C'è anche un Walter's boy tra gli arrestati della truffa vip: riciclava i soldi della droga
C'è anche un ex "Walter's boy" (la banda armata personale del superpentito dei Nar Walter Sordi) tra le vittime della truffa ai Vip dei Parioli. E' stato infatti arrestato ieri Pier Francesco Vito. Una vittima particolare: l'ex guerrigliero nero era stato arrestato qualche mese fa per traffico di stupefacenti e lo screening degli investitori da parte degli investigatori avrebbe portato alla luce due versamenti della madre di Vito non giustificabili economicamente. Vito era un fedelissimo di Walter Sordi: già a 16 anni avrebbe partecipato alla prima rapina per finanziare un fondo di solidarietà in favore dello stesso pentito, finito in galera per lo stesso reato. Distintosi in alcune rapine organizzate dalla stessa banda, in cui Sordi usava come copertura gli "anziani" dei Nar (da Soderini a Belsito a Cavallini) era stato "promosso" e "premiato" dal "capo" che gli aveva affidato il compito di autista per un disarmo. Azione finita tragicamente, con la morte di un poliziotto, perché i militanti dei Nar non si erano accorti che nel palazzo era ospitato anche la delegazione dell'Olp, i cui guardiani scatenarono immediatamente un conflitto a fuoco. Nell'occasione Vito non dette buona prova di sé, perché impaurito dalla sparatoria se ne scappò abbandonando la vettura. Questa comunque la notizia sul nuovo arresto.
Nuova ordinanza di custodia cautelare sulla presunta truffa a vip, aristocratici e professionisti della Capitale, per la quale ieri è stato chiesto e ottenuto il giudizio immediato per il manager Gianfranco Lande e altre 4 persone. L'arresto è scattato, per l'accusa di trasferimento fraudolento di denaro ai fini di agevolare la commissione di reati di riciclaggio, Pier Francesco Vito, 46 anni, già militante dei Nar, formazione terroristica di estrema destra. Ad emettere il provvedimento di custodia è stato il gip Simonetta D'Alessandro, su richiesta del pm Luca Tescaroli e del procuratore aggiunto Nello Rossi. Oltre a Vito l'atto comprende anche il nome dell'ex amministratore della Eim (una delle società al cetro dell'indagine), Roberto Torregiani, già finito in carcere il 24 marzo scorso insieme a Lande. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, Vito avrebbe aperto una "posizione" in Eim, intestandola alla madre, Dina Silvagni, come prestanome. Tramite quel conto, secondo l'accusa, Vito avrebbe realizzato due investimenti per complessivi 111mila euro: uno da 50mila euro, il 30 gennaio 2007, più un altro da 61mila euro il 4 febbraio 2008. Il sospetto del pm Luca Guido Tescaroli è che il denaro investito da Vito possa essere frutto dell'attività di spaccio di sostanze stupefacenti, reato per il quale l'uomo era stato arrestato a novembre dello scorso anno. Vito era finito in carcere nel '98 per una rapina a Largo Preneste.
Il suo nome compare anche negli atti di diversi processi su crimini commessi negli anni '80 in cui è citata la formazione terroristica di estrema destra dei Nar. Dagli accertamenti finanziari eseguiti sui redditi di Dina Silvagni, anche lei indagata, e su Pier Francesco Vito, è emerso che i 111mila euro non possano essere provento di attività professionale o di redditi di natura lecita.
fonte: tmnews
Nuova ordinanza di custodia cautelare sulla presunta truffa a vip, aristocratici e professionisti della Capitale, per la quale ieri è stato chiesto e ottenuto il giudizio immediato per il manager Gianfranco Lande e altre 4 persone. L'arresto è scattato, per l'accusa di trasferimento fraudolento di denaro ai fini di agevolare la commissione di reati di riciclaggio, Pier Francesco Vito, 46 anni, già militante dei Nar, formazione terroristica di estrema destra. Ad emettere il provvedimento di custodia è stato il gip Simonetta D'Alessandro, su richiesta del pm Luca Tescaroli e del procuratore aggiunto Nello Rossi. Oltre a Vito l'atto comprende anche il nome dell'ex amministratore della Eim (una delle società al cetro dell'indagine), Roberto Torregiani, già finito in carcere il 24 marzo scorso insieme a Lande. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, Vito avrebbe aperto una "posizione" in Eim, intestandola alla madre, Dina Silvagni, come prestanome. Tramite quel conto, secondo l'accusa, Vito avrebbe realizzato due investimenti per complessivi 111mila euro: uno da 50mila euro, il 30 gennaio 2007, più un altro da 61mila euro il 4 febbraio 2008. Il sospetto del pm Luca Guido Tescaroli è che il denaro investito da Vito possa essere frutto dell'attività di spaccio di sostanze stupefacenti, reato per il quale l'uomo era stato arrestato a novembre dello scorso anno. Vito era finito in carcere nel '98 per una rapina a Largo Preneste.
Il suo nome compare anche negli atti di diversi processi su crimini commessi negli anni '80 in cui è citata la formazione terroristica di estrema destra dei Nar. Dagli accertamenti finanziari eseguiti sui redditi di Dina Silvagni, anche lei indagata, e su Pier Francesco Vito, è emerso che i 111mila euro non possano essere provento di attività professionale o di redditi di natura lecita.
fonte: tmnews
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