Il questore conferma: la croce celtica c'era, ma era appoggiata alla parete
Poiché vari sapientoni si sono affannati a contestare la storia della croce celtica esposta nel salone del Commissariato di Città Studi ergendosi, al di là delle autodefinizioni (uno che sa, fotografo), al ruolo di ausiliari di polizia, ritorniamo sulla faccenda, riportando dalla edizione web Corriere della sera di oggi la versione del questore. L'alto funzionario conferma l'autenticità della foto: trattasi a suo dire - di uno che deve ovviamente credere ai suoi subalterni: e fa benissimo, come dimostra Genova, Aldovrandi, Cucchi, Sandri ... - di un drappo con due bastoni sequestrato ai forzanovisti milanesi il 29 aprile e appoggiato alla parete... Invito Marco Mantovani, che segue con grande attenzione il blog e lo arricchisce con segnalazioni di materiali scritti e video spesso interessanti, a confermare se tale cimelio è stato effettivamente sequestrato ai dodici prodi fermati dopo la bagarre allo spazio Guicciardini.
IL CASO
Croce celtica nel Commissariato
Il questore: aperta un' inchiesta
Fotografata da un passante. La difesa: drappo sequestrato dopo un corteo
Un cittadino che passa per via Cadamosto, dove ha sede il commissariato della polizia di Stato «Città Studi», alza gli occhi e dietro la bandiera azzurra dell'Europa e il tricolore intravede, dietro una finestra del secondo piano, una drappo con il simbolo della croce celtica. Il cittadino si indigna: «E' un simbolo che ricorda il fascismo e per di più è vietato dalla legge». L'uomo prende il cellulare e scatta una foto: inequivocabile. In un ufficio pubblico è esposta l'effigie che richiama l'estrema destra, anni di violenza da non dimenticare.
Tanto è bastato da far scattare un'indagine interna alla polizia. Il questore Alessandro Marangoni: «Stiamo svolgendo tutti gli approfondimenti del caso e non c'è dubbio che sia stata esposta in modo improvvido». Poi però il numero uno di via Fatebenefratelli racconta quello che gli hanno spiegato i suoi uomini. «Il drappo con la croce celtica - ricostruisce il questore - è stato trovato la sera del 29 aprile scorso al termine della fiaccolata che si è tenuta in via Guicciardini in memoria di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Manifestazione a cui hanno partecipato trecento persone dell'estrema destra. Gli uomini della Uigos (l'ufficio politico) del commissariato l'hanno sequestrato e portato in ufficio». A questo punto le versioni sono due. Quella del cittadino che dice di averla vista appesa al muro e quella del questore che specifica: «I miei uomini mi garantiscono che la croce celtica era sorretta da due pali in legno e appoggiata alla parete. Ovvio che con la foto sembra appesa. E poi devo credere ai miei uomini: quell'ufficio al secondo piano della Uigos è aperto al pubblico, quindi qualcun altro avrebbe dovuto vederlo. Escludo che ci siano nell'ufficio teste calde o nostalgici. Certo è che sono stati improvvidi e che stiamo facendo tutti gli accertamenti del caso per verificare per filo e per segno il perché il drappo era lì».
Al. Be.
IL CASO
Croce celtica nel Commissariato
Il questore: aperta un' inchiesta
Fotografata da un passante. La difesa: drappo sequestrato dopo un corteo
Un cittadino che passa per via Cadamosto, dove ha sede il commissariato della polizia di Stato «Città Studi», alza gli occhi e dietro la bandiera azzurra dell'Europa e il tricolore intravede, dietro una finestra del secondo piano, una drappo con il simbolo della croce celtica. Il cittadino si indigna: «E' un simbolo che ricorda il fascismo e per di più è vietato dalla legge». L'uomo prende il cellulare e scatta una foto: inequivocabile. In un ufficio pubblico è esposta l'effigie che richiama l'estrema destra, anni di violenza da non dimenticare.
