Caso Cecchin: l'Adnkronos rilancia la mia proposta su Valle Giulia
Roma: Tassinari, a vittime violenza politica intitoliamo piazzale Valle Giulia
Roma, 16 giu. (Adnkronos) - ''Una modesta proposta per chiudere la querelle su piazza Vescovio: dedichiamo alle vittime della violenza politica il piazzale di Valle Giulia dove per la prima volta estrema destra ed estrema sinistra attaccarono i poveri poliziotti proletari''. A lanciare l'idea è lo scrittore e giornalista Ugo Maria Tassinari, un passato nell'estrema sinistra e grande esperto di neofascismo e destra radicale, autore di una trilogia sulla 'Fascisteria'.
''L'appello della gauche-caviar non ha stoppato la decisione del Consiglio comunale di Roma di dedicare i giardinetti di piazza Vescovio alla memoria di Francesco Cecchin, il giovane militante del Fronte della Gioventù morto il 16 giugno 1979, dopo più di due settimane di agonia per le ferite riportate in seguito a un'aggressione di una squadraccia del Pci'', scrive sulle pagine del suo blog Fascinazione.
''E' una verità storica - spiega - che confligge con la verità giudiziaria (nessun colpevole). Ma così come si continua a parlare di stragi fasciste e/o di Stato per Milano, Brescia e l'Italicus pur in presenza di un totale fallimento dei processi, è pacifico che la sera del 29 maggio 1979 Francesco Cecchin è stato aggredito da un gruppo di militanti della limitrofa sezione del Pci''.
''La necessità di occultare questa banale verità storica è dietro l'istanza epistolare che giustamente tanto scandalo ha suscitato - sottolinea lo scrittore - perché a Roma nessuno ha sollevato questioni su analoghe e più consistenti iniziative per Walter Rossi o Paolo Di Nella. Ma, come mio costume, io voglio cogliere il positivo di ogni istanza. E sì, è vero, c'è bisogno di ricordare tutte le vittime della violenza politica. Ma a Roma c'è un luogo perfetto, dal punto di vista simbolico, per concretizzare questa istanza''.
''Il piazzale di valle Giulia dove il primo marzo 1968 fascisti e comunisti uniti - conclude Tassinari - si scontrarono con la polizia sulla base di un precedente accordo politico. Perché quel giorno rappresenta, senza il minimo dubbio, un salto di qualità nelle pratiche della violenza politica''.
(Rre//Adnkronos)
a valle giulia i fascisti non c'erano nè c'erano accordi..falsificatore eh eh eh!
RispondiEliminamicio
la prima fla del primo impatto era praticamente tutta di fasci come testimoniano le foto pubblicate da rao
RispondiEliminagli accordi della sera prima sono raccontati nei loro libri sul 68 da piperno e scalzone
si certo come no.soprattutto la prima fila è chiarissima....tzé
RispondiEliminac'era addirittura Delle Chiaie in prima fila
RispondiEliminaFuan, Caravella, O. Lotta di Popolo, l'orologio... ma tu che cazzo ne sai Micio ?
RispondiEliminaMa chi è sempre lo stesso micio che canta " come una guardia " ?
RispondiEliminain effetti dei fasci a valle giulia erano presenti (almeno dalle chiaie e il suo gruppo avanguardia nazionale), lotta di popolo non era presente, anche perchè venne formata successivamente da di luia ed altri che si staccarono dal gruppo di dalle chiaie quando quest'ultimi (in un secondo momento) appoggiarono le squadre di almirante e michelini quando assalirono la facoltà di lettere...
RispondiEliminaInfatti, alpha male, per la precisione sul 16 marzo: il gruppo umano di quelli che poi formeranno lotta di popolo sono con i compagni sulla scalinata di lettere a respingere i mazzieri del msi, mentre gli avanguardisti e i pugili restano ad assistere sulla scalinata del rettorato
RispondiEliminaquando parte la controcarica dei compagni verso legge (che finisce con scalzone sfondato dalla panca) gli avanguardisti soccorrono i camerati.
Sui 10 DVD di Rinascita (ma siamo arrivati all'8 fin ora) la questione 68 e fasci-comunisti è spiegata dettagliatissimamente, da vedere.
RispondiEliminaFatto sta che se un accordo piu' ampio avesse avuto luogo , la spallata al sistema avrebbe probabilmente funzionato in direzioni sociali e anticapitaliste e ci saremmo risparmiati 30 anni (per ora) di un orrore interminabile. Probabilmente non sarebbe andata a finire bene ma e' sempre meglio una fine disperata che una disperazione senza fine e oggi potremmo dire...."Abbiamo tentato strade imprevedibili!"
RispondiEliminai fascisti di merda che avete citato erano già da anni sul libro paga dello stato e dei servizi..servi dei servi...
RispondiEliminamicio
Com'è bella e com'è triste questa riflessione di Anonimo / 13:36:00...
