).
E' il solito vecchio limite degli intellettuali del PCI (oggi PD, o quel che sia): l'incapacità di pensare l'opposizione alla loro sinistra se non nella figura di oscuri "provocatori", magari oggettivamente in sintonia con il neofascismo.
Mi ha fatto tristezza ritrovare dopo tanti anni la stessa povertà di riflessione politica sul quotidiano del PD.
Quanto poi alle "simmetrie": suvvia... :-)
Solo ad un livello superficialissimo possono apparire "simmetrie". Basta scavare un poco più a fondo e chiedersi quali siano i termini della critica per vedere svanire la presunta "simmetria".
Così ad esempio se l'estrema sinistra critica la democrazia ("formale", "borghese") è perché - a suo avviso - ce n'è troppo poca (di democrazia "reale" - questo almeno nelle intenzioni).
Se la critica proviene invece dall'estrema destra è perché di democrazia ce ne sarebbe fin troppa (e lasciamo perdere anche qui le contraddizioni che una posizione come questa poi di fatto comporta...).
Quanto alla "critica al capitalismo" proveniente dall'estrema destra, si basa su di una teorizzazione schematica, caricaturale (e oltretutto assolutamente frammentata: i diversi partitini e gruppuscoli hanno concezioni del tutto incompatibili di cosa dovrebbe significare opporsi al capitalismo).
Non esiste nemmeno un testo di "estrama destra" che anche soltanto si avvicini alla ricchezza di prospettive e di articolazione teorica dei lavori di Hardt e Negri, di Virno di Marrazzi etc. (per cui appunto solo a un intelettuale del PD o a uno del PCI potrebbe venire in mente di vedere nessi tra questa posizioni. Forse anche perché quei testi non li ha mai letti).
Ma neppure sul piano delle lotte. La miseria del "particolarismo" leghista, neoforzista (e di tutte le altre formazioni che costituiscono la galassia della "Fascisteria"), la difesa di presunti interessi "nazionali", del lavoratore "italiano" (o, verrebbe da dire, "padano"), la richiesta di anacronistiche forme di protezionismo etc.
Queste non mi sembrano esattamente simmetrie... :-)
Giuseppe
Per Giuseppe
RispondiElimina"Non esiste nemmeno un testo di "estrama destra" che anche soltanto si avvicini alla ricchezza di prospettive e di articolazione teorica dei lavori di Hardt e Negri, di Virno di Marrazzi etc."
E' una riflessione che colpisce nel segno (a parte essere o no d'accordo con le persone citate da Giuseppe, io ne avrei citate altre).
A differenza di tante accuse paranoiche lanciate contro l'estrema destra, Giuseppe dice una cosa molto vera.
C'è oggettivamente qualcosa di molto poco creativo nel mondo dell'estrema destra, e sarebbe interessante riflettere pacatamente sul perché.
Quanto c'è di liberale, connivenza col nemico, in Negri? La Sinistra è sempre figlia di Hegel, così come Marx lo era di Hegel.
RispondiEliminaNon si rende conto, poi, che la libera circolazione delle persone è funzionale alla libera circolazione delle merci non è antiglobal, ma solo diversamente global.
Infine, non basta rifiutare il debito, bisogna parlare di soluzioni: avete mai sentito parlare della moneta di popolo?
No, non vedo superiorità di sorta nell' armamentario ideologico-culturale della sinistra... Non serve inventare esplicitando ideologie ammuffite ma imparare che il progresso sta spesso nella vitalità della Tradizione, che non è vecchia, ma antica.
Niente di nuovo sotto il Sole
Zorro
A Zorro
RispondiEliminaMenzionavo Hardt e Negri soltanto perché il mediocre gironalista del PD immaginava di poter stabilire una sorta di contiguità tra le critiche al capitalismo dell'estrema sinistra e quelle della destra estrema.
Contiguità o simmetrie che non esistono affatto.
Anche per la ragione, che qualunque avveduto intellettuale di estrema destra può riconoscere - come fai implicitamente anche tu - che nel campo neo-fascista c'è scarsissima capacità di produzione teorica critica davvero all'altezza delle condizioni sociali nelle quali viviamo.
