L'allarme rossobruno, la manifestazione di oggi e la crisi della sinistra
(umt) E' in programma oggi 30 agosto, anniversario della firma del patto di amicizia italo-libico, una manifestazione lealista promossa da un cartello di soggetti in cui è rilevante il peso di intellettuali eurasiatisti (con matrice non solo di destra), che ha scatenato le consuete polemiche sull'allarme rosso-bruno. Un giovane filosofo, Stefano Moracchi, spiega brevemente le ragioni delle sua adesione, in polemica con la sinistra che non si è schierata contro la guerra.
Una manifestazione contro l'ipocrisia di Stefano Moracchi
La manifestazione pro-Libia è la cartina di tornasole tra chi ha compreso che ci troviamo in una fase di transizione verso un Nuovo Ordine Mondiale che dovrà sostituire quello uscito dopo la seconda guerra mondiale: l'Onu, allo stesso modo di come l'Onu sostituì quello uscito dalla prima guerra mondiale: la Società delle Nazioni e chi, al contrario, vorrebbe essere complice di questa transizione.
Il fatto che non si voglia prendere in considerazione che, tutte le manifestazioni d'impotenza della sinistra, soprattutto quelle “comuniste”, si collocano all'interno del solco tracciato dall'imperialismo Usa subito dopo la “liberazione”, non potendo più produrre gli effetti novecenteschi per via del cambio di strategia degli agenti d'oltreoceano, è solo una delle molteplici cause che danno forma alle sconclusionate conclusioni di un Mazzetta, come pure di Valerio Evangelisti e non solo.
Volere tacciare come rossobruni coloro che hanno compreso la politica filo-imperialista di questi antimperialisti della “lotta di classe” giocata all'interno del quadro parlamentare della sinistra imperialista delle guerre “umanitarie”, con tanto di luce verde dei sindacati, è a dir poco stucchevole se non producesse politiche criminali alle popolazioni.
Al momento non possiamo fare altro che prenderne atto.
Gli eurosiatisti sono nostalgici di un trattato imperialista. Ne avevo letto qui: http://sollevazione.blogspot.com/2011/07/noi-europoidi-e-la-guerra-di-libia.html Mi rimase nella mente questa frase: "c'è poco da osannare il Trattato di amicizia tra Berlusconi e Gheddafi, che era pur sempre un accordo di tipo imperialistico, che cioè assicurava all'Italia la posizione di dominus nelle relazioni bilaterali." Alla fine forse la Libia non avrebbe dovuto cedere sulle modalità di collaborazione con un paese come Italia. Pare che i paesi africani siano rimasti sottomessi al colonialismo, pure la Libia ne e rimasta vulnerabile, anche dopo la rivoluzione del 1969 che portò Gheddafi al potere in Libia. Visto che nel 2011 quella che venne bombardata dall'Italia fu la Libia, e non viceversa. L'imperialismo della democratica Italia la rende uno stato incompatibile, nel lungo termine, con trattati di amicizia, partenariato e cooperazione con paesi ritenuti "dittatoriali" e che non sono particolarmente graditi all'imperialismo. Soprattutto questi passi del testo dell'accordo ratificato dal Parlamento italiano nel 2008 mi convincono della parte che giocava l'Italia e di quella che giocava la Libia nelle loro relazioni di amicizia, partenariato e cooperazione: "1. Le due Parti intensificano la collaborazione in atto nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, in conformità a quanto previsto dall'Accordo firmato a Roma il 13/12/2000 e dalle successive intese tecniche, tra cui, in particolare, per quanto concerne la lotta all'immigrazione clandestina, i Protocolli di cooperazione firmati a Tripoli il 29 dicembre 2007.
RispondiElimina2. Sempre in tema di lotta all'immigrazione clandestina, le due Partì promuovono la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, da affidare a società italiane in possesso delle necessarie competenze tecnologiche. Il Governo italiano sosterrà il 50% dei costi, mentre per il restante 50% le due Parti chiederanno all'Unione Europea di farsene carico, tenuto conto delle Intese a suo tempo intervenute tra la Grande Giamahiria e la Commissione Europea."
