Da Piazza Vescovio un messaggio chiaro: niente memoria condivisa
Domani mattina sono impegnato a Roma, al convegno internazionale su "memoria e anni di piombo". Dovrò riferire sulla "memorialistica dei terroristi neri". Io avevo controproposto un titolo molto più accattivante ma poiché non tutti i relatori si sono presi questa briga gli organizzatori hanno puntato sulla mera descrittività. L'interrogativo di fondo a cui l'incontro si sforza di rispondere è la sostanziale incapacità italiana di costruire una narrazione condivisa sugli anni di piombo. A questi dubbi è arrivata una risposta a muso duro dalla fascisteria romana, che ieri si è riunita a piazza Vescovio, ai tanto contestati giardinetti Cecchin, per ribadire che è meglio che ognuno si tiene i propri morti e le proprie memorie. Concetti sinteticamente espressi da Gabriele Adinolfi su noreporter.
Piazza Vescovio: la gente di Cecchin ha risposto alle ipotesi di memorie condivise, di annacquamento del ricordo dei Caduti, di normalizzazione del sangue, di banalizzazione della morte.
Una risposta calma, ferma, pacata. Una risposta agli antifa e ai loro reggicoda ma anche alla prudenza, al timore, alle oscillazioni di chi, oggi istituzionalizzato, proveniente dalla medesima appartenenza antropologica di chi cadde negli anni di piombo, si trova in mano pratiche per la celebrazione cittadina della memoria. Sospinto in questo dalla pressione interna ad opera di diverse generazioni che, qualunque scelta abbiano poi fatto, non hanno mai scordato, chi di dovere tentenna e sminuzza, abbassa i toni, e accetta targhe in cui i Caduti appaiono “vittime di una – non meglio identificata – violenza politica”. Targhe rinviate unanimemente al mittente.
Portaparole delle generazioni in piazza sono stati Pietro Cassiano, Giancarlo Monti (Comitato Piazza Vescovio e la sua Gente per Francesco Cecchin), Carlo Breschi (Nessuno resti indietro) e Gabriele Adinolfi.
Disposti ad offrire un luogo di memoria collettiva delle vittime degli anni di piombo a Valle Giulia, dove tutto ebbe inizio, nel bene e nel male. Collettiva, ma non condivisa, almeno finché non sarà chiaro che verità e giustizia debbano seguire lo stesso binario e la condivisione non sia invece un alibi per seppellire responsabilità evidenti ed impunite.
RispondiEliminaAdinolfi, chiaro e tagliente , ha tracciato una separazione netta.
RispondiEliminaChi è diventato "ex" stia a casa, o sulla poltrona conquistata. Non c'è spazio per una lista di nomi di caduti da spendere per pietire ed impietosire.
Qualcuno agì per farsi definire beffardamente "neri per caso". Che nessuno provi a farli passare come "morti per caso".
Paolo
GRANDE ADINOLFI
RispondiEliminaAndrea
Concordo su un monumento collettivo di pacificazione in un punto simbolico come Piazza Augusto Imperatore, però come ci sono in giro lapidi con scritto "fascista" ci deve essere "comunista"e come c'è un monumento a W.Rossi ci deve essere un monumento a uno di noi o meglio a tre di noi, Acca Larentia. Altrimenti nisba.
RispondiEliminaIl messaggio deve essere chiaro soprattutto, ai tanti "ex " e "post" che oggi occupano poltrone e poltroncine e che si fanno beli agli anniversari per poi fare gli antifascisti in pubblico.
RispondiEliminama io continuo a pensare che una qualche forma di memoria condivisa sia possibile, senza scadere nel buonismo e nella mancanza di memoria....
