Ora anche la vecchia destra missina boccia Storace: la dura lettera di Rastrelli
Antonio Rastrelli festeggiato nel giorno dell'83esimo compleanno dal presidente della Campania, Caldoro |
(umt) Non c'è solo la vecchia e nuova destra extraparlamentare (da Tilgher agli ex fiammisti di Puschiavo) a esprimere dissenso e disagio dalla rotta tracciata da Francesco Storace per la sua Destra, saldamente ancorata nel pur procelloso porto del centrodestra. Arriva ora, come un mazzata per il segretario (me la segnala il solerte Giuseppe Parente), la lettera del presidente del Comitato etico, Antonio Rastrelli, già senatore missino e primo presidente della Campania eletto dal popolo (e defenestrato dal ribaltone mastelliano). L'anziano notabile chiede di integrare la mozione congressuale con gli apporti di Tilgher sulla continuità ideale e di convocare a vista l'Esecutivo del partito per una ricomposizione unitaria. Ecco il testo integrale della lettera, che tra l'altro liquida come "fatto assolutamente negativo" l'intera esperienza di Alleanza nazionale.
Carissimo Segretario,
in una fase della esistenza in cui un Uomo deve rendere conto delle proprie scelte solo alla propria coscienza, avverto il dovere, politico e morale, di scriverTi queste righe alla antevigilia del Congresso Nazionale di Torino, che dovrà tracciare la rotta del futuro del nostro Partito.
Lo faccio con lo stesso spirito, e con la stessa franchezza, con cui vergai commosso, tre anni fa, la mia lettera di iscrizione alla Destra: lettera nella quale - felicitandomi per la Tua scelta, e compiacendomi del Tuo coraggio – posi quale unica “condizione” alla mia adesione la salvaguardia di un principio fondante del neonato movimento, quello identitario.
-Per chi, come me, forse unico sopravvissuto, ha partecipato a tutti i Congressi del Movimento Sociale Italiano dal lontano 1948, più di mille mozioni politiche vale, infatti, la “pregiudiziale” identitaria: che, per me, si sostanzia nella revisione del concetto storico del fascismo, nella difesa della storia del MSI e di quel suo unico ed autentico apostolo che fu Giorgio Almirante.
In forza della immodificabilità del principio genetico della coerenza degli uomini e delle scelte, che furono per molti alla base di un collocazione politica di tipo alternativo, ed alle quali sono rimasto coerente lungo l’arco di 65 anni di ininterrotta militanza.
Con queste premesse, ho quindi sofferto nel leggere la bozza di mozione congressuale a Tua firma.
Ho sofferto nel vedere sottaciuti nella mozione tutti i presupposti fondanti della mia adesione.
Ho sofferto nel leggere – mi auguro sbagliando – di una Tua virtuale rinuncia a continuare la battaglia ideale della continuità e della coerenza, per riportare anche gli aderenti della Destra nella medesima posizione incerta ed ondivaga che hanno dovuto assumere tutti coloro che - rappresentando la vecchia gerarchia dei “quadristi” - hanno dovuto comunque ricollocarsi in una posizione per la quale, proprio per la sua mobilità e diversità, hanno perduto ogni contatto con la realtà politica ed ogni possibilità di acquisire consenso, come i risultati elettorali conseguiti hanno sinora dimostrato.
Per me, infine, è stato un colpo decisivo leggere - nella Tua bozza di mozione – che poteva ritenersi salva, e virtualmente “salvifica”, la esperienza di Alleanza Nazionale: fatto politico assolutamente negativo, nato dal perfido disegno di Fini, che ha avuto l’unico effetto di dissolvere una Comunità umana e politica, fino ad allora compatta e solidale, almeno nelle finalità della opzione politica.
In conseguenza di queste considerazioni, mi sono sentito personalmente respinto.
E, con me, il mio pensiero, le mie idee, e la mia storia all’interno di una Comunità, pur piccola, che si era raccolta intorno alla Tua persona.
Ho però letto con estremo sollievo, nella giornata di oggi, sul Tuo blog, uno splendido articolo (“Quel che saremo, quel che non saremo”), nel quale rivendichi, con forza e convinzione, proprio il nostro principio identitario, colmando così la grave lacuna della mozione congressuale.
In tali termini, se mi hanno convinto negli “elementi di discussione per il Congresso” proposti da Adriano Tilgher – sino alla sottoscrizione del relativo documento - i richiami storici alla Repubblica Sociale Italiana – a mio avviso unico momento etico della Storia d‘Italia, dove la migliore Gente del nostro Paese offrì in olocausto, per una sacra Idea di Patria, anche la propria vita – , a maggior ragione mi convince la convalida essenziale, categorica ed irreversibile della nostra Identità nella Tua recente affermazione in un documento pubblico.
Il che mi induce, nella responsabilità, a chiederTi sommessamente la disponibilità a rivedere, ed integrare, il testo della Tua mozione.
