Header Ads


Ma Bocca non era solo razzista ma anche omofobo

(umt) Infuria la discussione sul defunto Giorgio Bocca. Un face-amico molto compagno e molto antifascista mi invita a trarre le conseguenze e a dichiararmi esplicitamente fascista, visto che ho infangato la memoria del comandante partigiano. Per quel che mi riguarda la sua partecipazione eroica alla Resistenza è un'adeguata compensazione alle infamie scritte contro gli Ebrei e quindi non costituisce ulteriore titolo di credito. Così come i meriti acquisiti nella stagione del garantismo sono abbondantemente bruciati dalle palate di merda razziste e antimeridionali vomitate negli ultimi anni. Per qualcuno dei miei critici, addirittura, Tisci scrive male e quindi non può contestare Bocca che scrive benissimo. Io vi invito, quindi, ad andarvi a leggere quello che scrivono (ancor meglio di Bocca) due grandi firme, una di destra (Buttafuoco) e una di sinistra (Telese) e vi offro invece il contributo di un giovane compagno, Pasquale Videtta, 19 anni, militante di Sel in un paesino "albanese" del nord della Basilicata, Maschito, luogo di produzione di uno straordinario Aglianico. 

In memoria di Giorgio Bocca, omofobo e razzista  di Pasquale Videtta
“Insomma, la gente del Sud è orrenda (…). C’era questo contrasto incredibile fra alcune cose meravigliose e un’umanità spesso repellente. Una volta, a Palermo, c’era una puzza di marcio, con gente mostruosa che usciva dalle catapecchie. Vai a Napoli ed è un cimiciaio, ancora adesso. Una poesia il il modo di vivere di quelle parti? Per me è il terrore, è il cancro. Sono zone urbane marce, inguaribili”.
Unica consolazione: il Sud fa talmente schifo che se vai lì ne cavi di sicuro qualche bell’articolo. Quando Bocca lo dice, l’intervistatrice si illude e risponde:: “Quindi sei grato, se non altro…”. Ma lui delude immediatamente le sue speranze: “Grato, insomma… Come dire: sono grato perché vado a caccia grossa di belve. Insomma, non sei grato alle belve, fai la caccia grossa, ma non è che fraternizzi con le belve”. Eppure, nei suoi libri, qualche parola consolante sul Meridione si trova: “È necessaria un po’ di ipocrisia. Sapevo sempre che dovevo tener buoni i miei lettori meridionali, quindi davo un contentino”.
Non contento, si schiera contro l’omosessualità e Pasolini. “Avevo paura di Pasolini, della sua violenza. Pasolini è morto perché, la rigirino pure come vogliono, era di una violenza spaventosa nei confronti di questi suoi amici puttaneschi. Poi mi dava noia questo: ho un po’ di omofobia, che poi è una cosa militare, come i bei fioeu va a fer il solda’ e i macachi resta a ca’, i macachi restano a casa. Il mio concetto piemontese è che gli uomini veri vanno a fare il soldato. Quindi anche questa faccenda dei suoi rapporti con questi poveretti che manipolava…”
Ma il ‘buon’ Bocca non è nuovo a certe idiozie. In una puntata di ‘Che Tempo Che Fa’, alla domanda di Fazio (“Lei s’è occupato di Napoli. Qual è una soluzione possibile, secondo lei? C’è?”) rispose sorridendo: “Sa… i leghisti dicevano Forza Etna, Forza Vesuvio… forse è un po’ esagerato…”
Il fatto che sia stato un partigiano, non giustifica minimamente la sua omofobia e il suo razzismo. Sarà il clima natalizio che rende tutti più ipocriti. Mi raccomando, poi: tutti in prima fila a contestare Bossi, Belpietro, Feltri e compagnia. Tu chiamala, se vuoi, ‘incoerenza’.

7 commenti:

  1. Complimenti a Pasquale Videtta, per il suo ottimo articolo intitolato in memoria di Giorgio Bocca, razzista ed omofobo, che nonostante il natale che rende tutti più ipocritamente buoni, ci ricorda anche questo Bocca...
    Complimenti al direttore Tassinari di aver proposto un post così bello..
    Giuseppe Parente

    RispondiElimina
  2. Bocca antifrocista e antifascista, non sarà mica il solo. Peggio di lui Fini, frocista e antifascista.