Un paese come l’Italia non può che trovarsi a giocare la parte imperialistica verso nazioni terze. E pare abbia avuto ragione Gheddafi quando nel 1988 diceva che "non può esistere pace tra due Stati che non sono in equilibrio, lo Stato più forte comanderà sempre il più debole". E allora venti anni dopo non doveva fare patti con Berlusconi, che trovava vantaggioso il fatto che l'Italia usufruiva di contratti in Libia perché lui valorizza l'imprenditorialità ed il profitto, ma trova(va) vantaggioso anche seguire la linea imperialista e neo-colonialista imposta dall'impero americano.
Se si analizzasse più a fondo quel trattato del 2008 forse emergerebbe un quadro desolante della situazione politica internazionale in cui si trovano paesi come la Libia. Per quanto mi riguarda nel 2008 la Libia fu vittima di un trattato ineguale, caratterizzato da una rilevante sproporzione nei diritti e negli obblighi reciprocamente assunti dai contraenti.
Maria Şerban
Tra le adesioni anche quella di Roberto Fiore
RispondiEliminahttp://30agosto2011.wordpress.com/adesioni/
Bhè certo ... gli unici a potersi permettere da sempre, le cosidette prassi imperialiste sono le democraticissime potenze occidentali, che fanno le guerre da due secoli per il bene universale , la pace , la filantropia e l'amore , quelle plutocrazie che si sperticarono di "umanitari intenti" e votarono le risoluzioni contro l'Italia ai tempi della guerra di Etiopia e Somalia ...
RispondiEliminaPeccato che finita la guerra i somali chiesero di restare sotto l' amministrazione italiana, cioe' sotto i loro potenziali aguzzini, piuttosto che sotto la cappella liberatoria e democratica alleata ... Chissà perchè ?
Un altro trattato ineguale ?
E proprio vero che siete .. Sinistri e Perdenti ... Voi si, forti con i deboli e deboli con i forti ....
Vabbe' UMT, oggi sei forse particolarmente di buon umore, ma chiamare S. M. giovane "filosofo" mi sembra parecchio fantasioso. A meno che tu sostenga l'in sé legittima (sebbene a mio parere sbagliata) concezione secondo la quale "ogni uomo è filosofo": la qual cosa però renderebbe pleonastica la precisazione riguardo a S.M.
RispondiEliminaHai provato a leggere il suo scritto "L'antifascismo attuazionista"? C'è qualcuno che l'abbia fatto?
Capita di rado di imbattersi in un'insalata di concetti così straordinariamente confusi, insieme ad accenni di ricostruzione "storiografica" di pura fantasia: il regime democristiano postbellico sarebbe stato anch'esso "fascista" (ma guarda!), e pure liberista (forse S.M. non ha mai sentito parlare dei decenni anni delle politiche keynesiane, boh). Degna di menzione è anche la sua convinzione che il ruolo dei partigiani italiani nella sconfitta del fascismo storico sarebbe stato oscurato dalla propaganda atlantista. In Italia, nel secondo dopoguerra!... (forse S.M. è davvero molto, molto giovane, però - via - esistono libri e ancora giornali per documentarsi sul ruolo centrale che la Resistenza ha avuto nell'autocomprensione e legittimazione della Repubblica). Etc.
"Filosofo"? Mah...
Giuseppe
c'è l'adesione di R. Fiore. E allora? Se sinistra critica e SEL (oltre al D ecc..) han deciso di mollare la causa antiguerrafondaia, non ci si puo' lamentare se ci entra anche una certa destra. I fasci son sempre stati dove la sinistra lasciava un vuoto. E' sempre stata la loro forza. E la sinistra di vuoti ne sta lasciando parecchi. Che questa sia l'unica manifestazione sulla questione libica la dice lunga. Che ci partecipino dei fasci nulla toglie alla causa: sacrosanta. Chi vi partecipa ha ciascuno le sue motivazioni.
