Antifa: CasaPound a Bologna deve restare senza sede
(umt) Ricomincia la giostra bolognese. E' una faida antica quella che divide turbotartarughe e antifascisteria, tra risse di strada e attentati notturni:
I centri sociali si mobilitano
"CasaPound non deve riaprire"
Polemiche sulla nuova sede dell'estrema destra in via Guerrazzi: domani è prevista l'inaugurazione. Bartleby proietterà il film di Guzzanti "Fascisti su Marte". Raccolta firme: "Non siamo disposti a stare zitti mentre un'organizzazione come questa può liberamente propagandare la violenza come ratio immanente al proprio fare politica"
di BEPPE PERSICHELLA
Contro l'apertura della nuova sede di CasaPound di via Guerrazzi si mobilitano i centri sociali bolognesi. Dopo il mancato rinnovo del contratto del vecchio stabile di Porta Castiglione (in seguito all'attentato incendiario avvenuto nell'estate del 2009), l'associazione dell'estrema destra bolognese ha trovato dei nuovi locali e li inaugurerà ufficialmente domani sera, verso le 21, assieme ai militanti. Ma ad attenderli ci saranno, fin dal pomeriggio, gli attivisti del Tpo e di altre sigle antagoniste cittadine.
Alle 17.30, infatti, il centro sociale di via Casarini dà infatti appuntamento ai suoi attivisti all'angolo tra piazza Aldrovandi e il portico della Basilica di Santa Maria dei Servi in Strada Maggiore. "Faremo del volantinaggio e consegneremo ai cittadini e ai negozianti alcuni dossier sui gruppi di estrema destra e in particolare su CasaPound Bologna", spiega Fabiano del Tpo.
Al termine del presidio, verso le 20, si aggiungeranno al sit in gli studenti del collettivo Bartleby che all'incrocio tra via Guerrazzi e San Petronio Vecchio proietteranno il film di Corrado Guzzanti "Fascisti su Marte". "Cercheremo di smontare CasaPound con allegria ma senza legittimarla - sottolinea Marco Sirotti di Bartleby - . Ci interessa soprattutto la reazione dei cittadini e dei negozianti che, come noi, vivono in questo quartiere". Reazione che del resto non si è fatta attendere. Il collettivo ieri ha distribuito lungo via Guerrazzi volantini per chiedere la chiusura di CasaPound, "un'organizzazione fascista - si legge nel comunicato - non tollerabile qui né altrove".
Oltre al volantinaggio è iniziata anche una raccolta di firme porta a porta in calce a un appello in cui si chiede di "respingere" i militanti di CasaPound: conta già le adesioni di diciassette tra realtà antagoniste cittadine (come il Vag 61, Atlantide, Antagonismo Gay e Nodo Sociale Antifascista di Bologna), artisti (Wu Ming) ma soprattutto di diversi negozianti della via e dintorni.
Hanno posto la loro firma anche la libreria specializzata in letteratura gay "Igor" di via San Petronio Vecchio, la tabaccheria "Altar" di Strada Maggiore, "Libri & co." e "Copysystem" di via Fondazza, e alcuni commercianti di via Guerrazzi come il lavasecco, il "Caffè dell'Accademia" e l'agenzia di viaggi Felsina 2. "Non siamo disposti a stare zitti - si legge nel testo dell'appello - mentre un'organizzazione come questa può liberamente propagandare l'esclusione come modo dello stare insieme, la gerarchia e il comando come mezzi per imporla, la violenza come ratio immanente al proprio fare politica". "Respingerla", dunque, è la "condizione necessaria perché si possa continuare a cercare di costruire una città libera".
