Citarsi addosso: ancora a proposito della blacklist dei professori ebrei
(umt) Va bene che è una storia vecchia e stravecchia, questa della blacklist dei professori ebrei - da noi ricostruita in dettaglio, risalendo fino all'appello a pagamento sul Corsera del 2005 - ma, se parvissima licet componere magnis, dal mio punto di vista la cosa sta funzionando come il botto mediatico del falso precario di Montecitorio, che con una serie sapiente di copia e incolla ha coinvolto centinaia di migliaia di tifosi nella sua bufala (sarà Francesco Caruso? certo che la sua prima notorietà la raggiunse come hacker, attività in cui mi dicono fosse anche bravo...).
In meno di un giorno, infatti, il primo post dedicato alla faccenda ha raggiunto il secondo posto nella mia personalissima hit parade mensile. E così, giusto per citarsi addosso, riprendiamo il gioco di rimpallo con Alessandra Colla che, dopo il mio post che rilanciava il suo intervento del 2008 (la seconda tappa del ciclo triennale della storia), ci torna su cogliendo i fantastici aspetti letterari dello "scandalo":
La black list dei docenti ebrei, gli scherzi
del caldo e un pizzico di schizofrenia
Grande scalpore su “Repubblica” per l’elenco dei docenti ebrei dell’università La Sapienza di Roma riemerso tra i flutti della Rete. Uguale scalpore, perfino con un po’ di sgomento, anche sul “Corriere della sera”: che in preda al panicoconfonde tempi e persone. E pensare che se sei anni fa un gruppo di docenti universitari della Sapienza non avesse avuto l’idea di denunciare l’antisemitismo dilagante non saremmo qui, adesso.
In meno di un giorno, infatti, il primo post dedicato alla faccenda ha raggiunto il secondo posto nella mia personalissima hit parade mensile. E così, giusto per citarsi addosso, riprendiamo il gioco di rimpallo con Alessandra Colla che, dopo il mio post che rilanciava il suo intervento del 2008 (la seconda tappa del ciclo triennale della storia), ci torna su cogliendo i fantastici aspetti letterari dello "scandalo":
La black list dei docenti ebrei, gli scherzi
del caldo e un pizzico di schizofrenia
Grande scalpore su “Repubblica” per l’elenco dei docenti ebrei dell’università La Sapienza di Roma riemerso tra i flutti della Rete. Uguale scalpore, perfino con un po’ di sgomento, anche sul “Corriere della sera”: che in preda al panicoconfonde tempi e persone. E pensare che se sei anni fa un gruppo di docenti universitari della Sapienza non avesse avuto l’idea di denunciare l’antisemitismo dilagante non saremmo qui, adesso.
«D’altra parte», mi fa notare l’amico Tassinari, «la storia del Corriere che ripubblica nel 2011 un articolo del 2008 non correggendolo neanche per parlare di una sua pagina di pubblicità del 2005 ha un’aura borgesiana sulla circolarità tra letteratura e vita…».
Così, se nel 2012 non sarà sprofondato in cenere il “povero glomerulo” che dice il Gozzano, mi aspetto che nel 2014 un gruppo di docenti ebrei della Sapienza di Roma pubblichi a pagamento un appello contro l’antisemitismo dilagante, denunciando la ripetuta presenza in rete di black list di docenti ebrei eccetera eccetera, in un gioco di specchi che pregusto infinito. Grazie,McLuhan.
Il problema è che io invidio mostruosamente Marco Pasqua. Per i motivi spiegati qui.
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