RispondiEliminaPiù triste del quadro parlamentare (di destra e sinistra)imperialista delle guerre umanitarie c’è il popolino di parte, pronto a leggere e riportare le notizie in modo fazioso senza saper più valutare obiettivamente cosa sia opportuno fare per il nostro Paese. E di questa tristezza non vorrei mai prenderne atto. Alla Signora Serban vorrei far notare che la manifestazione di ieri non era motivata da alcuna nostalgia imperialista ma dalla necessità di sostenere un accordo utile per l’Italia sottoscritto quando si conosceva perfettamente il funzionamento del governo libico di Gheddafi. E comunque rispetto a ciò che è stato “l’imperialismo” italiano in confronto a quello inglese, francese o statunitense,sottoscrivo pienamente il commento di Francesco Mancinelli.
RispondiEliminaRiguardo all’intervento anonimo che è stato postato separatamente, penso che al momento, sulla base dell’articolo del Corriere della Sera
e delle altre fonti citate (facebook, repubblica, antifa?), un giudiziosui tre italiani liberati in Libia sia affrettato. Certamente sono fiera in quanto italiana di avere connazionali come Fabrizio Quattrocchi che è morto con una dignità non comune.
Vorrei ritrovare alle prossime manifestazioni quella stessa Dignità, che è stata espressa anche ieri a Roma da persone che non saranno mai
anonime.
Abbi pazienza Luisa, ma sarei stato molto più orgoglioso se Quattrocchi fosse morto, con onore, ma dalla parte giusta che non era quella che aveva scelto, o meglio, quella per la quale aveva firmato un contratto.
RispondiEliminaFacendo un parallelo con la manifestazione di ieri, Quattrocchi, oggi, sarebbe contro Gheddafi.
A proposito della questione Libica - guerra - Gheddafi, segnalo questo video interessante http://www.youtube.com/watch?v=DcYilhcNcyE
RispondiEliminaAd ogni modo la manifestazione di ieri è andata bene, poca partecipazione, ma l'importante era esserci. Io c'ero. Forza Nuova c'era, e non certo per riempire buchi lasciati da altri.
RispondiEliminaVolendo fare i puntigliosi, quelli che oggi lottano contro l'imperialismo americano, definendolo fascista, ieri, salutavano festosi gli americani che venivano a occuparci, pardon liberarci, proprio dai fascisti.
Noi almeno siamo dalla parte "sbagliata" oggi come ieri.
"Volendo fare i puntigliosi, quelli che oggi lottano contro l'imperialismo americano, definendolo fascista, ieri, salutavano festosi gli americani che venivano a occuparci, pardon liberarci, proprio dai fascisti." Faccio mia questa appropriatissima puntualizzazione denunciando a mia volta l'atteggiamento rinunciatario sulla questione libica della sinistra non nazionale che fa il gioco di coloro che dividono per l'attuazione dei loro piani mondialisti
RispondiEliminaAncora una volta l'Italia, ha mantenuto fede alla propria missione storica di sputacchiera del mondo, come la definì Churchill, dopo il tradimento del 8 settembre 1943, quando siamo corsi in soccorso al vincitore. Sarà bene ricordare che il quotidiano inglese Manchester Guardian, nell'agosto 1939 intervistò l'addetto militare germanico a Londra, alla domanda del giornalista, sui probabili vincitori dell'ormai imminente conflitto mondiale che stava per scoppiare, l'addetto non si pronunciò, ma replico però che poteva indicare chi l'avrebbe sicuramente persa:la nazione che avrebbe avuto come alleata l'Italia.Nulla è cambiato da allora, siamo un paese di arlecchini e rinnegati.L'unica cosa in cui siamo i primi della classe è quella della malavita con tanto di esportazione all'estero.TV
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