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Lezzi contesta il vice di de Magistris: Sodano, tu il comunista con me non lo fai

(umt) "Tu il comunista con me non lo fai". Al vicesindaco di Napoli, l'ex senatore di Rifondazione Tommaso Sodano, che liquida con sufficienza l'accenno di contestazione ("voi la raccolta differenziata dei rifiuti dovete fare, quello dovete fare e niente altro"), Salvatore Lezzi replica brutalmente (qui il servizio video di youreporter). Il vecchio leader delle liste di destra dei disoccupati tenta anche di mollargli un calcione ma quando è ormai a distanza di sicurezza. Avendolo visto in azione in altre circostanze di "tensioni di piazza", anche con il beneficio dell'invecchiamento, sono convinto che si sia lasciato trascinare via senza avere intenzione di scatenare effettivamente la rissa.
Alle sue vicende avevo dedicato ampio spazio nel mio libro su 60 anni di storia della destra radicale, Naufraghi (Immaginapoli, 2005)
Il 27 maggio 2003 Salvatore Lezzi, leader storico dei disoccupati napoletani e segretario provinciale di Forza nuova, è arrestato dalla polizia insieme a Giuseppe Misso, boss della camorra condannato in primo grado all'ergastolo per la strage del rapido 904 e ad altri due disoccupati. Sono accusati di estorsione per un giro di mazzette estorte ai disoccupati per l'inserimento nelle cooperative impegnate nel settore della raccolta differenziata dei rifiuti. Un affare da 425 posti di lavoro, capace di scatenare grandi appetiti (e non solo economici) in una città come Napoli. La camorra, dal canto suo, avrebbe imposto l'iscrizione di numerosi soci nelle cooperative. L'indagine era stata avviata nel dicembre del 2001 con una informazione di garanzia a Salvatore Lezzi e altri leader del movimento dei disoccupati da parte del pm della Dda Maria Di Addea. Lezzi è consigliere circiscrizionale nel quartiere Montecalvario, eletto nella lista di An e passato poi a Forza Nuova. Misso sarebbe stato fermato sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e di una serie di intercettazioni telefoniche. In particolare, in una conversazione telefonica tra i due gestori delle coop - fermati insieme con Lezzi - si farebbe riferimento a 150 milioni delle vecchie lire da consegnare a Misso.
Salvatore Lezzi ha 42 anni, è il classico capopopolo napoletano. Fisico robusto, collo taurino, una vita trascorsa in strada alla testa dei movimenti dei disoccupati, ha animato nel corso di un ventennio numerose "liste", da Civiltà nuova III, contrapposta negli anni del dopoterremoto al cartello di sinistra Banchi nuovi-Rai tre-Unione disoccupati napoletani. Il potere dei leader è notevolissimo: anche se i regolamenti prevedono rigidi controlli di presenza in occasioni delle più o meno quotidiane mobilitazioni l'inserimento senza titolo in una lista di lotta può rappresentare una formidabile scorciatoia per entrare nell'affare dei lavori socialmente utili.
Il giro delle "liste di destra" ha forti intrecci con quelle degli ex detenuti: è stato proprio Peppe Misso, a metà degli anni '70, a dar vita al primo movimento di disoccupati di destra, che faceva riferimento a una scissione peronista del MSI i cui leader politici erano Emidio Novi, all'epoca vicesegretario nazionale del Fronte della Gioventù, oggi senatore forzitaliota (dopo una fortunata carriera giornalistica: sono stato per anni il suo vice al "Giornale di Napoli") e Pietro Golia (allora uno dei più noti capisquadra napoletani, oggi raffinato editore di saggi "revisionisti" antisabaudi sulla storia del Mezzogiorno, assai apprezzati da Paolo Mieli).
Il quartiere di Misso, la Sanità, ospita la sezione missina più dura e pura, la "Berta". La sera del 16 giugno 1975 un gruppo di militanti risponde ai festeggiamenti dei comunisti, che hanno "vinto" le elezioni comunali in tutte le grandi città, lanciando una moltov contro un'auto. Una studentessa 18enne, Jolanda Palladino morrà dopo sette giorni di agonia. Tra gli arrestati c'è anche il segretario della sezione "Faustino", un infermiere. Oggi è un attempato senatore di AN, inflessibile avversario dei maneggi della camorra, col nome di battesimo di Michele Florino. I colpevoli dell'omicidio, invece, dopo anni di galera, finiranno tutti nei ranghi della malavita: chi rapinatore (e sarà nuovamente arrestato con l'ordinovista Paolo Bianchi, poi superpentito) chi narcotrafficante in Brasile. Anche Misso a un certo punto smette di fare politica e diventa un grande rapinatore: suo il colpo grosso al monte del Banco dei Pegni del Banco di Napoli, agli inizi degli anni Ottanta. L'accusa infondata di aver fornito a Pippo Calò l'esplosivo per la strage di Natale gli segnerà l'esistenza. Perché il giorno del processo d'appello a Firenze in cui con l'assoluzione vengono scarcerati i suoi attendenti (il "ministro delle finanze" Galeota e il comandante militare Pirozzi) i killer del clan rivale li aspettano al varco alla barriera autostradale di Caserta, passaggio obbligato per rientrare a Napoli. Le raffiche di mitra uccidono Galeota e la signora Misso, Pirozzi resta ferito. Il boss, detenuto per la rapina, scrive ai giornali: sono infami. Pirozzi è una pellaccia dura. Ci riprovano tre anni fa con un'autobomba alla libanese ma falliscono ancora e la rappresaglia è durissima. Così quando Misso esce dal carcere a fine pena per la maxirapina è il boss incontrastato della Sanità (e secondo la polizia il referente di un più ampio cartello di clan).
Il nome di Lezzi invece spunta alla ribalta nel ’98: promuove il cartello Forza Lavoro Disponibile, insieme a un altro leader della "piazza di destra", Giuseppe Sollazzo. La sua popolarità è appetita dai partiti del centrodestra: sarà eletto due volte consigliere di circoscrizione nel suo quartiere di Montecalvario, la prima con Forza Italia, la seconda con Alleanza nazionale. Nel ’99 viene arrestato con alcuni leader di piazza ed un altro consigliere della circoscrizione Mercato. Le liste protagoniste delle lotte per la raccolta differenziata dei rifiuti - vertenza che scatenò giornate roventi in città - sono nel mirino della magistratura: le accuse blocco stradale, violenza, minaccia. Fatti scatenati, fu l’accusa, «secondo una precisa strategia». Un rapporto di polizia sottolinea i suoi legami con la camorra e riporta alla luce un episodio dimenticato: una gambizzazione subita alla fine degli ani 80. Lezzi intanto rompe con Sollazzo e dà vita al suo Comitato disoccupati organizzati e poi al Cartello disoccupati uniti per il lavoro. Ha trovato il tempo di entrare in Forza Nuova, litigarci, rientrare in An per ritornare nel movimento estremista, dove gli offrono i galloni di segretario provinciale.
Immediata la solidarietà di Roberto Fiore che in una conferenza stampa:
1 sostiene la completa innocenza di Salvatore Lezzi, vittima di un castello di menzogne che non trova nessun riscontro nella realtà dei fatti. Sono migliaia, infatti, i napoletani che hanno trovato lavoro tramite Salvatore Lezzi e le sue Liste, senza aver mai pagato nulla.
2 si stupisce come Alleanza Nazionale, partito in cui militava Salvatore Lezzi al tempo dei fatti, non abbia dichiarato nulla.
3. denuncia che è in atto
un tentativo di smantellare l’unica organizzazione sociale che in Italia sfugge al controllo dei partiti tradizionali e dei sindacati. 



