Attacchi al portavoce dei giovani di Rifondazione per la visita in Israele
ECCO I TERRORISTI FILOPALESTINESI… E I GIOVANI AMICI DI ISRAELE.
(...) una delegazione di “giovani politici” italiani sta allegramente visitando Israele su invito ed a spese del governo di Netanyahu e Lieberman: scorrendo i nomi dei villeggianti, qualche sorpresa.
L’agenzia NENA – News riporta il programma della visita, organizzata dall’ambasciata israeliana di Roma: “Visita al parlamento israeliano nel giorno in cui viene approvata la legge che rende illegale il boicottaggio, ma anche ad una base militare e al valico di Erez da cui l’esercito israeliano controlla gli accessi alla Striscia di Gaza. Non mancano gli incontri con il sindaco del comune di Sderot e con il coreografo della Kibbutz Contemporary Dance Company, e per finire l’escursione alla scoperta di “Tel Aviv by night. Queste alcune delle tappe della visita in Israele organizzata dall’ambasciata israeliana a Roma per un gruppo di giovani politici italiani, iniziata domenica e che si concluderà venerdì prossimo (…) Cinque giorni di visita, da Gerusalemme, a Tel Aviv, Nazareth, Cafarnao e a Tiberiade, che prevedono un meeting con rappresentanti dei Jerusalem Venture Partners (Fondi di capitali a rischio), con la società di smaltimento dei rifiuti Hetz Ecologia, fino a una cena-dibattito con il corrispondente RAI da Israele, Claudio Pagliara. Per finire con la visita a un kibbutz e a due punti di osservazione al confine del Libano e sulle alture del Golan al confine con la Siria (occupate dal 1967 ed annesse illegalmente da Israele nel 1981)”. Come si vede, fra visite a basi militari (magari accompagnate dal brivido di accarezzare uno dei cannoni che quotidianamente sparano sulla Striscia di Gaza) e spensierate bevute nei locali notturni di Tel Aviv, i nostri “giovani politici” non vedranno in faccia nemmeno un Palestinese, il che è giusto: perché rovinarsi una vacanza spesata con la vista delle brutture di un’occupazione militare?
Non è la prima volta che la macchina propagandistica israeliana organizza visite guidate a scopo cosmetico, destinate a fornire un’immagine di Israele accuratamente ripulita dalle macchie dell’occupazione, della colonizzazione, dell’assedio, della pulizia etnica, delle incursioni, degli omicidi e degli oltre 10.000 detenuti politici, gran parte dei quali minorenni o in eterna attesa di un processo. Non è da escludere che i nostri “giovani politici” spezzino coraggiosamente una lancia per la liberazione del caporale Ghilad Shalit. Allora, vediamo un po’ chi sono questi “giovani politici” generosamente ospitati, anzi – riportano alcune agenzie – “scelti” dallo stesso governo che ha criminalizzato la Freedom Flotilla e sequestrato o fatto sequestrare centinaia di cittadini europei, fra cui non pochi connazionali dei nostri eroici “giovani politici”.
Fra i nomi – resi pubblici dalle mail di alcuni cooperanti italiani – abbiamo Matteo Angioli, del Partito Radicale, formazione da sempre schierata con la sola democrazia del Medio Oriente, così come, a suo tempo, era a fianco del regime razzista di Pretoria, perché il Sudafrica era la sola democrazia africana. Alleanza per l’Italia, il partito di Francesco Rutelli, è presente con l’intero suo movimento giovanile, vale a dire Marco Cappa (Portavoce dei giovani API) e Luciano Nobili. Per l’UDC di Pierferdinando Casini, abbiamo un figlio d’arte, Michele Gerace, rampollo di Antonio, esponente storico della Democrazia Cristiana romana, più conosciuto con il simpatico nomignolo di “Luparetta”, assessore comunale ai bei tempi del suo amico Vittorio “Squalo” Sbardella e ben conosciuto habitué di luoghi ameni come Regina Coeli e Rebibbia. Poiché le colpe dei padri non debbono ricadere sui figli, la compagnia di Michele non disturba Rudi Russo, coordinatore nazionale dei giovani dell’Italia dei Valori e fan sfegatato di quel Tonino Di Pietro che, un tempo, quelli come Luparetta li sbatteva in galera. I tempi cambiano: ora il figlio di Luparetta e il discepolo di Di Pietro se la spassano insieme in quel Paese meraviglioso che si chiama Israele.
