Per chiudere il caso Mathieu
(umt) Riceviamo e pubblichiamo dallo scrittore francese, insoddisfatto dal testo informale da me pubblicato in base un equivoco (io gli chiedo di informare i lettori dalla fonte diretta, lui è convinto che la mia richiesta presuppone comunque una mia mediazione autoriale) un testo che dovrebbe essere uno statement conclusivo del caso (mai dire mai in questo blog).
di Olivier Mathieu
Olivier Mathieu (che mi si voglia perdonare di parlare di me alla terza persona) ha collaborato e collabora a giornali di sinistra, di centro, di destra, di estrema sinistra, di estrema destra. Lista su domanda. Non significava e non significa che si possa ridurre alle opinioni delle redazioni dei giornali che hanno accolto i suoi testi. Anche quando ho collaborato a giornali di estrema destra, cosa che è durata pochissimi anni della mia esistenza, ho sempre detto di non essere di estrema destra, cosa che non sono mai stato. I miei volantini, anche in questi lontanissimi anni, cominciavano con le parole "Non ho amici nella destra estremista". La mia opera è da considerare come una rivolta contro il mondo moderno, e i miei tentativi sono stati quelli di andare oltre i vecchi schemi della sinistra, della destra e delle loro protesi estremiste. D'altra parte, mi sono velocemente accorto dla totale inutilità della cosa, i due schieramenti ideologici preferendo visibilmente continuare a darsi del "fascista" e del "comunista". Per tale motivo, ho definitivamente abbandonato da 20 anni ogni forma strettamente ideologica, per essere proprio al di sopra delle cose, nel mondo dell'arte e della letteratura. In particolare, confermo di aver abbandonato l'ambiente ideologico in generale e revisionista (chiamato negazionista dai suoi avversari) in particolare, assolutamente senza nessun rimpianto. Non sono più pro o contro nulla, sono altrove. E non ho l'abitudine che chiunque mi dica cosa "devo" pensare o non pensare, su qualsiasi argomento, cosa che mi è d'altra parte garantita dalla Costituzione. Sono un romanziere, un artista, uno spirito libero, e non ho conti da rendere agli ambienti di militanti di qualsiasi schieramento.
Per concludere, credo che le cose siano semplici. Il revisionismo non è, all'origine, un fenomeno di destra, ancor men che meno di estrema destra, ma di sinistra (Paul Rassinier). Che le mie opinioni di 20 anni fa siano state "velleitarie", lo dice Lei, non so alla verità da quale fonte. Poi, Lei ben saprà che, in tanti paesi, compresa l'Italia, alcuni intellettuali si sono separati da determinati ambienti. Poiché un intellettuale ha un percorso (Malaparte fu fascista, successivamente antifascista, per citare un esempio ovvio). L'importante per me (i miei amici e lettori lo sanno) rimane che non sono mai stato disonesto con nessuno, men che meno "agente" di non so chi.
Temo che sia difficile al Signor Adinolfi di giudicare fatti politici francesi di 20 anni fa, soprattutto visto che sembra fidarsi di cose da lui udite,e dunque il metodo mi sembra poco storico... Rivendico il mio diritto ad avere le mie opinioni, certo. Ma queste, ne dispiaccia al Signor Adinolfi, o a chiunque altro, non fanno di certo di me qualcuno di estrema destra. Ad esempio, non ho fatto il militare, ho chiesto e ottenuto nel 2008 la mia scomunica papale dalla Chiesa di Roma, e la mia vita sia sociale che sentimentale non può piacere (e non deve piacere) di sicuro ai moralisti della destra estrema.
