Sostiene Tabucchi, ovvero Battisti, il Brasile e il caso Sofri
Leggo su "La Repubblica" di oggi che il noto scrittore Antonio Tabucchi è indignato contro il Brasile per la grave violazione del diritto rappresentata dal rifiuto di estradare il pluriergastolano Cesare Battisti ("un'offesa alla Repubblica italiana"). La cosa ci desta profonda meraviglia. Perché, non risultandoci omonimie possibili, il medesimo celebre intellettuale è stato protagonista di una indefessa e meritoria campagna difensiva in favore di Adriano Sofri che, per quanto ci risulta è stato oggetto di ben sette processi, tra cui uno di revisione. Quel lungo e tormentato iter processuale si è concluso con una condanna, a mio giudizio ingiusta. Sono convinto infatti che Sofri abbia responsabilità politiche e intellettuali per l'omicidio Calabresi ma ci sono ragionevoli dubbi sul fatto che abbia commissionato a Marino il delitto nelle forme e nei modi descritti dal pentito. E quindi se una serie di processi svolti con la massima visibilità mediatica, in una situazione di forte sostegno collettivo agli imputati, in un clima giudiziario che assicurava maggiori garanzie di equilibrio rispetto ai processi d'emergenza a cui è stato sottoposto Battisti (che si era sottratto volontariamente alla giurisdizione, è vero: ma anche Sofri si era orgogliosamente rifiutato di presentare appllo e fu applicata un'interpretazione esetensiva della norma, così come si è a lungo discusso di una grazia da concedere in assenza di una richiesta dell'imputato) ha potuto produrre un grave errore giudiziario perchè non consentire a uno Stato sovrano di coltivare analoghi dubbi?
Sofri risulta essere colpevole sul piano personale e politico,quindi va giustamente condannato, per l'opera nefasta di intossicazione ideologica di intere generazioni di giovani in buona fede, che lo hanno eletto a loro "cattivo maestro", rovinando il loro futuro e quello del paese intero.Basta leggere il libro di Marino, per capire la profonda delusione provata nei confronti di Sofri, da chi lo aveva scelto come maestro di vita, tanto da battezzare il proprio figlio con il nome del leader.Le accuse fatte da Marino sono assolutamente credibili, provenienti da un uomo che non era mai stato sfiorato da nessuna indagine relativa, a distanza di decenni dai fatti, senza avere vantaggi, se non la patente pubblica di delatore. Rispetto per il profondo travaglio interiore di Marino, disprezzo per i sedicenti rivoluzionari in fregola e colti da impeti giovanili mai realmente controllati, comunque sempre comodamente coccolati dai salotti intellettualoidi di moda. T.V.
RispondiEliminabattisti è un eroe, ce ne vorrebbero milioni come lui
RispondiEliminaETV, io non credo che le cose siano andate come le ha raccontate Marino.
RispondiEliminaSono infatti convinto che se il mio maestro e nume mi avesse ordinato di commettere (affidato) un omicidio, io ricorderei perfettamente anche il colore della sua camicia quel giorno. Perché nel momento del rimorso quel giorno me lo sarei sognato tutte le notti.
E' quindi curioso che lui abbia rimosso il diluvio di quella sera pisana.
Resto invece convinto delle responsabilità intellettuali e politiche di Sofri.
UMT il tuo, anzi il vostro, perché si tratta di una intera categoria di sedicenti intellettuali sessantottini (una mafia accademica)è il classico arrampicarsi sugli specchi.Oso formulare una ipotesi:l'unica meschina e umana ragione, che ha spinto Marino ha denunciare, il suo ex cattivo maestro,è lo stesso sentimento di odio e rancore che prova l'innamorato quando scopre di essere stato tradito.Leggi il suo libro e medita sulle sue parole; egli fece solo l'autista sul luogo dell'agguato; quando il killer salì a bordo del veicolo disse "che schifo"!Ecco la molla interpretativa per comprendere l'evolversi dei fatti successivamente. Da una parte la bassa macelleria destinata ai proletari, dall'altra una brillante carriera letteraria e giornalistica, ospite d'onore di tutti i salotti bene del culturame di sinistra.Siamo alla frutta, quando in un paese come il nostro, perfino un fine "intellettuale" come Celentano, sostiene l'innocenza di Sofri. Ma di quale temporale di fine stagione andiamo parlando, i due complici del delitto...uno ha chiesto la grazia, l'altro è fuggito a Parigi!ETV.
RispondiEliminaIo parlo delle accuse di Marino che indica giorno ora circostanza e luogo in cui sofri gli dice di uccidere calabresi dimenticando che la passeggiata dopo il comizio sarebbe dovuta avvenire sotto un acquazzone. Che cazzo ci entrano gli intellettuali di sinistra con i riscontri processuali?
RispondiEliminaCazzo eccome c'entrano, i sessantottini impuniti,oserei dire fino e oltre alla testa nella merda!UMT non fare il finto tonto; ma ti sei scordato la lista delle centinaia e centinaia di firmatari, apparso sul rotocalco pattinato della sinistra radical chich, che chiedeva la testa di Calabresi. Giornalisti, docenti universitari, registi, attori,cantanti,preti, oggi molti di costoro sono diventati berlusconiani di ferro.Hanno primato stampato con il piombo sul loro quotidiano "Lotta Continua", la sentenza di morte del commissario-finestra,nonché agente della CIA, frequentatore negli USA di corsi speciali, poi puntualmente è arrivato il piombo della pallottola nella nuca.Lasciare perdere il temporale di fine stagione e rispondimi perché uno dei complici è fuggito a Parigi e l'altro ha chiesto la grazia! Senza scordare che per tale delitto era stato tirato in ballo dai soliti "pistaroli" e "tramaioli" l'estremista di destra Gianni Nardi, per coprire i veri autori. ETV
RispondiEliminaContinui ad associarmi a una categoria con cui non ho nulla da spartire.
RispondiEliminaLe tue obiezioni non hanno nessuna pertinenza. Io non faccio il finto tonto, sei tu che ti ostini a non capire. Sofri è stato uno dei protagonisti, forse il maggiore di quella campagna che ha messo capo alla morte di Calabresi. E quindi ne ha la responsabilità politica e morale. Ma resta dubbia la ricostruzione dei fatti da parte di Marino (il 13 maggio non era certo fine stagione...).
Per lacune analoghe, ad esempio, Marco Di Vittorio è stato prosciolto (a giusta ragione, sottolineo) per il delitto Zini.
Quanto agli altri due, uno è scappato a Parigi per non farsi la galera. L'altro ha chiesto la grazia e l'ha ottenuto perché manifestamente c'erano le condizioni. Sofri non si è sottratto alla giurisdizione e non ha chiesto la grazia per non riconoscersi colpevole.
PS: Comunque non ci provare a dirmi quello di cui posso e non posso parlare nel mio blog. E' troppo anche per un ultralibertario come me