E Freda a sorpresa esalta i Carbonari
Decisamente sorprendente la segnalazione di Piero Carini, il responsabile della Libreria di Ar, da qualche tempo trasferita da Salerno ad Avellino. Perché Freda è sempre stato critico sia della retorica patriottarda sia del progressismo borghese ma, come già nell'elogio dei vietcong, dai carbonari estrapola alcune linee di tendenza rispondenti alla sua idea del mondo.
Con la presentazione del volume “La carboneria” appena stampato dalla propria casa editrice, Ar, Franco Giorgio Freda ha voluto ricordare a modo suo il 150° anniversario dell’unità d’Italia. L’incontro si è svolto oggi nei locali dell’Adel Libreria Ar, appena aperta in un palazzo e in un luogo cruciali del nostro risorgimento, palazzo de Concilij-Testa in piazza della Libertà ad Avellino, dove nel 1820 i patrioti di Lorenzo de Concilij proclamarono la prima costituzione italiana. Freda ha rievocato le vicende ottocentesche appunto ‘a modo suo’, perché della carboneria non gli interessava cogliere i sentimenti liberali e l’ottimistico utopismo, ma la disponibilità a combattere, a scrollarsi di dosso l’inerzia e la rassegnazione. “Non importa tanto la bandiera, quanto l’arma. E soprattutto chi le impugni, che deve essere persona retta, tenace, disinteressata. Bisogna avere il coraggio di gettarsi alle spalle le ideologie” – così l’editore di origini irpine ha risposto a chi pensava di vedere una contraddizione tra le sue note idee reazionarie e i ‘valori’ risorgimentali. La chiusa del discorso è stata una citazione da un testo di Friedrich Nietzsche di cui ha curato lui stesso la traduzione e l’edizione: “Avevamo sete di baleni e di azione, ci tenevamo a mille miglia dalla felicità dei deboli, dalla ‘rassegnazione’…” Del fermento risorgimentale è questo che importa cogliere a Freda: il baleno, l’azione, la volontà, l’audacia di una energica ribellione di masnadieri “voluttuosamente liberi come nibbi”.
Fonte: Ufficio stampa Adel-Libreria Ar
Con la presentazione del volume “La carboneria” appena stampato dalla propria casa editrice, Ar, Franco Giorgio Freda ha voluto ricordare a modo suo il 150° anniversario dell’unità d’Italia. L’incontro si è svolto oggi nei locali dell’Adel Libreria Ar, appena aperta in un palazzo e in un luogo cruciali del nostro risorgimento, palazzo de Concilij-Testa in piazza della Libertà ad Avellino, dove nel 1820 i patrioti di Lorenzo de Concilij proclamarono la prima costituzione italiana. Freda ha rievocato le vicende ottocentesche appunto ‘a modo suo’, perché della carboneria non gli interessava cogliere i sentimenti liberali e l’ottimistico utopismo, ma la disponibilità a combattere, a scrollarsi di dosso l’inerzia e la rassegnazione. “Non importa tanto la bandiera, quanto l’arma. E soprattutto chi le impugni, che deve essere persona retta, tenace, disinteressata. Bisogna avere il coraggio di gettarsi alle spalle le ideologie” – così l’editore di origini irpine ha risposto a chi pensava di vedere una contraddizione tra le sue note idee reazionarie e i ‘valori’ risorgimentali. La chiusa del discorso è stata una citazione da un testo di Friedrich Nietzsche di cui ha curato lui stesso la traduzione e l’edizione: “Avevamo sete di baleni e di azione, ci tenevamo a mille miglia dalla felicità dei deboli, dalla ‘rassegnazione’…” Del fermento risorgimentale è questo che importa cogliere a Freda: il baleno, l’azione, la volontà, l’audacia di una energica ribellione di masnadieri “voluttuosamente liberi come nibbi”.
Fonte: Ufficio stampa Adel-Libreria Ar
Oh si! Citiamo Nietzsche a vanvera perchè siamo aristocratici e molto chic nello spirito, inoltre siamo anche platonici e viviamo nel mondo delle idee. Guarda l'idea di Fallimento! Partecipiamo all'idea del Fallimento con un'aria snob, dai facciamoci vedere snob da questa plebaglia, a questi anche se gli sputi in faccia continuano ad adorarci, parteciperanno all'idea della Pusillanimità.
RispondiEliminaAmico degli amici.
Sicuramente non sei amico mio!
RispondiEliminaNietzsche a vanvera.... ahah
RispondiEliminaLe Ar sono la prima casa editrice italiana ad aver pubblicato le opere di Nietzsche con il testo originale a fronte (collana Alter Ego); mi sembra il massimo del rispetto per le parole dell'Autore
X Anonimo Amico degli amici
RispondiEliminaCerto che se dovessimo al contrario esaltare i i " cosidetti successi" della storia di'Itialia, sarebbe preferibile una castrazione di massa ; e questo atto dovrebbe accumunare aristocratici e plebei e tutti fautori del " verbo democratico " quello di successo ...