di Olivier Mathieu
Olivier Mathieu (che mi si voglia perdonare di parlare di me alla terza persona) ha collaborato e collabora a giornali di sinistra, di centro, di destra, di estrema sinistra, di estrema destra. Lista su domanda. Non significava e non significa che si possa ridurre alle opinioni delle redazioni dei giornali che hanno accolto i suoi testi. Anche quando ho collaborato a giornali di estrema destra, cosa che è durata pochissimi anni della mia esistenza, ho sempre detto di non essere di estrema destra, cosa che non sono mai stato. I miei volantini, anche in questi lontanissimi anni, cominciavano con le parole "Non ho amici nella destra estremista". La mia opera è da considerare come una rivolta contro il mondo moderno, e i miei tentativi sono stati quelli di andare oltre i vecchi schemi della sinistra, della destra e delle loro protesi estremiste. D'altra parte, mi sono velocemente accorto dla totale inutilità della cosa, i due schieramenti ideologici preferendo visibilmente continuare a darsi del "fascista" e del "comunista". Per tale motivo, ho definitivamente abbandonato da 20 anni ogni forma strettamente ideologica, per essere proprio al di sopra delle cose, nel mondo dell'arte e della letteratura. In particolare, confermo di aver abbandonato l'ambiente ideologico in generale e revisionista (chiamato negazionista dai suoi avversari) in particolare, assolutamente senza nessun rimpianto. Non sono più pro o contro nulla, sono altrove. E non ho l'abitudine che chiunque mi dica cosa "devo" pensare o non pensare, su qualsiasi argomento, cosa che mi è d'altra parte garantita dalla Costituzione. Sono un romanziere, un artista, uno spirito libero, e non ho conti da rendere agli ambienti di militanti di qualsiasi schieramento.
Per concludere, credo che le cose siano semplici. Il revisionismo non è, all'origine, un fenomeno di destra, ancor men che meno di estrema destra, ma di sinistra (Paul Rassinier). Che le mie opinioni di 20 anni fa siano state "velleitarie", lo dice Lei, non so alla verità da quale fonte. Poi, Lei ben saprà che, in tanti paesi, compresa l'Italia, alcuni intellettuali si sono separati da determinati ambienti. Poiché un intellettuale ha un percorso (Malaparte fu fascista, successivamente antifascista, per citare un esempio ovvio). L'importante per me (i miei amici e lettori lo sanno) rimane che non sono mai stato disonesto con nessuno, men che meno "agente" di non so chi.
Temo che sia difficile al Signor Adinolfi di giudicare fatti politici francesi di 20 anni fa, soprattutto visto che sembra fidarsi di cose da lui udite,e dunque il metodo mi sembra poco storico... Rivendico il mio diritto ad avere le mie opinioni, certo. Ma queste, ne dispiaccia al Signor Adinolfi, o a chiunque altro, non fanno di certo di me qualcuno di estrema destra. Ad esempio, non ho fatto il militare, ho chiesto e ottenuto nel 2008 la mia scomunica papale dalla Chiesa di Roma, e la mia vita sia sociale che sentimentale non può piacere (e non deve piacere) di sicuro ai moralisti della destra estrema.
Ora la palla passa ad Adinolfi, che come al solito...latita.Le gravi accuse da lui lanciate nei confronti di monsieur Mathieu, meritano o una replica contestando fatti concreti, oppure delle scuse ufficiali.Il filmato parla chiaro.La stima pubblica di Faurisson nei confronti di Olivier pure, il revisionismo resta la grande avventura intellettuale del secolo decorso.Per quanto riguarda monsieur Olivier, è praticamente inutile aver abiurato la fede cattolica,diventando un apostata politeista, ottenendone in pratica la scomunica. Lei con il movimento revisionista ha contratto un matrimonio di tipo religioso; si ricordi che per la Chiesa il matrimonio è un sacramento, quindi il vincolo è indissolubile, per l'eterno, si rassegni, lei è come quei preti che gettano la tonaca alle ortiche, ma avendone ricevuto, con il rituale canonico, l'ordinazione a ministro per il culto, lo rimane in eterno. Amen.Poi è gravissimo che lei non abbia reagito pubblicamente alla falsa notizia della sua morte, qui nella penisola in molti la credevano morto,sepolto,trapassato, sotto terra, cibo per i vermi insomma, salvo poi rinascere a nuova vita, risorgere come l'araba fenice dalle sue ceneri!Ovviamente della sua rinascita me ne rallegro vivamente, lei indiscutibilmente è uno scrittore di grande talento,sarebbe stato una grave perdita, per tutti, anche per i revisionisti, ai quali si rassegni lei viene annoverato. C'è il serio rischio, monsieur Olivier, che queste sue continue abiure del passato, facciano di lei un rinnegato, è molto meglio passare per negazionista, mi creda. ETv.
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