Tarantino: sì, il movimentismo non è di destra
Dall'autore di "Da Giovane Europa ai Campi Hobbit" una replica alla recensione di Introvigne e al mio commento
di Giovanni Tarantino
Desidero intervenire brevemente in merito alla recensione al mio libro fatta dal prof. Introvigne e pubblicata dalla rivista online “La bussola”. Vorrei innanzitutto esprimere gratitudine nei confronti del Prof. Introvigne che ha espresso parole importanti nei confronti del mio lavoro, definito "eccellente volume", così come un sentito grazie va al "padrone di casa" di Fascinazione, Ugo Maria Tassinari, che ha sviluppato le sue riflessioni su questa recensione stimolando il dibattito che ne è seguito. E' vero quanto afferma il Prof.Introvigne: non mi sono occupato delle dispute religiose riguardanti la Nouvelle Droite. Non intendevo focalizzare le mie attenzioni su questo aspetto, del quale si è spesso discusso nella ricca bibliografia riguardante il movimento di De Benoist. Esiste, tuttavia, una differenza di fondo in tal senso tra Nd francese e Nuova destra italiana: quest'ultima, come rileva lo stesso Prof. Introvigne non ha mai ceduto a fascinazioni pagane o anticristiane. E' forse la base teorica che più stabilisce la differenza tra le due esperienze gemelle neodestre. Lo stesso Marco Tarchi, in prima persona, non ha mai avuto dubbi nel definire il "brodo di coltura" e l'humus in cui era cresciuto come ultraminoritario per i suoi tempi, ossia "cattolico e missino".
Credo che il Prof. Introvigne abbia fatto un analisi impeccabile e abbia centrato il senso del mio lavoro, giungendo alla conclusione che i movimenti che ho studiato "non erano di destra". E' la stessa conclusione cui è giunto Luciano Lanna, nell'ambito di un'altra ottima recensione a DA GIOVANE EUROPA AI CAMPI HOBBIT, pubblicata sul settimanale gli Altri. Paradossalmente, Introvigne e Lanna, pur dando un giudizio differente sui movimenti in questione, critico il primo, positivo il secondo, giungono alla stessa conclusione.
Detto questo mi corre doveroso porre un piccolo chiarimento a riguardo di un intervento di Francesco Mancinelli, che è tra i personaggi menzionati nel mio libro. Nei commenti al post "L'alleanza rosso-bruna. Introvigne e quella destra che non è Destra" Francesco traccia le continuità politiche e culturali di Giovane Europa, affiliandola tra i movimenti della destra radicale, e pertanto ritiene una "forzatura" una qualsivoglia genesi della Nd da quella seminagione. Nell'ambito della mia ricerca non volevo stabilire il postulato secondo cui la Nuova destra è figlia di Giovane Europa e lo stesso titolo del libro "Da Giovane Europa ai Campi Hobbit" non spiegherebbe granché senza il sottotitolo "1966-1986: vent'anni di esperienze movimentiste al di là della destra e della sinistra. Sta nel sottotitolo la spiegazione del tutto: posto che le "eredità dirette" stanno nelle esperienze e nel vissuto di Cardini, de Anna, Krancic o nelle testimonianze di un giovane Umberto Croppi che dichiarava "Jeune Europe e Valle Giulia erano per noi letteratura", rendendo il senso di ammirazione dei 77ini neodestri nei confronti di certi "fratelli maggiori", ha ragione Francesco quando dice che la Nd viene fuori dal contesto missino, dalla componente rautiana. Ma il legame tra Giovane Europa e Nuova destra sta altrove: pur con linguaggi diversi, con metodi diversi, con approcci diversi, sono state entrambe esperienze che pur provenendo da destra hanno maturato una rottura con la destra conservatrice istituzionale (il Msi) e con il neofascismo. Una rottura che è coincisa temporalmente con i fermenti del '68, ai tempi di Giovane Europa, Lotta di popolo, l'Orologio, il laboratorio Forza Uomo e altri, e del'77 per quanto riguarda la generazione dei Campi Hobbit, la stagione della musica alternativa, la Nuova destra, la ricerca di nuove sintesi. Soltanto su questo aspetto volevo porre una piccola puntualizzazione, senza alcuna venatura polemica.
