Il labaro della X mas al convegno sull'Unità. Protesta la comunità israelita
(il giornale) Mentre suona l’Inno di Mameli, svetta in piazza Scala anche il gonfalone azzurro con il simbolo di un teschio con la rosa in bocca. Tra i labari delle associazioni di combattenti, c’è quello della brigata fascista Flottiglia X Mas. E ci sono i reduci della Repubblica di Salò con le divise dell’epoca. Tanto basta ad alzare la polvere delle polemiche, visto che a Palazzo Marino si è appena tenuto il convegno su «L’Unità d’Italia dal Risorgimento alle missioni di pace», organizzato dal consigliere Pdl ed ex Msi Stefano Di Martino, dove hanno preso la parola oratori della stessa area come Franco Servello o il ministro Ignazio La Russa.
E anche il sindaco Letizia Moratti. Ma proprio da lei viene un appello perchè le celebrazioni dei 150 anni «aiutino la riappacificazione, me l auguro anche se mi rendo conto che è un processo non facile, perchè ci sono ferite ancora aperte e chi ha combattuto su fronti opposti fatica ancora a vedere nell’altro un cittadino che comunque ha combattuto». Superare le contrapposizioni tra gli eredi della Resistenza e quelli della Repubblica sociale, «i festeggiamenti unitari possono aiutare - ribadisce la Moratti - credo che questo sia anche il significato del messaggi di Giorgio Napolitano, vedere nei valori dell’Italia unita la nostra storia e la nostra identità, nel rispetto di tutti coloro che hanno dato la vita e si sono sacrificati per gli ideali di libertà, indipendenza e democrazia». Parlando al microfono il sindaco ha un momento di commozione invece ricordando le vittime italiane nelle missioni di pace in Iran e in Afghanistan.
Si dice «d’accordo con la Moratti» e ribadisce la necessità di una pacificazione nazionale anche il ministro La Russa, che prende a prestito una massima dello storico segretario dell’Msi Giorgio Almirante: «Quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria» e «queste celebrazioni stanno contribuendo ad unire gli italiani, dopo questo 17 marzo coloro che hanno cercato di dividere l’Italia in due tra buoni e cattivi non potranno più fare a meno di pensare che al di là delle luci e delle ombre c’è un’unica storia italiana».
Ma le divise e i gonfaloni fascisti, e la presenza del sindaco alla manifestazione, sollevano la protesta di esponenti della comunità ebraica. Come Davide Romano, portavoce della sinagoga Beth Shlomo: «Certi personaggi - sostiene - non dovrebbero stare vicini alle istituzioni o ai partigiani ma tra gli stupratori della storia Patria e della democrazia. Prima la sede concessa a Forza Nuova ora questo episodio. Tutta questa sequenza ci rattrista e ci preoccupa, e getta un’ombra sulla capacità di vigilare di questa amministrazione, anche se sulla buona fede della Moratti non abbiamo alcun dubbio». Tra i coordinatori ieri mattina anche Roberto Jonghi Lavarini, fondatore del centro sociale nazi-fascista Cuore nero, esponente dell’estrema destra passato nel Pdl. E il partito, ha confermato l’assessore Corsaro, sta valutando la sua candidatura a presidente della zona 1.
E anche il sindaco Letizia Moratti. Ma proprio da lei viene un appello perchè le celebrazioni dei 150 anni «aiutino la riappacificazione, me l auguro anche se mi rendo conto che è un processo non facile, perchè ci sono ferite ancora aperte e chi ha combattuto su fronti opposti fatica ancora a vedere nell’altro un cittadino che comunque ha combattuto». Superare le contrapposizioni tra gli eredi della Resistenza e quelli della Repubblica sociale, «i festeggiamenti unitari possono aiutare - ribadisce la Moratti - credo che questo sia anche il significato del messaggi di Giorgio Napolitano, vedere nei valori dell’Italia unita la nostra storia e la nostra identità, nel rispetto di tutti coloro che hanno dato la vita e si sono sacrificati per gli ideali di libertà, indipendenza e democrazia». Parlando al microfono il sindaco ha un momento di commozione invece ricordando le vittime italiane nelle missioni di pace in Iran e in Afghanistan.
Si dice «d’accordo con la Moratti» e ribadisce la necessità di una pacificazione nazionale anche il ministro La Russa, che prende a prestito una massima dello storico segretario dell’Msi Giorgio Almirante: «Quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria» e «queste celebrazioni stanno contribuendo ad unire gli italiani, dopo questo 17 marzo coloro che hanno cercato di dividere l’Italia in due tra buoni e cattivi non potranno più fare a meno di pensare che al di là delle luci e delle ombre c’è un’unica storia italiana».