RispondiEliminain sudafrica, con la commissione verità e riconciliazione presieduta dal vescovo Tutu, pur con tutti i suoi limiti, verità e giustizia spesso hanno marciato insieme e si è arrivati a verità con fatti, nomi... e cognomi, e cmq memoria condivisa vuol dire semplicemente riconoscere che la mia parte non aveva tutte le ragioni, e l'altra parte non aveva tutti i torti, e che anche lì c'erano militanti onesti e disinteressati che vanno onorati e ricordati.....io sono di sinistra, coi fasci da tempo mi confronto civilmente e da tempo onoro e commemoro anche alcuni dei vostri caduti, non mi permetterei di partecipare ad una vostra commemorazione, perchè è un momento vostro, intimo, anche se siete in tanti, ma non trovo nulla di male nei vostri presente, cosa diversa se l'evento è organizzato da un ente pubblico, che troppo spesso ha dimenticato i cuori neri e rossi in passato e a cui io come cittadino partecipo.
Concordo pienamente, la memoria condivisa è una stronzata restando ancora certe pregiudiziali inaccettabili nei confronti dei nostri morti! Alemanno e tutte quelle cacchine dei suoi compari devono farsene una ragione!
RispondiEliminaFilippo
Finalmente sento uno "di sinistra" che parla così e sono contento, pacificazione nazionale in verità giustizia e onestà, ma tutto parte dal Risorgimento, dal conflitto nord sud, dalla guerra civile 43-45, è così, solo con un immenso sforzo intorno a quei tre valori, storici e politici potranno contribuire, più di ogni altra manovra economica, a rilanciare la Nazione, cioè tutti noi.
RispondiEliminaMi domando perché deve esistere invece una memoria condivisa con la feccia pideillina romana, che ancora si rida una verginità ai Presenti ed arriva a sostenere che se i ragazzi morti oggi fossero vivi voterebbero per loro , per Berlusconi. Il paradosso e' che si condivide molto di piu anche seb in maniera disgiunta con chi ci sparava addosso rispetto a chi ha semplicemente abiurato, tradito, dissimulato, e come dice Gabriele ANNACQUATO.
RispondiEliminaSi può citare anche un altro esempio di memoria condivisa oltre che al Sud Africa e al vescovo Tutu, vale a dire quella della Spagna.Il generalissimo Franco che non fu mai tenero coi rossi, tanto che riuscì a stupire perfino un duro come Roberto Farinacci, per le fucilazioni in massa di decine di migliaia di rossi, a guerra civile finita, fece seppellire sia i nazionalisti che i rossi in un grande mausoleo denominato la Valle dei Caduti. Se perfino un forcaiolo e reazionario,afascista dico afascista, con la tipica ottusità del militare di carriera ci è riuscito, perché non provare tra militanti politici, che non hanno nulla da spartire con i politicanti di carriera, che sono pronti ad abiurare e rinnegare, pur di mantenere potere, poltrone, privilegi. TV
RispondiEliminaPerchè noi Francesco, te l'ho detto da Francesco, siamo i migliori e quando sei migliore te passa la voglia de criticà... le pecorelle smarrite vanno ricondotte all'ovile non scacciate, perchè danno buona lana e latte...alla fine il buon pastore vince sai, se è buono come dico, come oro, non si lega nè si fonde.
RispondiEliminaComunque, vorrei far presente un fatto, che ho letto, meglio sarebbe dire un articoletto giornalistico che ho trovato su Storia Illustrata di qualche tempo fa "Partigiani e Decima uniti per salvare i confini valdostani" da De Gaulle nel 45...già letto digerito e rimosso? Futuro Gladio? Uhh immagino le critiche, ma ne ne frego, questa è l'Italia che mi piace e lo grido alto e forte. Un'Italia che si unisce per difendere i confini e caccia lo straniero invasore, come oggi dovremmo fare con gli Usa ma troppi belano...le pecorelle ci servono eccome, un giorno Alessandro Magno cosa fece per sconfiggere l'esercito nemico che aveva decine e decine di elefanti...ve lo spiego la prossima volta, mò sò stanco...ma è terribilmente sagace...e Cesare coi pirati, Ulisse coi proci, non li blandì all'inizio?...No, no, inizio ad essere cattivo.