FiguraTi Giovanni, non è assolutamente per fare polemica, tanto piu' che quando si fa ricerca è inutile polemizzare.
RispondiEliminaHo letto il libro e l'ho apprezzato proprio da un punto di vista documentativo e biografico.
Era solo una mia perplessità sulla " filiazione diretta ideologica " di Giovane Europa.
Come dire, sono vissuto trasversalmente dentro la trasformazione antropologica ed ideologica degli anni 70' a cavallo tra Destra Radicale e Nuova Destra, per cui so' bene che la ND italiana (di cui mi sento anche io figlio indiretto ), ha a mio avviso intrapreso una strada deviata dal profilo originario, direi di " entrismo riformista-istituzionale "( escludendo i capiscuola Marco Tarchi e Franco Cardini che hanno mantenuto la loro linea oltre la destra e la sinistra e contro l'Occidente )
La parte istituzionalizzata della ND ha finito cosi' per alimentare in modo acritico e pedante tutte "le deviazioni destre" gorvernative e filo-occidentali, nelle versioni e nelle varie sfumature : nazional-populiste, (false) sociali e localiste.
Chi ha conservato tutta l'originalità archetipica e la flessibilità eretica di Giovane Europa è stato (per tutti gli anni 80-90) il Laboratorio metapolitico di Orion in cui Mutti, Murelli, Terracciano, Colla hanno rivitalizzato e riadattato lo scenario teorizzato da Trhiart.
Oggi la diretta discendenza ideologica di quella esperienza creativa di confine , scorre dentro il laboratorio della rivista geopolitica Eurasia da un lato, e in parte nella Sinistra Nazionale di Ugo Gaudenzi (Rinascita) dall'altra.
Un saluto
Francesco Mancinelli
Mancinelli e le Edizioni di AR con il suo Editore, non vengono menzionate, da nessuno? Strano, perché penso che un posto d'onore, entrambi se lo siano guadagnati.Non si può riflettere sul scenario politico scaturito da Trhiart e dalla Giovane Europa, senza citare l'opera meritoria, di liquidazione del reducismo e del nostalgismo, operato dalla piccola ma coraggiosa casa editrice patavina.Azzardo una ipotesi, senza tale casa editrice, l'aerea sarebbe sommersa da una miriade di pubblicazioni improntate al più becero e sterile nostalgismo,all'insegna di dio patria e famiglia, il tutto innaffiato con un anticomunismo avariato.L'abolizione della proprietà privata per instaurare una sorta di comunismo aristocratico, che dia vita ad uno stato platonico, è un poderoso cazzotto nello stomaco, sferrato al piccolo borghese retrivo e forcaiolo, alla politica da bottegai insomma, che da sempre è prevalsa nell'aerea. TV
RispondiEliminaMi sono costruito e sono cresciuto " divorando " le ed. di AR ed il contributo di rottura e crescita dato all'ambiente dall'Editore è innegabile anzi ... non ha eguali.
RispondiEliminaLa Disintegrazione del Sistema è stato il testo sacro, che ha portato una intera generazione di soldati politici a " Calvalcare la Tigre " invece di rimanere a fare i cani/servi da guardia dell'anticomunismo di servizio stando fintamente supini " come Uomini guardiani su improbabili rovine ". In realtà si stava a stipendio, per una delle due facce dello stessa geometrica speculare realtà ...
Tuttavia ritengo che la fase di " Tentazione Sinistra e Luciferica " dell'Editore si sia esaurita/spenta con l'esperienza del Fronte Nazionale e con la Sua scelta ( .. legittima per carità ...!! ) di prediligere nuove battaglie epocali sul fronte etnico-razziale, anzichè su quello metapolico-sociale.
Per cui non si doveva piu' combattere l'impero, ma per sopravvivere razzialmente , si doveva combattere " dentro l'impero in dissoluzione " ...
Questo ha portato secondo me l'esperienza di AR fuori dall'ottica originaria di eretica-rottura " a destra " evocata e prodotta da Giovane Europa.
