Ora Jonghi Lavarini denuncia l'affarismo del Pdl milanese
Visto che i vertici milanesi del PDL non riconoscono il nostro ruolo e non accettano le nostre proposte, anzi, nemmeno ci rispondono, ci sentiamo liberi di fare Politica a 360°, senza più alcun riguardo particolare nei confronti di amici o presunti tali. Incominciamo, oggi, ad esempio, con l'analizzare, da destra, senza paraocchi e preconcetti, quello che avviene intorno alla "grande torta" di Expò 2015, dove emergono gli affari del Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà con la potente famiglia Cabassi, costruttori ed immobiliaristi senza scrupoli che, fra l'altro, ospitano il Leonkavallo.
Comitato DESTRA PER MILANO - LiberaMente nel PDL
dal corriere della sera
la storica famiglia di immobiliaristi proprietaria di un quarto dei terreni dell'esposizione
Expo e immobili, quegli intrecci tra Podestà e Cabassi
La holding in mano alla moglie del presidente della Provincia, Noevia Zanella. Lui: tutto trasparente
MILANO - Si è sempre saputo poco della storia dei due cappelli, piccolo ma non secondario capitolo di uno dei più grandi affari immobiliari milanesi degli ultimi anni. L’affare è quello dei terreni dell’Expo, a Nord Ovest di Milano. I due cappelli appartengono a Guido Podestà: il cappello da presidente della Provincia di Milano e poi quello da socio dei Cabassi. Cioè la storica famiglia di immobiliaristi proprietaria di una grossa fetta dei terreni dove sorgerà l’Esposizione Universale. A loro fa capo anche il 40%del capitale di una holding della famiglia Podestà. «Tutto trasparente», per l’uomo politico del Pdl.
TERRENI E MILIARDI - Sarà la Provincia insieme al Comune di Milano e alla Regione Lombardia a decidere la modalità (acquisto, newco, comodato d’uso) con cui acquisire dai privati la grande area dove si farà l’Expo 2015. Questa settimana potrebbe essere decisiva. Qualche numero: terreni per 1,1 milioni di metri quadrati (un quarto dei Cabassi, circa metà della Fiera di Milano), 1,7 miliardi di investimenti per il sito espositivo, oltre 10 miliardi per le infrastrutture di accesso. Per i terreni l’ipotesi oggi più probabile è quella del comodato d’uso, opzione preferita da Letizia Moratti e Podestà. È anche l’ipotesi più gradita ai Cabassi che dal 2007 a oggi hanno sempre mantenuto una posizione coerente: siamo sviluppatori, quindi preferiamo il comodato, ma discutiamo tutto purché ci sia chiarezza. Con il comodato i terreni vengono presi in prestito e poi restituiti a fine Expo con il cambio di destinazione da agricola a residenziale. A fronte della crescita esponenziale del valore, ai privati viene chiesto di contribuire alle infrastrutture con 75 milioni.
I DUE PODESTÀ - È in questo mix di interessi pubblici e privati che si inseriscono i «due» Podestà: l’amministratore della res publica e l’imprenditore legato strettamente ai Cabassi. Anzi per anni quasi aggrappato ai soldi che gli immobiliaristi milanesi hanno investito nella sua holding di famiglia, di cui sono creditori (secondo patti riservati) e garanti con le banche. Se da una parte Podestà ha un peso nella decisione sui terreni Expo, dall’altra i Cabassi hanno avuto un ruolo fondamentale per la sopravvivenza della sua holding. Ma da qui a sospettare presunti do ut des ce ne passa. È una fotografia, con molti dettagli che mancavano. Architetto, 64 anni, ex numero uno dell’Edilnord da cui partì la fortuna del Cavaliere, per 15 anni parlamentare Ue, scuola berlusconiana doc, Podestà saprà certamente separare gli interessi propri da quelli pubblici.
