Una lettera aperta di Tilgher a Storace
Tilgher all'epoca del "triciclo", con Fiore e la Mussolini a Crotone, presentati da Davide Pirillo |
(umt) Mentre ancora infuria la polemica sul post di Franco Mormile, che, replicando a Rastrelli, ha scatenato una bagarre tipicamente napoletana, mi sembra utile pubblicare, con qualche giorno di ritardo, la lettera aperta a Storace di Tilgher che ricostruisce, in tono asettico, i termini della più generale diatriba congressuale
Caro Segretario,
"Chi dispone di cervello, lo usi bene”. Con questa frase chiudevi il tuo post del 12 settembre. Una frase che dovrebbe servire di monito a tutti noi che crediamo di avere un cervello funzionante. Ma, sarà stato il caldo, sarà stato lo stress, qualcosa non ha funzionato in questi ultimi mesi: ma veniamo per gradi, cercando di porre alcuni punti di chiarezza nelle vicende ultime.
Credo a giugno, sono venuto da te in Regione e, tra le altre cose, ti ho avvisato che girava voce, nel solito ambiente che ama più compiacerti che pensare agli interessi del partito, di una mia candidatura a segretario; cosa che ho smentito immediatamente e tu hai sostenuto che tale voce non era vera in quanto non era arrivata alle tue orecchie.
Poi sono giunte le tue esternazioni estive sul blog e su facebook, unici luoghi dove una sedicente classe dirigente può più o meno intuire dove può andare il partito:
30 giugno 2011 “In queste ore mi interrogo anche sul fatto se io debba riproporre la mia candidatura alla Segreteria o aprire un ragionamento su altre ipotesi” “… Il Congresso dovrà stabilire come stare nel centrodestra”
26 luglio 2011 “Non è obbligatorio che sia io a guidare ancora il movimento” “La base di partenza, per me, è chi sta nelle istituzioni. Senza gli eletti – pochi che siano – non si riparte.”Poi, in Segreteria del Congresso, ho sollevato le mie perplessità che derivavano dalla interpretazione che davo a queste poco comprensibili esternazioni e auspicavo la convocazione dell’Esecutivo Nazionale.Purtroppo negli organi più importanti del partito talvolta mettiamo persone non all’altezza del compito, una di queste, ti ha riferito a modo suo alcune cose da me dette e Tu mi hai telefonato risentito. Da quel momento non ti ho più sentito.
Mi è giunta solo una chiamata di Livio Proietti che sul tuo mandato ci chiedeva cosa volessimo fare e io ho risposto di convocare l’esecutivo per vedere come andare al Congresso, per discutere anche in considerazione della fluidità del quadro politico.
La tua risposta è stata: riunitevi voi e fatemi sapere chi devo votare.
A quel punto ho deciso di scrivere una mozione congressuale come contributo per la discussione (come è ben scritto in testa alla stessa) senza pensare ad una Segreteria alternativa.
All’improvviso il 29 agosto arrivava, assolutamente inattesa, la tua mozione “Cantiere Italia” ed io mi affrettavo ad inviare la mia sperando che ci si riunisse per integrarle. Vana speranza. Invece di capire l’utilità di affrontare subito un confronto di idee per giungere ad una mozione unica e vivacizzare così il dibattito politico interno al partito, si è preferito ritenerla, incomprensibilmente, un affronto personale.
Dopo poche ore a tutti i membri dell’esecutivo nazionale giungeva la telefonata della segretaria del partito che sollecitava una risposta o commento. Ben strano modo di procedere nei confronti di quella che dovrebbe essere una classe dirigente e che avrebbe bisogno di ben altra considerazione! Non voglio ricordare le telefonate, le pressioni, le inutili allusioni ad un ritiro della tua mozione nel caso di presenza di altra mozione; ma ti invito a considerare la fedeltà e l’utilità della “classe dirigente” che ti circonda alla luce dei loro comportamenti in tale circostanza.
A chi ha cercato di porsi come “paciere” di una guerra che, almeno da parte mia, non c’è mai stata ho sempre detto che prima del 15 andava riunito l’Esecutivo Nazionale per rispondere e risolvere tre quesiti.
Storace si candida alla Segreteria o vuole fare altro come ha scritto e detto in varie circostanze?
Quali sono gli elementi che ci rendono distinti e distinguibili in modo netto dai nostri alleati?
In che modo si intende valorizzare quel poco di classe dirigente rimasta che i comportamenti di questi ultimi mesi hanno completamente delegittimato?
Sono domande che vanno risolte prima della presentazione delle mozioni congressuali, perché sono gli elementi caratterizzanti ed essenziali per costruire il nuovo partito di cui da tempo parliamo, che possa avere un suo voto di opinione ben radicato, che possa essere il punto di riferimento della vasta area movimentista.
Il tempo stringe, hai ancora nelle tue mani la possibilità di ricucire la situazione. Fiducioso attendo.
Un saluto
Adriano Tilgher
Nessun commento: