Arriva in libreria la vera storia di Valerio Fioravanti
(umt) L'appuntamento in libreria è per il 13 settembre. Il pacchetto di mischia è robusto e ben assortito. Anche se non mancherà di suscitare antipatie e controversie: sia Rao sia Telese pur avendo venduto moltissimo (Nicola soprattutto con il primo volume della "trilogia della celtica", Luca dando vita con "Cuori neri" a un autentico revival di studi sulla fascisteria) hanno subito radicate contestazioni da parte di spezzoni significativi della militanza "nera".
Quanto a Colombo, è l'autore della "bibbia degli innocentisti" sulla strage di Bologna. Sono noti i miei legami personali, di amicizia e di scambio professionale, con tutti e tre e quindi non mi soffermerò oltre.
Anche perché ho la sensazione che il vero pezzo forte dell'accoppiata sia il film, opera di Francesco Patierno, il regista napoletano oggi alla ribalta per "Cose dell'altro mondo", la commedia sul razzismo del profondo Nord che ha fatto inferocire i sindaci leghisti del NordEst ma il cui nome, per me, resta legato al debutto, il crudo e amarissimo "Pater familias". Un capolavoro. In questi anni Patierno ha coltivato come un'ossessione il progetto di una fiction sulla storia degli "sposini dei Nar". Idea che ha suscitato le reazioni risentite dei familiari delle vittime che a trent'anni dai fatti ancora non riescono ad accettare l'idea che una tragedia nazionale possa essere oggetto di narrazione creativa. E comunque a questo progetto ha continuato a lavorare, raccogliendo documentazione, intervistando protagonisti, studiando saggi e testimonianze. E quindi immagino che nel video saranno riversati i materiali di questo lavorio: e sarà, quindi, un documentario molto interessante.
Nicola Rao a mio giudizio, a differenza di Telese e di Colombo, ha fatto della dietrologia in stretta sintonia con la vulgata corrente. Mentre i primi due compreso UMT, non hanno portato il cervello all'ammasso, Rao ha ripetuto i soliti mantra sulle trame nere, calcando le orme di Marco Nozza, di Ibio Paolucci, di Camilla Cederna.Un "pistarolo nero" e "fontanologo" ad honorem, quasi ci fosse penuria di costoro.La sua trilogia non è niente di originale, niente di autentico e di sensazionale,Rao calzando un paraocchi, che di fatto lo ha reso miope mentalmente,è stato colpito da strabismo destrorso, che impedisce di cogliere, a distanza di anni, le novità emerse. A tutti raccomando la lettura del libro disintossicante di Paolo Cucchiarelli, sulla madre di tutte le stragi.Piuttosto che Rao a questo punto trovo più originali, Giorgio Bocca o Camilla Cederna, nonostante siano anche loro dei "fontanologhi" in sedicesima.TV
RispondiEliminaCaro Tv, coglierai sicuramente l'ironia del fatto che Rao da ragazzino è stato simpatizzante di Terza posizione, gli altri tre scienziati da te citati (in positivo) hanno tutti rigorosamente militato a sinistra ...
RispondiEliminaMa anche l'attuale talebano di Gianfranco Fini, Fabio Granata, vanta trascorsi giovanili e articoli scritti sulla rivista di stretta osservanza evolo-frediana Heliodromos.Una pregiata pubblicazione periodica della Trinacria, con ottimi collaboratori di alto livello, tra cui anche l'attuale talebano di Fini.Rammento pure un ottimo astrologo romano, che a pagamento,redigeva oroscopi con tanto di grafici delle case e ascendenti inclusi.Forse era meglio che Rao,che di professione fa il giornalista alla Rai-TV,si fosse occupato, anche lui di oroscopi, oppure di arte culinaria. Anche Giannettini pur di campare alle dipendenze dell'editore Ciarrapico, lasciò i suoi amati studi di geopolitica, scrivendo ricette di matriciane e di code alla vacinara.Come diceva il grande e indimenticabile Montanelli sempre meglio che lavorare. TV
RispondiElimina