LA «PAGHETTA» - Al vertice della Pedemontana, intanto, ha messo un uomo di fiducia, Salvatore Lombardo, 56 anni, architetto. È amministratore delegato della società, controllata dalla Provincia, che gestisce 5 miliardi per il collegamento stradale Bergamo-Malpensa. Un business enorme che richiede la dedizione totale del manager di punta. Poi però si scopre che Lombardo è rimasto a libro paga della famiglia Podestà: prende 1.200 euro al mese per amministrare la Generale di Costruzioni («Generale»), di cui è presidente.
INCROCIO NELLA HOLDING - Ecco, è proprio qui che si incrociano gli interessi dei Podestà e dei Cabassi. Di suo il presidente della Provincia possiede appena il 3,78% del capitale, ma è la seconda moglie, Noevia Zanella, con cui c’è una perfetta simbiosi, ad avere la maggioranza assoluta (54%). I Cabassi però hanno in mano un assai influente 40% della Generale attraverso la loro Brioschi Sviluppo Immobiliare, quotata in Borsa. Sotto l’ombrello della holding dei Podestà c’è la partecipazione in una società che gestisce una residenza per anziani (Heliopolis) e l’immobiliare proprietaria dei muri. Ma la struttura, afferma il numero uno della Provincia, è stata venduta due settimane fa. «Sono tranquillo: abbiamo agito in modo trasparente» . Però, ad eccezione di una dichiarazione a Telelombardia in campagna elettorale, Podestà non ha mai parlato di questo rapporto d’affari. «Nessun altro — dice— ha mai chiesto chiarimenti, che io ricordi». La biografia sul sito della Provincia non dedica nemmeno una riga alle aziende di famiglia.
Il PATTO CON I CABASSI - Con i Cabassi era stato siglato un patto parasociale, ossia un contratto (riservato) che regola le relazioni economiche tra i due soci. Secondo il bilancio 2010, la Generale ha un debito di 3,5 milioni con la Brioschi e su quei soldi paga un tasso fisso del 6%annuo. Poi è molto indebitata con Montepaschi per il finanziamento (35 milioni) che servì a comprare l’immobile delle Residenze Heliopolis. Mps ha in pegno le quote societarie. Ma c’è anche la stampella dei Cabassi che per la loro quota-parte hanno rilasciato una fideiussione da 14 milioni a favore di Mps. Senza complicare troppo: i bilanci sono in profondo rosso da anni e nel 2011 è scattato l’allarme del patrimonio netto negativo. Cioè i soci avrebbero dovuto tirar fuori qualche milione di euro per coprire il buco. Ma la vendita dell’immobile, secondo Podestà, ha chiuso il debito e risolto i problemi patrimoniali. Per i Cabassi non è stato comunque un buon investimento. I terreni dell’Expo, invece, potrebbero esserlo. Podestà continua ad avere due cappelli, che tiene separati. Fino a prova contraria.
Alessandra Coppola e Mario Gerevini
Comitato DESTRA PER MILANO - LiberaMente nel PDL
dal corriere della sera
la storica famiglia di immobiliaristi proprietaria di un quarto dei terreni dell'esposizione
Expo e immobili, quegli intrecci tra Podestà e Cabassi
La holding in mano alla moglie del presidente della Provincia, Noevia Zanella. Lui: tutto trasparente
MILANO - Si è sempre saputo poco della storia dei due cappelli, piccolo ma non secondario capitolo di uno dei più grandi affari immobiliari milanesi degli ultimi anni. L’affare è quello dei terreni dell’Expo, a Nord Ovest di Milano. I due cappelli appartengono a Guido Podestà: il cappello da presidente della Provincia di Milano e poi quello da socio dei Cabassi. Cioè la storica famiglia di immobiliaristi proprietaria di una grossa fetta dei terreni dove sorgerà l’Esposizione Universale. A loro fa capo anche il 40%del capitale di una holding della famiglia Podestà. «Tutto trasparente», per l’uomo politico del Pdl.