Fonte: La Repubblica Bologna
I centri sociali si mobilitano
"CasaPound non deve riaprire"
Polemiche sulla nuova sede dell'estrema destra in via Guerrazzi: domani è prevista l'inaugurazione. Bartleby proietterà il film di Guzzanti "Fascisti su Marte". Raccolta firme: "Non siamo disposti a stare zitti mentre un'organizzazione come questa può liberamente propagandare la violenza come ratio immanente al proprio fare politica"
di BEPPE PERSICHELLA
Contro l'apertura della nuova sede di CasaPound di via Guerrazzi si mobilitano i centri sociali bolognesi. Dopo il mancato rinnovo del contratto del vecchio stabile di Porta Castiglione (in seguito all'attentato incendiario avvenuto nell'estate del 2009), l'associazione dell'estrema destra bolognese ha trovato dei nuovi locali e li inaugurerà ufficialmente domani sera, verso le 21, assieme ai militanti. Ma ad attenderli ci saranno, fin dal pomeriggio, gli attivisti del Tpo e di altre sigle antagoniste cittadine.
Alle 17.30, infatti, il centro sociale di via Casarini dà infatti appuntamento ai suoi attivisti all'angolo tra piazza Aldrovandi e il portico della Basilica di Santa Maria dei Servi in Strada Maggiore. "Faremo del volantinaggio e consegneremo ai cittadini e ai negozianti alcuni dossier sui gruppi di estrema destra e in particolare su CasaPound Bologna", spiega Fabiano del Tpo.
Al termine del presidio, verso le 20, si aggiungeranno al sit in gli studenti del collettivo Bartleby che all'incrocio tra via Guerrazzi e San Petronio Vecchio proietteranno il film di Corrado Guzzanti "Fascisti su Marte". "Cercheremo di smontare CasaPound con allegria ma senza legittimarla - sottolinea Marco Sirotti di Bartleby - . Ci interessa soprattutto la reazione dei cittadini e dei negozianti che, come noi, vivono in questo quartiere". Reazione che del resto non si è fatta attendere. Il collettivo ieri ha distribuito lungo via Guerrazzi volantini per chiedere la chiusura di CasaPound, "un'organizzazione fascista - si legge nel comunicato - non tollerabile qui né altrove".
Oltre al volantinaggio è iniziata anche una raccolta di firme porta a porta in calce a un appello in cui si chiede di "respingere" i militanti di CasaPound: conta già le adesioni di diciassette tra realtà antagoniste cittadine (come il Vag 61, Atlantide, Antagonismo Gay e Nodo Sociale Antifascista di Bologna), artisti (Wu Ming) ma soprattutto di diversi negozianti della via e dintorni.
Hanno posto la loro firma anche la libreria specializzata in letteratura gay "Igor" di via San Petronio Vecchio, la tabaccheria "Altar" di Strada Maggiore, "Libri & co." e "Copysystem" di via Fondazza, e alcuni commercianti di via Guerrazzi come il lavasecco, il "Caffè dell'Accademia" e l'agenzia di viaggi Felsina 2. "Non siamo disposti a stare zitti - si legge nel testo dell'appello - mentre un'organizzazione come questa può liberamente propagandare l'esclusione come modo dello stare insieme, la gerarchia e il comando come mezzi per imporla, la violenza come ratio immanente al proprio fare politica". "Respingerla", dunque, è la "condizione necessaria perché si possa continuare a cercare di costruire una città libera".
Fonte: La Repubblica Bologna
"..cercare di costruire una città libera".
RispondiEliminaCon le molotov , fulgidi esempi .......
Andrea (BG)
ma se non hanno aperto la sede perché non potevano: avevano affittato una cantina che non è per uso locale aperto al pubblico e non avevano detto al proprietario che volevano usarla come sede!
RispondiEliminaCasaPound ha fatto un bluff che si è sgonfiato.
basta vedere l'articolo di oggi sulla Repubblica Bologna:
CasaPound, no a via Guerrazzi
"Ci hanno già restituito le chiavi"
"Lo spazio era stato dato in affitto come deposito a una persona privata, quando abbiamo saputo dell'uso illegittimo ci siamo attivatiper risolvere il contratto"
Non mi pare che le obiezioni dei centri sociali bolognesi avessero a che fare con questioni9 di accatastamento e di destinazione d'uso dell'immobile
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