RispondiElimina"Fatto sta che se un accordo piu' ampio avesse avuto luogo , la spallata al sistema avrebbe probabilmente funzionato in direzioni sociali e anticapitaliste e ci saremmo risparmiati 30 anni (per ora) di un orrore interminabile. Probabilmente non sarebbe andata a finire bene ma e' sempre meglio una fine disperata che una disperazione senza fine e oggi potremmo dire...."Abbiamo tentato strade imprevedibili!" "
Basta… basta… basta… Ogni volta, la stessa storia: intitolare una strada, una targa, un viale, un giardino a questo o quel militante ucciso nella mattanza degli anni 70 e, puntuale e contestuale, ogni volta tornare ad essere afflitti dai cori dei “sì.. sì… facciamola” e dei “no… no… non s’ha da fare”.
RispondiEliminaSmettetela, per dio…
Sta ricapitando a Roma, in questi giorni, con l’idea del sindaco Alemanno di dedicare a Francesco Cecchin i giardini di piazza Vescovio, zona dove il giovane fu ucciso.
Sciacalli. Sciacalli tutti: quelli che la propongono, quelli che la vogliono e quelli che pretendono di impedirla.
Si stanno disputando le spoglie della memoria di un ragazzo che è rimasto ucciso per gli ideali in cui credeva… Ma che, neanche per un momento, avrebbe pensato che il suo nome rinfocolasse, quasi 40 anni dopo, le stesse identiche ottuse dinamiche che lo portarono a morire.
Lui, Cecchin. E, con lui, tutti gli altri che sono morti per le belle e inutili bandiere che ci agitarono all’alba della nostra giovinezza…
Avrei potuto essere uno di quei ragazzi uccisi. E, se lo fossi stato – lo dico a ragion veduta, quindi - mi rivolterei nella tomba, maledicendoli per sempre i danzatori zoppi del balletto macabro che avrebbero potuto fare anche intorno al mio cadavere. Sciacalli…
Se ci avete fattto caso, da anni non celebro più sul Fondo le ricorrenze dei nostri caduti… credete non lo faccia perché li ho dimenticati? Non lo faccio, semplicemente per non usarli…
Oggi, attempati e ben piazzati uomini che condivisero quegli anni e che con quella loro stagione hanno tutti – dico: tutti – preso le distanze recitando la formula del “mai stati fascisti”, “mai stati comunisti”, pretendono di lavarsi la coscienza, con il bel gesto della titolazione alla memoria. Lo ha fatto Veltroni. Ci riprova Alemanno.
Piantatela. Vi dico: piantatela, una volta per tutte.
E se non lo potete (piantarla: intendo) accogliete almeno l’invito di Ugo Maria Tassinari: intitolate valle Giulia a TUTTI i caduti di quegli anni e concedete la grazia a TUTTI i condannati per chi ancora sconta con la galera responsabilità che furono le loro. Ma non furono soltanto le loro.
Tutto il resto è manfrina della più bieca politica. E’ coazione a ripetere. E’ sciacallaggio. E’ opera di zombie.
miro renzaglia
per i non informati, "micio che canta" è una testa di cazzo che fino a poco tempo fa aveva un blog che usava come sfondo l'immagine di Sergio Ramelli agonizzante in ospedale e la didascalia "crepa"...
RispondiEliminaevitare di parlare con una merda così, mi sembra il minimo sindacale...
che ugo lo banni, mi sembra quanto meno auspicabile
Inutile tentare di spiegare a miciomongolo che il fallimento degli accordi dei movimenti giovanili pre 68 fu opera di servi, infiltrati e poteri forti manovrati dal PCI.
RispondiEliminaSegnalo "la destra e il'68" di Alessandro Gasparetti in linea con quanto affermato da Ras.
RispondiEliminaProf. Tassinari, a volte mi chiedo ma Lei dai noi che vuole?
Pensa veramente che i compagni si spoglino di un inconcludente "ideologismo" antifascista, dato, tra l'altro, che è rimasto l'unico punto di forza su cui convergono, e accettino questa sua proposta ?
Io reputo di no, per loro saremo sempre il male assoluto, sa, quel me ne frego dal sapore nostalgico, in date circostanze è una presa d'atto di ciò; i Militanti vittime del sistema non posso che ricordarli facendo miei e lottando per essi, gli Ideali per cui si sono spesi.
Marco.
Marco, io non voglio proprio niente ...
RispondiEliminaMiro, io non banno nessuno: neanche chi mi dà del pedofilo nazista su indymedia. Perché per narcisismo mi piace pensare che le persone che mi interessano lo sanno che solo uno psicopatico può scrivere stronzate del genere e gli altri non meritano neanche il mio ribrezzo ...
fai male, ugo, a non bannare le teste di cazzo... c'è un limite a tutto... e micio che canta è oltre il limite del sopportabile... un conto è che qualcuno dia del nazista a te personalmente,cosa discutibile ma sopportabile... un conto sono le testa di cazzo che usano l'immagine di una persona agonizzante per rappresentarsi nella loro infinita inumanità... e non ne faccio una questione ideologica o di appartenenza... è sempice applicazione di un minimo principo di etica...
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