TERRENI E MILIARDI - Sarà la Provincia insieme al Comune di Milano e alla Regione Lombardia a decidere la modalità (acquisto, newco, comodato d’uso) con cui acquisire dai privati la grande area dove si farà l’Expo 2015. Questa settimana potrebbe essere decisiva. Qualche numero: terreni per 1,1 milioni di metri quadrati (un quarto dei Cabassi, circa metà della Fiera di Milano), 1,7 miliardi di investimenti per il sito espositivo, oltre 10 miliardi per le infrastrutture di accesso. Per i terreni l’ipotesi oggi più probabile è quella del comodato d’uso, opzione preferita da Letizia Moratti e Podestà. È anche l’ipotesi più gradita ai Cabassi che dal 2007 a oggi hanno sempre mantenuto una posizione coerente: siamo sviluppatori, quindi preferiamo il comodato, ma discutiamo tutto purché ci sia chiarezza. Con il comodato i terreni vengono presi in prestito e poi restituiti a fine Expo con il cambio di destinazione da agricola a residenziale. A fronte della crescita esponenziale del valore, ai privati viene chiesto di contribuire alle infrastrutture con 75 milioni.
I DUE PODESTÀ - È in questo mix di interessi pubblici e privati che si inseriscono i «due» Podestà: l’amministratore della res publica e l’imprenditore legato strettamente ai Cabassi. Anzi per anni quasi aggrappato ai soldi che gli immobiliaristi milanesi hanno investito nella sua holding di famiglia, di cui sono creditori (secondo patti riservati) e garanti con le banche. Se da una parte Podestà ha un peso nella decisione sui terreni Expo, dall’altra i Cabassi hanno avuto un ruolo fondamentale per la sopravvivenza della sua holding. Ma da qui a sospettare presunti do ut des ce ne passa. È una fotografia, con molti dettagli che mancavano. Architetto, 64 anni, ex numero uno dell’Edilnord da cui partì la fortuna del Cavaliere, per 15 anni parlamentare Ue, scuola berlusconiana doc, Podestà saprà certamente separare gli interessi propri da quelli pubblici.
LA «PAGHETTA» - Al vertice della Pedemontana, intanto, ha messo un uomo di fiducia, Salvatore Lombardo, 56 anni, architetto. È amministratore delegato della società, controllata dalla Provincia, che gestisce 5 miliardi per il collegamento stradale Bergamo-Malpensa. Un business enorme che richiede la dedizione totale del manager di punta. Poi però si scopre che Lombardo è rimasto a libro paga della famiglia Podestà: prende 1.200 euro al mese per amministrare la Generale di Costruzioni («Generale»), di cui è presidente.
INCROCIO NELLA HOLDING - Ecco, è proprio qui che si incrociano gli interessi dei Podestà e dei Cabassi. Di suo il presidente della Provincia possiede appena il 3,78% del capitale, ma è la seconda moglie, Noevia Zanella, con cui c’è una perfetta simbiosi, ad avere la maggioranza assoluta (54%). I Cabassi però hanno in mano un assai influente 40% della Generale attraverso la loro Brioschi Sviluppo Immobiliare, quotata in Borsa. Sotto l’ombrello della holding dei Podestà c’è la partecipazione in una società che gestisce una residenza per anziani (Heliopolis) e l’immobiliare proprietaria dei muri. Ma la struttura, afferma il numero uno della Provincia, è stata venduta due settimane fa. «Sono tranquillo: abbiamo agito in modo trasparente» . Però, ad eccezione di una dichiarazione a Telelombardia in campagna elettorale, Podestà non ha mai parlato di questo rapporto d’affari. «Nessun altro — dice— ha mai chiesto chiarimenti, che io ricordi». La biografia sul sito della Provincia non dedica nemmeno una riga alle aziende di famiglia.
Il PATTO CON I CABASSI - Con i Cabassi era stato siglato un patto parasociale, ossia un contratto (riservato) che regola le relazioni economiche tra i due soci. Secondo il bilancio 2010, la Generale ha un debito di 3,5 milioni con la Brioschi e su quei soldi paga un tasso fisso del 6%annuo. Poi è molto indebitata con Montepaschi per il finanziamento (35 milioni) che servì a comprare l’immobile delle Residenze Heliopolis. Mps ha in pegno le quote societarie. Ma c’è anche la stampella dei Cabassi che per la loro quota-parte hanno rilasciato una fideiussione da 14 milioni a favore di Mps. Senza complicare troppo: i bilanci sono in profondo rosso da anni e nel 2011 è scattato l’allarme del patrimonio netto negativo. Cioè i soci avrebbero dovuto tirar fuori qualche milione di euro per coprire il buco. Ma la vendita dell’immobile, secondo Podestà, ha chiuso il debito e risolto i problemi patrimoniali. Per i Cabassi non è stato comunque un buon investimento. I terreni dell’Expo, invece, potrebbero esserlo. Podestà continua ad avere due cappelli, che tiene separati. Fino a prova contraria.
