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Adinolfi: al di là del 7 gennaio il problema è l'assemblearismo

(umt) Gabriele Adinolfi si smarca dalle polemiche sul 7 gennaio, che hanno finito per fossilizzarsi sul "corteo sì, corteo no", e puntualizza il suo pensiero: il problema non è la scadenza di Acca Larentia - il cui sfilacciamento è precedente e non determinato dal suo 'appello': ma comunque l'iniziativa unitaria si era caricata di significati poi persi per strada -  ma l'assemblearismo dilagante in una fase che lui ritiene invece di crescente repressione. 

Ancora sul 7 gennaio di Gabriele Adinolfi
Le mie parole non sono state intese sempre correttamente.
Io non ho lanciato alcun appello perché non si facesse un corteo. Ho semplicemente constatato che tutti i presupposti erano venuti meno, che solo una parte abbastanza ridotta del comitato organizzatore voleva farlo ancora, ed ho anche colto l'occasione per rivolgere ben altro appello che non quello di non marciare: evitare improvvisazioni e democraticismi che possono dare un pessimo segnale per il futuro.
Il corteo unitario non ci sarà e non per via del mio appello che è di tutt'altra natura.
Se poi ci sarà comunque un corteo parziale, se ci sarà una marcia silenziosa più o meno massiccia, questo che non considero affatto un "pericolo" (come non avrei considerato tale il corteo) non è contrastante con il mio appello che è di ben altra natura e che spero non venga frainteso. Perché il 7 gennaio passerà ma il resto no. Ed il resto va affrontato con meno improvvisazione e meno assemblearismo.
Concludo ricordando che di cortei non se ne fanno dal 2008, che non è una novità di quest'anno il concentrarsi sul Presente e che a mio parere il corteo ha una funzione solo se centripeta, unificante, organico, compatto e solenne e non in sé per sé. Che su quelle basi era partito il progetto di effettuarlo e che esse sono venute meno per ragioni molteplici e differenti e solo in parte per colpa di qualcuno (ma questa è storia vecchia di oltre un mese). Che poi le cose siano cambiate oggettivamente ha fatto sì che le ragioni originali del corteo siano venute meno.
A questo punto ognuno fa le valutazioni che vuole e non è un problema per nessuno.Io colgo la crisi congiunturale appunto per indicare una via operativa futura che sia meno assemblearistica, niente affatto "federalistica" e che sia fatta di assunzioni di responsabilità con spirito gerarchico (non gerarchista). Questo in polemica con nessuno (tranne quelli in mala fede che però si conoscono da tempo) e senza alcun contrasto con chi marci comunque, che non ho mai detto che esporrà qualcuno a ipotetici rischi. Tanto vi dovevo perché la mia esternazione, che è "appello" solo nella misura in cui si auspica un Presente unitario e compatto, viene rimasticata nel social network come una cheewing gum, come è proprio a quest'orrore della democrazia da tastiera e viene quindi necessariamente fraintesa, il che va evitato.

4 commenti:

  1. A parte il fatto che alle 01.12 del 31.12 anche se febbricitanti non e' ne facile ne semplice leggere,sono in contrasto TOTALE con Adinolfi......Un corteo compatto senza simboli ne bandiere di qualsivoglia partito e con una grande partecipazione sarebbe il massimo!!Senza corteo e con dei ''PRESENTE'' a casaccio sarebbe l'ennesima figura di merda e l'ennesima occasione persa per Ricordare e Onorare i Camerati assassinati!!Buonanotte!!!

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  2. Grazie Roberto per il primo post del 2012 e auguri di pronta guarigione

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  3. la verità è che CP (la cupola) si sta cagando sotto dalla sovraesposizione mediatica in negativo. non per un eventuale repressione che cavalcherebbe i giornalettisti ma perchè sta rischiando di perdere tutti gli appoggi CP: "partito" di rivolta e di governo: prima o po tutti i nodi vengono al pettine.due: dopo che giannotta ha regalato le chiavi di acca larentia ai fascistidelterzomillennio mica vogliono mettere a rischio i "loro"
    immobili.

    e poi, davvero basta con questi "santoni" che predicano bene e razzolano male.

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  4. Adinolfi bla bla bla mi sembra abbastanza corretta la nota sui santoni,

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