Viva l'esempio della Valle dei Caidos, pacificazione nazionale per tutti gli italiani, dal Risorgimento ad oggi, ma dopo congresso storico condiviso con studiosi italiani di spessore e amor di verità, scomodi e no.
RispondiEliminaLa verità storica vogliamo, come su Gorla, di cui corre l'anniversario oggi, vogliamo perciò un'altra non "No rimberga", ma "Si rialberga", sia ridata casa e albergo alla memoria vera, la memoria storica dei fatti, non delle leggende, Fenestrelle, Rovetta, via Rasella,i crimini contro l'umanità non vanno in prescrizione. Per tutti, no? O solo per i poveri ultranovantenni?
E per loro Pennella non chiede amnistia?
Alessandro Magno in realtà usò i maiali, cosparsi di pece gli diede fuoco, quelli correndo impazziti, poveretti, andarono contro gli elefanti nemici e quelli terrorizzati, si rivoltarono calpestando e devastando le retroguardie...
RispondiEliminaNella valle dei caidos, sono sepolti i poveri cristi che persero la guerra e contribuirono a costruirla, prigionieri del regime franchista. Altro che memoria condivisa. La Spagna è ancora pinea di fosse comuni da scoprire e le vittime o sconfitti di quella guerra mai accettarono quella operazione del Caudillo. Anzi lo considerarono un sfregio. Inoltre, questo non è un buon esempio anche per altre ragioni: il franchismo si puo confrontare con il ventennio fascista, oppure con il regime sovietico, non con gli scontri armati delle bande minoritarie e "rivoluzionarie" di destra e sinistra in italia. Per favore, un poco ri rigore storico
RispondiEliminaAnche nel triangolo rosso dell'Emilia, ci furono fosse comuni, ove vennero sepolti poveri cristi di "repubblichini", vittime di una guerra civile scatenata e voluta dal PCI. Una guerra civile che imperversò fino al 1947 e che riempì le fosse comuni, anche con le salme di preti e borghesi e in qualche caso di partigiani anticomunisti, come il fratello di Pier Paolo Pasolini, ma anche quello di Toni Negri.Visto che invochiamo il rigore storico, ricordiamo le decine di migliaia di sacerdoti, di suore, fucilati dai "rossi" in Spagna, ove la rivoluzione si accanì contro Chiese e ministri del culto, come non mai in Europa;fucilarono anche una statua di Gesù Cristo; disseppellirono le salme di ministri del culto, per dimostrare l'inesistenza dell'anima. I comunisti ortodossi ammazzarono pure l'anarchico Camillo Berneri.Giusto per un po di rigore storico. TV.
RispondiEliminaPer anonimo. MI pare che non hai compreso il mio post. Ho detto solo che non è un confronto calzante, perchè la spagna non ha per nulla risolto il tema della memoria condivisa (il pacto dell'olvido). Non entro nel merito del resto: dei preti, dei crocifissi, del poum contro il pce, dell'urss e del triangolo rosso. Un solo appunto in spagna ci fu innanzitutto un colpo di stato. Anche in questo si differenzia dall'italia post bellica. Infine: che la memoria non è per nulla condivisa è evidente dal tuo post. Per quanto riguardo i poveri cristi era riferito al paradosso della valle dei caidos e la geniale trovata di Franco di seppellirci chi, prigioniero, era stato costretto a costruirlo (e che non è per nulla grato di quella trovata, quindi non è condivisa). Non era un giudizio di merito se sono meglio i fascisti o gli anarchici o i comunisti. Il resto è noia...o propaganda (di un segno o dell'altro).
RispondiEliminaforse c'è un motivo per cui trovare una memoria condivisa che non sia quella imposta dagli antifa.Il motivo sono gli ideali per cui sono morti i giovani di destra e che per gli antifa sono stati e continueranno ad essere solo l'espressione di un sentimento nazionalistico reazionario e razzista ma che per noi sono solo la espressione dell'amore per il futuro della nostra Patria.
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