Scontri di Lanciano, un militante antifa chiede scusa
E' un segnale di speranza e una bella notizia l'oggetto di questo post. Riguarda il pestaggio, consumato sabato sera a Lanciano, da parte di un branco di antifascisti contro due forzanovisti. Uno dei presenti, compagno dell'arrestato, si è rifiutato di partecipare all'aggressione (insieme a molti altri, ci dice) e ora scrive alla vittima per chiedergli scusa e rendergli onore. Ma anche per rivendicare al suo centro sociale una pratica di tredici anni che non si è mai incrociata con bombe carta, spranghe e lame. La vittima, prima di trasmettermi il file, era titubante sull'opportunità di divulgare il messaggio. Io sono convinto, e l'ho convinto, che a sua volta un gesto del genere merita rispetto e riconoscimento.
Sono di San Vito Chietino, e faccio parte del Centro Sociale Arrembaggio.
Ti scrivo questa lettera a titolo esclusivamente personale, perché ci tenevo a precisare alcune questioni che esulano dall'aspetto legale della situazione. Questioni d'onore, direste voi, questione di dignità, dico io, ma il succo non cambia. Per la cronaca, io sono quello che stamattina, davanti al tribunale, indossava il berretto azzurro e il giubbotto grigio; abbiamo incrociato lo sguardo un paio di volte, ma io non ce l'ho fatta a reggere il peso dei tuoi occhi. Ma la mia non era paura: erano l'umiliazione e la delusione che si arrendevano davanti alla tua rabbia, una rabbia che, paradossalmente, per quanto diversi possiamo essere, in quel momento sentivo quasi mia. Umiliazione e delusione per aver fatto la figura da infame e vigliacco al cospetto dei miei nemici, dei miei avversari, di tutti i fascisti d'Italia, ed anche davanti all'opinione di tutti i miei compaesani. Perché è vero, 20 persone che ne aggrediscono 2 in quel modo meritano esattamente quelle definizioni, quella rabbia. Ho scritto 20, e non 50, perché la maggior parte di noi non s'è prestata a quello schifo; io non so se il mio compagno S. fosse in mezzo a quell'orda impazzita (ti scrivo prima ancora di avere la possibilità di parlarci), so solo che nel mio gruppetto fermo a distanza non c'era: per questo ve la vedrete legalmente, e se ha sbagliato è giusto che paghi, pur con l'affetto fraterno che provo per lui. Però di una cosa sono sicuro: le bombe, le lame, le spranghe, noi dell'Arrembaggio non le abbiamo mai usate, non ci appartengono, né come cultura, né come stile di vita. E non ci appartengono nemmeno le aggressioni 10 a 1, nessuno di noi era mai stato coinvolto in una situazione tanto squalificante e mortificante, svilendo uno scontro politico in una volgare rissa da stadio.
Sabato notte, infatti, per la prima volta in 13 anni di attività politica, la digos è piombata nella nostra sede e nelle nostre case, con tutto quello che ne consegue nei rapporti famigliari, con le probabili intercettazioni, e con le ronde continue con le quali hanno preso a controllarci. Ma come ti dicevo, chi sbaglia è giusto che paghi: noi abbiamo commesso il grave errore di affiancarci a persone sconosciute che usano l'antifascismo come scusa per la loro violenza, e a prescindere dal fatto che qualcuno di noi si possa essere unito a quell'assalto, adesso è giusto che ne paghiamo le conseguenze, legali e d'immagine.
Tornando agli sguardi di stamattina, qualunque tipo di soddisfazione tu possa volere da me, io non mi sottraggo: sarò dove vorrai, a mani nude su una spiaggia, coi guantoni su un ring, o in un bar per una birra (da bere...). Mio nonno mi ripeteva sempre che "il rispetto e la fiducia non sono mai un diritto, sono una conquista". Beh, pur con l'abisso ideologico che ci separa, averti visto con coraggio e follia affrontare, quasi da solo, così tanti avversari, un pezzo del mio rispetto se l'è rubato, e solo il cielo sa quanto è dura chiudere questa lettera con queste parole.
Alla prossima,
Sono di San Vito Chietino, e faccio parte del Centro Sociale Arrembaggio.