Con una nuova e più ampia formulazione in un unico atto congressuale, che - a seguito di dibattito aperto e realistico - potrà anche essere tenuta in una sede congressuale, ma che serva ad evitare da un lato dimissioni mascherate - non richieste da nessuno -, ed insieme dimissioni reali da impegni di rappresentanza indispensabili in un momento in cui tutto può cambiare ed in cui nessuno può prevedere come cambierà la scena politica: ed in cui vanno, se possibile, evitati atti interruttivi, comunque traumatizzanti.
Anche nella qualità di Presidente del Comitato Etico del Partito, oltre che per esigenze di ordine personale che reputo doverose, Ti prego altresì - anche in riscontro adesivo alla Tua ultima comunicazione - di convocare “a vista” l’Esecutivo del Partito: per far sì che atti, mozioni ed emendamenti vengano preventivamente esaminati da chi ancora fa parte dell’organismo dirigente del Partito, e si trovi il momento di una scelta responsabile e moralmente ineccepibile, unitaria nella sua definizione e nella sua verità: ricercando, ove possibile, tra tesi ed antitesi, la strada della sintesi.
Per non arrivare impreparati e discordi a “ludi cartacei” e “querimonie verbali” di un congresso che abbia il sapore di un abbandono, o di una rinuncia preventiva, ad ogni possibilità di salvaguardia della mistica Scelta di vita che molti di noi hanno compiuto. Con una intera esistenza spesa nella coerenza e nel sacrificio.
Ti abbraccio, mio Segretario. Antonio Rastrelli
Carissimo Segretario,
in una fase della esistenza in cui un Uomo deve rendere conto delle proprie scelte solo alla propria coscienza, avverto il dovere, politico e morale, di scriverTi queste righe alla antevigilia del Congresso Nazionale di Torino, che dovrà tracciare la rotta del futuro del nostro Partito.
Lo faccio con lo stesso spirito, e con la stessa franchezza, con cui vergai commosso, tre anni fa, la mia lettera di iscrizione alla Destra: lettera nella quale - felicitandomi per la Tua scelta, e compiacendomi del Tuo coraggio – posi quale unica “condizione” alla mia adesione la salvaguardia di un principio fondante del neonato movimento, quello identitario.
-Per chi, come me, forse unico sopravvissuto, ha partecipato a tutti i Congressi del Movimento Sociale Italiano dal lontano 1948, più di mille mozioni politiche vale, infatti, la “pregiudiziale” identitaria: che, per me, si sostanzia nella revisione del concetto storico del fascismo, nella difesa della storia del MSI e di quel suo unico ed autentico apostolo che fu Giorgio Almirante.
In forza della immodificabilità del principio genetico della coerenza degli uomini e delle scelte, che furono per molti alla base di un collocazione politica di tipo alternativo, ed alle quali sono rimasto coerente lungo l’arco di 65 anni di ininterrotta militanza.
Con queste premesse, ho quindi sofferto nel leggere la bozza di mozione congressuale a Tua firma.
Ho sofferto nel vedere sottaciuti nella mozione tutti i presupposti fondanti della mia adesione.
Ho sofferto nel leggere – mi auguro sbagliando – di una Tua virtuale rinuncia a continuare la battaglia ideale della continuità e della coerenza, per riportare anche gli aderenti della Destra nella medesima posizione incerta ed ondivaga che hanno dovuto assumere tutti coloro che - rappresentando la vecchia gerarchia dei “quadristi” - hanno dovuto comunque ricollocarsi in una posizione per la quale, proprio per la sua mobilità e diversità, hanno perduto ogni contatto con la realtà politica ed ogni possibilità di acquisire consenso, come i risultati elettorali conseguiti hanno sinora dimostrato.
Per me, infine, è stato un colpo decisivo leggere - nella Tua bozza di mozione – che poteva ritenersi salva, e virtualmente “salvifica”, la esperienza di Alleanza Nazionale: fatto politico assolutamente negativo, nato dal perfido disegno di Fini, che ha avuto l’unico effetto di dissolvere una Comunità umana e politica, fino ad allora compatta e solidale, almeno nelle finalità della opzione politica.
In conseguenza di queste considerazioni, mi sono sentito personalmente respinto.
E, con me, il mio pensiero, le mie idee, e la mia storia all’interno di una Comunità, pur piccola, che si era raccolta intorno alla Tua persona.
Ho però letto con estremo sollievo, nella giornata di oggi, sul Tuo blog, uno splendido articolo (“Quel che saremo, quel che non saremo”), nel quale rivendichi, con forza e convinzione, proprio il nostro principio identitario, colmando così la grave lacuna della mozione congressuale.
In tali termini, se mi hanno convinto negli “elementi di discussione per il Congresso” proposti da Adriano Tilgher – sino alla sottoscrizione del relativo documento - i richiami storici alla Repubblica Sociale Italiana – a mio avviso unico momento etico della Storia d‘Italia, dove la migliore Gente del nostro Paese offrì in olocausto, per una sacra Idea di Patria, anche la propria vita – , a maggior ragione mi convince la convalida essenziale, categorica ed irreversibile della nostra Identità nella Tua recente affermazione in un documento pubblico.
Il che mi induce, nella responsabilità, a chiederTi sommessamente la disponibilità a rivedere, ed integrare, il testo della Tua mozione.