Sintomatica è a questo proposito la grottesca confusione che si esprime nelle tue idee (e che non è tanto un limite tuo, quanto delle ideologie alle quali fai riferimento).
L'antica Tradizione non sa nulla di "moneta di popolo", non sa nulla di "nazioni", non sa nulla dell'opposizone al "globale": queste sono tutte invenzioni moderne, o modernissime.
Le antiche Tradizioni o non conoscevano moneta, nel senso in cui la intendiamo oggi, oppure - se la conoscevano - NON ne facevao in alcun modo un mezzo di scambio per un popolo ben definito. Ma eventualmente per le zone egemoniche o imperiali, per esempio.
Non parliamo poi del "Medioevo" europeo - che qualcuno si immagina fosse età "Tradizionale - dove gli ingegniosi banchieri "lombardi" costruivano le basi dell'attuale sistema bancario transnazionale.
Quanto poi alle scempiaggini di chi crede di poter applicare ricette di mondi (cioè configurazioni di rapporti sociali) morti a situazioni socialmente e storicamente diversissime, il giovane e brillante pensatore di Treviri ironizzava con grande profondità sul "socialismo reazionario" (Il Manifesto, III,1):
"Quando i campioni della feudalità dimostrano che il loro sistema di sfruttamento differisce da quello della borghesia, dimenticano di aggiungere ch’essi sfruttavano in condizioni e circostanze tutt’affatto differenti ed oggi scomparse. Quando essi provano, che sotto la loro dominazione il proletariato moderno non esisteva, essi dimenticano di dire che la borghesia moderna è precisamente un rampollo fatale dell’ordine sociale feudalistico.
Essi nascondono così poco, del resto, il carattere rivoluzionario della loro critica, che il loro primo atto d’accusa contro la borghesia, è giustamente di avere creato sotto il suo regime una classe che farà saltare tutto il vecchio ordine sociale.
Non tanto di avere prodotto un proletariato essi imputano come crimine alla borghesia, quanto di avere prodotto un proletariato rivoluzionario [e infatti come puoi constatare anche tu si sono specializzati in un feroce anti-comunismo, nota mia - G.].
Nella pratica politica essi prendono dunque una parte attiva a tutte le misure violente contro la classe operaia [pensa ai Fascismi storici, e atutti i neofascismi, giunte militari etc. degl secondo Novecento]. E nella vita di tutti i giorni essi si affaccendano nonostante i loro discorsi ampollosi, a raccogliere i frutti dorati, e per barattare tutte le virtù cavalleresche, l’onore, l’amore, e la fedeltà, con della lana, dello zucchero, e dell’acquavite.
A simiglianza del prete e del signore feudale che camminavano un tempo a braccietto, tali vediamo oggi il socialismo clericale ed il socialismo feudale."
Giuseppe
Oops...
RispondiEliminaDue correzioni
1) i banchieri medievali erano naturalmente "ingegnosi"
ma soprattutto
2) il passo del Manifesto del partito comunista si deve leggere così:
"Essi nascondono così poco, del resto, il carattere REAZIONARIO della loro critica, che..."
Giuseppe
Giuseppe
RispondiEliminaMi attribuisci cose che non ho scritto. Non ho collegato affatto la moneta di popolo alla Tradizione, ho pure inaugurato un differente capoverso per parlarne. E' però, la moneta di popolo, un'idea profondamente cristiana che della visione del mondo tradizionale è un naturale, e rivoluzionario, sviluppo adattato ai tempi.
Resta il fatto che quella che dalla tua parte aspira, con non poca supponenza, a spacciarsi come una lungimirante capacità di produrre teoria resta al livello infimo di narcisistico, e supponente, vaniloquo analitico e anche un bel po', etimologicamente parlando, ignorante.
I tempi, mio caro, vi danno torto ogni giorno e quello che Marx spacciava per scienza era solo un errato profetizzare.
I fatti, e contro i fatti non esistono argomenti, rivelano la fine che avete fatto: siete tornati al liberalismo che vi ha generato: niente più rivoluzione, solo un tentativo di mitigare il sistema capitalistico che in campo economico vi ha sempre velocemente superato nella prassi, e anche mantenuto in vita finché gli ha fatto comodo.
Non parlare di confusione, accetta semplicemente il fatto che ti trovi di fronte ad una differente visione del mondo che oggi, dalla Russia all'Ungheria, si fa strada fra il popolo, altro che borghesia.
Quella che tu definisci "grottesca confusione" è una capacità che manca per definizione a sinistra. Siete illuministi/liberali fino al midollo, sprezzanti degli insegnamenti degli antichi, miopi di fronte al fatto che siamo nani sulle spalle di giganti. Come Marx, nulla avete capito e sapete, ecco l'ignoranza, del feudalesimo, epoca, e sistema, di grande libertà individuale, né del vero socialismo che è evangelico.
Tradizione e rivoluzione vanno coniugate e le categorie marxiste, tutte concertate sull'economia, sono oggi schiacciate, nei Paesi che furono del socialismo reale, dalle sovrastrutture che, evidentemente, tanto sovrastrutturali non erano. Per me è l'economia che dirige la politica e corrompe la religione ad essere sovrastrutturale, l'uomo economico che sognavate proletario cosciente lo ha realizzato
la grande borghesia e, almeno su questo concorderai, non è un bel vedere...
L'uomo è fatto di anima e corpo e mai sarà ridotto ad identificarsi con una categoria produttiva. Su questa certezza si può seminare in prospettiva rivoluzionaria... altro che Marx.
Il marxismo e i suoi materialismi? Per me, una malattia infantile da cui alcuni non sono ancora guariti.
Zorro
Zorro
Zorro
RispondiEliminaDiciamo che anche tu mi attribuisci cose che non ho scritto.
Io per esempio non ho detto di essere di estrema sinistra, né marxista.
Ho scritto soltanto che era assurdo il parallelo insinuato dal giornalista del PD (e ripreso da Ugo) tra critica al capitalismo dei neo-fascisti e quella prodotta appunto da Negri.
E su questo mi sembra che tu non abbia portato obiezioni rilevanti.
Quanto alla questione della Tradizione: tu scrivi "non serve inventare [...] ma imparare che il progresso sta spesso nella vitalità della Tradizione".
Ma se la stessa "moneta di popolo" NON è tradizionale, qui sei tu che non ti fidi affatto della "Tradizione" e vuoi sconvolgerla inaugurando pratiche a essa del tutto estranee. Con tutto quello che ne conseguirebbe.
Curiosissima l'idea che la “moneta di popolo” sia “un'idea profondamente cristiana”.
Che dire?
Una cosa è almeno innanzitutto sicura: certamente NON è un’idea evangelica. Non un’idea del predicatore galileo, né dei suoi discepoli. E gli unici (vaghi, inessenziali) cenni evangelici alla “moneta” fanno riferimento a un sistema monetario imperiale e non “di popolo”.
La stessa nozione di “popolo”, nel senso in cui lo usano i neofascisti, è moderna. Il cristianesimo delle origini (almeno a partire da Paolo) è radicalmente cosmopolita.
Dunque lasciamo perdere il “Nuovo Testamento”.
Se intendi invece che proprio “i cristiani” a partire appunto dal Medioevo (e poi con nuovo impulso grazie all’etica protestante) abbiano contribuito in modo decisivo a formare il feticcio ATTUALE della moneta, e le ATTUALI pratiche bancarie e finanziarie, è certamente vero.
Quello che NON è vero è che le economie storiche “cristiane” abbiano costruito qualcosa di non effimero che assomigli alla “moneta di popolo”.
Poi parli del cristianesimo come come di un’ideologia che “della visione del mondo tradizionale è un naturale, e rivoluzionario, sviluppo adattato ai tempi.”
A parte la dicutibilità dell’idea, esattamente qui si situa un notevole punto di cedimento del tuo ragionamento.
Il cristianesimo? Bene, vediamo che ne è stato “nei fatti”.
“I fatti, e contro i fatti non esistono argomenti” cosa “rivelano”? Rivelano che dalle società “cristiane” è stata generata la modernità capitalistica.
Dalle società “cristiane”: cattoliche – finanza, e protestanti - industria e finanza. Appunto come scriveva Marx: “Quando [i socialisti reazionari] provano che sotto la loro dominazione il proletariato moderno non esisteva, essi dimenticano di dire che la borghesia moderna è precisamente un rampollo fatale dell’ordine sociale feudalistico.” (E, lo ribadisco, cito Marx perché era un critico molto acuto della società capitalistica, non perché io sia marxista).
