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Nessun dolore/2 Di Tullio: annullate 3 presentazioni su 25

E' di qualche giorno fa, per il Fondo magazine di Miro Renzaglia, ma dopo il boicottaggio annunciato a Palermo, torna di stretta attualità l' intervista di Raffaele Morani a Domenico Di Tullio, l'autore di Nessun dolore, sull'annullamento dell'incontro di Parma, dopo le minacce al libraio Battei (nella foto) che avrebbe dovuto ospitare la presentazione. Alla fine del pezzo Raffaele dà anche l'appuntamento per la prossima presentazione del romanzo di CasaPound. 

 Vietate, vietate pure. Nessun dolore intervista di Raffaele Morani a Domenico Di Tullio 
 La notizia è recente:  la libreria Battei di Parma il 10 marzo del 2011 (!) ha annullato la presentazione del libro Nessun Dolore. Una storia di CasaPound di Domenico Di Tullio, un avvocato vicino ai giovani di CasaPound, autore in passato del saggio Centri sociali di destra sul mondo delle occupazioni non conformi. Il romanzo che ha già venduto 15.000 copie, un dato di vendita da bestseller, considerato che un romanzo italiano esordiente quando va bene ne vende mediamente 5.000. Le ragioni della mancata presentazione a Parma è stata annullata le  spiega il proprietario della libreria in una lettera ai giornali «Oggi, e per la prima volta, mi sono arreso alle numerose telefonate ricevute dai miei collaboratori affinchè non si presentasse, in quella stessa libreria che dal 1872 accoglie le più svariate espressioni del mondo culturale e politico, un libro. Sì, un libro, Nessun dolore. Una storia di CasaPoun scritto da Domenico Di Tullio e pubblicato da Rizzoli. Tra le telefonate ricevute, alcune erano di persone educate che esprimevano civilmente il loro dissenso, ma altre, anonime, erano palesemente intimidatorie e minacciose». Nel 2011 può quindi capitare che in Italia un libro ambientato tra i “fascisti del terzo millennio”, un libro che racconta le emozioni, i sentimenti, le passioni e i sogni di alcuni giovani che vivono nella nostra società, possa essere boicottato o suscitare reazioni di chiusura totale da parte di alcune realtà della sinistra antagonista che invitano alla mobilitazione contro “l’ennesimo sdoganamento” dei “fascisti violenti, razzisti, xenofobi, ed intolleranti”. La cosa che dovrebbe poi far riflettere ulteriormente è che questo episodio si è verificato in mezzo ad un assordante silenzio dei mass media più importanti e conosciuti. Indifferenza? Imbarazzo? O qualcos’altro?
Il libro è scritto in maniera semplice e diretta. A parer mio è  soprattutto una grande storia di amicizia e “fratellanza”, non certo un invito all’odio o alla violenza. A tutti coloro che si mobilitano per impedirne la presentazione, e magari urlano alla censura, al regime, alla dittatura o simili quando ad esempio un amministratore di destra invita le biblioteche pubbliche a non comprare i libri di autori di sinistra perché in passato hanno solidarizzato con lo scrittore ex terrorista Cesare Battisti, o perché raccontano verità “scomode”, vorrei rispondere semplicemente con una citazione del libro incriminato: «Basta, che cazzo fate… compagni! E’ tutto sbagliato e tutto finto, e inutile e non è vero. Il nemico è un altro, non quelli che hanno i nostri stessi sguardi fieri, la stessa luce di presunzione e gioia negli occhi… Niente è vero di quello che ci fa scontrare, niente ha senso, niente vale!». Abbiamo rivolto in esclusiva per Il Fondo alcune domande a Domenico Di Tullio sull’ultimo episodio che l’ha visto protagonista, suo malgrado:
Ciao Domenico, a quante presentazioni del libro hai partecipato, ed erano tutte organizzate da CasaPound Italia?
Ho partecipato a circa 22 presentazioni, organizzate sia da CP che da altri. Anzi, la modalità privilegiata è stata sempre quella di farmi invitare in librerie ed eventi letterari, presentare in luoghi differenti dalle sedi di CPI. Ovviamente perchè ritengo che sia un romanzo rivolto alla provocazione, al confronto, al dialogo, quindi destinato a chi CPI non la conosce e non la frequenta.
Quante presentazioni sono state annullate a causa di pressioni o minacce agli organizzatori da parte di  realtà della sinistra antagonista? Vi sono anche state prese di posizione da parte di partiti ed amministratori pubblici per la revoca delle sale o simili?
Gli annullamenti ad oggi sono stati 3: Parma, Torino e Palermo. A Torino, Circolo dei Lettori, quello che mi dispiace di più è che qui il circolo, che mi aveva invitato per il 22 gennaio, ha annullato e basta, senza dare il minimo rilievo alle minacce ricevute, senza pubblicizzare in alcun modo le pressioni e il timore per la struttura, storica e prestigiosa. A Palermo è saltata la prima data, ma ci sarà una nuova presentazione il 23 marzo, rinforzata da vari amministratori locali e da rappresentanti politici dell’isola. Non ho mai avuto sale revocate per motivi politici.
Cosa pensi di questi fenomeni ed atteggiamenti di manifesta intolleranza?
Penso che, come al solito, ciò che mi stupisce di più è la manifesta ipocrisia di persone che si dichiarano strenue difensori della libertà di opinione e di pensiero e si abbassano ad ogni mezzo per impedire la presentazione di un libro, che professano a gran voce antimafie di maniera e poi utilizzano metodi criminali e mafiosi per intimidire librerie e circoli culturali. L’intolleranza è, come sempre, figlia dell’ignoranza stupida.
Hai ricevuto attestazioni di solidarietà da parte del mondo della sinistra?
Ogni volta che mi salta una presentazione ricevo decine di manifestazioni di solidarietà, indifferentemente da schieramenti politici, orientamenti sessuali, professioni religiose. Gli uomini intelligenti inorridiscono sempre di fronte alla becera e presuntuosa ignoranza, da qualsiasi parte provenga.

Ringrazio Domenico Di Tullio della sua disponibilità, e gli dò appuntamento a Matera per sabato 26 marzo. Quel giorno anch’io, militante e lettore di sinistra, parteciperò alla presentazione di Nessun Dolore in quella città, perché sono sempre più convinto che la libertà di espressione sia un valore che debba valere per tutti, compagni e camerati, amici ed avversari, e che di fronte ad episodi come quelli accaduti a Parma o Torino, non si possa restare in silenzio.
Raffaele Morani 

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