Ti scrivo questa lettera a titolo esclusivamente personale, perché ci tenevo a precisare alcune questioni che esulano dall'aspetto legale della situazione. Questioni d'onore, direste voi, questione di dignità, dico io, ma il succo non cambia. Per la cronaca, io sono quello che stamattina, davanti al tribunale, indossava il berretto azzurro e il giubbotto grigio; abbiamo incrociato lo sguardo un paio di volte, ma io non ce l'ho fatta a reggere il peso dei tuoi occhi. Ma la mia non era paura: erano l'umiliazione e la delusione che si arrendevano davanti alla tua rabbia, una rabbia che, paradossalmente, per quanto diversi possiamo essere, in quel momento sentivo quasi mia. Umiliazione e delusione per aver fatto la figura da infame e vigliacco al cospetto dei miei nemici, dei miei avversari, di tutti i fascisti d'Italia, ed anche davanti all'opinione di tutti i miei compaesani. Perché è vero, 20 persone che ne aggrediscono 2 in quel modo meritano esattamente quelle definizioni, quella rabbia. Ho scritto 20, e non 50, perché la maggior parte di noi non s'è prestata a quello schifo; io non so se il mio compagno S. fosse in mezzo a quell'orda impazzita (ti scrivo prima ancora di avere la possibilità di parlarci), so solo che nel mio gruppetto fermo a distanza non c'era: per questo ve la vedrete legalmente, e se ha sbagliato è giusto che paghi, pur con l'affetto fraterno che provo per lui. Però di una cosa sono sicuro: le bombe, le lame, le spranghe, noi dell'Arrembaggio non le abbiamo mai usate, non ci appartengono, né come cultura, né come stile di vita. E non ci appartengono nemmeno le aggressioni 10 a 1, nessuno di noi era mai stato coinvolto in una situazione tanto squalificante e mortificante, svilendo uno scontro politico in una volgare rissa da stadio.
Sabato notte, infatti, per la prima volta in 13 anni di attività politica, la digos è piombata nella nostra sede e nelle nostre case, con tutto quello che ne consegue nei rapporti famigliari, con le probabili intercettazioni, e con le ronde continue con le quali hanno preso a controllarci. Ma come ti dicevo, chi sbaglia è giusto che paghi: noi abbiamo commesso il grave errore di affiancarci a persone sconosciute che usano l'antifascismo come scusa per la loro violenza, e a prescindere dal fatto che qualcuno di noi si possa essere unito a quell'assalto, adesso è giusto che ne paghiamo le conseguenze, legali e d'immagine.
Tornando agli sguardi di stamattina, qualunque tipo di soddisfazione tu possa volere da me, io non mi sottraggo: sarò dove vorrai, a mani nude su una spiaggia, coi guantoni su un ring, o in un bar per una birra (da bere...). Mio nonno mi ripeteva sempre che "il rispetto e la fiducia non sono mai un diritto, sono una conquista". Beh, pur con l'abisso ideologico che ci separa, averti visto con coraggio e follia affrontare, quasi da solo, così tanti avversari, un pezzo del mio rispetto se l'è rubato, e solo il cielo sa quanto è dura chiudere questa lettera con queste parole.
Alla prossima,
Non ho parole. Eccezionale.
RispondiEliminaOnore e dignità a chi ha scritto questa lettera. La leggano anche il sindaco di Cuneo e il consigliere Panero, la troveranno istruttiva.
tu sei sicuramente nato uomo... Non male in questi tempi difficili....
RispondiEliminapenso che fra i compagni la maggioranza sono gente per bene e che solo una minoranza odiosa usa la violenza , facendo del male soprattutto ai compagni..
RispondiEliminaun ex neofascista militante ora libero da ogni ideologia
onore a chi l'ha scritta.i compagni del suo centro dovrebbero essere fieri d'avere un uomo così.
RispondiEliminachiudendo qui i fatti di lanciano che sono gravissimi, lavoriamo insieme per migliorare le condizioni di lavoro di migliaia di cittadini onesti va.. solo 1200 mentre per 10 minuti che qualcuno appare in tv prende non so quanti mila euro con una mezzoretta.. dai su riprendiamoci intanto ciò che in comune vogliamo poi vedremo gli altri cazzi!
RispondiEliminaCredo poco a queste "illuminazioni". Sono sicuramente farina di qualche altro sacco.