    RispondiElimina
  3. Persona fondamentalmente ignorante, che ha trascinato con se, per tutta la vita, gli aspetti peggiori del fascismo-regime; lui il militare non l'ha mai fatto, ha fatto il partigiano (per poi quali motivi, questo sì che andrebbe indagato), si, ha combattuto, ma è proprio questo il marchio che l'ha 'auto-autorizzato' (e si badi, non solo lui) a trasbordare il suo odio per il sud nella repubblica nata proprio dalla 'resistenza'. I terroni sono inferiori, anche perché non avrebbero fatto la resistenza: come il risorgimento fu una imposizione dal Nord al Sud, lo fu il fascismo, e la falsa coscienza del padano-dentro, non poteva che usare anche la resistenza, come strumento sia per mondarsi dal peccato fascista, sia per giustificare una pretesa superiorità morale sulla terronia. Che tale deve rimanere. Bocca, era la bocca che diceva ciò che il resto del resistenzialismo 'padanista' pensa per davvero.

    RispondiElimina
  4. finalmente qualcuno di loro che educatamente si toglie di torno e ci evita altre litanie continue....ma napolitano,di pietro,travaglio ci sono ancora!!!

    RispondiElimina
  5. Sai Ugo non capisco il tanto astio per Bocca da parte del nostro ambiente, insomma se penso ad Argan, Ingrao, Fanfani, se penso a De Gasperi che stava dentro un tribunale altoatesino mentre si condannava a morte Cesare Battisti.
    Insomma se dovessimo sparare a zero, e processare tutti i trasformisti, accattoni spergiuri ingrassati gratuitamente , non solo dentro il fascismo ma anche dentro il Neofascismo e poi pentiti, dovresti cambiare il server di questo blog. Dentro la razza piemontese e' nato il secondo centro nevralgico dell' , lo sappiamo bene ( il primato spetta sempre al Vaticano) e non e' casuale che Biagi, Primo Levi, E.Sogno, il buon Cavour , i De benedetti, gli agnelli i Caracciolo, siano tutti regionalmente direi consanguinei. Poi sappiamo che feccia internazionalista ed antifascista erano questi pseudo-ultra giacobini azionisti del nord. Tra loro ci sono coloro che durante la guerra consigliavano le forze alleate di avvelenare le falde acquifere delle sorgenti , per meglio abbattere il nazifascismo, cosa neanche mai pensata dai comunisti .... Insomma mi sembra che con Bocca ci sia una critica oltremisura , come se fosse l'unico a scandalizzare per atteggiamenti, comportamenti, visioni ..... Oppure credete che sia meglio Pansa, che ha scoperto l'acqua calda dopo aver studiato Pisano' ?

    RispondiElimina
  6. Siamo debitori di Bocca perché la sua immagine di partigiano per convenienza, ma di antitaliano vero, mostra (ma per i fascisti non ce n'era bisogno)quale è stato il vero discrimine fra chi fascista e patriota è rimasto, nonostante la sconfitta militare, e chi ha finto di sparacchiare quando i tedeschi non si vedevano, ma poi scappava alla vista di una divisa. Per poi passare alla cassa degli occupanti, che hanno fatto finta di dare il potere a quei quattro briganti assassini che stavano in montagna. Solo che l'Italia colonizzata colonia è rimasta.
    Ed è nel giusto chi dice che i maggiori profittatori sono stati proprio i leghisti del 1945. Non a caso Bocca è stato ammiratore di Bossi e Miglio e l'antimeridionalismo si sposa perfettamente con l'antifascismo, che non è stato altro che andare in soccorso dei vincitori per interesse egoistico.
    Quando finirà la farsa dell'antifascismo finiranno, insieme, leghisti berlusconiani salottieri rossi e si farà di nuovo spazio un sano nazionalismo che comprenda Nord Centro Sud ed Isole, senza dimenticarsi che il patriottismo sincero e disinteressato è proprio quello del Sud. Sincero e disinteressato proprio perché l'Italia nacque saccheggiando il Sud. Saccheggio interrotto dal fascismo e , guarda caso, ripreso dall'antifascismo....
    Luciano

    RispondiElimina
  7. Io credo che l'articolo di Buttafuoco sia migliore di quello di Telese, non solo perchè è scritto meglio, ma perchè è scritto senza complessi, però di Telese ho letto un giudizio che condivido, Bocca è stato un grande cinico.
    Anche di Montanelli si potrebbe dire, ma non è così, anche lui andava per le spicce ogni tanto, ma era una persona curiosa, interessata all'uomo a ciò di cui scriveva.
    Di Bocca ricordo che quando gli fu chiesto di intervenire, avendo una voce autorevole, in merito alla situazione della droga e delle comunità di recupero della fine anni '70, rispose che "aveva una figlia in età di droga e non voleva immischiarsene" come per allontanare uno spettro che avrebbe potuto toccarlo da vicino.
    Ecco questo è quello che ricordo di lui, di quello che scriveva molto meno anche perchè trovavo il suo stile troppo montanaro, mancava di eleganza e a volte era superficiale.
    Però, se guardo il giornalismo di oggi, così prono, sento la sua morte come una perdita.
    Adesso che è morto i giudizi non servono più, lui non può rispondere.

    RispondiElimina

Powered by Blogger.