Non poteva non essere della compagnia il PDL, presente con Giovanni Corbo e Giovanni Donzelli, consigliere Regionale della Toscana, dirigente nazionale PDL, presidente nazionale Azione Universitaria, portavoce nazionale dei giovani del PDL. Su Facebook, Donzelli motiva così la sua entusiastica partecipazione alla visita guidata in Israele: “Nelle infiinite assemblee che hanno sempre accompagnato i dibattiti dei giovani di destra, sono sempre stato identificato come filo-israeliano semplicemente perchè non ero filo-palestinese. In realtà ho sempre avuto solo una grande ammirazione per i cristiani che vivono in oriente e una passione per la storia dei confinanti libanesi e per la figura di Bashir Gemayel”. Già, Bashir Gemayel, leader indiscusso dei fascisti delle Forze Libanesi, responsabile, fra l’altro, del Black Saturday di Beirut del 6 dicembre 1975, quando i suoi miliziani uccisero nelle strade della capitale libanese centinaia di persone (le stime variano fra 200 e 600), fermate a caso e assassinate a freddo perché colpevoli di essere, secondo le loro carte di identità, Palestinesi o Libanesi musulmani. Una figura davvero appassionante, non proprio come quella di Erich Priebke, ma insomma, un fascista vale l’altro.L’agenzia NENA – News riporta il programma della visita, organizzata dall’ambasciata israeliana di Roma: “Visita al parlamento israeliano nel giorno in cui viene approvata la legge che rende illegale il boicottaggio, ma anche ad una base militare e al valico di Erez da cui l’esercito israeliano controlla gli accessi alla Striscia di Gaza. Non mancano gli incontri con il sindaco del comune di Sderot e con il coreografo della Kibbutz Contemporary Dance Company, e per finire l’escursione alla scoperta di “Tel Aviv by night. Queste alcune delle tappe della visita in Israele organizzata dall’ambasciata israeliana a Roma per un gruppo di giovani politici italiani, iniziata domenica e che si concluderà venerdì prossimo (…) Cinque giorni di visita, da Gerusalemme, a Tel Aviv, Nazareth, Cafarnao e a Tiberiade, che prevedono un meeting con rappresentanti dei Jerusalem Venture Partners (Fondi di capitali a rischio), con la società di smaltimento dei rifiuti Hetz Ecologia, fino a una cena-dibattito con il corrispondente RAI da Israele, Claudio Pagliara. Per finire con la visita a un kibbutz e a due punti di osservazione al confine del Libano e sulle alture del Golan al confine con la Siria (occupate dal 1967 ed annesse illegalmente da Israele nel 1981)”. Come si vede, fra visite a basi militari (magari accompagnate dal brivido di accarezzare uno dei cannoni che quotidianamente sparano sulla Striscia di Gaza) e spensierate bevute nei locali notturni di Tel Aviv, i nostri “giovani politici” non vedranno in faccia nemmeno un Palestinese, il che è giusto: perché rovinarsi una vacanza spesata con la vista delle brutture di un’occupazione militare?
Non è la prima volta che la macchina propagandistica israeliana organizza visite guidate a scopo cosmetico, destinate a fornire un’immagine di Israele accuratamente ripulita dalle macchie dell’occupazione, della colonizzazione, dell’assedio, della pulizia etnica, delle incursioni, degli omicidi e degli oltre 10.000 detenuti politici, gran parte dei quali minorenni o in eterna attesa di un processo. Non è da escludere che i nostri “giovani politici” spezzino coraggiosamente una lancia per la liberazione del caporale Ghilad Shalit. Allora, vediamo un po’ chi sono questi “giovani politici” generosamente ospitati, anzi – riportano alcune agenzie – “scelti” dallo stesso governo che ha criminalizzato la Freedom Flotilla e sequestrato o fatto sequestrare centinaia di cittadini europei, fra cui non pochi connazionali dei nostri eroici “giovani politici”.
