Riina jr? Lo vuole ospitare il leader patavino della Fiamma
Cesaro (Fiamma tricolore): "Riina? Lo ospito a casa mia". Il leader della destra sociale a Padova: "E' ipocrita non dare una possibilità di reinserimento al figlio del boss. Molti altri criminali oggi fanno lezione o sono opinion leader"
PADOVA. Se la prende con "l'ipocrisia della classe politica veneta in generale, e patavina in particolare, che bipartisan si scaglia contro la possibilità che Giuseppe Salvatore Riina si stabilisca a Padova per lavorare in una onlus cittadina". E' Bruno Cesaro, leader in città della Fiamma Tricolore, che sulla possibilità che il figlio del boss di Cosa Nostra arrivi a Padova ha un'opinione articolata.
"Quello che è accaduto dimostra quanto realmente interessi a lor signori che la pena, per qualsiasi persona, anche per il figlio del capo dei capi, debba essere rieducativa e che, una volta scontata, un cittadino abbia il diritto di ricominciare una nuova vita all'interno della società, rispettandone ovviamente le regole e le leggi - spiega Cesaro - Fra di noi ci sono centinaia di persone che si sono macchiate dei crimini più efferati e che, terminato il periodo in carcere, si arrovellano quotidianamente con gli stessi problemi di lavoro, di mutuo, di pensione che hanno tutti gli altri cittadini, senza per questo creare allarme o malessere nelle nostre città".
"Altri ex criminali sono invece invitati a congressi, a conferenze, a dirci la loro su come si dovrebbe governare il mondo, e già questo mi pare un tantino tirato per i capelli. Ma così è, se vi pare: il politicamente corretto ha le sue regole, che prevedono la redenzione per tutti tranne che per il figlio di un boss siciliano, tanto più se lo stesso vuole riabilitarsi nel candido ed immacolato nordest? - conclude Cesaro - Io, seppur definito dai più un oscuro fascista, gli do un letto a casa mia: se qualcuno lo sente, glielo dica".
PADOVA. Se la prende con "l'ipocrisia della classe politica veneta in generale, e patavina in particolare, che bipartisan si scaglia contro la possibilità che Giuseppe Salvatore Riina si stabilisca a Padova per lavorare in una onlus cittadina". E' Bruno Cesaro, leader in città della Fiamma Tricolore, che sulla possibilità che il figlio del boss di Cosa Nostra arrivi a Padova ha un'opinione articolata.
"Quello che è accaduto dimostra quanto realmente interessi a lor signori che la pena, per qualsiasi persona, anche per il figlio del capo dei capi, debba essere rieducativa e che, una volta scontata, un cittadino abbia il diritto di ricominciare una nuova vita all'interno della società, rispettandone ovviamente le regole e le leggi - spiega Cesaro - Fra di noi ci sono centinaia di persone che si sono macchiate dei crimini più efferati e che, terminato il periodo in carcere, si arrovellano quotidianamente con gli stessi problemi di lavoro, di mutuo, di pensione che hanno tutti gli altri cittadini, senza per questo creare allarme o malessere nelle nostre città".
"Altri ex criminali sono invece invitati a congressi, a conferenze, a dirci la loro su come si dovrebbe governare il mondo, e già questo mi pare un tantino tirato per i capelli. Ma così è, se vi pare: il politicamente corretto ha le sue regole, che prevedono la redenzione per tutti tranne che per il figlio di un boss siciliano, tanto più se lo stesso vuole riabilitarsi nel candido ed immacolato nordest? - conclude Cesaro - Io, seppur definito dai più un oscuro fascista, gli do un letto a casa mia: se qualcuno lo sente, glielo dica".
fonte: il mattino di padova
Per carità Cesaro su molti punti ha pienamente ragione, però c'è anche il rischio che si ripeta quanto accaduto negli anni 70/80, quando in Veneto vennero messi al "confino" diversi mafiosi con risultati devastanti: vedi banda Maniero, da rubagalline a boss mafiosi grazie a questi personaggi
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