Per i fasci domani è solo Pasquetta
25 Aprile
Io domani non festeggerò!
fonte: mnp blog
Io domani non festeggerò!
Non festeggerò perché non c’è nulla da festeggiare, non festeggerò perché ho tanti fratelli massacrati dai partigiani da ricordare, non festeggerò perché da quella data la mia Patria è diventata una colonia asservita al potere liberale, massonico e plutocratico mondiale, non festeggerò per non unirmi a coloro che dopo venti anni di “Osanna” passarono alle “radiose giornate” del “Crucifige” e che pretendono di rappresentare la parte migliore dell’Italia, non festeggerò perché il mio cuore piangerà sul bestiale massacro del mio Duce e sullo sconcio di Piazzale Loreto!
Se altri vogliono festeggiare come gli ex camerati che anche recentemente hanno voltato le spalle al loro passato chiarendo di quale miserevole pasta sono fatti, festeggino pure nella miseria delle loro piccole ed inutili anime.
Io domani piangerò i MIEI morti, io domani ricorderò i MIEI martiri, io domani Piangerò sulla MIA Patria ridotta a serva e schiava!
Io domani non festeggerò!!!fonte: mnp blog
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RispondiEliminache possano morire fra i tormenti piu' atroci fascisti infami
RispondiEliminamicio
Micio che canticchia ( come una guardia ...) ma perche' non ti rilassi almeno il giorno di pasquetta ? Accetta che per alcuni la tua festa della liberazione collimi con la perdita totale della propria Sovranita' nazionale. Prova per una volta a ragionare con gli occhi dei vinti dalla storia, anche perche' non e' detto che tra i vinti ci possa essere in un modo o nell'altro anche tu .....
RispondiEliminamicio che canta pluri bussato...dai fascisti e dai compagni
RispondiEliminauono che sa
Non festeggiamo, ma l'abbacchieto se lo magnamo lo stesso !!!
RispondiEliminaBuon Lunedi dell'Angelo e ...........Buona Festivita' di San Marco a tutti!!
RispondiEliminaAgo
25 aprile 1945-25 aprile 2011: sono passati sessantasei anni! Dovremmo avere la consapevolezza e dire sinceramente che, come viene celebrata oggi, è una "festa" sbagliata.
RispondiEliminaDovremmo dire la verità, che ci fu una guerra civile vera, e che, proprio per questo, non ha mai avuto senso parlare di "liberazione dal nazifascismo"... Perché il fascismo non fu imposto da poche decine di persone (e non sarebbe stato nemmeno possibile!), ma fu condiviso dal popolo italiano nella sua quasi totalità.
Si vuole celebrare, invece, una "liberazione" operata, per di piu', con il contributo determinante e interessato da parte di eserciti stranieri invasori (che non hanno perso l'abitudine di "liberare" paesi e popoli un po' dappertutto, con gli stessi metodi di allora, bombe - anche sui civili - e denaro per la "ricostruzione"...)!
Rimane quindi una "festa" di una parte degli italiani, "vincitori" (e invasi), contro quella degli italiani vinti.
Sarebbe stato bello sentire, dopo 66 anni, parole di concordia vere da un presidente super partes, anziano, ex partigiano ed ex comunista... insomma, da parte di uno dei "vincitori"! Sarebbe stato fondamentale per porre davvero fine alla guerra civile di allora, che una festa della "liberazione" come quella che viene celebrata oggi, fa comunque continuare in modo subdolo, con le sue divisioni e i suoi rancori, i cui effetti velenosi vogliono essere a tutti i costi propagati anche alle nuove generazioni.
Sarebbe stato un atto importante e definitivo, se ieri il presidente avesse preso lui l'iniziativa di cancellare l'attuale festa della "liberazione" e proporre di istituire, al suo posto, una festa della "riconciliazione nazionale", per mettere davvero fine alla guerra civile di allora e al rancore "democratico e antifascista" di oggi!
Ma sessantasei anni non sono bastati, e c'è ancora chi non vuole assolutamente sentir parlare di "riconciliazione nazionale"..!
Rimane solamente il desolante spettacolo offerto da Ignazio La Russa a Milano, mentre partecipa, compunto, al conferimento della medaglia d'oro a un giovane ventenne antifascista, caduto nel 1938...
Ignazio La Russa, proprio lo stesso avvocato che ha seguito da vicino l'agonia di Sergio Ramelli, giovane diciottenne assassinato - senza alcuna colpa, tranne quella di essere... "fascista" - a colpi di chiave inglese dai "democratici antifascisti" figli e nipotini dei partigiani comunisti, gli stessi che ieri hanno festeggiato la "liberazione". Sergio Ramelli, assassinato nel marzo del 1975, a trent'anni dalla fine di una guerra civile che evidentemente non è finita, e non si vuole far finire.
Per questo non ha senso e non è possibile festeggiare la "liberazione".
....Quotone!
RispondiEliminaAgo