Tanto è bastato da far scattare un'indagine interna alla polizia. Il questore Alessandro Marangoni: «Stiamo svolgendo tutti gli approfondimenti del caso e non c'è dubbio che sia stata esposta in modo improvvido». Poi però il numero uno di via Fatebenefratelli racconta quello che gli hanno spiegato i suoi uomini. «Il drappo con la croce celtica - ricostruisce il questore - è stato trovato la sera del 29 aprile scorso al termine della fiaccolata che si è tenuta in via Guicciardini in memoria di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Manifestazione a cui hanno partecipato trecento persone dell'estrema destra. Gli uomini della Uigos (l'ufficio politico) del commissariato l'hanno sequestrato e portato in ufficio». A questo punto le versioni sono due. Quella del cittadino che dice di averla vista appesa al muro e quella del questore che specifica: «I miei uomini mi garantiscono che la croce celtica era sorretta da due pali in legno e appoggiata alla parete. Ovvio che con la foto sembra appesa. E poi devo credere ai miei uomini: quell'ufficio al secondo piano della Uigos è aperto al pubblico, quindi qualcun altro avrebbe dovuto vederlo. Escludo che ci siano nell'ufficio teste calde o nostalgici. Certo è che sono stati improvvidi e che stiamo facendo tutti gli accertamenti del caso per verificare per filo e per segno il perché il drappo era lì».
Al. Be.
Si ma... Negli articoli citati si parla di foto a conferma di lamentele di passanti. Dove sono questi passanti? Con chi si sono lamentati?
RispondiEliminaI giornalisti almeno esistono ma non ho trovato una sola agenzia di stampa che riporti la notizia PRIMA dell'articolo di Repubblica.
Come l'hanno saputo?
qui http://www.agi.it/milano/notizie/201105032011-cro-rmi0064-croce_celtica_commissariato_milano_questura_via_a_accertamenti la notizia è un pò modificata
RispondiEliminaLe dichiarazioni del questore sono uguali a quelle degli americani dopo la morte di Bin Laden... i conti non tornano! :)
RispondiEliminaEmbè: la notizia per primo qualcuno la deve dare. In questo casa La Repubblica ...
RispondiEliminaSi certo ma a loro chi l'ha data?
RispondiEliminaIl passante che ha fatto la foto. E tu mi dirai: e chi l'ha data al passante? E allora si potrebbe congetturare che qualche poliziotto democratico e antifascista, stizzito dall'esibizione di simboli fascisti, abbia chiamato il figlio telefonando poi al giornalista amico.
RispondiEliminaMa queste sono ovviamente malignità a ruota libera...
Che un passante l'abbia fatta ci posso credere. Che non capisco è il primo passaggio, quello dei cittadini indignati, che fine hanno fatto?
RispondiEliminaEra un elemento superfluo, potevano benissimo iniziare con "scattata una foto...".
Scusami Ugo ma il blog di Martinez mi sta bruciando i neuroni...
ciao Ugo,
RispondiEliminaallora quello che posso dirti io è che quando già eravamo lontani la digos ci ha fatto caricare senza motivo. 12 dei nostri sono stati fermati e portati in questura. 2 bandiere sono state sequestrate. Quella appesa nell'ufficio e fotografata è di sicuro il loro magro bottino di guerra.
la chicca è un'altra: pare che il funzionario in questione non sia affatto di destra ma sia addirittura un compagno che ha voluto copiare i suoi colleghi di fatebenefratelli esponendo il cimelio nell'ufficio. tant'è che in molti, anche del PD, stanno cercando di metterci una pezza ;-)
qui di seguito il nostro video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=_Ko-gQWPw0A
A napoli nella questura ci so 2 uffici della digos, in quello dove ci portano i militanti fascisti o di destra c'è il clendario del duce, il manganello, e stronzate varie e la digos fa finta di essere di destra, nell'altro ufficio c'è guevara stelle rosse e stronzate varie e l' altro reparto della digos che segue i centri sociali fa finta di pensarla come loro.
RispondiEliminaORAMAI STO GIOCHETTO LO SANNO PURE I BAMBINI
solo quei deficienti di repubblica potevano montare il caso.
questa è la mia riflessione