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La fonte della blacklist dei professori ebrei: una pagina a pagamento del Corriere della Sera

Non c'è nulla di più inedito della carta stampata. Stiamo parlando ancora del rinnovarsi delle ondate di panico mediatico per il ciclico riaffiorare sul web della black list dei professori ebrei.  pubblicata sul blog di Dagoberto Bellucci, segnalata da "La Repubblica.it" e rilanciata da "Corriere.it" ricicciando un vecchio articolo del febbraio 2008. Alessandra Colla, che questo blog lo ha frequenteggiato e lo frequenteggia ancora, mi segnala che in quell'occasione era toccato a lei risalire alla fonte: un appello a pagamento pubblicato dal Corriere della Sera  il 14 maggio 2005 e firmato appunto da Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche e da 162 docenti. Appunto:




Lista nera, bufala vera

Oh, bene. L’ordine naturale delle cose si ristabilisce, a quanto pare. E dopo tanto rumore ecco puntualissimo il nulla.
Ovvero l’inesistenza di liste di proscrizione antisemite on oline — sapete, quel lungo elenco di docenti universitari ebrei e non solo che ha riempito gli spazi mediatici nelle ultime settimane. Elenco che, come ormai da tempo sanno tutti coloro che hanno una qualche dimestichezza con internet (quale instrumentum diaboli!), era già apparso a pagamento sul rispettabilissimo “Corriere della Sera” il 14 maggio 2005: 

Chi è interessato a leggere il testo originale dell'appello e l'elenco dei firmatari lo trova nell'archivio di Caos scritto, il blog di Alessandra.

2 commenti:

  1. Ammetterai che c'è una bella differenza tra il pubblicare una lista nel contesto di una pagina a pagamento piuttosto che su un sito neonazista/fascista, no? Suvvia, non mi scadere nel banale.
    Sappiamo tutti che le liste dei cognomi ebraici sono anche su Wikipedia. Ma quando vengono pubblicate con intenti denigratori (e spero non minatori), l'azione è da condannare, sempre.

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  2. A parte il fatto che non credo che siano tutti ebrei, l'aspetto che trovo interessante è l'aria di circolarità borgesiana che avvolge questa vicenda.
    Il Corriere della Sera pubblica un appello a pagamento sull'antisemitismo - che per altro contiene qualche spunto di riflessione non banale, visto che tra i firmatari ci sono molti esponenti dell'intellighentsia di sinistra - nel 2005. Quando riesplode il caso nel 2008 non si accorgono che erano stati loro la fonte e la stessa Anna Foa parla di un caso unico (mentre già c'era stato il processo holywar/antizog col sito che aveva pubblicato l'elenco dei cognomi ebraici). Oggi ritornano ripubblicando l'articolo di tre anni fa senza neanche rendersi conto che al Viminale non c'è più Amato ...
    Sono questi gli aspetti che mi interessano. Quanto al merito generale della questione ho avuto più volte modo di scrivere che il nodo antisemitismo/negazionismo per me ha molto poco a che vedere con i rigurgiti neonazisti e affonda le sue radici e i suoi aggrovigliamenti in una crescente e ampia radicalizzazione antisraeliana su questioni di strettissima attualità geopolitica: e infatti vede connesse frange filoislamiche, di sinistra antagonista, di cattolici tradizionalisti al di là della tradizionale platea neofascista ...

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