Con una nuova e più ampia formulazione in un unico atto congressuale, che - a seguito di dibattito aperto e realistico - potrà anche essere tenuta in una sede congressuale, ma che serva ad evitare da un lato dimissioni mascherate - non richieste da nessuno -, ed insieme dimissioni reali da impegni di rappresentanza indispensabili in un momento in cui tutto può cambiare ed in cui nessuno può prevedere come cambierà la scena politica: ed in cui vanno, se possibile, evitati atti interruttivi, comunque traumatizzanti.
Anche nella qualità di Presidente del Comitato Etico del Partito, oltre che per esigenze di ordine personale che reputo doverose, Ti prego altresì - anche in riscontro adesivo alla Tua ultima comunicazione - di convocare “a vista” l’Esecutivo del Partito: per far sì che atti, mozioni ed emendamenti vengano preventivamente esaminati da chi ancora fa parte dell’organismo dirigente del Partito, e si trovi il momento di una scelta responsabile e moralmente ineccepibile, unitaria nella sua definizione e nella sua verità: ricercando, ove possibile, tra tesi ed antitesi, la strada della sintesi.
Per non arrivare impreparati e discordi a “ludi cartacei” e “querimonie verbali” di un congresso che abbia il sapore di un abbandono, o di una rinuncia preventiva, ad ogni possibilità di salvaguardia della mistica Scelta di vita che molti di noi hanno compiuto. Con una intera esistenza spesa nella coerenza e nel sacrificio.
Ti abbraccio, mio Segretario. Antonio Rastrelli
"Vecchia destra missina", appunto...
RispondiEliminaPRESIDENTE di quel "comitato etico" che NON HA MAI dato risposta in merito al quesito posto da alcuni al primo congresso circa l'incompatibilità o meno dell'appartenenza alla MASSONERIA !!??!!
RispondiEliminaPer chi come me nell'ormai lontano 1995 scelse senza alcuna esitazione di aderire e militare nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore in contrapposizione al vergognoso e traumatico congresso di Fiuggi che diede poi vita ad Alleanza Nazionale, fondata su un antifascismo destro-liberale, viene rabbia a leggere una lettera come quella di Antonio Rastrelli che NONOSTANTE TUTTO all'epoca scelse come i vari Tremaglia, Finestra, Baghino ecc....Alleanza Nazionale. All'epoca se la scissione e la costruzione di un nuovo movimento politico nazional-popolare di matrice fascista oltre la destra e la sinistra e quindi contro il bipolarismo ( come avrebbe dovuto essere e come fu all'inizio la Fiamma Tricolore nelle intenzioni di moltissimi militanti, eccetto poi le macchinazioni e i boicottaggi interni che Rauti e pochi altri misero in atto probabilmente a seguito di accordi già precedentemente presi con la dirigenza di AN che portarono il movimento a un continuo susseguirsi di microscissioni, defezioni, allontanamenti, espulsioni fino ad arrivare alla burletta del segretario romagnoli)fossero stati supportati da un maggiore numero di personalità storiche della Repubblica Sociale e del Msi forse la Fiamma Tricolore avrebbe potutto avere fin dall'inizio un maggiore peso elettorale e forse uno sviluppo politico ben diverso da quello a cui è andata incontro. Come si fa a dire che lìesperienza di Alleanza Nazionale è stata completamente negativa e che il disegno politico di Fini era perfido quando all'epoca Rastrelli lo aveva sottoscritto senza vergogna divenendo poi pure Presidente della Regione Campania mentre altri pur di restare fedeli all'Idea e di non rinnegare nulla si barcamenavano in condizioni a dir poco difficili e ostiche nel costruire sui territori un movimento senza fondi e mezzi. Ci volevano forse 15 anni per capire che il disegno di Fini era un progetto perfido? Il resto sono le solite chiacchere da mozioni congressuali che lasciano il tempo che trovano!
RispondiEliminaFilippo
Che alleanza Nazionale era il patibolo di un mondo che chiaramente doveva essere cancellato, era palpabile anche in quei momenti, che tutta la dirigenza missina sapeva e purtroppo conveniva(per interessi personali)ad accettare.Oggi, sentiamo con rispetto l'umore di un pezzo da 90 del partito, certamente piena di sbavature, perché questa decenza non fu avvertita prima di assassinare Cesare.
RispondiEliminaForse ri-voleranno le sedie, a Torino?
RispondiEliminaConcordo in toto con lo scritto di Filippo! Se ci hanno "tradito",però, la colpa è stata anche della nostra "fesseria".
RispondiEliminaHa ragione il prof. Tarchi: nessuna soluzione di continuità tra MSI-DN e AN. Tutta la settimana a fare i moderati, sabato e domenica a Predappio ed ai raduni della X-MAS. Conoscevo persone che mai avrei ritenuto fascisti i quali, dopo Fiuggi, si sono letteralmente scatenati...Molto meglio quelli che non si sono mai nascosti i quali fascisti erano e fascisti morranno. Tutto il mio rispetto! Per inciso molti sono pure iscritti alla Massoneria e sono tutti ottime persone.
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