Quanto al fatto che il marxismo sia illuminista/liberale “fino al midollo” e tutto il resto del tuo discorso, è ovviamente in parte vero: i marxisti consideravano infatti il socialismo il “superamento” (hegeliano, Aufhebung) del capitalismo. Questo i marxisti lo riconoscono apertamente.
Del resto sono profondamente imbevuti di modernità anche gli stessi neo-fascisti. Che invece non lo riconoscono.
Una perla in questo senso è la tua considerazione (storicamente peraltro totalmente infondata) che il “feudalesimo [sarebbe stato un’] epoca, e sistema, di grande libertà individuale”. Solo a un nipotino della modernità potrebbe venire in mente di considerare la “libertà individuale” una caratteristica positiva di un sistema sociale.
Giuseppe
E allora:
RispondiElimina"Io per esempio non ho detto di essere di estrema sinistra, né marxista".
Neanche io ho detto di essee neofascista.
Tu, però, hai citato Marx, e abbondantemente, se avessi citato Costamagna o lo stesso Mussolini cosa avresti scritto?
"Ho scritto soltanto che era assurdo il parallelo insinuato dal giornalista del PD (e ripreso da Ugo) tra critica al capitalismo dei neo-fascisti e quella prodotta appunto da Negri.
E su questo mi sembra che tu non abbia portato obiezioni rilevanti".
Non solo, ho anche scritto qualcosa di più, ma su questo siamo d'accordo: è un paragone errato, da qualunque punto di vista lo si guardi.
"Quanto alla questione della Tradizione: tu scrivi "non serve inventare [...] ma imparare che il progresso sta spesso nella vitalità della Tradizione".
Ma se la stessa "moneta di popolo" NON è tradizionale, qui sei tu che non ti fidi affatto della "Tradizione" e vuoi sconvolgerla inaugurando pratiche a essa del tutto estranee. Con tutto quello che ne conseguirebbe.
Curiosissima l'idea che la “moneta di popolo” sia “un'idea profondamente cristiana”.
Che dire?"
Non dire nulla vai a studiarti le opere e gli scritti di Giacinto Auriti, non pensare solo al "date a Cesare...", sei fuori strada.
"La stessa nozione di “popolo”, nel senso in cui lo usano i neofascisti, è moderna. Il cristianesimo delle origini (almeno a partire da Paolo) è radicalmente cosmopolita".
Sei illuminista, non cogli la profonda differenza che c'è tra UNIVERSALISMO/CATTOLICESIMO e cosmopolitismo. Il primo non dissolve massonicamente le differenze, il secondo mira a realizzare un mondialismo negatore di ogni identità.
"Quello che NON è vero è che le economie storiche “cristiane” abbiano costruito qualcosa di non effimero che assomigli alla “moneta di popolo”".
Lascia perdere calvinisti e luterani, io sono cattolico e la dottrina della Chiesa sull'usura è inequivocabile. Il realismo cattolico diede vita ai Monti di pietà e al prestito su pegno con diritto di riscatto.
"Poi parli del cristianesimo come come di un’ideologia che “della visione del mondo tradizionale è un naturale, e rivoluzionario, sviluppo adattato ai tempi.” "
Ho parlato di idea e non di ideologia e, per di più, a proposito della moneta di popolo. Mi cito: "E' però, la moneta di popolo, un'idea profondamente cristiana che della visione del mondo tradizionale è un naturale, e rivoluzionario, sviluppo adattato ai tempi".
Hai letto male.
"Quanto al fatto che il marxismo sia illuminista/liberale “fino al midollo” e tutto il resto del tuo discorso, è ovviamente in parte vero: i marxisti consideravano infatti il socialismo il “superamento” (hegeliano, Aufhebung) del capitalismo. Questo i marxisti lo riconoscono apertamente".
Questo è infatti innegabile e, come ho scritto, è il limite invalidante di ogni analisi che si spacci per rivoluzionaria, o solamente intellettualmente onesta, quell'armamentario ideologico è obsoleto.