Fin qui il libro (ho aggregato il testo e le note per comodità di lettura). Molte cose sono cambiate: Florino è un notabile postmissino, transitato per la Destra di Storace e prosciolto dall'accusa di aver ispirato un triplice omicidio di camorra. A tirarlo in mezzo (incredibile dictu) il suo antico amico e camerata Peppe Misso, divenuto un collaboratore di giustizia alquanto anomalo (numerosi pentiti dei clan rivali di Forcella e della Napoli bassa gli accollano ancora responsabilità per la strage del rapido 904 ma lui nega). Lezzi si è ancora, e definitivamente, distaccato da Forza nuova ma resta un capopopolo dalla vocazione stradaiola e facinorosa. Comunque il processo per estorsione in cui era coimputato con Misso è finito in una bolla di sapone per entrambi. 

7 commenti:

  1. 1)lui il fascista invece l'ha fatto aggredendo alle spalle e distanza di sicurezza :)

    2)misso, lezzi,florino sempre là siete...

    3) ma una persona decente l'avete fra voi o no?

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  2. se per politici decenti intendi sodano e de magistris ...io preferisco chi la politica la fa ancora con sangue e sudore come lezzi ai vecchi comunisti annoiati in doppio petto

    caciallo

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  3. caciallo:soprattutto preferite i camorristi

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  4. Una precisizione, per amore della verità, mi sembra giusta, Salvatore Lezzi, fa ancora politica nella destra di Storace, ed è nel comitato centrale del partito...
    Salvatore Lezzi ha militato con Forza Nuova Napoli ma ad onor del vero, non era nè il segretario regionale nè il segretario provinciale...

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