Ottima intuizione quella dell'Editore, cioe' il riconoscere che al di la' della risultante storica ottocentesca , il medio-borghese di allora era un gigante sanamente eversivo e rivoluzionario , era un tipo umano piu'libero , soprattuttosapeva rischiare; tutto il contrario delle attuali masse levantinizzate dal verbo democratico-occidentale.
Infatti potremmo tranquillamente definirci oltre quelli dell'Abisso, " come i carbonari-eversivi del terzo millennio ".
Francesco, sei una persona intelligente, non perdere tempo con gli "Amici degli Amici". Che ci si aspetta da un Lampadario? Che penda, sconsolato, sul mondo che scorre sotto di lui.
RispondiEliminaFreda è un bipide superiore;non si discute, non si critica, non si biasima; egli è un faro, un maestro,uno da cui pendere dalle sue labbra, quando parla!Chi non sa, chi non capisce,chi appartiene alla plebe, taccia ora e per sempre!
RispondiEliminaL'Anonimo di due "anonimi" fa (quello che parla di Lampadari, per intenderci) non è lo stesso qui sopra e ci tiene a precisarlo.
RispondiEliminaFrancesco (mi era sfuggita la firma, chiedo venia)
Freda sarà un Dio per chi ama riconoscere la propria inferiorità. In lui non vedo un gigante e sfido chiunque a mostrarmi e a documentare un qualsiasi fatto politico rilevante e positivo da lui realizzato. A volte l'ipocrisia riesce talmente bene che si maschera di verità. Poi neanche vi accorgete della vostra più meschina adulazione scevra da osservazioni minimamente reali. Perciò pure cattivi allievi siete. Concludo illuminando gli sciocchi e i ciechi ignoranti che si stupiscono a ogni manifestazione sofistica di conoscenza, che il sapere molte cose non significa essere intelligenti, se non fosse così allora ci sarebbe bastato già Evola invece qualcuno ha bisogno pure di Freda e delle sue fumerie d'oppio.
RispondiEliminaAmico degli Amici.
Ma non credo che Freda come d'altra parte Evola si sia mai " passato " da maestro ( buono o cattivo sono punti vista ). Casoamai sono gli altri a considerarli tali, o semplici fumatori di oppio .
RispondiEliminaA loro personalmente la questione non tange.
Casomai poi andrebbe discusso di quello che le AR hanno prodotto dal 1963 in termini di Resistenza Culturale, di elaborazione , di ricerca, di ri-proposizione, di ri-scoperta.
Già la coisidetta " funzione evocativa " della metapolitica a molti non piace.
In quanto a " Fatti Politici di Successo " bhè stendiamo un velo pietoso sulle sinistre, non parliamo poi delle destre vecchie e nuove, sui centri democratici ed cristiani di questo sfigato paese.
Rimango quindi molto volentieri tra gli sciocchi e gli ignoranti a " gustarmi " Freda ed Evola , nonostante i limiti di ognuno, nonostante il tempo, nonostante il vento ....
Meglio stare tra gli ultimi sfigati Carbonari non-compresi ed Idealisti, che tra i "fanfullatori" di fatti e misfatti politici di successo estremo.
Mi piace il tuo modo di pensare Francesco Mancinelli.
RispondiEliminaAmico degli amici.
Freda è soltanto un buon incantatore di serpenti, e basta questa sua dote perchè il suo vero ruolo passi in secondo piano.
RispondiElimina" ... Freda ha rievocato le vicende ottocentesche appunto ‘a modo suo’, perché della carboneria non gli interessava cogliere i sentimenti liberali e l’ottimistico utopismo, ma la disponibilità a combattere, a scrollarsi di dosso l’inerzia e la rassegnazione. “Non importa tanto la bandiera, quanto l’arma. E soprattutto chi le impugni, che deve essere persona retta, tenace, disinteressata. Bisogna avere il coraggio di gettarsi alle spalle le ideologie” – così l’editore di origini irpine ha risposto a chi pensava di vedere una contraddizione tra le sue note idee reazionarie e i ‘valori’ risorgimentali .....
RispondiEliminaCioe' saper oggi pensare contemporaneamente, quello che fino a ieri veniva pensato contraddittoriamente ...
Questa operazione intellettuale di freda merita qualche considerazione non banale ... chissà se avrò la testa e il tempo di mettere a fuoco qualcosa che mi frulla in testa e di scriverci su
RispondiEliminaFreda non si discute, non si accusa,non si insulta,non si relativizza, è un gigante in mezzo e dei nani ridicoli e stercaioli.Prima di denigrarlo, dovete trascorrere qualche anno sui suoi libri, che sono la prova concreta della sua milizia politica e umana di bipide superiore...meritate ampiamente il suo disprezzo, chi non sa taccia!
RispondiElimina