E nessuno avvertì la piazza che Gigi non c'era
Una cronaca divertita del clamoroso flop della manifestazione elettorale che ha chiuso la disastrosa campagna elettorale della Moratti a Milano, scritta da un giornalista che non nasconde le sue simpatie per Pisapia
di Dario Falcini
Imbarazzante. Non c'è altra parola per descrivere la tragicommedia andata in scena ieri sera in piazza Duomo a Milano. Una serata che in prima fila Letizia Moratti non vedeva l'ora finisse. Come non vede l'ora che abbia fine il Calvario di questa campagna elettorale, dove ogni nuova mossa sembra un errore. Non è esattamente così, semplicemente il centro destra ha perso Milano. Non la capisce più, tanto meno la controlla. Una piazza che fischia il suo sindaco e acclama un cantante napoletano in contumacia non lascia spazio a dubbi: game over. Alle 19 e 30, orario di convocazione, il palco da Festivalbar mette in risalto una piazza Duomo deserta. La scaletta della serata sembra copiata da una puntata di Buona Domenica. Stessi ospiti, ambiente familiare, tanta improvvisazione.
Sotto il palco le sedie riservate ai politici: si notano i fratelli La Russa, l'assessore Terzi, Riccardo De Corato, la Santanchè (che pur la campagna elettorale l'ha fatta per Pisapia), fino a Formigoni. Il presidente lombardo si lancia in balletti e sforza sorrisi a tutti. Vorrebbe tanto essere un gradino più in alto o svariati più in basso per poter abbandonare la barca che affonda. A riempire la piazza non bastano certo i pidiellini giunti in pullman da tutta Italia, né gli sciuri milanesi. Forse sarebbero venuti comodi rom e punkabbestia ingaggiati per infiltrarsi nelle fila nemiche. Sul palco si avvicendano alcuni sconosciuti, si dice allievi artisti del Cpm, la scuola di musica fondata da Franco Mussida della Pfm.
Poi arriva il primo vero artista: Bryan Ferry. Non si sa bene perché, ma lo staff di Letizia ha allestito una serata decisamente sexy. La voce di Ferry è calda e profonda. Dietro di lui nemmeno una scritta che inviti a votare la sindaca contribuisce all'effetto pianobar.
Nel frattempo esce un'agenzia. Una voce comincia a serpeggiare per la piazza: Gigi D'Alessio non ci sarà. Se l'è presa con la Lega che non lo voleva sul palco milanese. Ma come? Il capogruppo Salvini aveva persino annunciato un imperdibile duetto con lui.
La serata va avanti senza uno scatto di entusiasmo. Non può darlo di certo l'ascesa sul palco dei politici. La Moratti lancia messaggi d'amore a Milano e ai milanesi. Sembra debba mettersi a piangere da un momento all'altro. Formigoni fa un'altra professione di fede. Pochi giorni e tutto sarà finito.
Poi i fischi. Ragazzine attaccate alle transenne con il volto pitturato non ne possono più. Sono in rivolta: vogliono il loro Gigi. D'Alessio è su un volo per Napoli, sperando che con Lettieri gli vada meglio.
Iva Zanicchi prende il microfono e si entra ufficialmente nell'avanspettacolo. Evita Zingara per non tirare la volata a Pisapia. Si rifugia in O mia bela madunina. Chiede quanti milanesi ci siano tra il pubblico e si alzano un paio di mani. Letizia fugge dal palco alla prima occasione: non più di cinque minuti di esibizione, di cui quattro di karaoke. Puntiamo sui programmi, insomma.
Ritorna il momento Amici: giovani attori, cantanti e ballerini si avvicendano. Ma la piazza ormai ribolle: ci avete portato qua con la promessa di Gigi e adesso cos'è questa roba?
In Duomo si scorgono numerosi sostenitori di Pisapia. Non credono ai loro occhi, è una serata meravigliosa per loro. Arrivano addirittura cori a sostegno del candidato del centro sinistra: ormai possono osare tutto. La piazza è terra di nessuno.
Di certo non dà retta a Alexandra Stan, la cantante rumena di Mr Saxobeat. Cerca di gasare la folla con il ritornello della sua hit, ma senza Chiove qui non grida nessuno.
La serata sta per finire, ma c'è ancora tempo per lo sketch più bello. Sale sul palco Red Ronnie, con in mano un telefonino. Premette che è lì solo perché non l'ha voluto fare nessuno. Chiama Gigi D'Alessio e gli fa raccontare la sua versione del gran rifiuto. Quella a favore delle truppe: ho ricevuto minacce di morte su Facebook, il clima non consentiva la mia presenza.
Il dietrofront non convince la Lega. In serata Salvini replica: “Non vorremmo che dietro queste minacce ci fosse anche la malavita, ma io non conosco quella realtà e quindi preferisco non esprimermi». In realtà, ovviamente, si è espresso eccome. Nelle sue parole tutta la delusione del Carroccio per la mancata esibizione di un cantante napoletano a sostegno di una candidata che in via Bellerio fanno finta di non sapere più nemmeno chi sia.
L'ultimo flash è per Ignazio La Russa. Ormai sale sul palco chi vuole, o meglio chi se la sente. “Grazie a Gigi” dice “Lui e Van de Sfros suoneranno assieme per la vittoria della Moratti”. Poteva promettere anche i Beatles per come si sono messe le cose
Kid Creole & The Coconuts concludono la serata immotivatamente sexy. Poi gli amici se ne vanno, tra gli ultimi cori Gigi! Gigi!. E sarebbe bello capire a chi le giovani falangi dalessiane stiano dando la colpa per il forfait.
Questa sera piazza Duomo cambia colore: Elio e le Storie Tese, Paolo Rossi, Claudio Bisio e molti altri per Giuliano Pisapia. I sondaggi, ormai, non servono più a nulla.
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