"Del resto sono profondamente imbevuti di modernità anche gli stessi neo-fascisti. Che invece non lo riconoscono.
Una perla in questo senso è la tua considerazione (storicamente peraltro totalmente infondata) che il “feudalesimo [sarebbe stato un’] epoca, e sistema, di grande libertà individuale”. Solo a un nipotino della modernità potrebbe venire in mente di considerare la “libertà individuale” una caratteristica positiva di un sistema sociale".
La libertà individuale è sacrosanta, ti dice niente il "Libero arbitrio"? Le più ottuse restrizioni della libertà individuale vengono dalla rivoluzione francese e dai suoi nipotini marxisti.
Perdonami, ma dei tuoi "ragionamenti" resta poco o nulla. Non basta vantare superiorità, bisogna dimostrarla. Io vedo, ma non è una tua colpa personale, un insieme di luoghi comuni e non poca cultura scolastica digerita male.
Cordialmente
Zorro
Zorro
RispondiElimina“Neanche io ho detto di essee neofascista.”
Non c’entra nulla. Tu hai rivolto a me una serie di osservazioni personali che non avevano nulla a che fare con le osservazioni critiche che facevo sulla differenza tra le analisi teoriche di Negri e quelle della detra estrema (“vi danno torto”, “siete tornati al liberalismo” etc.). Ora risulta che su quelle osservazioni sei d’accordo pure tu.
Poi menzionavi in modo confuso la “moneta di popolo” e la Tradizione. Ebbene: le mie obiezioni ora riguardavano quelle particolari affermazioni.
La mia obiezione alla presunta “profonda cristianità” dell’idea di “moneta di popolo” è articolata in diversi punti. In sintesi però in due:
1) Non è “cristiana” in senso evangelico. Non è “cristiana” nel senso che sia compresa tra ciò che i cristiani DOVREBBERO fare.
2) Non lo è neppure in senso storico (il sistema finanziario moderno si sviluppa sulle basi del lavorio di mercanti “cristiani” – in particolare cattolici etc.). Non è “cristiana” nel senso che sia compresa tra ciò che i cristiani HANNO FATTO storicamente.
Per rispondere a queste precise obiezioni storiche mi rimandi imperativamente agli scritti di un oscuro ideologo.
Non mi sembra questo il modo di discutere.
Anche perché allora potrei rimandarti agli scritti di altri ideologi (altrettanto o meno oscuri) che ritengono invece lampante come il sole che la modernità liberale, liberista e capitalistica (che esaltano!) sia apppunto addirittura il frutto della tradizione cattolica: pensa a tutti tutti i neocon “cattolici”, a imprese editoriali-ideologiche italiane come “Il Foglio”, “Il Domenicale”, le edizioni Lindau etc. O ad autori come Rodney Stark, Thomas Woods, Michael Novak, Stanley Jaki etc.
Ma che razza di discussione sarebbe?
I rimandi agli autori come ultime istanze (tanto più quando si impone il loro studio – nientemeno) invece di rispondere a obiezioni precise è il grado zero dell’argomentazione.
Che dovrebbe poi significare per me che un oscuro ideologo abbia sostenuto che la sua proposta (che io avevo trovato in Blondet) sia “profondamente cristiana”? Valgono più le sue idee di secoli di Magistero costante della Chiesa cattolica di accettazione sostanziale del capitalismo (e prima di altre forme di sfruttamento: schiavismo, servitù della gleba etc.)?
“Sei illuminista, non cogli la profonda differenza che c'è tra UNIVERSALISMO/CATTOLICESIMO e cosmopolitismo. Il primo non dissolve massonicamente le differenze, il secondo mira a realizzare un mondialismo negatore di ogni identità.”
Frasi vuote, mi spiace. L’universalismo cattolico cancella le diversità culturali persino più di quello che faccia il liberismo: cosa è rimasto delle culture africane o latino-americane convertite al cristianesimo? Quali sarebbero le differenze sostanziali delle singole “culture” presenti in un collegio cardinalizio?
“Lascia perdere calvinisti e luterani, io sono cattolico“
Sei tu che parli di cristiani, e per quanto possa non piacerti i protestanti sono “cristiani” esattamente come te. Se non ci credi, chiedi alle gerarchie della tua Chiesa.