Alessandra Coppola e Mario Gerevini
Mi chiedo come mai queste denuncie vengono aftte solo una volta che si è stati trombati...
RispondiEliminaForse che tutto ciò è venuto fuori nottetempo?
Mi ricorda il grande Gianfranco Fini che ha cominciato a denunciare le grandi porcate del pdl non appena uscitone, come se lui non ne fosse stato complice fino al giorno prima...
Luca
Concordo con ciò che ha scritto Luca. Ormai la scusa della partecipazione, col naso tappato(e gli occhi chiusi), alla fintapolitica attuale ha rotto veramente le scatole (pardon!).
RispondiEliminaAlessandro
è come il cane che morde il padrone dopo che quello non lo fà più mangiare alla sua tavola....
RispondiEliminapovero joghi lavarini!!!...... a firenze si chiama l'astio del trombato!
RispondiEliminae si son tutti uguali..leccano il culetto al pdl poi vengono messi nel cestino allora si sputtanano su fatti che si conmoscevano e tacevano prima
RispondiEliminadestra terminale
Vomito
RispondiEliminanon mi scandalizzo affatto, già il Principe di Macchiavelli elencava le strategie politiche di ricatto e ritorsione. si tratta evidentemente di una dimostrazione di forza, di potenza di fuoco, parallela ad una trattativa in corso. non facciamo le verginelle, rileggetevi gli scritti e la biografia di Mussolini, sopratutto del primo fascismo rivoluzionario.
RispondiEliminaNon chiediamo l'elemosina e non siamo questuanti, siamo Militanti politici e pretendiamo risposte politiche. Non abbiamo padrini e non abbiamo padroni, quindi, possiamo tranquillamente dire: o con noi o contro di noi!
RispondiEliminaComitato DESTRA PER MILANO
http://destrapermilano.blogspot.com/2011/04/la-nostra-destra-il-pdl-e-la-moratti.html
Cari Destroidi, a volte a stare zitti, abbassare la testa e lasciare che le cose passino SI FA PIU' BELLA FIGURA!!!!
RispondiElimina"Non chiediamo l'elemosina e non siamo Non questuanti, siamo Militanti politici e pretendiamo risposte politiche. Non abbiamo padrini e non abbiamo padroni, quindi, possiamo tranquillamente dire: o con noi o contro di noi!"
RispondiEliminaJONGHI LAVARINI....SEI PENOSO E RIDICOLO col TUO PIAGNUCOLARE...fai schifo peggio dei tuoi due padroni La Russa e il NANO di Arcore :):)
Un Fascista
non so se sono più penosi e ridicoli i postafascisti berlusconiani o i loro contestatori della destra terminale, divisi su tutto e rancorosi contro il mondo intero: personalmente opto per la seconda categoria
RispondiElimina:-)
..tu invece sei un acuto osservatore che vola alto su queste piccinerie ?? Ahhh fossimo tutti cosi saggi e pacati come te, caro amico anonimo,
RispondiEliminama chissa'...forse anche tu "tieni famiglia " e hai bisogno dei Lavarini, dei Di martino o del buon Ignazio..per sbarcare il lunario..:):):)
"non so se sono più penosi e ridicoli i postafascisti berlusconiani o i loro contestatori della destra terminale, divisi su tutto e rancorosi contro il mondo intero: personalmente opto per la seconda categoria"
RispondiEliminasottoscrivo!
SILVIA
Le aquile volano alto ,lasciano le galline razzolare nel pollaio.... Poi si hanno appetito le acchiappano......dixit docet
RispondiElimina