Elezioni a Milano, il genero di La Russa (Romano) indagato per l'Aler

Dalla pagina elettorale di R. La Russa: Osnato col sen. Gasparri

ALMENO 6 INQUISITI PER TURBATIVA D'ASTA E CORRUZIONE. LA DENUNCIA DI «SOS RACKET»

Case popolari, tangenti  sugli appalti 

 Indagati  Osnato e il direttore dell'Aler

Sotto inchiesta il coordinatore Pdl candidato alle elezioni comunali

MILANO - Sono almeno sei gli indagati in una inchiesta della Procura di Milano sugli appalti per i lavori di pulizie e gestione del verde in seno al patrimonio immobiliare dell'Aler, l'«Azienda lombarda di edilizia residenziale» che possiede oltre centomila delle 170.000 case popolari lombarde.
Turbativa d'asta e corruzione sono le fattispecie che, in base a quanto emerge dalle proroghe delle indagini allo scadere dei primi sei mesi, ora si scopre siano ipotizzate a carico del direttore generale dell'Aler, Domenico Ippolito; del direttore dell'area gestionale dell'Aler, Marco Osnato, il genero di Romano La Russa (cioè del consigliere regionale fratello del ministro della Difesa, Ignazio) che nel Pdl è consigliere comunale uscente, candidato nella lista Moratti alle prossime elezioni del 15-16 maggio, e coordinatore vicario del partito cittadino; dell'avvocato che guida l'ufficio legale e appalti dell'ente, Irene Comizzoli; della responsabile dell'ufficio di segreteria del presidente Loris Zaffra nonché componente del gruppo tutela patrimonio dell'ente in chiave anti-abusivismo, Anna Bubbico; e di due amministratori di centinaia di alloggi Aler, Antonio De Luca (marito della Bubbico) e Luca Bellisomo.

Alcuni di questi nomi erano già stati evocati nell'esposto che il 19 marzo dell'anno scorso l'associazione «Sos Racket e usura» di Frediano Manzi aveva presentato in Procura, allegando anche la registrazione di una conversazione con «un ingegnere che ha lavorato per anni partecipando a bandi e gare d'appalto per l'Aler» e che accreditava l'esistenza di un prassi tangentizia in seno all'ente. All'epoca l'Aler aveva reagito con un comunicato in cui «diffidava il signor Manzi a rilasciare dichiarazioni lesive degli interessi di Aler, riservandosi di denunciare davanti alle autorità competenti questi episodi».

fonte: Corriere della Sera

(umt) Secca la replica del vicecoordinatore milanese del Pdl:  "E' una vecchia inchiesta - spiega Osnato ad Affaritaliani.it - dovuta a un esposto dell'associazione Sos Racket e Usura di Frediano Manzi. In Italia c'è l'obbligatorietà dell'azione penale, quindi sapevo che sarei stato indagato. Sono anche perfettamente tranquillo, perché so di aver svolto il mio lavoro nella maniera corretta. E anche perché so che questo non c'entra niente con la mia attività politica".