CONTINUA
Zorro / CONTINUAZIONE E FINE
RispondiElimina“e la dottrina della Chiesa sull'usura è inequivocabile. Il realismo cattolico diede vita ai Monti di pietà e al prestito su pegno con diritto di riscatto.”
È del tutto irrilevante: i cristiani e i pii cattolici diedero vita ANCHE al sistema finaziario europeo (io ritengono non IN QUANTO cristiani, ma certamente la loro fede non glielo impediva). Se poi consideri epoche più vicine a noi, e per rimanere solo in Italia, dall’azione dell’Opera dei Congressi a fine Ottocento è sorta la famosa “finanza cattolica”: con Banche, Assicurazioni etc. Ne hai mai sentito parlare?
Una parte rilevante della finanza (“usura”?) italiana del Novecento è stata legata al mondo cattolico, e alla stessa Chiesa.
“Hai letto male”.
Ho riletto attentamente la tua frase e non mi pare .
“Questo è infatti innegabile e, come ho scritto, è il limite invalidante di ogni analisi che si spacci per rivoluzionaria, o solamente intellettualmente onesta, quell'armamentario ideologico è obsoleto.”
Non è un limite affatto invalidante, se prendi sul serio il concetto di Aufhebung. La “rivoluzione” è pensata dai marxisti come estensione a tutti della ricchezza già socialmente possibile, della libertà possibile etc., di tutte le conquiste degli uomini che oggi una forma sociale particolare (il capitalismo) riserva solo ad alcuni. Che poi sul piano storico le cose non siano affatto gestibili nei termini delle teorizzazioni, è un altro discorso. Ma LO STESSO problema vale per il cristianesimo storico.
“La libertà individuale è sacrosanta, ti dice niente il "Libero arbitrio"? “
Il “libero arbitrio” è un concetto teologico che riguarda l’imputabilità delle azioni a un singolo (“il peccato”). Non ha nulla a che vedere con la libertà individuale. Qui fai confusione. Prova a pretendere la tua “libertà individuale” in un convento argomentando che è sacrosanta PERCHE’ tu sei dotato di libero arbitrio...
“Le più ottuse restrizioni della libertà individuale vengono dalla rivoluzione francese e dai suoi nipotini marxisti.”
Sciocchezze. Gran parte delle libertà individuali di cui oggi godiamo (anche quella di discutere urbanamente in questo stssso luogo virtuale – o sulla stampa, sui libri et.) sono figlie dirette del liberalismo illuminista (ancora il Sillabo ci avrebbe condannati come pericolosi rivoluzionari per il fatto stesso di pretendere libertà di stampa, espressione, riunione etc. – e non parliamo della possibilità di espressione delle persone di sesso femminile). E anche alla forza CRITICA delle ideologie socialiste. Qui potrei citarti un’osservazione di un autore (senza pretendere che tu lo studi!). Si tratta di un autore che non amo affatto, ma che coglie nel segno quando, parlando dei braccianti comunisti della sua terra, scrive: “rispetto profondo per quella speranza di cambiare, per quella sete di giustizia, quella passione civile e quelle lotte, che poi portarono a EFFETTIVI E SACROSANTI MUTAMENTI. Ma il mutamento arrivò senza il comunismo; e laddove arrivò con il comunismo la achiavitù cambiò sembianza ma non sostanza. Anzi.” (M. Veneziani, I vinti, Milano 2004, p. 60).
“Perdonami, ma dei tuoi "ragionamenti" resta poco o nulla.”
Come credo di averti mostrato, non mi sembra.
“Non basta vantare superiorità, bisogna dimostrarla. Io vedo, ma non è una tua colpa personale, un insieme di luoghi comuni e non poca cultura scolastica digerita male.”
Be’, anche qui non concordo con te. Non perché io ritenga straordinaria la mia cultura, figurati, ma proprio perché le mie obiezioni si muovono su un piano di grande immediatezza fattuale. Alla quale non fanno riscontro risposte altrettanto dirette da parte tua.
Buona serata.
Giuseppe
Giuseppe
RispondiEliminaSul libero arbitrio
Dici che non ha nulla a che fare con la libertà individuale, sbagli: la stessa ribellione degli angeli ha nel libero arbitrio il suo fondamento.