Un pezzo di Destra Radicale si è cosi' riarroccata dal 1992, su posizioni " di difesa dall'altro " , perchè ormai troppo vicino, piuttosto che di attacco , adducendo che "il nemico principale" stava " mutando " la Sua natura, e puntando cosi' l'obiettivo/attenzione sulle logiche conseguenze della crisi anzichè sulle " cause primarie " ( vedi anche l'analisi sulla crisi della destra radicale http://www.rivoltaonline.org/destraradicale.htm)
Tutto questo a finito per confondere "la sana radicalità " con la xenofobia, il Wasp ed il populismo plebeo, quello delle destre da cortile, quello della paura di ritorno...
Questa almeno la mia umile percezione.
Resta intatto il patrimonio immenso e la Kultur feconda generata dalla piccola casa editrice , faro di luce adamantina dentro il buio della dissoluzione e della decadenza.
Per aver espresso lo stesso concetto sia pure con un eccesso verbale mi sono beccato una puntuta replica dell' Editore.
RispondiEliminaDel resto, avendo invocato la possibilità di essere evoliano in dissenso con Evola che boccio senza dubbi la ubriacatura sessantottina, così ci sono frediani che inverno il suo pensiero contro gli esiti suoi personali
RispondiEliminaUMT, non capisco cosa significhi "ci sono frediani che inverno il suo pensiero contro gli esiti suoi personali"?Concordo con Mancinelli, del quale condivido quasi tutto (ma non il sovrano disprezzo che nutre per Pino Rauti)che l'involuzione razzistico biologica dell'Editore, offusca l'opera meritoria di decantazione di una visione del mondo e del vero Stato,che non sia ancorata ai pseudo valori dei bottegai e dei prezzolati.Anche Evola a proposito dei nipponici,scriveva durante il conflitto mondiale, che il loro spirito guerriero, superava ogni possibile perplessità e che potevano non piacere i loro tratti somatici, ma che il loro appartenere ad una razza di guerrieri, eliminava ogni antipatia ed incomprensione.Stesso concetto esprimeva l'Editore a proposito del guerriero vietcong, superiore al budello occidentale, dedito al mangiare, defecare riprodursi.L'insistere in una pretesa cisti razziale, rappresentata dagli immigrati (anche dai bianchi e biondi con gli occhi azzurri, provenienti dai paesi dell'est?) resta una caduta di stile e qualcosa non in ordine. TV
RispondiEliminaSignifica proprio quello che dici. Inverano cioè applicano il progetto di freda al di la dei suoi esiti personali
RispondiEliminaX TV : sovrano disprezzo per Pino Rauti ?
RispondiEliminaPerchè è tutta la storia politica del personaggio che merita un sovrano disprezzo, perchè è la SUA personale e familiare classe dirigente " di destra " , quella che Lui ha costruito che merita " sovrano disprezzo " ,
perchè se c'è un luogo che Tassinari chiama "l'Abisso" , Rauti IL GUASTATORE DI OGNI CONTO TERZI ne è il primo artefice ... e quindi merita sovrano disprezzo ...
O forse merita per tutti i danni diretti ed indiretti fatti pagare agli altri, solo pietosa e disgustata indifferenza .
I campi hobbit, il circuito alternativo ove si diffondevano i libri e le riviste contro corrente irreperibili sul mercato normale, l'ecologia, la storiografia revisionista; la musica, lo sfondamento a sinistra,il movimento giovanile,la collaborazione al Tempo di Roma come giornalista inviato speciale anche all'estero,scrittore di poderose opere storiografiche sul fascismo in un ottica non nostalgica, chi fu l'artefice di tutto questo, furono per caso i Tatarella,i Michelini,gli Almirante?Lo presero a martellate, finì a San Vittore a sirene spiegate, direttamente da Roma a Milano,neanche fosse Al Capone, forse perché la Pravda (organo ufficiale del PCUS)lo aveva definito come un pericoloso sovversivo, dall'aspetto di tranquillo ragioniere.Comunque non credo che essere il suocero di Alemanno, sia colpa sua; ricordate che al tempo e alle femmine non si comanda.TV
RispondiElimina