Rogo di Torino: a chi serve prendersela con gli ultras?
(umt) A buttare la croce per prima sugli ultrà della Juventus come protagonisti dell'assalto al campo Rom di Torino, indicando persino i gruppi di appartenenza, è stata "La Repubblica.it":
I capibastone del tifo organizzato della Juve in prima fila, come delle furie. Dagli zaini spuntano fuori i bastoni, altri ne raccolgono da terra, tutto ciò che è utile per menare le mani. A difendere il campo abusivo non c´è nessuno. Doveva essere un corteo pacifico, contro lo stupro di una ragazzina di 16 anni da parte di due nomadi. Nel giro di un´ora si è trasformato in un raid carico di violenza. A dare il là un centinaio di ultrà che si sono staccati dal corteo di 500 persone che ha sfilato per il quartiere Vallette. (...) Un quartiere difficile. Ieri la follia. Cento persone, la maggior parte pare legata a gruppi organizzati della tifoseria bianconera "Bravi Ragazzi" e "Drughi", hanno voluto farsi giustizia da soli. Cappuccio sulla testa, sciarpe per nascondere il viso. In mano spranghe, bastoni, bottiglie e sassi. «Li dobbiamo ammazzare - si incitavano l´un l´altro - perché sono dei bastardi».
Ma i carabinieri, che hanno arrestato due dei "condottieri" dell'assalto, smentiscono: né il vecchio (59 anni) né il giovane (venti) appartengono a frange del tifo organizzato. Più prudentemente il "Corriere della sera" ridimensiona il coinvolgimento degli ultras:
Poco prima del raid è circolato un volantino prodotto da uno dei gruppi di tifosi della Juventus. Per questo le indagini si stanno concentrando proprio nell'ambiente della squadra bianconera. Il foglio con la scritta «Adesso basta, ripuliamo la Continassa» era stato infilato nelle buche delle lettere dei condomini della zona in cui risiede la sedicenne che si è inventata lo stupro da parte di due dei rom residenti nell'area.
Ma a leggere il volantino (io l'ho ripreso da uno storify di Arianna Ciccone, che riflette sulla fabbrica del falso e sui dispositivi del pregiudizio) non c'è nessuna firma. Sicuramente tra i partecipanti al raid ci sono stati (anche) degli ultrà: perché nelle periferie metropolitane la curva è uno dei pochi momenti di socializzazione e da anni una delle poche occasioni di scontri di piazza è l'appuntamento domenicale allo stadio. E negli scontri di piazza sicuramente si distinguono più gli elementi facinorosi e allenati (ma spuntano anche i 'Pelliccia' di turno) che i volontari ospedalieri: comunque a scatenare la teppa non è stato il comando di qualche capetto ma un grumo di frustrazione e risentimento che ha radici profonde. Le bugie della ragazzina hanno solo fatto saltare il tappo di una forte esasperazione, a prescindere dal singolo episodio. Tant'è che al corteo, comunque arrabbiato, c'erano donne e bamboini, e pure la segretaria provinciale del Pd. Mi spiega un collega torinese:
Perché la magistratura torinese non interviene mai e la politica si limita a ribadire che bisogna capirli se rubano, se mandano i bambini a mendicare. Un paio d'anni fa un accampamento, impegnato a bruciare la gomma per recuperare il rame dai cavi rubati, ha intossicato gli operai di una fabbrica del gruppo Fiat. Stabilimento chiuso, operai al pronto soccorso, notizia seminascosta e sindacati che invitavano al silenzio perché non era politicamente corretto protestare contro i rom. Ogni tanto la rabbia non si contiene più. Poi ci sono esperienze riuscite di inserimento, come a Settimo Torinese, al confine nord di Torino. Ma sono casi isolati.
Un'interessante lettura di questo dramma sociale la offre il blog Cloro al clero, che all'analisi ideologica preferisce il più potente scandaglio dell'antropologia politica:
Gente come Oriana Fallaci, Magdi Allam (e Daniel Pipes negli USA) sono tra i “fautori” contemporanei di questa istigazione alla contrapposizione tra gruppi sociali (con totale indifferenza ai conflitti di classe) sulla scorta di tradizioni religiose e/o gruppi etnici di appartenenza e/o spregio della morale comune (che per noi è quella cattolica). Molti altri ce ne sono stati in passato, la differenza è che oggi gli stimoli all’ “espressione di se’” in senso identitario, escludente l’altro perchè diverso (cioè “non essere”) è data in pasto alle masse, oltretutto con messaggi sottoculturali che escludono ogni contatto -sia pure contingente- con il leitmotiv della Bellezza. (...) Se fossimo nel mondo della Idee Platoniche, mi chiederei quale modello ha ispirato -nella sua negazione- le azioni efferate di un “bivacco di manipoli” che con le taniche di benzina hanno incendiato un campo nomadi a Torino. (...) Allo stesso modo che lo stupratore esprime nell’atto violento la sua natura di impotente, gli incendiari di Torino esprimono la loro, di impotenza. L’incapacità di uscire dal pregiudizio che porta alla necessità del capro espiatorio. L’incapacità di uscire dallo schema che vede la pressione negativa esercitata da tutte le notizie sulla crisi economica e sociale assumere la forma del peggiore dei contraccolpi: annientare la società che si sarebbe resa responsabile dello stupro nella particolarità di una ragazzina del loro “giro”. Che poi non c’è stato: era un’invenzione della ragazzina per togliersi dai guai. Una storiaccia che, quattro secoli fa, poteva concludersi anche con un rogo. Anzi che s’è conclusa con un rogo. Ancora là, stiamo, infatti.
stupro inventato ok...ma te li raccomando quelli di cloro al clero. che miseria.
RispondiEliminaMassimo
Massimo, Massimo tra una calunnia devastante e un'opinione per quanto controversa c'è un abisso
RispondiEliminaquesto è indubbio,ma non mi riferivo all'opinione in sè.Per quanto non abbia alcuna simpatia nei confronti di Magdi Allam, della Fallaci... e nemmeno per i bivacchi di manipoli, le strumentalizzazioni proprio non le digerisco,è più forte di me.
RispondiEliminaMassimo
detto così va decisamente meglio :-)
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