Fra i nomi – resi pubblici dalle mail di alcuni cooperanti italiani – abbiamo Matteo Angioli, del Partito Radicale, formazione da sempre schierata con la sola democrazia del Medio Oriente, così come, a suo tempo, era a fianco del regime razzista di Pretoria, perché il Sudafrica era la sola democrazia africana. Alleanza per l’Italia, il partito di Francesco Rutelli, è presente con l’intero suo movimento giovanile, vale a dire Marco Cappa (Portavoce dei giovani API) e Luciano Nobili. Per l’UDC di Pierferdinando Casini, abbiamo un figlio d’arte, Michele Gerace, rampollo di Antonio, esponente storico della Democrazia Cristiana romana, più conosciuto con il simpatico nomignolo di “Luparetta”, assessore comunale ai bei tempi del suo amico Vittorio “Squalo” Sbardella e ben conosciuto habitué di luoghi ameni come Regina Coeli e Rebibbia. Poiché le colpe dei padri non debbono ricadere sui figli, la compagnia di Michele non disturba Rudi Russo, coordinatore nazionale dei giovani dell’Italia dei Valori e fan sfegatato di quel Tonino Di Pietro che, un tempo, quelli come Luparetta li sbatteva in galera. I tempi cambiano: ora il figlio di Luparetta e il discepolo di Di Pietro se la spassano insieme in quel Paese meraviglioso che si chiama Israele.
Sempre dalla lista diffusa dai cooperanti italiani, presente anche (poteva mancare?) Gianmario Mariniello, in quota Futuro e Libertà per l’Italia. Uno con le idee chiare, il giovane di FLI, uno che dichiara sul suo blog, prima di partire per Tel Aviv, che in Val di Susa lui sta con i giovani… i giovani poliziotti. Coerentemente, starà anche con i giovani poliziotti israeliani che arrestano, bastonano e uccidono i Palestinesi, giovani e meno giovani.
Accanto a Matteo Pasquali, del Forum Nazionale dei Giovani, troviamo Fausto Raciti, segretario nazionale dei giovani del Partito Democratico, per la felicità dei vari Veltroni e Fassino. Ripensando alle alate parole di Nichi Vendola su Israele che ha fatto fiorire il deserto, non sorprende che dell’allegra brigata di Tel Aviv faccia parte anche Elisabetta Piccolotti, di Sinistra, Ecologia e Libertà, unica donna della comitiva. Più intrigante, invece, la presenza di Simone Oggionni, portavoce nazionale dei giovani del Partito della Rifondazione Comunista, anche lui nella lista resa nota dai cooperanti italiani. Intrigante ed anche un po’ vomitevole, se si tratta dello stesso Simone Oggionni che, lo scorso 15 aprile, si illanguidiva nel ricordo di Vittorio Arrigoni, appena assassinato a Gaza, giurandogli di voler “lottare per una pace giusta, per la libertà del popolo palestinese. Ma non come abbiamo fatto fino ad ora. Con molta più forza e molta più intransigenza, nel ricordo di uomini giusti come te”. Fra tutti i “giovani politici” di destra, centro e sinistra che si sono prestati a fare le marionette di Netanyahu, senza pretendere almeno di incontrare anche qualche palestinese e senza proferire parola sulle persecuzioni contro gli attivisti della Freedom Flotilla e di Welcome to Palestine, quello che fa più schifo è proprio il giovane Oggionni: teniamolo presente, perché rischiamo di trovarcelo accanto in qualche manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese.
fonte: freedom flottilla
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