Ma le divise e i gonfaloni fascisti, e la presenza del sindaco alla manifestazione, sollevano la protesta di esponenti della comunità ebraica. Come Davide Romano, portavoce della sinagoga Beth Shlomo: «Certi personaggi - sostiene - non dovrebbero stare vicini alle istituzioni o ai partigiani ma tra gli stupratori della storia Patria e della democrazia. Prima la sede concessa a Forza Nuova ora questo episodio. Tutta questa sequenza ci rattrista e ci preoccupa, e getta un’ombra sulla capacità di vigilare di questa amministrazione, anche se sulla buona fede della Moratti non abbiamo alcun dubbio». Tra i coordinatori ieri mattina anche Roberto Jonghi Lavarini, fondatore del centro sociale nazi-fascista Cuore nero, esponente dell’estrema destra passato nel Pdl. E il partito, ha confermato l’assessore Corsaro, sta valutando la sua candidatura a presidente della zona 1.
mi sembra un segnale positivo, nella giusta direzione di una ricomposizione nazionale e di una rilettura critica della nostra storia
RispondiEliminaPaolo Valentini
Il signor Romano dimentica che la X MAS non fu coinvolta direttamente in rastrellamenti di Ebrei nel 1943-45. Anzi, nell'immediato dopoguerra, elementi della X MAS, sotto direzione americana, parteciparono all'addestramento di militari israeliani.
RispondiEliminami sono fermato nella lettura dell'articolo quando ho letto
RispondiElimina"brigata fascista flottiglia x mas".
è sufficiente.
Guelfo Nero
http://destrapermilano.blogspot.com/2011/03/unita-e-pacificazione-nazionale.html
RispondiEliminaIL RESOCONTO UFFICIALE DELLA GIORNATA
https://picasaweb.google.com/104474307047501061196/Targa?feat=directlink#
RispondiEliminaLE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE PATRIOTTICA
Si parla di unità d'Italia, anzi la si festeggia in pompa magna e poi continuano i distinguo tra i morti di una parte e quelli dall'altra.
RispondiEliminaIn un Italia che non è capace neanche di comprendere che i morti non appartengono a nessun schieramento e che il rispetto che a loro si deve va oltre ogni ideologia, rabbia e rancore, si sono sventolate le bandiere italiane per festeggiare una ricorrenza che non è sentita se non da pochissime persone.
L'ottusità e la mediocrita comunistoide e sinistra è di una indecenza senza paragoni.
Non potrà mai esserci unità un una nazione quando esistono ancora criteri di distinzione politica sulle vittime. Non potrà ma esserci pace tra le due opposte ideologie fin quando vi saranno i seminatori d'odio ed i tracciatori di confine che si ergono a giudici sparti acque tra bene e male.
Il disprezzo per queste categorie di persone deve essere tangibile e manifesto. Chi divide i morti etichettandoli politicamente per poi usarli contro le diverse fazioni ideologiche dovrebbe essere isolato ed emarginato perchè la dimostrazione di insensibilità, di strumentalizzazione e di cattiveria partigiana non può e non deve essere accettata, né sopportata.
NUOVO ORDINE NAZIONALE
Milano, 23 marzo 2011
RispondiEliminaCome ogni anni, anche quest'anno, mercoledì 23 marzo 2011, l'Associazione Nazionale Arditi d'Italia e la Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana, rappresentate dai due rispettivi Presidenti, Armando Santoro e Pierpaolo Sivestri, hanno reso omaggio, prima al Monumento ai Martiri della Rivoluzione Fascista del Cimitero Monumentale di Milano, dove sono sepolti gli squadristi milanesi caduti negli epici scontri contro le forze sovversive ed antinazionali, poi alla tomba del poeta-soldato Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Movimento Futurista. I brevi discorsi di rito, prima della chiamata del Presente, sono stati fatti dal bravissimo Vittoriano Peiyrani. Alla cerimonia era presente Donna Monica Mussolini, vedova del Comandante Vittorio, figlio del Duce e Colonnello della Guardia Nazionale Repubblicana della RSI, accompagnata da Lorenzo Castello e Roberto Jonghi Lavarini. Sono intervenuti diversi ex Combattenti ed Ausiliarie e numerosi militanti politici del Comitato Destra per Milano, della Fiamma Tricolore e del Movimento Lealtà e Azione, oltre al Prof. Antonio La Bollita del Popolo della Libertà, Valerio Zinetti della Lega Nord e Vittorio Barberi, già vice Federale del MSI-DN di Milano.
Ciao,
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