RispondiEliminaUna sola parola: UOMO! Tu sei un uomo e te ne rendo onore da Fascista. Se fossero tutti come te l'unità generazionale anti-sistema non sarebbe un miraggio e forse le cose andrebbero meglio. Ma anche le grandi rivoluzioni nascono da un piccolo gesto, ed oggi questo gesto l'hai fatto tu.
RispondiEliminaA noi Compagno!
una rondine non fa primavera; quindi, camerati, casco in testa e fari accesi anche di giorno!
RispondiEliminaGrande rispetto per quest'uomo.
RispondiEliminaBistecca
rispetto verso l'uomo che si distingue dalla massa sempre...se quello che hai scritto lo pensi veramente hai tutta la mia stima...
RispondiEliminaMa non siete nuovi a questi eventi,ricordo ancora quando ci caricaste in un centinaio contro 8...che giorno memorabile per noi e che fuga per voi...
Uno che in Via Venti a Genova nel 1998 c'era...e chi c'era si ricorda...apocalittico!
come si fa a sapere dell'attentidilità di questo messaggio?
RispondiEliminaNON DOVETE ESISTERE !! questo è il "verbo" all'interno delle sezioni e dei centri sociali.
RispondiEliminaSei un Coniglio, come tutti i compagni.Prima aggredite e poi chiedete perdono.Troppo facile.Noi abbiamo pagato per anni , voi sempre difesi dalla cosidetta "società civile".Le nostre erano"vili aggressioni squadriste" mentre le vostre sono "giuste difese del proletariato", che non avete mai visto , dato che siete tutti figli di liberi professionisti o borghesi.
RispondiEliminaQuesto piagnisteo scrivilo su Repubblica.
Il cervello o meglio la ragione (intesa come pensiero superiore)non tutti ne sono provvisti e,purtroppo,sempre troppo pochi sono capaci di usarla.Ma la ragione,specie se legata a un pensiero politico viene spesso soffocata.Motivo in più per apprezzare chi ha il coraggio di infrangere i propri tabù,ascoltare la propria coscienza e il proprio cuore.Non credo sia stato facile per questa persona farlo e da Uomo e da Fascista rispetto e rendo onore all'onestà intellettuale di questo Uomo anche se è e resta un mio antagonista politico.
RispondiEliminaRispetto per questa lettera e soprattutto per questo blog.
RispondiEliminaSe non l'avete ancora capito,che questo pseudo compagno pentito vi prende per i fondelli allora andate con Fini.E' il camerata giusto per voi.Voi credete ancora che a sinistra in Italia ci sia qualcuno che vi possa sdoganare, e voi orfani di una destra popolare e rivoluzionaria che in Italia è esistita solo a parole(alemanno docet)ci credete ancora.Bene. Rispetto le vostre posizioni e anche questo blog, ma non chiedetemi di rispettare questa lettera.Rispetto solo chi veramente mi rispetta.Con i fatti.Non con le parole.
RispondiEliminafinalmente una buona notizia!!!!!!1
RispondiEliminaRaffaele Morani
un comunista che dialoga da tempo con i fasci
onere a questo ragazzo che riscatta con le parole il comportamento assolutamente squalificante dei suoi compagnucci.
RispondiEliminaci fossero più compagni in buonafede come lui forse i veri nemici di tutti, gli occulti manovratori dell'economia e della finanza,gli affamatori dei popoli, dormirebbero sonni meno tranquilli.
forse un giorno, spero non lontano, si riuscirà a parlare ed a definire il "nemico principale" contro cui combattere tutti insieme, ragazzi dei centri sociali e "fascisti".
è una piccolissima speranza, ma lasciatemela coltivare.
Boia chi molla
Onore sì, almeno dimostra buon senso e coraggio! Comunque, sui siti e sui forum dei rossi che hanno riportato la lettera pubblicata qui, molti suoi compagnucci lo hanno pesantemente accusato, insultato e minacciato... va a finire che se lo giustiziano in casa!
RispondiEliminadestra e sinistra non esistono più smettiamo di far volare gli stracci e battiamoci tutti contro il mostro finanziario internazionale, il NWO e i governi, i politici in genere comprese le false opposizioni parlamentari come quella italiana
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