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Salerno, la marcia in nero in memoria di Falvella

Per il quarto anno di seguito ha avuto luogo la “marcia in nero” in onore ed in memoria di Carlo Falvella, vittima salernitana del drammatico clima di contrapposizione sociale, politica ed ideologica degli anni ‘70 che poi sfociò negli Anni di Piombo. Il giovane missino, vicepresidente del Fronte Universitario d'Azione Nazionale di Salerno (organizzazione giovanile del MSI nata nel 1950), frequentante, all'epoca dei fatti, diciannovenne, la facoltà di Filosofia all'Università degli Studi di Salerno, fu vittima di un omicidio a sfondo politico commesso il 7 luglio del 1972 dall'anarchico Giovanni Marini nel corso di una colluttazione. Il corteo organizzato dalla sezione provinciale CasaPound, con l'idea di riunire tutti coloro che volessero rendere omaggio a Carlo, senza simboli di gruppi e partiti, vede presenti moltissimi giovani a testa della marcia che, come ci spiega il coordinatore provinciale di CasaPound, Luca Lezzi, rivedono in questa figura storica “uno di quei giovani che, col massimo sacrificio possibile, ha fatto si che, ancora oggi, si possa respirare aria di libertà, rappresentando l'ideale ed il mito di chi crede e lotta per le proprie idee”. A chiudere il corteo erano presenti coloro che hanno vissuto quel periodo di scontri politici e chi Carlo lo conosceva. Tra questi c'é chi ha accettato l'invito a mettere da parte i simboli politici per poter rendere, uniti, onore al giovane missino, come il coordinatore provinciale de La Destra Sergio Valese che, ritrovandosi in una manifestazione organizzata da giovani, dichiara con soddisfazione: “ Il dato più significativo, dopo trentanove anni e con qualche diversità, é che ci siano tanti giovani disposti a marciare, non solo idealmente, e a testimoniare con la loro presenza che Carlo resta nella storia della città e della comunità militante, radicandosi nel tempo come una icona permanente delle loro scelte ideali”. La marcia, partita dalla stazione, e svoltasi in silenzio col solo rumore di un tamburo, ha creato un effetto molto suggestivo sul Corso Vittorio Emanuele concludendosi dinanzi al monumento dedicato a Carlo sito in via Velia, luogo dove fu assassinato. Li tutti i presenti messisi in riga e sugli attenti, alle tre invocazioni “camerata Carlo Falvella” hanno risposto a testa e con voce alta “presente”. Al “rompete le righe” la commozione era visibile sui volti dei presenti e di chi, ignorando il comando, é rimasto ancora per qualche minuto a contemplare la foto di quel bellissimo ragazzo missino ed il monumento in suo onore impreziosito da una lapide le cui parole lanciano un forte monito: Affinché la passione politica non degeneri mai nella violenza.
Fonte: Verso Salerno 

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