Perquisizioni corporali? E' uno scandalo antico

(umt) E’ notoria la simpatia umana che io provo per il “barone nero” anche se lo spazio che dedico al suo talento comunicativo è oggetto costante di controversie e sfottò da parte di consistenti e distinti strati di fascisteria (ma anche di compagneria). Eppure devo dire che stavolta Jonghi Lavorini - per dirla con quel tono goliardico che ha altre volte mostrato di apprezzare - ha “pisciato fuori dal vaso”.
Denunciare come scandalo ineguagliabile – che oscura la vergogna delle baby gangbang di Arcore - la perquisizione corporale della giornalista del “Giornale” è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Nell’ambiente della fascisteria milanese c’è sicuramente in giro più di una donna che ha dovuto patire trattamenti simili andando a visitare familiari detenuti nelle carceri speciali, in cui le "corporali" sono prassi da più di trent’anni. Si informi, barone, è uno scandalo antico: è un'umiliazione che gli sbirri amano infliggere perché particolarmente prostrante per chi la subisce.

Ecco comunque la sua nota "criticabile":
Roma: su ordine delle "toghe rosse", alcuni sbirri con i guanti  in lattice, hanno denudato e perquisito una giornalista de Il Giornale, davanti alla sua famiglia. Si tratta di un vergognoso ed intollerabile abuso, di una chiara vendetta personale e di un preciso avvertimento politico dei sinistrosi magistrati milanesi. Di fronte a questi metodi stalinisti che offendono la dignità degli uomini ed il corpo delle donne, i presunti allegri festini di Arcore passano sicuramente in secondo piano. Rispetto a questa faziosa sinistra giacobina, piena di invidia e di odio, rimane sempre meglio, con tutti i suoi difetti, Silvio Berlusconi. Sintetizzando, provocatoriamente: "sempre meglio le puttane dei comunisti"!
Roberto Jonghi Lavarini