Fossero stati dei burattini non lo avrebbero mai fatto. Esso può, ovviamente, essere usato in senso opposto: ecco il monaco che liberamente si sottopone alla regola del monastero.
I neocon "cattolici" tentano di dimostrare, a loro vantaggio, l'indimostrabile. La dottrina sociale della Chiesa è chiarissima in questo senso e la colloca in una posizione terza rispetto al capitalismo e al marxismo. Vero è che gli uomini di Chiesa degli ultimi tempi, e già a partire dall''800, hanno spesso ignorato il Magistero aderendo di fatto ad idee acattoliche, quando non apertamente anticattoliche, dando vita al Modernismo e al Neomodernismo - correnti oggi predominanti con cui neocon e teocon vanno a nozze - ma questo con la Tradizione cattolica non ha nulla a che vedere. Che le gerarchie non parlino più di eresia e accettino il concetto plurale di chiese è irrilevanta sul piano dottrinario, appartiene alla deriva postconciliare, ma il Concilio vaticano II non ebbe carattere dottrinale.
In definitiva, gli aspetti che critichi non appartengono alla Chiesa, ma alla sua deriva liberale. Non ti dico che ignori per cattiveria...
Sulla libertà illuminista, poi, chiedi ai vandeani o agli schiavi con cui si arricchiva Voltaire...
Sull'etica capitalista, vista la tua reazione piccata, posso indicarti Max Weber?
Sull'usura e il prestito ti cito invece san Tommaso:
“La moneta è stata inventata per gli scambi; il suo uso naturale e primo è dunque di essere utilizzata e spesa per gli scambi. Pertanto è in sé ingiusto ricevere un prezzo per l’uso del denaro prestato; è in ciò che consiste l’usura”. Spero possa esserti utile.
E' giusto, però, che riconosca come valide alcune tue perplessità. Nel mio primo intervento, rispondevo a Martinez che scriveva: "
C'è oggettivamente qualcosa di molto poco creativo nel mondo dell'estrema destra, e sarebbe interessante riflettere pacatamente sul perché". Non che mi piaccia la categoria di "estrema destra", la accetto soltanto per comodità di confronto.
Per il resto, concordo con certe conclusioni sul mondo della sinistra con quanto scritto da Mancinelli, da cui pure mi separano tante cose.
Sull'immediatezza fattuale ti rimando alla moneta di popolo che, mi pare di averlo già scritto, a certe posizioni di solo rifiuto del capitalismo e degli effetti delle sue crisi di sistema, propone soluzioni concrete in pieno stile realista cattolico...
Realismo cattolico? Sì, ma si tratta di oscuri autori di impostazione tomista ed evito di consigliarteli :).
Zorro
Errata corrige
RispondiEliminaPer il resto, concordo, PER certe conclusioni sul mondo della sinistra con quanto scritto da Mancinelli, da cui pure mi separano tante cose.
Sull'immediatezza fattuale ti rimando alla moneta di popolo che, mi pare di averlo già scritto, a certe posizioni di solo rifiuto del capitalismo e degli effetti delle sue crisi di sistema, OPPONE soluzioni concrete in pieno stile realista cattolico...
Zorro
Io i conti con il fascismo e con il cosidetto "nazionalcomunismo euroasiatico" occidentale, li ho fatti e chiusi all'inizio del 2014, con una video intervista postata sul mio profilo FB. Quando mi sento reso conto che la maggiorparte di questa gente, un giorno era con la Russia, e poi, scoppiato il colpo di stato nazista e atlantico in Ucraina tornava a versare sangue russo sul Don. Una cosa per me inaccettabile! E quindi ho chiuso la porta! posso essere accusato di tante cose ma MAI MI SONO PERMESSO DI CRITICARE IL MARESCIALLO STALIN, L'UNIONE SOVIETICA E LA GLORIOSA ARMATA ROSSA.
RispondiEliminaPrecisato questo, io non voglio più essere accostato a nessun tipo di fascismo! Mi chiudo nei miei studi e chiedo di essere lasciato in pace e rispettato da tutti! Prof. Renato Pallavidini