Rogo del campo Rom, la "Stampa" chiede scusa. E le forze dell'ordine?
(umt) E' un periodo lungo di tempo che vivo male il rapporto con la mia professione e soprattutto con i miei colleghi, infastidito dalle dilaganti sciatterie e dalle logiche di "ingaggio". Poi, ogni tanto, ci sono piccoli episodi che mi ridanno il senso dell'appartenenza. E' oggi il caso della "Stampa" di Torino che, dopo il raid al campo rom, si assume la responsabilità dell'errore che ha concorso a infiammare gli animi.
Il titolo sbagliato di GUIDO TIBERGA
Il razzismo di cui più dobbiamo vergognarci è quello inconsapevole, irrazionale, che scatta in automatico anche quando la ragione, la cultura, le convinzioni più profonde dovrebbero aiutarci a tenerlo lontano. Ieri, nel titolo dell’articolo che raccontava lo «stupro» delle Vallette abbiamo scritto: «Mette in fuga i due rom che violentano sua sorella». Un titolo che non lasciava spazio ad altre possibilità, né sui fatti né soprattutto sulla provenienza etnica degli «stupratori». Probabilmente non avremmo mai scritto: mette in fuga due «torinesi», due «astigiani», due «romani», due «finlandesi». Ma sui «rom» siamo scivolati in un titolo razzista. Senza volerlo, certo, ma pur sempre razzista. Un titolo di cui oggi, a verità emersa, vogliamo chiedere scusa. Ai nostri lettori e soprattutto a noi stessi.
E' un errore grave. Ma a rileggersi la cronaca della serata (sempre sulla Stampa Paolo Coccorese e Massimiliano Peggio) ci si rende conto che ci sono anche pesanti responsabilità da parte delle forze dell'ordine che, temendo incidenti (la rabbia era montata tutto il giorno nel quartiere delle Vallette e il corteo era stato convocato a quattro passi dal luogo del presunto stupro) avevano fatto sgomberare il campo senza prevedere un adeguato presidio. Solo dopo che si è compiuta la devastazione, indicata con precisione come obiettivo della protesta, sono arrivate le truppe. Come a Roma, il 15 ottobre:
L’iniziativa era stata annunciata con un volantino: «Adesso basta Ripuliamo la Continassa». Appuntamento ieri sera alle 18,30 nella piazza Montale, il cuore di un quartiere pieno di rabbia. Ritrovo a due passi dal luogo in cui la ragazza aveva raccontato di essere stata aggredita, l’8 dicembre. «Erano in due. Mi hanno preso alle spalle e trascinata tra i cespugli. Avevano un puzza terribile», aveva detto. Anche il fratello aveva confermato la sua versione. Forse per solidarietà. I carabinieri della compagnia Oltre Dora, che fin da subito si erano mossi con prudenza, ieri sera hanno scoperto la verità. La ragazza ha confessato, quando oramai la rivolta era già esplosa. Prudenza ignorata dal quartiere. La gente ieri sera si è ritrovata in strada raccogliendo il richiamo del volantino distribuito dai ragazzi delle Vallette. Il corteo ha percorso viale dei Mughetti e si è velocemente ingrandito. Un’onda minacciosa. Quasi cinquecento persone arrabbiate. Intere famiglie. Papà, mamme, figli. Donne indignate gridavano: «A morte». Schiere di giovani. A metà del percorso, si è sparsa una voce: «Gli stupratori non sono i rom, ma italiani». Parole che si sono trasformate in echi lontani tra le grida e la rabbia. «È falso. Lo dicono per fermarci». Poi tutti hanno deciso di andare verso la cascina. La vendetta. Ma lì dentro non hanno trovato nessuno. I cinquanta rom, comprese donne e bambini, erano stati portati al sicuro. Alcuni incappucciati hanno percorso il vialetto sterrato che porta alla Continassa. Hanno preso d’assalto le baracche abbandonate armati di accendini. In pochi istanti le fiamme. Distrutto in parte il fienile della storica cascina. Poi è scoppiato un tafferuglio con carabinieri e polizia. Sono arrivati i vigili del fuoco e decine di pattuglie. Due uomini sono stati arrestati. «Mi dispiace - dice adesso il fratello - Ero convinto di aver visto una cosa, invece mi sono sbagliato. Ho sì inseguito un uomo, ma la verità era un’altra. Mia sorella è molto scossa, ha bisogno di stare in pace».
I Rom sono un popolo che da sempre subisce le ingiustizie e le violenze da parte del "civilizzato" Occidente e non.E intanto sempre vengono accusati di tutto quello che viene fatto a loro,si creano leggende metropolitane come quella che "rubano i bambini"(mentre in realtà avviene il contrario)e altro.Chiaramente,chi non è accecato dall'odio e dalla voglia di genocidio,si rende conto che tutta questa propaganda antirom è orchestrata da chi ha il Potere e dai suoi "sgherri" come la criminalità organizzata e le lobby di pedofili,stupratori,assasini trafficanti che appunto sono specializzati nel trafficare gli "zingari",ucciderli,violentarli ecc ma che poi sono dietro le campagne di odio verso le loro vittime,intanto gli utili idioti,le bande di criminali e terroristi si trovano sempre per usare la violenza contro i nemici della "civiltà",come si è visto in Ungheria e in Italia recentemente,tutto con la complicità dei servizi segreti(che sono tra i manovratori della propaganda d'odio genocidista)e dei vertici delle forze armate.
RispondiElimina"Un titolo di cui oggi, a verità emersa, vogliamo chiedere scusa. Ai nostri lettori e soprattutto a noi stessi."
RispondiEliminaE ai Rom, no?
Il problema non è solo l'evidente razzismo del titolo: è la certezza della colpa.
Non solo non erano - in realtà - dei Rom: il fatto stesso non è mai avvenuto.
E di questo non chiedono scusa.
Il titolo non è solo pessima informazione è malainformazione. Mi associo a chi afferma che mancano le scuse ai rom. Anche da questo articolo, certamente non solo, è nato il Pogrom.
RispondiEliminae se danno le scuse dovrebbero ricostruire il campo bruciato e rimborsarli del danno subito anche psicologico
RispondiEliminaveris
e la galera per chi inventa falsi stupri
RispondiEliminadiogene