Tarantino ricoverato d'urgenza, CasaPound accusa la Questura di Napoli: lo ha interrogato per ore
E' stato ricoverato stamattina al Cardarelli, dove era stato trasportato d'urgenza dopo un malore notturno Enrico Tarantino, il responsabile di CasaPound Italia Napoli e candidato alla terza municipalita' con la lista 'Liberi per Lettieri', rimasto ferito in una rissa nei pressi della facolta' di Lettere per numerosi colpi alla testa e al volto inferti con manici di piccone, mentre tre militanti dei collettivi universitari si sono fatti medicare ferite da taglio agli arti. Dopo averlo sottoposto a una Tac i sanitari hanno disposto il ricovero immediato di Tarantino.
''Su quanto è accaduto - sottolinea Emmanuela Florino, coordinatrice regionale di CasaPound Italia in Campania - chiediamo al ministro dell'Interno di accertare eventuali responsabilità della Questura di Napoli, che ora ci deve spiegare i motivi che la hanno indotta a sottoporre a interrogatorio immediato Tarantino e a trattenerlo per diverse ore in via Medina, quando lo stesso, per le condizioni critiche in cui versava, sarebbe dovuto restare al Loreto Mare come prevedono le norme ospedaliere a seguito di un trauma cranico evidente''.
invece i compagni cosa dicono? che i ragazzi di CasaPound in 3 [sotto una delle università più rosse d'Italia in una zona dove ci sono aule occupate e a poca distanza un centro sociale zona assolutamente OFF LIMITS PER NOI] hanno aggredito alcuni membri del collettivo e poi tranquillamente e senza fretta se ne sono tornati a casa. Intanto Enrico e' in ospedale con un trauma cranico e 10 punti di sutura. VERGOGNATEVI
RispondiEliminaGli universitari napoletani vanno a scuola con i manici?
RispondiEliminaLollo 2, non fare lo scemo per non andare in guerra. I collettivi hanno aggredito i tre militanti che si sono difesi usando le lame e ferendo tre degli aggressori. Giuridicamente è una rissa ed è irrilevante chi ha attaccato e chi si è difeso. Vedi il caso di Nervo macellato a Roma 3 e sotto processo perché lui e i suoi hanno retto lo scontro per minuti nonostante la clamorosa inferiorità numerica (come già a piazza Navona)
RispondiElimina@fascinazione. Sotto il profilo giuridico quel che dici è profondamente errato. Sebbene il codice penale non definisca la rissa, è opinione consolidata che una interpretazione sistematica alla luce delle norme che prevedono le cause di giustificazione escluda il collegamento con l'azione svolta difensivamente (art. 52 cp). Quindi quello che dici è un controsenso.
RispondiEliminaChe poi si faccia passare una reazione difensiva per rissa sol perché chi è coinvolto negli eventi è "figlio di un Dio minore" è un altro discorso.
Vallo a spiegare agli avvocati del leader del Blocco studentesco imputato per la rissa di Roma 3 in cui gli furono rotte le ossa del braccio in modo tale che era evidente che lo teneva sollevato per proteggersi dalle sprangate che calavano...
RispondiEliminaTassinari, giuridicamente se mi saltano addosso ed io mi difendo non è rissa nemmeno se si fanno loro più male di me: è aggressione da una parte, legittima difesa dall'altra.
RispondiEliminaChi "comincia" conta, eccome.
Il leader del BS è sotto processo per rissa (mica condannato), ma qualora le evidenze dibattimentali facciano emergere che lui si è effettivamente difeso e basta dopo aver subito un'aggressione (e da come descrivi i fatti mi sembra proprio così), non potrà che essere assolto.
Non confondiamo il fatto di essere sotto processo per un reato col fatto di esserne colpevole.
PS quanto sopra lo dico sia come avvocato penalista che come esperto di arti marziali e difesa personale
Evidentemente i suoi avvocati non sono bravi come te. Là c'è comunque una evidenza medico-legale (il tipo di frattura del braccio subita in torsione) qui siamo ancora alle versioni contrapposte.
RispondiEliminaE comunque, sempre per restare sul giuridico, che i tre siano stati aggrediti è ancora da dimostrare.
Ti potrei citare numerosi episodi in cui gruppi in netta minoranza abbiano attaccato per vincere lo scontro o limitare i danni. Come insegna la leggenda cresciuta intorno a Peppe Dimitri o a "Piccolo Attila" (la carica dei 23 contro cento chiamata da Nanni De Angelis e celebrata nella canzone di Gabriele Marconi). Così come ho ricordo preciso di pestaggi veri e propri qualificati giuridicamente come risse...
no, chiariamo: io al momento mi riferivo solo ai fatti da te citati di Roma. E non è che i suoi avvocati siano meno bravi di me (tranne se non si parla di karate shotokan o di krav maga): al loro posto, anche io mi troverei a difendere un imputato per rissa.
RispondiEliminaLa Procura in questi casi ci va con l'accetta: tutti rinviati a giudizio, e poi lì si vede; non esiste un PM che abbia voglia di fare dei distinguo in sede di indagini, specialmente se si tratta di scontri "politici", e assumersi la responsabilità a priori di distinguere aggrediti ed aggressori. Essere accusati tutti di rissa, in casi come questo, è quasi inevitabile (ma come dicevo prima non equivale a una condanna).
Poi però al processo, di solito, le cose saltano fuori: l'evidenza, ad esempio, che il leader del BS ha un braccio rotto perché nella presunta "rissa" lo ha usato per parare le sprangate, è già un ottimo viatico per l'assoluzione.
Il concetto di base è questo: quando succedono certe cose, è vero, si può finire sotto processo per rissa, ma questo non significa che giuridicamente sia irrilevante chi "comincia" e chi si limita a difendersi, che siano tutti "colpevoli", eccetera.
I fatti di Napoli si accerteranno. Di solito non è lecito comunque difendersi con armi da taglio, anche se in questo caso l'aggressione subita, in superiorità numerica e con bastoni a quanto emerge, se non è una scriminante è sicuramente un'attenuante.